Classic Wednesday – Quinto Dottore

Diciannovesima stagione

Abbiamo lasciato il Dottore, fresco di rigenerazione e francamente ancora debole, circondato dal suo nuovo team: Adric, Nyssa e la quasi sconosciuta Tegan. Inseguiti dalle guardie del Progetto Pharos, corrono verso il TARDIS ma Adric viene catturato e assiste all’arrivo del Maestro: con gli effetti speciali del suo TARDIS a forma di colonna greca, questi sbaraglia gli agenti e sembra lasciare il ragazzo illeso, così che possa raggiungere gli altri.

Il Dottore cerca disperatamente la Camera Zero, un luogo totalmente tranquillo e isolato all’interno della nave dove completare la rigenerazione. Ma nemmeno là può riposarsi: scopriamo infatti con orrore che Adric era una proiezione (tecnologia di Logopolis, nientemeno) ed è in realtà prigioniero del Maestro. Il TARDIS, inoltre, è bloccato su una rotta spazio-temporale che gli sarà fatale: il Big Bang!

Per fortuna, le brutte notizie danno una botta di adrenalina al Dottore che riesce a ragionare meglio per un po’ e spiega alle due companion come cancellare parte delle stanze del TARDIS per dare una spinta propulsiva alla nave ed uscire dalla rotta designata. Consapevoli che esiste il rischio di cancellare anche la stanza della console con loro dentro, Tegan e Nyssa eseguono e… sono in salvo! Il Maestro, furioso per non essere riuscito a sbarazzarsi del Dottore e non riuscendo a controllare perfettamente la mente di Adric, predispone un nuovo piano.



Intanto il Dottore vorrebbe tornare nella Camera Zero, ma è stata cancellata. Con il cacciavite sonico e molta buona volontà, lui e Nyssa usano le pareti rimaste per costruire l’Armadietto Zero (sic), una sorta di bara ma con le cose tonde. Le due ragazze scoprono nel database del TARDIS un pianeta chiamato Castrovalva, un luogo senza interferenze e perfetto per la convalescenza del Dottore. Tegan riesce a pilotare il TARDIS e atterrare… beh, abbastanza bene, ma trasportare l’Armadietto Zero con dentro il Dottore è un altro paio di maniche! Finalmente trovano un castello, abbarbicato su una rupe, e cercano invano un passaggio per entrare, mentre strani guerrieri dall’armatura coperta di piume le seguono. Quando tornano dal Dottore, l’Armadietto è vuoto, lui è sparito e c’è una traccia di sangue sul terreno!

Il Dottore non è stato rapito, in realtà. Sta vagando, senza memoria, arrampicandosi a casaccio. I guerrieri, in realtà abitanti del castello, indossano quelle antiche armature per andare a caccia come passatempo! Quando trovano il Dottore, lo portano al sicuro e gli danno una stanza per riposare: lì il nostro stanco e confuso eroe conosce il Magistrato, la figura più elevata della società di Castrovalva. Anche Tegan e Nyssa raggiungono il castello, facendo portare l’Armadietto nella sua stanza, e vanno a dormire.

Al mattino il Dottore sembra stare decisamente meglio, ma quando scopre che Adric è prigioniero del Maestro si agita e tenta di lasciare il castello: ciò si rivela impossibile in quanto il luogo si sta spazio-temporalmente ripiegando su se stesso.

Per spiegarlo meglio, è come se si trovassero in un’opera di Escher – dopotutto il titolo di questo serial è quello di un suo dipinto, che riproduce l’omonimo paesino nell’Aquilano. Ma gli Whovian abruzzesi l’avranno già notato, immagino!

Con l’aiuto degli abitanti di Castrovalva, il Dottore comprende che il luogo è stato costruito in modo artificiale. Ma da chi? Dal Maestro, naturalmente! È lui il Magistrato, ed è stata la proiezione di Adric a inserire informazioni e coordinate del pianeta nel database, per attirare il Dottore nella trappola, e sono i suoi stessi calcoli a mantenere “in vita” Castrovalva, collegato a una ragnatela di cavi. Ancora una volta i locali vengono in soccorso dei nostri, sacrificando se stessi per liberare Adric e aiutarli a fuggire oltre a trattenere il Maestro all’interno mentre la città si dissolve.

Il Maestro sarà riuscito a fuggire, come sempre? Il Dottore non ne è sicuro. Ma la rigenerazione si è conclusa felicemente e si sente in forma, pronto per ripartire. Tegan resta un po’ delusa quando scopre che il database stesso era una proiezione creata da Adric, perciò non è riuscita davvero a pilotare il TARDIS da sola!

Un fortissimo campo magnetico devia la rotta del TARDIS, diretto a Heathrow per riportare indietro Tegan, e lo fa materializzare su un’astronave guidata da tre alieni provenienti dal pianeta Urbanka – il Monarca, Illuminazione e Persuasione (che poi si riveleranno i nomi dei loro rispettivi ministeri). Questi usano le loro telecamere fluttuanti per scrutare i nuovi arrivati per un bel po’ di tempo prima di riceverli, e sembrano abbastanza amichevoli; Illuminazione chiede a Tegan di disegnarle degli umani vestiti come lei. I nostri scoprono però che sull’astronave vivono anche dei terrestri provenienti da diversi luoghi ed epoche storiche: c’è un ateniese della Grecia antica, Bigon, un aborigeno australiano, una principessa Maya e un mandarino cinese. Si siedono tutti quanti a tavola, e a questo punto anche Illuminazione e Persuasione si uniscono a loro con un aspetto umano, copiato dagli schizzi di Tegan.

Spiegano che Urbanka è diventato invivibile per colpa del loro sole, perciò stanno portando tutta la sua popolazione – ben tre miliardi di individui – a colonizzare la Terra; nel passato già l’hanno visitata diverse volte, e ogni volta hanno “prelevato” un esemplare dei suoi abitanti.

Un solo esemplare? In realtà, più tardi, il Dottore e Tegan assistono a diversi spettacoli messi in scena dai terrestri, e sono gruppi piuttosto numerosi – sempre di quelle quattro culture. Altri lavorano in svariati laboratori della nave. Adric e Nyssa, però, si accorgono di molte stranezze ed è chiaro che sono tutti quanti esseri robotici. Dietro le quinte, il Monarca e i suoi ministri hanno fatto sì che l’equipaggio del TARDIS si separasse, per “controllare il loro scambio di informazioni”.

Anche Bigon, il filosofo ateniese, rivela al Dottore e a Tegan che il suo corpo è una macchina, e così per gli altri tre leader terrestri. Hanno un circuito molto sofisticato che permette loro di ricordare e ragionare, mentre molti altri sono semplicemente “assistenti” come dice il Monarca, o “schiavi” come sostiene Nyssa, e possono svolgere mansioni limitate.

Il Monarca spiega a Adric che il suo obiettivo è liberare il genere umano dal loro cosiddetto “tempo della carne”, in cui le pulsioni li portano a farsi la guerra e mostrare il peggio di se stessi. Al contrario di Nyssa, Adric è impressionato dal suo ragionamento, e non gli sembra moralmente sbagliato.

Come Bigon spiega al Dottore, gli alieni intendono invadere il nostro pianeta e miniaturizzare tutti i suoi abitanti per mezzo di una tossina che essi stessi producono. Hanno infatti bisogno di silicio e carbonio per fabbricare i circuiti. Inoltre, la storia della fine di Urbanka è una solenne bugia: è stato proprio il Monarca a distruggerlo con l’inquinamento. Inoltre è convinto di essere Dio, e sta cercando di superare la velocità della luce per andare indietro nel tempo.
I due riescono a salvare Nyssa, che sta per essere “convertita” (sì, questi cattivoni hanno un concept simile a quello dei Cybermen!), e il Monarca si convince a far uccidere il Dottore, oltre a far smantellare Bigon.
Intanto, Tegan si è precipitata nel TARDIS e cerca di farlo tornare sulla Terra per avvertire l’umanità del pericolo, visto che l’arrivo della nave è previsto fra quattro giorni – nonostante tutto, è ancora convinta di essere capace di pilotarlo! Riesce soltanto a farlo materializzare nello spazio, poco lontano dalla nave…

Per fortuna Nyssa e Adric salvano il Dottore dall’esecuzione, e il Monarca decide di liberarlo per continuare a farsi approvare da Adric, che considera una risorsa per le sue capacità matematiche. Il Dottore però ha una maggiore… persuasione e insieme al mandarino, Lin Futu, riattiva Bigon, che fa perdere al Monarca il controllo di tutti gli androidi. Ora al Dottore manca solo il suo amato veicolo, e per arrivarci si lancia con una corda nello spazio; Illuminazione e Persuasione tentano di fermarlo ma vengono disattivati da Adric. La scena in cui il nostro eroe, senza più la corda, raggiunge il TARDIS grazie alla forza propulsiva di una palla da cricket è oggettivamente fantastica!

