Who Lives, Who Dies, Who Tells Your Story – part III. Di Dalek Oba, fanart di Arts on the Floor.

parte I
parte II

11° Round
Rimanere calma, a pochi minuti dall’inizio dell’incontro, le era pressoché impossibile. Si sentiva rabbrividire, e non solo per il gelo dell’inverno russo. Si era affacciata sulla soglia dello spogliatoio, per sentire i discorsi tra Rocky e il Dottore, sperando di non risultare inopportuna. Ma nessuno dei due sembrò far caso a lei.
“Sconfiggilo. Sconfiggilo e la UNIT sarà pronta a intervenire.”
“Ripetimi un po’ il piano b nel caso vincesse lui!”
“Sì, certo, abbiamo piani fino alla z, ma non servirà. Vincerai. È una lotta tra chi è più umano, e lui ha già perso in partenza. Tu sei indomito.”
“Grazie dell’aiuto, Dottore. Non ce l’avr-”
“Certo che ce l’avresti! E un’ultima cosa, IMPORTANTISSIMA. Un suggerimento che do di rado, ma sempre quando la situazione lo richiede. Don’t be lasagna!”

12° Round
L’incontro era stato brutale. Non più sport, ma gara di sopravvivenza.
Bill, dal loro angolo di ring, aveva visto tanto sangue, sudore e sputo da averne abbastanza per il resto della vita, tuttavia c’era qualcosa di eroico e impossibile da non ammirare nel modo in cui Rocky incassava pugni su pugni, cadeva e si rialzava, riceveva e restituiva con la stessa furia. Indomito, proprio come aveva detto il Dottore.
E mentre la folla cominciava a intonare il suo nome più di quello di Drago, e lo Zygon perdeva terreno e concentrazione, e lo stadio rimbombava di grida, aveva seriamente percepito come in quell’istante si decidessero davvero le sorti del mondo. Come quando il Dottore le aveva spiegato di poter sentire la Terra girare.

Era durato solo un attimo, un secondo appena, poi l’ultimo pugno di Rocky era andato a segno, e Drago era crollato a terra.
Nel delirio della folla festosa che aveva invaso il ring per festeggiare Rocky, quasi nessuno aveva notato che l’altro pugile pareva sparito nel nulla. Ma tutti non avevano potuto fare a meno di fissare con sgomento lo Zygon MOLTO arrabbiato che era apparso al suo posto.
Fortunatamente, la UNIT aveva scelto proprio quel momento per fare il suo ingresso.

13° Round
A pochi giorni dal 1986, erano di nuovo nel salotto dei Balboa a bere tè, ma l’atmosfera non sarebbe potuta essere più diversa dalla prima volta. il suono del TARDIS in arrivo era stato accolto con un silenzio colmo d’attesa.  
“Lo Zygon è stato consegnato alla UNIT. Era davvero solo un mitomane fissato con la boxe, pronto a distruggere il mondo con il suo delirio di onnipotenza. Il vostro amico Apollo avrà giustizia, ve lo assicuro.” Tuttavia, il Dottore non sembrava felice.
“Il vero Ivan Drago è stato trovato in un appartamento alla periferia di Mosca, deperito ma vivo. Si riprenderà. Resta il fatto che tutto il mondo ha visto la trasformazione dello Zygon in diretta televisiva.”

Bill continuava a non capire quale fosse il problema: “la UNIT ha quel congegno per l’amnesia, no? Basterà usarlo!”
“Non questa volta, non su scala mondiale. Non è possibile che tutti dimentichino cosa hanno visto. Tuttavia, potrebbero non ricordare più… in che modo lo hanno visto. L’idea di Kate è convincere il mondo intero che fosse solo un film. Un film talmente amato da essere visto in mondovisione ma… soltanto un film.”
“Dottore… va benissimo, è un’ottima idea!” aveva ribattuto Rocky.
“No, non capite… se… se succede, smetterete tutti di esistere. Vivrete la vostra vita normalmente ma… nessuno si ricorderà che tutto quello che avete fatto è stato reale! Resterete solo una bella storia, una favola della buonanotte!”
“Va bene.” Aveva risposto Adrian, proprio nel momento in cui Rocky aveva esclamato “Facciamolo.”

Bill aveva le lacrime agli occhi. Il Signore del Tempo era senza parole.
“Dottore… dobbiamo fare ciò che dobbiamo fare. Ho avuto i miei giorni di gloria, le mie vittorie. Ora vivrò bene con la mia famiglia anche senza nessuno che si ricordi di me. Vorrei solamente sapere… anche voi dimenticherete?”
“Noi no” rispose Nardole, sicuro.
“Mai” sussurrò Bill.
“Allora va bene”.

14° Round – Epilogo
Sapeva di trovarla lì.
A volte le opzioni fanno tutte schifo, eppure sei obbligato a scegliere lo stesso. Lui ormai ci aveva fatto i conti… ma Bill era così giovane e piena di ottimismo. Ancora così innocente. A vederla seduta ai piedi della statua di Rocky, lì a Philadelphia, sembrava addirittura più piccola e minuta.

“Gliel’ha dedicata la città, lo sapevi Dottore?”
“No.”
“Ora nemmeno loro lo sanno. Pensano che sia il prop di un film, lasciato qui quasi per caso. Ha salvato il mondo, e nessuno lo saprà mai. Lo guarderanno in televisione la domenica pomeriggio, annoiati e distratti. Non è giusto!”
“Rocky lo sa, però. La sua famiglia lo sa. Lui è un eroe, e non solo per aver combattuto contro quello Zygon. Quello che tu puoi fare è rispettare la sua scelta, accettandola.”
“Saranno felici, lui e Adrian? Come finirà?”
“Non lo so, il tempo si è riscritto da quel Natale in avanti, non posso dirti ciò che non è ancora definito. Ma erano felici quando li abbiamo salutati, giusto? È questa la cosa importante.”
“Immagino tu abbia ragione. – aveva tirato fuori un sorriso, ancora un pochino triste. – Torniamo a casa.

Fine.


15° Round – Post Credit Scene

Appena uscito dal TARDIS, aveva subito capito di essere osservato. E non dai soliti curiosi che si stupivano nel veder apparire la cabina dal nulla.
Il giovane si era avvicinato, non aggressivo ma comunque deciso: “Dottore! sapevo che ti avrei trovato, prima o poi!”
“Ti conosco? Sai, ogni tanto il tempo-
“Lo so. Sono Creed.”
“Conoscevo Apollo Creed. E tu non-
“Non Apollo. Adonis… Donnie. Suo figlio. Dottore… non voglio più essere solo un film. Voglio tornare reale”.

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