Il Dottore vorrebbe lasciare la nave con i suoi amici senza colpo ferire, ma il Monarca si para davanti al TARDIS. A questo punto, lui gli lancia contro il veleno: era ormai convinto, infatti, che fosse l’unico non ancora convertito totalmente in macchina. Gli androidi sono liberi e Tegan potrà finalmente iniziare il suo nuovo lavoro – un momento, che succede a Nyssa? Non si sente molto bene…

Nello scorso #ClassicWednesday avevamo lasciato Nyssa vittima di un malore, ma non preoccupatevi! È solo stanca e confusa dopo gli avvenimenti sulla nave degli Urbankan, sarà come nuova dopo un lungo riposo nel TARDIS… in realtà, la sceneggiatura del serial di oggi, dal titolo KINDA, era già stata scritta dopo l’arrivo del personaggio nella serie!

 

Ci troviamo sul florido pianeta Deva Loka, popolato dai pacifici Kinda, mentre in una cupola si è stanziato un gruppo di aspiranti colonizzatori umani. Il capo della spedizione, Sanders (che assomiglia in modo impressionante al cattivo del film “Avatar”), è allarmato per la sparizione di ben tre membri, e il suo secondo Hindle teme che siano stati i Kinda, anche perché ne hanno due come ostaggi.

Esplorando la giungla, i nostri si imbattono in una serie di campanelle a vento dal suono perfettamente armonizzato, che fanno addormentare Tegan. La donna entra in uno stato onirico e incontra un individuo inquietante che portano un tatuaggio a forma di serpente: costui inizia a giocare con la sua mente in modo sadico, finché lei non accetta di diventare la sua forma fisica.

 

Intanto, il Dottore e Adric hanno trovato un veicolo abbandonato che li porta alla cupola, dove Sanders e Hindle li accolgono con sospetto. Todd, invece, spiega ai due diversi dettagli sulla loro missione e il Dottore incontra i due nativi: non parlano, ma indossano ornamenti simili alla doppia elica del DNA. Forse non sono “selvaggi” come sembra…

Sanders decide di scoprire da solo cosa sia successo agli altri membri della spedizione e parte nel veicolo, e non appena al comando Hindle sfrutta l’obbedienza cieca dei due ostaggi per far valere, armi in pugno, la sua autorità. Sempre più alterato mentalmente, progetta di distruggere tutte le piante nel raggio di 50 miglia dalla cupola (ora crede siano loro la causa delle sparizioni) e tiene prigionieri tutti quanti.

 

Il fratello di uno degli ostaggi, Aris, torna al suo villaggio dopo aver spiato nella cupola e vediamo che solo le donne Kinda sono in grado di parlare, ma possono leggere nella mente degli uomini. La paura e la confusione del ragazzo spingono Panna a vendicarsi contro gli invasori: ordina a Karuna di dare a Sanders, anch’egli arrivato sul posto, una misteriosa scatola. Questi la apre e vede qualcosa di evidentemente spaventoso, che sembra impossessarsi di lui; poi torna alla cupola e la mostra a Hindle, a cui fa più o meno lo stesso effetto e che a sua volta ordina anche al Dottore di guardarci dentro.

POP! Ne esce un pupazzo! È chiaro che il Dottore e Todd non ne sono influenzati… cioè, hanno una visione, ma è solo quella di Panna e Karuna che li richiamano al villaggio. La sciamana spiega poi che solitamente gli uomini dovrebbero perdere la ragione quando guardano nella scatola, per cui l’unica spiegazione è che il Dottore sia un idiota!

Il Mara nel frattempo ha cambiato corpo da Tegan ad Aris, che ottiene il dono della voce e obbedienza da parte di tutti i Kinda. Panna comprende che il malvagio Mara, un’entità leggendaria proveniente da un’altra dimensione, è di nuovo libera di far “girare la ruota” distruggendo la loro civiltà. Con un rituale, mostra loro un’altra visione in cui i Kinda danzano in un cerchio di orologi e clessidre, finché non si fermano. La donna quindi muore, e il suo spirito si incarna in Karuna.

 

Nella cupola, Hindle e Sanders – del tutto folli e come in un gioco – trovano un modo infallibile di proteggerla: progettano di farla esplodere, sotto gli occhi impotenti di Adric. Il ragazzo fugge in uno dei veicoli ma non riesce a pilotarlo al meglio, diciamo: quando Aris guida il villaggio all’assalto degli stranieri, Adric lo ferisce.

Il Dottore torna alla cupola con Todd, e insieme riescono a fermare Hindle dal suo proposito esplosivo, ridandogli la sanità mentale grazie alla scatola. Mentre Tegan e Adric battibeccano su chi abbia l’intelletto più debole dei due, il Dottore scopre perché i due ostaggi ubbidivano a Hindle: nella loro superstizione, credevano che le loro anime fossero intrappolate nello specchio che il militare aveva con sé. Questo gli dà un’idea…

Il piano è presto messo in atto: i Kinda, ormai liberi dalla sua influenza, intrappolano Aris in un cerchio di specchi (in realtà pannelli solari, ma fanno al caso). Il Mara non sopporta di vedere il proprio riflesso, tanto più che in questo modo viene moltiplicato, e lascia il suo corpo mostrando la sua vera forma – un serpente che inizia prima a crescere a dismisura, poi svanisce lentamente per tornare nella sua dimensione.

Con Nyssa ormai ristabilita, il Dottore saluta sia i nativi che i membri della spedizione. Non ci sarà nessuna colonizzazione di Deva Loka, che resterà un Eden… ma senza serpenti. Tegan, però, orripilata dall’esperienza vissuta, si domanda se la sua mente è davvero libera dall’influenza della terribile creatura…

Dai, questa volta il Dottore ce la farà a lasciare Tegan all’aeroporto, no? Così, come la maggior parte degli scorsi serial, inizia THE VISITATION, ambientato nel quindicesimo secolo, anzi, esattamente nel 1666. Perché il TARDIS è sì atterrato a Heathrow, ma un po’ in anticipo, ecco…

Un fantastico spettacolo di meteore e fuochi d’artificio è in realtà il brusco, ehm, atterraggio di diversi veicoli spaziali nella campagna inglese. Uno strano androide penetra quindi nella casa di una famiglia aristocratica, che cerca di combatterlo in ogni modo.

Il Dottore e i suoi amici, inseguiti dai paesani che li vedono come stranieri e quindi diffusori di peste, vengono aiutati da un ex attore, ora bandito, di nome Richard Mace. In una stalla di proprietà dei nobili prima citati, i nostri trovano batterie e un artefatto alieno; si recano quindi nella villa padronale dove notano le tracce dello scontro e un muro eretto in un posto inusuale. Quando gli altri lo raggiungono, però, lui sembra scomparso nel nulla!

In realtà il muro era una barriera di energia olografica, che il Dottore è riuscito ad aprire. Purtroppo l’androide ha teso loro una trappola e sono tutti costretti alla fuga… tranne Tegan e Adric, storditi e presi prigionieri per essere interrogati da una creatura simile a un rettile.

Il Dottore cerca di vincere l’incredulità di Mace ed elabora un piano per sconfiggere l’androide. Spiega che l’artefatto trovato nella stalla è un braccialetto usato sulle navi-prigione, e in effetti la creatura (chiamata Terileptil) se ne serve per controllare diversi abitanti del villaggio. Una volta trovata la capsula in cui il Terileptil è arrivato sulla Terra, si separano: Nyssa va al TARDIS a costruire un amplificatore sonico per far esplodere l’androide, mentre il Dottore e Mace si recano al mulino del villaggio. Qui vengono catturati da alcuni paesani e condannati a morte un paio di volte, ma ogni volta gli scagnozzi del Terileptil li salvano. Ovviamente li riportano alla villa, dove Tegan è stata dotata di braccialetto e costretta a “collaborare”, mentre Adric è riuscito a raggiungere Nyssa.

 

Il Dottore è ancora convinto che il Terileptil lo voglia vivo perché lo aiuti a tornare al suo pianeta, cosa che farebbe più che volentieri… ma le sue intenzioni sono del tutto diverse. Lui e i suoi compagni (arrivati su diverse capsule) sono condannati ai lavori forzati, non possono tornare a casa; vogliono sterminare la popolazione terrestre con una versione della peste molto più aggressiva, che uccide in pochi minuti, e poi usare la tecnologia del TARDIS a loro piacimento. Anzi, dopo aver distrutto il cacciavite sonico (spoiler: non lo vedremo più fino al film del 1996!) gli vuole far testare il nuovo morbo in anteprima… per fortuna il Dottore riesce a scongiurare il peggio e libera Tegan e Mace dai braccialetti. Ora devono impedire che il Terileptil raggiunga i suoi compari con le fiale del morbo e che sterminino la popolazione di Londra!

Nyssa riesce finalmente a distruggere l’androide e con Adric pilota il TARDIS raggiungendo gli altri alla villa. Il Dottore è pronto per la ricerca dei nemici: con la console effettua una scansione di Londra e nota delle alte emissioni elettriche, non certo usuali per l’epoca.

Raggiunto il luogo, i nostri vengono attaccati dalle creature, ma durante il combattimento il Dottore fa cadere una torcia e divampano le fiamme, che fanno esplodere le armi dei Terileptil causando un vero e proprio incendio. Anche le casse con le fiale “pestifere” vengono distrutte e… un momento, questa strada si chiama Pudding Lane! Sembra che il Dottore abbia accidentalmente innescato un’altra volta un incendio di proporzioni storiche in una grande città. Perché ricordate il Primo Dottore e Nerone, vero? Ma certo che sì, aficionados di #ClassicWednesday!

Bentornati a #ClassicWednesday con una breve avventura (è un serial di soli due episodi) molto rappresentativa dell’era Davison; inoltre è il primo serial storico dai tempi di The Highlanders a non avere alieni nei paraggi.

Il TARDIS atterra in una piccola stazione ferroviaria inglese negli anni Venti. Un autista attende il Dottore per condurlo nella proprietà di Lord Charles Cranleigh, fratello del famoso botanico George Crainlegh, scomparso durante una spedizione in Amazzonia. Dev’esserci stato uno scambio di persona, ma i nostri amici sono piuttosto entusiasti del soggiorno nel palazzo: il Dottore può finalmente giocare a cricket, e lo fa superbamente; Tegan balla il charleston e Nyssa, durante una festa in maschera, si diverte a indossare lo stesso costume di Ann, la fidanzata di Lord Cranleigh – che un tempo stava con George: le due infatti si somigliano come gocce d’acqua. Solo Adric è un po’ spaesato dall’ambiente, ma apprezza molto il cibo.

Nel palazzo è prigioniero un uomo misterioso, che però ogni tanto riesce a liberarsi… e lo vediamo uccidere prima un membro della servitù, poi il maggiordomo, quest’ultimo mentre indossa il costume del Dottore! Dottore che, intanto, si aggira per i corridoi in vestaglia aprendo infiniti passaggi segreti…

Dopo aver scoperto in un ripostiglio il cadavere del primo servitore, lo mostra alla madre di Lord Cranleigh, che è in compagnia di un indigeno brasiliano, Latoni. La donna lo prega di tacere agli ospiti l’accaduto. Nel frattempo l’uomo misterioso ha rapito e portato nella sua stanza Ann…

La ragazza viene soccorsa da Lady Cranleigh, dopodiché Latoni torna a legare l’uomo, che ora vediamo essere completamente sfigurato. Ora il Dottore ritrova il costume e lo indossa, ma appena si presenta di sotto, Ann lo accusa di essere l’assassino… e Lady Cranleigh nega tutto ciò che è accaduto poco prima: il cadavere nel ripostiglio e persino l’esistenza di Latoni. La posizione del Dottore è molto difficile, ma quando mostra alla polizia l’interno del TARDIS, beh, riesce a convincerli. Inoltre viene ritrovato altrove il corpo del servitore.

Mentre il Dottore e la polizia torna al palazzo con il TARDIS, Lady Cranleigh confessa la verità: l’assassino è suo figlio George, che per aver rubato una rara orchidea nera è stato torturato e sfigurato da una tribù indigena. Il capo di un’altra tribù, Latoni appunto, l’aveva salvato e riportato in patria, ma la sua mente era ormai compromessa. Infatti lo vediamo liberarsi nuovamente dalle corde e attaccare Latoni, ma siccome quest’ultimo ha nascosto la chiave della stanza, George dà fuoco alla porta e fugge, portando via di nuovo Ann… solo che questa volta è Nyssa, che indossa ancora il costume! La porta sul tetto, dove lo raggiungono il Dottore e Charles. Il Dottore riesce a convincerlo a lasciar andare Nyssa, mentre Charles cerca di abbracciare il fratello perduto… ma George, fuori di sé, si getta dal tetto.

Dopo il funerale, Lady Cranleigh regala al Dottore il libro scritto da George sull’orchidea nera, e lui la rassicura che lo custodirà come un tesoro.

Se avete notato una grossa somiglianza con un certo episodio con Ten, Donna e Agatha Christie, non vi sbagliate 😉

Il prossimo appuntamento con #ClassicWednesday sarà di nuovo nello spazio e vi commuoverà… a presto!

 

– Saki

Tutto pronto per questo #ClassicWednesday? Fazzoletti? Tisana calda con il miele? Biscotti alle gocce di cioccolato? Inizia EARTHSHOCK!

Una spedizione militare, guidata dal tenente Scott, segue la scienziata Kyle per recuperare i suoi colleghi, presumibilmente morti in una caverna mentre erano alla ricerca di fossili. La donna spiega che durante la permanenza sottoterra c’erano segni di sabotaggio del loro materiale e strani rumori… Anche dall’esterno lo scanner rivela strani segnali, infatti vediamo due inquietanti figure nere aggirarsi nel complesso di caverne.

Adric è frustrato e scontento. Si sente messo da parte, preso in giro, spiega al Dottore che sul TARDIS non gli viene data la possibilità di imparare e crescere e… vorrebbe tornare a casa. Il Dottore, nervoso, cerca di spiegargli che è impossibile programmare delle coordinate per l’E-Space, ma Adric ci vuole provare lo stesso e il nostro va a farsi una passeggiata per calmarsi. Ma dove si è materializzato il TARDIS? Proprio dove si trovano Scott, Kyle e gli altri, ovviamente!

Presto le due figure nere, che si rivelano androidi, iniziano a fare strage di soldati, e naturalmente Scott incolpa il Dottore, Nyssa e Tegan che se ne stavano buoni buonini a discutere sull’estinzione dei dinosauri. Anche il TARDIS inizia a ricevere segnali inquietanti e Adric, che stava davvero provando a programmare le coordinate per l’E-Space, si precipita fuori. Tutti insieme sconfiggono gli androidi, ma scoprono presto la loro funzione principale: proteggere un portello metallico – molto poco preistorico – che… sorpresa! nasconde una bomba, innescata a distanza da un paio di Cybermen in assetto di guerra.  Il Dottore riesce a portare tutti al sicuro nel TARDIS e mette fuori uso la bomba. Scott e i suoi soldati (beh, quelli che rimangono) sono pronti a festeggiare, ma il Dottore vuole scoprire i colpevoli e segue il segnale: arriva quindi su un’astronave mercantile in rotta verso la Terra, che ha già avuto la sua quota di equipaggio scomparso.

Intanto i Cybermen hanno riconosciuto il Dottore come loro nemico e si preparano a “farlo soffrire per le passate sconfitte”: ben presto sia lui che Adric vengono arrestati per i loro nuovi omicidi, fungendo da capri espiatori. Al capitano in realtà importa poco delle vittime, o dei picchi di energia, e ovviamente ancor meno degli avvertimenti del Dottore: l’unica cosa che conta è portare la merce sulla Terra! Ma non sa che i silos nella stiva sono pieni di Cybermen, con l’ufficiale Ringway che ha agito da collegamento per l’imminente invasione della Terra…

Scott non vuole stare con le mani in mano e porta fuori i suoi soldati, insieme a Tegan, iniziando la guerriglia. I Cybermen riescono a penetrare il ponte, nonostante gli sforzi del Dottore per mantenere gli scudi attivati, e uccidono Ringway pensando erroneamente che li abbia traditi. 

Il leader dei Cybermen spiega che sulla Terra – siamo nel 26esimo secolo – è in corso un incontro fra i rappresentanti di diversi pianeti per unirsi in guerra proprio contro di loro. Il piano originale era di far esplodere la bomba nascosta nella caverna, ma siccome il Dottore l’ha sventato, beh, ecco il piano B: grazie alla tecnologia Cybermen le coordinate vengono bloccate sulla rotta per la Terra, e l’astronave è diventata una vera e propria bomba volante!

I Cybermen quindi si preparano ad evacuare la nave, prendendo Tegan come ostaggio per impedire al Dottore di fare qualsiasi mossa. Il loro leader prende possesso del TARDIS per godersi la scena a distanza. Adric, però, confida al capitano del mercantile di avere un piano – trovare i codici di sblocco per deviare la rotta ed evitare la distruzione della Terra; una volta inserito il primo codice, il primo ufficiale Berger cerca di uscire dalla curvatura ma a causa della fusione di tecnologia aliena e terrestre la nave viaggia nel tempo fino all’epoca dei dinosauri. Avete già intuito dove stiamo andando a parare?

Con il secondo codice inserito, Berger riesce a uscire dalla curvatura: la nave è sempre diretta contro la Terra, ma ad una velocità molto minore. Il Dottore osserva tutto ciò e annuncia al leader dei Cybermen che la Storia si sta svolgendo normalmente: l’impatto causerà l’estinzione dei dinosauri e niente più. Furioso, il leader si scaglia contro il Dottore per ucciderlo, ma Tegan lo ferma e il Dottore gli rovina i circuiti con la stella dorata che Adric portava sul petto (sappiamo che i Cybermen sono “allergici” all’oro) – la sua arma colpisce la console, ma il Dottore se ne impadronisce e lo finisce.

Adric, però, non sa nulla di questo e continua a cercare il terzo codice, sicuro di riuscire ad evitare l’impatto; Scott e le due ufficiali tentano di convincerlo a lasciare il mercantile, ma lui fugge dalla navicella all’ultimo istante e riprende i suoi calcoli. Mentre sta per inserire il terzo codice, sicuro del fatto suo, un Cyberman agonizzante cerca di colpirlo, distruggendo invece i controlli della nave. “Ora non saprò mai se avevo ragione” dice il ragazzo, rassegnato, mentre il Dottore tenta di raggiungerlo con il TARDIS… ma la console è troppo danneggiata. Con Tegan e Nyssa, possono soltanto guardare dallo scanner l’astronave che si schianta sulla Terra del passato.

Scorrono i titoli di coda, in silenzio, con in primo piano i frammenti della stella di Adric.

Scorrono le lacrime di noi spettatori, senza vergogna.

Ancora increduli e addolorati per la scomparsa del loro amico Adric, il Dottore, Tegan e Nyssa sono diretti verso il diciannovesimo secolo, per visitare l’Esposizione Universale di Londra. Una strana turbolenza temporale li costringe invece a materializzarsi all’aeroporto di Heathrow, meta che fino a qualche tempo prima avrebbe reso Tegan molto felice. Entrambe le giovani sono però deluse e vorrebbero ripartire subito… se solo non ci fosse un intoppo!

Le autorità aeroportuali infatti, una volta confermate le credenziali del Dottore presso la UNIT, lo ingaggiano per risolvere un tremendo mistero: un Concorde zeppo di passeggeri è svanito in volo. Il Dottore comprende subito che l’avvenimento è collegato al problemino che la TARDIS ha avuto poco prima, e che l’aereo deve trovarsi in una diversa zona temporale. Fa caricare la cabina nella stiva di un altro Concorde, pilotato dal capitano Stapley, che ripete il percorso del primo aereo: una volta giunti nel punto esatto, i due equipaggi si ritrovano effettivamente nel Giurassico. All’inizio sono sotto l’illusione di trovarsi nel presente, poi pian piano si concentrano e intorno a loro si svela l’ambiente preistorico. Scopriamo che le persone a bordo del primo Concorde (tranne l’anziano professor Hayter, che si unisce al gruppo) sono ancora prigionieri dell’illusione, creata da un inquietante alieno dalle fattezze di un mistico mediorientale, e al lavoro per distruggere una particolare barriera. Due membri dell’equipaggio vengono rapiti da creature amorfe, che il Dottore identifica come “plasmatoni”, semplici aggregati di materia manovrati dall’alieno.

Hayter guida il gruppo verso l’edificio dove si trovano i prigionieri e dove l’alieno ha fatto trasportare il TARDIS. All’improvviso, un’intelligenza estranea usa il corpo di Nyssa per comunicare: afferma di dover “resistere al controllo”, e capiamo che si riferisce all’alieno, perché questi manda subito i plasmatoni a bloccare Nyssa.

Il Dottore lascia con lei Tegan e va di filato ad affrontare l’alieno, che si fa chiamare Kalid, non rimanendone per nulla impressionato. Comprende che c’è in gioco qualcosa di più complesso del semplice sfoggio di potere di un finto mago: infatti, se potesse utilizzare i plasmatoni a piacimento, non sarebbe stato costretto ad attirare i passeggeri del Concorde per sfruttarli come schiavi. A che cosa gli serve il resto dell’energia?

Intanto Stapley e Hayter riescono con gran fatica a far tornare la memoria ai due ufficiali rapiti, e a quel punto Kalid deve rilasciare Nyssa per spostare i plasmatoni verso la nuova emergenza. Risoluta, la ragazza convince Tegan a raggiungere il Dottore perché sente che è in pericolo; nell’edificio le due companion si troveranno davanti una serie di illusioni più o meno convincenti – Adric, Melkur, un Terileptil. Infine riescono a penetrare in una stanza segreta, dove Nyssa mette in corto circuito la fonte di energia principale, contenuta in una sorta di sarcofago. Immediatamente, i “poteri” di Kalid si disperdono, e l’alieno sembra agonizzante. Ma anche questa è una messinscena, perché togliendosi il travestimento… Kalid non è altro che il Maestro!

Fuggito da Castrovalva e con il TARDIS in panne, il Maestro ha cercato di collegarsi a questa fonte di energia ma ha dovuto appunto rapire dei terrestri per penetrare con la forza nella stanza, che invece aveva fatto entrare Nyssa senza problemi. Il fatto è che nel sarcofago vive ciò che rimane dell’antica razza degli Xeraphin, dotati di un’immenso potere mentale, che in attesa di rigenerarsi in nuovi corpi si sono fusi in un’unica entità poi divisa in una parte buona e una malvagia. Ovviamente quella buona è l’intelligenza che aveva preso possesso di Nyssa, quella malvagia lasciava che il Maestro portasse avanti il suo piano. Il Dottore apprende tutto questo quando uno Xeraphin riesce a materializzarsi per comunicare con loro, ma al prezzo della vita di Hayter.

Torniamo al Maestro: in una sequenza piuttosto comica, tenta dapprima di usare il TARDIS del Dottore per entrare nella stanza, ma le coordinate sono bloccate e deve usare un pezzo della sua nave per bypassare il blocco…. e nel frattempo vediamo i due ufficiali smontare altri componenti per sabotarlo! A quel punto, il Maestro si porta via solo le parti che gli servono per riparare il suo, richiamando a sé i passeggeri che sono di nuovo sotto il suo controllo, e trasferisce il sarcofago degli Xeraphin nel suo TARDIS. Ha vinto?

Quasi. Il sabotaggio ha avuto successo, e il TARDIS del Maestro non funziona molto bene. Non gli rimane che accettare i patti del Dottore: scambio di componenti, e la libertà per i passeggeri. Naturalmente, il Dottore ha già programmato delle coordinate nel pezzo consegnato al Maestro, così che il TARDIS di quest’ultimo si ritrovi a Heathrow poco dopo il ritorno del Concorde nel presente e in tempo per essere… calciorotato fino al pianeta degli Xeraphin, dove questi potranno rigenerarsi ma il Maestro resterà bloccato lassù.

Tegan è finalmente dove dovrebbe trovarsi, pronta a prendere servizio, ma ha cambiato idea: vuole continuare a viaggiare con il Dottore. Per sfuggire alle domande delle autorità, però, il Dottore smaterializza la nave prima che Tegan possa raggiungerlo. “Felici atterraggi” augura lei in lacrime alla sagoma del TARDIS che si smaterializza…

Ventesima stagione

Un Signore del Tempo che fa parte dell’Alto Consiglio si allea con una sinistra creatura fatta di antimateria, aiutandolo a “collegarsi” con il Dottore per entrare nella nostra dimensione. Due tecnici della Matrice si accorgono infatti del prelievo dei dati biologici del Dottore, un’operazione che può essere compiuta solo da un membro dell’Alto Consiglio. Il TARDIS del Dottore intanto viene dirottato verso il confine fra le dimensioni, l’Arco dell’Infinito appunto, dove la creatura, ormai in possesso di questi dati, inizia il processo di collegamento il Dottore davanti allo sguardo esterrefatto di Nyssa. Una volta che sarà compiuto, potrebbe essere la fine per l’Universo!

L’Alto Consiglio discute di questi avvenimenti e prevede che presto scopriranno di chi si tratta: la barriera di cui si fa scudo prima o poi crollerà… ma concludono anche che la soluzione di questo problema può essere una sola non sarà piacevole per il Dottore. Quindi lo richiamano- ma diciamola tutta, il TARDIS viene nuovamente dirottato verso Gallifrey, su ordine del Lord Presidente e tramite il pomposo comandante Maxil, che ha il volto di Colin Baker!

Nel frattempo, due giovani turisti ad Amsterdam trascorrono la notte in una cripta e uno dei due, Colin, viene posseduto da un alieno. L’altro, Scott, spaventatissimo, va a prendere all’aeroporto la cugina di Colin, arrivata da Londra: è Tegan! Visto che la polizia non si preoccupa della sua scomparsa, Tegan e Scott tornano alla cripta per cercare Colin, e lo trovano ancora sotto il controllo dell’alieno. Vengono teletrasportati in un TARDIS… al cospetto della creatura!

Il comandante Maxil si mostra assolutamente brutale con il Dottore, e il Lord Presidente – un Borusa nuovamente rigenerato – pronuncia la sentenza: dev’essere messo a morte, prima che la connessione tra lui e la misteriosa creatura venga portata a termine. Gli unici a mostrare compassione per lui e a voler scoprire chi sia il traditore sono Nyssa, il Consigliere Hedin e uno dei due tecnici della Matrice, Damon (l’altro è già stato fatto fuori per metterlo a tacere). Nyssa tenta addirittura di fermare l’esecuzione, ma il Dottore la rassicura che va bene così e la sentenza ha luogo: prima di scomparire totalmente, al posto del Dottore si intravede la sagoma della creatura, poi più nulla. In realtà la sua mente è stata trasportata nella Matrice, mentre il suo corpo è rimasto proprio dov’era – nel macchinario per l’esecuzione, nascosto da un campo di forza.

Maxil e il Castellano (il responsabile della sicurezza della Cittadella) non sono convinti che il nemico sia stato annientato e scoprono che il Dottore è ancora vivo. Interrogano Nyssa e Damon con i loro modi bruschi, poi grazie alle autorizzazioni del Castellano scoprono quale codice è stato usato per estrarre i dati dalla Matrice: quello del Lord Presidente in persona!

Mentre il Consiglio è in subbuglio, la creatura decide di rilasciare il Dottore dal campo di forza, minacciandolo di fare del male a Tegan se interferirà con il “trasferimento”. Non appena libero, viene informato da Damon della scoperta dei codici, ma non vuole credere che Borusa, il suo mentore, sia colpevole. Infatti vediamo che il traditore è invece Hedin, manovrato dalla creatura per farla tornare in un nuovo corpo su Gallifrey. Ormai avrete capito tutti che si tratta di Omega, non è vero?

Ora sì che si gioca a carte scoperte! Il Castellano uccide per sbaglio Hedin, ma ormai il Consiglio è dalla parte del Dottore e lo aiutano a fuggire con il TARDIS, diversi gingilli tecnologici e nuove informazioni sulla posizione di Omega. Arrivati ad Amsterdam, dopo molte ricerche trovano la cripta e Nyssa uccide l’alieno; il Dottore e Omega hanno un confronto ma il trasferimento sembra riuscito: dietro la maschera in disfacimento, Omega ha ora le fattezze del Dottore. Quest’ultimo lo avverte che presto si riconvertirà in antimateria, ma lui non l’ascolta e inizia a vagabondare per la città, mentre pian piano il corpo si disgrega. Mentre Tegan si prende cura del cugino disorientato, il Dottore e Nyssa partono per un lungo inseguimento, riuscendo infine a catturarlo e distruggerlo con un convertitore di materia. Non c’è nulla da festeggiare: il Dottore non ha mai odiato Omega, il suo unico obiettivo era salvare l’universo dall’antimateria.

La vera buona notizia? Tegan annuncia che è stata licenziata dal lavoro e vuole tornare subito a viaggiare nel TARDIS!

 

Il serial di questo #ClassicWednesday si intitola SNAKEDANCE, e sì, è l’atteso seguito di KINDA! Ssssseguitemi in quest’avventura!

Che strano: il Dottore non ricorda di aver inserito le coordinate per il pianeta Manussa, su cui sono atterrati, e Nyssa nemmeno. Dev’essere stata Tegan – e questo significa che il Mara, l’entità serpentiforme che l’aveva un tempo soggiogata sul pianeta Deva Loka, si è risvegliato nel suo subconscio!

Manussa, infatti, è stato per lungo tempo sotto il controllo del Mara, e festeggia ora i 500 anni dalla sua liberazione. Il giovane Lon, figlio del Federatore del pianeta, si reca un po’ malvolentieri a visitare una storica caverna, legata appunto al Mara, dove si trova una sua rappresentazione in pietra; lo accompagnano la madre Tanha e il direttore delle ricerche storiche Ambril, che custodisce il Grande Cristallo, un tempo presente tra le fauci del serpente in rilievo su una parete. Tanha ricorda che il precedente direttore, Dojjen, credeva in un futuro ritorno dell’entità malevola, ma Ambril considera queste leggende delle sciocchezze.

Il Dottore invece è molto preoccupato, e ipnotizza Tegan per comprendere i sogni che la tormentano e come sconfiggere nuovamente il Mara, ricevendo informazioni che portano alla caverna. Là incontra Lon, Tanha e Ambril: il ragazzo è entusiasta di conoscere Tegan ma la poveretta è fuggita, in stato confusionale. Privata dal dispositivo che bloccava le lunghezze d’onda oniriche (sì, beh, qualcosa del genere), il Mara prende il controllo e il tatuaggio ricompare su di lei.

Nonostante il Dottore cerchi di convincerlo che la leggenda è reale, e che le celebrazioni devono essere fermate, Ambril ride di lui. Il suo assistente Chela invece gli fa capire che gli crede e gli dona una gemma simile al Grande Cristallo, di cui il Dottore studia le proprietà e scopre che può trasformare la forza mentale in energia e forse anche in materia: quindi potrà diventare di nuovo reale! Purtroppo, Ambril è stanco delle sue teorie e lo fa gettare in prigione, ma Chela gli fornisce il diario di Dojjen con preziose informazioni sui “danzatori serpente” (seguaci di una religione proibita che vivono fuori dalla città) a cui Dojjen si era unito. Inoltre insieme a Nyssa scopre che il Grande Cristallo è stato costruito artificialmente secoli prima, e dall’unione delle pulsioni negative delle menti umane che è riuscito ad assorbire è nato appunto il Mara. Questo sconfessa la precedente convinzione che provenisse da un’altra dimensione, o almeno, non è là che era stato creato ma proprio su Manussa.

Intanto, il Mara attraverso Tegan usa un intrattenitore da fiera, Dugdale, per attirare Lon e possedere anche lui, e li porta attraverso un passaggio segreto nella caverna, pieno di reperti antichi. Lon convince così Ambril a seguirlo nella caverna, offrendogli i reperti in cambio del Grande Cristallo, che verrà inserito al suo posto durante la cerimonia dell’indomani: terrorizzato dalle sue minacce, questi accetta.

Tanha, dopo aver notato lo strano comportamento del figlio e aver ascoltato gli avvertimenti del Dottore – che riesce a fuggire di prigione con l’aiuto di Chela – si avvicina sempre di più alla verità. Il Dottore intanto usa il cristallo per comunicare con Dojjen, che gli rivela come sconfiggere il Mara una volta per tutte: deve trovare il “punto fermo” dentro se stesso.

La cerimonia inizia. Lon impersona il primo Federatore, che sconfisse il Mara 500 anni prima, ma sotto gli occhi di tutti i presenti annuncia il Ritorno. Inserisce il Grande Cristallo nel rilievo sulla parete e il tatuaggio di Tegan, che già aveva preso vita diventando la vera forma fisica del Mara, inizia a crescere a dismisura e prende il controllo di tutte le menti. Il Dottore però, anche se non è arrivato in tempo per fermare il peggio, resiste anche grazie al cristallo che porta con sé e che è connesso alla forza mentale di Dojjen. Trova il suo “punto fisso”, la sua determinazione, per quanto straziato dai trucchetti del Mara che usa la voce di Tegan per supplicarlo; finalmente estrae il Grande Cristallo dalla parete e il Mara crolla a terra senza vita. Manussa e i suoi abitanti sono salvi, e Tegan, finalmente libera, scoppia in un pianto liberatorio, confortata dal Dottore.

Una curiosità: l’attore del divertente personaggio di Dugdale è Brian Miller, che nella serie moderna ha interpretato il senzatetto Barney in “Deep Breath” e ha avuto un bel ruolo anche in un episodio di The Sarah Jane Adventures… al fianco di sua moglie Liz Sladen, proprio la nostra amata e compianta Sarah Jane!

Inghilterra, 1983. Alla Brendon, una scuola superiore per ricchi rampolli, il giovane Turlough convince l’amico Ibbotson a fare un giro con la lussuosa auto di un loro professore. Hanno un incidente poco dopo e mentre è ancora svenuto Turlough viene contattato nientemeno che dal Guardiano Nero. Scopriamo che il ragazzo in realtà è un alieno che non sopporta di vivere sulla Terra, e il Guardiano gli promette la libertà ad un patto: che uccida una creatura malvagia… il Dottore! Gli lascia anche in tasca un cristallo attraverso cui comunicare e gli dà appuntamento in un punto preciso nei dintorni, dove si trova un obelisco.

Scopriamo che il proprietario dell’auto è nientemeno che il Brigadiere, che dopo essere andato in pensione si è messo ad insegnare matematica.

Mentre Tegan è sempre alle prese con il trauma dovuto al Mara, il TARDIS rileva un grosso guaio: un evento spazio-temporale rischia di bloccarlo in un punto fisso, perciò il Dottore compie un atterraggio d’emergenza su una nave in orbita intorno alla Terra da 3000 anni. Sembra vuota, ma è in funzione un sistema di teletrasporto collegato proprio alla Terra del 1983; l’ultima volta è stato usato nel 1977… e ricordate bene queste date!
Il sistema interferisce con i comandi del TARDIS, impedendogli di smaterializzarsi.

Arrivato all’obelisco, su istruzioni del Guardiano, Turlough ne tocca la base facendo apparire la capsula di teletrasporto; sulla nave incontra così il Dottore e finge di averla attivata per sbaglio. Il Dottore torna con lui sulla Terra, per distruggere il trasmettitore, dopodiché Nyssa lo raggiungerà con il TARDIS. Sembra un piano perfetto, ma proprio allora tutto va a rotoli.

Intanto, Turlough prova ad ucciderlo sfasciandogli il cranio con un pietrone, ma il trasmettitore esplode facendogli perdere l’occasione. Vedono il TARDIS apparire… ma non riesce comunque a materializzarsi completamente, svanendo del tutto.

Bloccati sulla Terra, vedono arrivare il Brigadiere, che non crede alla storia della capsula e non riconosce nemmeno il Dottore, anche se conversando recupera i ricordi del loro tempo insieme. Anzi, sostiene anche di conoscere Tegan, di averla incontrata… beh, sei anni prima!

Il TARDIS, infatti, è riuscito ad atterrare nel posto giusto, ma nel 1977. Nyssa e Tegan vedono arrivare la capsula e dentro c’è un uomo gravemente ustionato e sfigurato. Ovviamente pensano che sia il Dottore, che il dispositivo abbia funzionato male e che la sua rigenerazione sia fallita. Tegan va quindi a chiedere aiuto nel posto più vicino, alla Brendon, dove incontra proprio il Brigadiere. Una volta compreso di essere nell’anno sbagliato, la ragazza capisce anche che l’uomo non è affatto il Dottore. È infatti un certo Mawdryn, bloccato in uno stato di perpetua rigenerazione. Nyssa però continua a credergli e alla sua insistenza di tornare sulla nave con il TARDIS, cede.

Mentre Turlough, tormentato dal Guardiano Nero e in piena crisi morale, cerca di riparare il trasmettitore (spoiler: esplode di nuovo!), Il Dottore prova in tutti i modi a far superare al Brigadiere il suo blocco mentale riguardo agli avvenimenti del 1977. Finalmente ricorda di aver conservato da allora il dispositivo di localizzazione del TARDIS, e di averlo ancora in casa. In questo modo, anche senza trasmettitore possono raggiungere la nave con la capsula, perché… beh, perché il TARDIS si trova proprio lì, no?

Ora i due gruppi sono entrambi sulla nave nello stesso momento. Il Dottore ha ben avvertito il Brigadiere che potrebbe incontrare se stesso, e che causerebbe un bello “zap” nella sua mente. Bene, ora sappiamo come ha fatto… come farà… insomma, come ha perso la memoria! Peccato che il Dottore non ci pensi minimamente, ma anzi per tutto il serial cerca di impedire che si incontrino.

I due trovano una stanza con un macchinario gallifreyano, probabilmente rubato da Mawdryn, in grado di indurre la rigenerazione. Sorge quindi spontaneo chiedersi se sia stato usato qualcosa di simile in “The War Games”.

Intanto, il Guardiano spiega a Turlough che tutti gli eventi stanno confluendo nella “totale umiliazione del Dottore” e lo guida in un’altra camera, dove trova sette individui né morti né vivi, i compagni di Mawdryn. Frattanto quest’ultimo ha raggiunto la camera di rigenerazione e svela al Dottore di aver bisogno della sua energia di Signore del Tempo per poter finalmente porre fine al loro suo destino di sofferenza. Lui si rifiuta, perché dovrebbe rinunciare ad una rigenerazione per ognuno di loro e… beh, gliene rimangono giusto otto!

Mawdryn è arrabbiato, ma dice ai suoi compagni di non disperare perché sa che il Dottore tornerà presto. E scopriamo subito cosa intende quando, non appena il TARDIS riparte – con un Brigadiere solo: il più giovane rimane sulla nave, rinchiuso in una stanza da Turlough, perché non incontri l’altro se stesso – Nyssa e Tegan iniziano a mutare orribilmente, poi tornano bambine. Il Dottore capisce che, sperimentando su se stessi per secoli nel tentativo di tornare mortali, Mawdryn e i suoi hanno reso contagiosa la loro condizione. L’unico modo per guarirle, ahimè, è sacrificarsi cedendo alla richiesta di Mawdryn. Ma il Brigadiere più giovane si è liberato, portando con sé il dispositivo di localizzazione connesso al TARDIS, e nell’esatto momento in cui il Dottore sta per cedere la sua energia… entra nella stanza e vede l’altro se stesso. A sua volta, questi ricorda cosa sta per succedere, e i due si toccano. ZAP! Mawdryn e i compagni sono morti, finalmente liberi dalla sofferenza, Nyssa e Tegan sono guarite, ma è stata l’energia del TARDIS ad essere sprigionata. Ognuno ritorna nella sua linea temporale, e Turlough chiede al Dottore di poter viaggiare con lui: in un modo o nell’altro, può lasciare quel noioso pianeta che è la Terra!

Il Guardiano Nero ordina a Turlough di sabotare il TARDIS, e questo porta ad una pericolosa instabilità dimensionale al suo interno. Il Dottore tenta di porvi rimedio per salvare Nyssa: il TARDIS si collega all’astronave più vicina, ma anche questo passaggio rimane instabile. Il Dottore raggiunge Nyssa e incontra due pirati, Olvir e Kari, lasciati indietro dai loro compagni; insieme cercano di capire se la nave sia disabitata…

Anche Turlough e Tegan – che si fida di lui come del Mara o di un Dalek – hanno lasciato il TARDIS e si sono avventurati sulla nave misteriosa, chiedendosi il perché alcune delle pareti siano decorate con inquietanti teschi. Ad un certo punto, un altoparlante annuncia l’imminente arrivo a destinazione: Terminus. Dalle pareti, in realtà porte, cominciano ad uscire decine di persone malate, simili a zombie.

Olvir è terrorizzato e spiega che sono attraccati ad una stazione spaziale (scopriranno poi che si trova al centro dell’universo) dove vengono raccolti i Lazar, portatori di una devastante malattia contagiosa. Sua sorella, spiega, è stata portata lì. Anche Nyssa mostra i sintomi del morbo dopo essere stata toccata da uno dei passeggeri ormai sbarcati, e un drone la porta a sua volta su Terminus. Qui viene, ehm, accolta dai Vanir, dipendenti… ehm, schiavi della compagnia commerciale che gestisce la stazione e che per non ammalarsi ricevono periodicamente un vaccino chiamato “Idromele”. Le spiegano che verrà portata con gli altri dal “Garm”, una creatura dalla testa di cane che dovrebbe curarla – e che nessuno sa cosa succeda dopo ai Lazar come lei.

Intanto sia Olvir, che si traveste con l’armatura dei Vanir, che il Dottore e Kari si intrufolano sulla stazione. I Vanir credono che i due siano stati mandati dalla compagnia e uno di loro, Valgard, per scommessa li segue nella Zona Proibita, un luogo dove le radiazioni sono molto alte e dove già il suo collega Bor si era avventurato per tentare di rimediare. Sì, perché su Terminus c’è anche questo piccolo problema…

Quando il Dottore e Kari incontrano Bor, ormai estremamente provato dalle radiazioni e dalle ustioni, questi spiega che uno dei motori della stazione sta per esplodere e come già una volta era successo. Ma com’è possibile che all’epoca non ci fossero state conseguenze? Quando arrivano nella cabina di controllo di Terminus, il Dottore comprende cosa fosse davvero accaduto: l’esplosione, causata in realtà dal lancio fuoribordo di carburante instabile, aveva provocato nientemeno che il Big Bang, ma il pilota aveva azionato un salto in avanti nel tempo salvando la stazione. Una seconda esplosione, quindi, distruggerebbe l’universo. O meglio, sta proprio per farlo!

Turlough e Tegan nel frattempo sono ancora sulla nave, vagando per i sotterranei e cercando un modo di ritrovare un passaggio per il TARDIS, ritrovandosi a collaborare nonostante l’antipatia reciproca. Solo che il sistema automatico la sta facendo ripartire, e solo quando finalmente Turlough riesce a far materializzare la porta per il TARDIS il lancio viene sospeso. A questo punto il Guardiano l’ha già minacciato una mezza dozzina di volte, facendogli anche del male fisico attraverso il cristallo.

E Nyssa? Beh, il Garm l’ha davvero curata con una dose di radiazioni. È una soluzione drastica alla malattia, che andrebbe migliorata, ma lui fa quello che può con quello che gli viene concesso dalla compagnia, essendo a sua volta uno schiavo. Infatti riceve gli ordini attraverso un dispositivo, che il Dottore trova e usa per chiedergli di aiutarlo a spingere una leva pesantissima, dopodiché lui potrà disconnettere il computer! Con enorme sforzo il Garm ci riesce e l’universo è salvo; il Dottore distrugge il dispositivo e lo libera.

I Vanir sembrano ancora ostili, ma Nyssa è la prova vivente che la malattia può essere curata e il Garm ora potrà perfezionare la terapia. Non solo: Nyssa è in grado di sintetizzare l’Idromele in modo autonomo, liberando tutti dalle grinfie della compagnia e trasformando Terminus in un vero ospedale. Questo però significa per lei dire addio al Dottore e a Tegan, che intanto li ha raggiunti sulla stazione, ovviamente infuriata con Turlough.

In quel momento il giovane, sul TARDIS, sta ricevendo l’ennesimo ultimatum dal Guardiano Nero. “UCCIDI IL DOTTORE!”



Avete presente quegli episodi che, ti piaccia o meno la trama, ti rimangono nella mente per quanto sono spettacolari? “A Christmas Carol”, per esempio, o ancor meglio “The Rings of Akhaten”. Ecco, ENLIGHTENMENT è proprio una di quelle storie belle da vedere, con scene che mozzano il fiato.

Il Guardiano Bianco riesce brevemente a proiettare la propria immagine nel TARDIS e ad avvertire il Dottore di un gravissimo pericolo, dandogli le coordinate a cui recarsi. Il Guardiano Nero a sua volta lo minaccia ed entrambi svaniscono. Il Dottore decide di raggiungere il luogo per investigare insieme a Turlough, mentre Tegan resta nel TARDIS e presto il Guardiano Bianco reca un altro messaggio: “Non deve vincere, chi vince prende tutto”. Ma di che si tratta? Dopo aver visto un volto sullo scanner, esce e viene scortata da un ufficiale, Marriner, fino alle stanze del capitano. L’uomo inizia a flirtare con lei, proclamandosi affascinato.

Il Dottore e Turlough intanto scoprono di trovarsi nella stiva di una nave dell’inizio del Novecento. Si uniscono all’equipaggio, scoprendo che nessuno ricorda il momento in cui è salito a bordo. Più tardi il Dottore incontra Tegan che gli riferisce il messaggio del Guardiano Bianco.

Scopriamo che non si trovano affatto sulla Terra e nemmeno sul mare: la “Shadow” è infatti un veicolo spaziale impegnato in una competizione che si snoda per tutto il sistema solare. Anche le astronavi rivali hanno l’aspetto di barche di diverse epoche storiche e gli ufficiali si rivelano esseri chiamati Eterni, al di fuori del tempo e che si cibano delle menti degli “effimeri”… delle loro scoperte, dei loro pensieri, delle loro emozioni; sanno leggere nel pensiero e questo spaventa molto Tegan. Il capitano Striker rivela al Dottore che il premio della gara sarà l’Illuminazione, e qualunque cosa significhi dev’essere importante anche per i due Guardiani. Un piccolo dettaglio trascurabile: il TARDIS è scomparso.

Turlough, pressato dal Guardiano Nero che lo minaccia di farlo vivere per sempre su quella nave se non ucciderà il Dottore, si getta fuoribordo e viene salvato da una nave pirata sotto il comando del capitano Wrack. La donna, non priva di fascino e pronta a tutto pur di vincere, ha escogitato un sistema di sabotaggio perfetto; possiede infatti un potente canalizzatore di energia in grado di far esplodere le altre navi. Per farlo, invia dei doni che contengono un cristallo che riceve l’energia distruttiva: e siccome Striker non accetterebbe nulla da lei, lo invita ad una festa da ballo sulla sua nave. Il Dottore accetta, accompagnato da Marriner e Tegan, e riesce a raggiungere Turlough prima che faccia una brutta fine, e nel frattempo Wrack nasconde uno dei cristalli nella tiara di Tegan dopo averla ipnotizzata…

A questo punto Turlough sta facendo il doppio gioco… forse il triplo gioco, ormai, e resta sulla nave pirata. Per fermare Wrack, come ha detto al Dottore? Per unirsi a lei? Persino il Dottore non ne è sicuro, ma spera per il meglio: deve impedire agli Eterni di ricevere il premio, a qualunque costo. Le due navi sono ormai le ultime in competizione!

Wrack finalmente spiega a Turlough che cosa sia l’Illuminazione: è la conoscenza di ogni cosa esistente ed esistita nell’universo. In questo modo, l’Eterno che la vincerà non avrà più bisogno di cibarsi dei pensieri degli effimeri e la sua esistenza sarà completa. Sarà anche libero di creare e… distruggere a suo piacimento. Quando gli rivela di non fidarsi di lui, a causa dell’avidità che ha percepito nella sua mente, Turlough le confida a sua volta di avere il suo stesso padrone, il Guardiano Nero, che scopriamo essere la fonte dell’energia con cui sta per far esplodere anche la “Shadow”.

Per fortuna il cristallo viene gettato fuoribordo, ma la nave pirata prosegue verso la meta anche in assenza di venti solari e il Dottore chiede di riavere il TARDIS per fermare Wrack. Purtroppo pare che Turlough sia ormai dalla parte del Guardiano Nero, e sembra non voler impedire al capitano di spingerlo nel vuoto. Tegan assiste alla terribile scena e Marriner legge il dolore nella sua mente. Intanto, i due Guardiani si preparano a consegnare la sfera che contiene l’Illuminazione (a questo punto il budget doveva essere finito, perché è una comune lampada che assomiglia un po’ al cervello esterno degli Ood, con dentro un diamante).

Mentre si sfidano a parole, ognuno fiducioso del fatto suo, giunge il vincitore: è il Dottore! Infatti è stata Wrack a cadere… accidentalmente, e Turlough ha dimostrato da che parte sta davvero. Arrivano anche Striker e Marriner, ma ormai Tegan ha capito che l’ufficiale non prova veri sentimenti per lei, e li fa svanire con la sua forza di volontà. Il Dottore però rifiuta il premio, perciò il diamante finisce per esclusione nelle mani di Turlough. Il Guardiano Nero gli suggerisce di cedergli il destino del Dottore, e tenersi sia il TARDIS che il diamante, ma Turlough glielo getta contro. Il Guardiano Nero svanisce a sua volta tra fiamme e dolore. “L’lluminazione non era il diamante, era la scelta” dichiara il Dottore, fiero e rasserenato. Il ragazzo ora vuole solo tornare a casa…

L’avventura di questa settimana, THE KING’S DEMONS, è molto breve – solo due episodi, come era stato per Black Orchid – e ci rivela le abilità di Peter Davison come spadaccino! Ha anche un cast d’eccezione che comprende Isla Blair e Christopher Villiers (rivedremo quest’ultimo in Mummy on the Orient Express).

1215, castello di Sir Ranulf Fitzwilliam. Re John è arrivato a pretendere nuove tasse e quando il suo ospite gli nega il denaro… lo sfida a duello: il guanto viene raccolto dal giovane figlio di Sir Ranulf, che dovrà combattere contro il campione del re, Sir Gilles Estram.

Il duello è interrotto dall’arrivo del TARDIS, e il re saluta il Dottore e i suoi amici come “demoni”. Il ragazzo, sconfitto, viene graziato (su consiglio del Dottore), e il signore del castello accoglie i nuovi arrivati con gratitudine, anche se con molte perplessità.

C’è un dubbio che tormenta il Dottore: proprio in quel giorno, secondo le sue conoscenze, il re si trovava a Londra a prestare giuramento come Crociato. Com’è possibile che si trovi in questo maniero?

Gli uomini del re, intanto, si assicurano che il signore del castello “stia buono” chiudendo nelle segrete la moglie, il figlio e già che c’è pure Turlough. Quando arriva Geoffrey de Lacy, cugino di Sir Ranulf che ha appena incontrato il re a Londra, il falso John lo accusa di menzogna e tradimento e vorrebbe farlo torturare; anche questa volta il Dottore interviene e duella con Sir Gilles… il quale si rivela essere il Maestro! Estram… Master… qualcuno ci era già arrivato?

Il re a questo punto nomina il Dottore suo nuovo campione, mentre il Maestro libera la moglie e il figlio di Sir Ranulf dalle segrete, convincendoli che il Dottore sia il vero nemico. Uccide anche Sir Geoffrey per impedirgli di avvertire il vero re dell’inganno che si sta perpetrando ai suoi danni.

Il suo piano è infatti quello di screditare re John e impedirgli di firmare la Magna Carta, destabilizzando il futuro dell’Europa e l’intera Storia del pianeta… così da poter avere il potere in prima persona!

Il Dottore scopre infine che il falso re è un robot chiamato Kamelion, manovrato psichicamente dal Maestro. Una volta che ne ha preso il controllo mentale, è un gioco da ragazzi portarlo nel TARDIS e lasciare il Maestro solo sulla Terra, senza armi né risorse.

Anche se Tegan non ne è molto entusiasta, Kamelion resterà a bordo. Si parte per l’Occhio di Orione, signori…

Una premessa: il titolo di questo speciale, THE FIVE DOCTORS, è una grossa bugia. I Dottori protagonisti sono solo quattro, perché Tom Baker all’epoca rifiutò di parteciparvi: compare infatti solo in una scena “ritagliata” da “Shada”. Per gli spettatori di allora, però, era inedita, non essendo mai andata in onda…

Il Quinto Dottore, Tegan e Turlough sono davvero andati in vacanza nell’Occhio di Orione, che assomiglia molto alla campagna inglese. Improvvisamente, il Dottore inizia a sentirsi male: è una sorta di “angoscia cosmica”, spiega, un attacco psichico per cui sente svanire le sue incarnazioni precedenti e quindi se stesso.

Infatti qualcuno, su Gallifrey, sta manovrando una sonda temporale che ruba letteralmente dallo spazio-tempo il Primo Dottore, che ha da poco lasciato Susan sulla Terra, poi il Secondo e il Brigadiere, in visita alla UNIT per una rimpatriata, il Terzo su Bessie, il Quarto dalla sua gita a Cambridge con Romana (che però rimane bloccato nel macchinario) e persino Sarah Jane, che per qualche misterioso motivo vive insieme a K-9.

Una volta ripartiti, il Dottore peggiora rapidamente e rischia di svanire davvero. La situazione è critica, anche perché quando il TARDIS atterra, segnala di trovarsi in un posto che non esiste. Si tratta comunque, visto dallo scanner, di un paesaggio desolato e inospitale.

L’Alto Consiglio di Gallifrey è a conoscenza della situazione: i Dottori si trovano nella cosiddetta “Zona della Morte” sul loro stesso pianeta. Il Castellano e il Cancelliere Flavia convincono il Presidente Borusa, rigenerato di fresco, a salvare il Dottore… in cambio di un nuovo “set” di dodici vite. Gli forniscono anche un dispositivo di rientro e lo teletrasportano sul luogo.

Intanto, il Primo Dottore sta vagando per i corridoi della Zona della Morte, dove ritrova Susan e insieme fuggono da un Dalek, riuscendo poi a sconfiggerlo con l’astuzia. Il Secondo salva il Brigadiere dalle grinfie di un Cyberman, mentre il Terzo tira fuori Sarah Jane da una scarpata in cui era caduta.

Mentre cercano di raggiungere un edificio chiamato la Torre Oscura, il Primo Dottore e Susan trovano il TARDIS del Quinto e, proprio per la vicinanza dei due, quest’ultimo inizia a sentirsi meglio.

Tutti si dirigono verso la Torre Oscura, dove si trova la tomba di Rassilon, e viene spiegato che cosa fosse la Zona della Morte nei tempi antichi: una sorta di arena dove creature prelevate da ogni pianeta erano costrette a combattere per il divertimento dei gallifreyani dell’epoca. In seguito, Rassilon proibì questa pratica e fece chiudere l’area, ma ci sono ancora moltissimi pericoli, tra cui lampi esplosivi.

Il Secondo si chiede se Rassilon sia in realtà vivo e vegeto e li stia guardando in quell’esatto momento. Il Terzo e Sarah Jane incontrano il Maestro, che mostra il Sigillo di Rassilon datogli dal Consiglio come segno di buona fede, ma il Dottore sgomma su Bessie lasciandolo solo: è convinto che sia lui l’artefice di questo complotto. Il Quinto invece gli concede il beneficio del dubbio, ma una pattuglia di Cyberman cercano di catturarli: il Maestro finisce KO, e il Dottore gli ruba il dispositivo per tornare dal Consiglio pronunciando la famosa frase “sorry, must dash!”. Naturalmente Borusa, il Castellano e Flavia confermano che il Maestro non c’entra nulla con l’uso della sonda temporale, ma allora – chiede il Dottore – chi l’ha utilizzata, dopo tanti secoli? Dev’essere un Signore del Tempo molto potente. Inoltre, ha anche portato di recente Cybermen e Dalek, visto che all’epoca erano considerati troppo forti per competere nella Zona della Morte.

Ma, voila! Il Dottore apre il dispositivo, che contiene un segnalatore usato per attrarre i Cybermen. Borusa immediatamente accusa il Castellano del complotto, lo fa arrestare e ordina che i suoi appartamenti vengano perquisiti; le guardie trovano in effetti uno scrigno con preziose pergamene dei tempi antichi. Borusa le brucia, sostenendo che si tratti di conoscenze pericolose. Mentre viene condotto via per essere interrogato, il Castellano è ucciso dalle guardie, che sostengono fosse armato e di essersi solo difese. Inoltre Borusa impedisce al Dottore di tornare nella Zona della Morte ad aiutare gli altri.

Ecco, appunto… come se la cavano? Il Secondo e il Brigadiere stanno esplorando una caverna con alle calcagna un enorme Yeti; come arma hanno un fuoco d’artificio che riesce solo a farlo infuriare e a distruggere la loro via di fuga, ma trovano una vera e propria porta aperta verso la Torre.

Il Terzo e Sarah Jane, all’esterno, sono alle prese con il temibile Robot Guerriero Raston, una sorta di ninja metallico (o tizio in calzamaglia grigia, come preferite) che sorveglia un’altra caverna, ma viene distratto da un gruppo di Cybermen e i due se la filano indisturbati con le sue corde di riserva, con cui riusciranno a raggiungere la Torre. Anche il Primo e Tegan arrivano a destinazione, e solo Susan e Turlough restano asserragliati nel TARDIS, con i Cybermen che preparano una bomba proprio lì fuori. Per fortuna riusciranno a smaterializzarsi direttamente nella Torre, proprio all’ultimo momento!

Ma torniamo ai “primi” Cybermen, quelli da cui il Quinto è fuggito: il Maestro riesce a stringere un’alleanza, portandoli fin nella Torre… dove li convince a oltrepassare una scacchiera sul pavimento, dove finiranno “fritti” dall’elettricità. Fornisce poi al Primo un indizio per non far scattare la trappola, che il Dottore coglie prontamente.

Una volta superata la sensazione di terrore e le illusioni create dalla mente di Rassilon – rivediamo infatti Yates, Liz, Jamie e Zoe – tutti si ritrovano nella stanza sepolcrale vera e propria, dove i tre Dottori studiano un’iscrizione in gallifreyano antico, litigando tra loro, e i companion… beh, fanno conoscenza! La scritta fra le altre cose dice “chi perde vincerà e chi vince perderà” e che l’anello indossato da Rassilon darà a chi lo prende “la ricompensa che cerca”, cioè l’immortalità. Il Maestro spera di poterselo arraffare indisturbato, ma il Brigadiere lo mette al tappeto.

Torniamo su Gallifrey, dove il Quinto non trova il Presidente Borusa e scopre un passaggio segreto suonando l’Arpa di Rassilon (sì, esiste anche questo artefatto!): dietro la parete, c’è il luogo da cui è stato orchestrato tutto quanto: il marchingegno per operare la sonda temporale, le statuine dei Dottori e dei loro companion… è stato tutto un intricato gioco e il burattinaio si svela: è proprio il Presidente, che desidera governare Gallifrey per sempre e, una volta letto dell’anello sulle Pergamene di Rassilon, ha usato tutte le “pedine” a sua disposizione per liberarsi dei pericoli intorno e dentro la Torre per poi raggiungere la ricompensa. Il Dottore è deluso dal suo vecchio mentore, ma viene posto sotto controllo mentale ed è costretto a seguirlo alla Torre.

Appena arrivano, Borusa inizia a minacciare i Dottori, che comprendono così il suo obiettivo e si preparano a fermarlo, aiutando anche il Quinto a superare il blocco mentale. Ma è la voce di Rassilon stesso ad affrontare Borusa, chiedendogli se desidera veramente diventare immortale. Alla risposta affermativa, il fondatore si rivolge poi ai Dottori, domandando conferma per quella pretesa. Il Primo, avendo compreso l’indovinello “chi perde vincerà” eccetera, garantisce per lui, e Borusa prende l’anello. In quel momento le decorazioni del sarcofago di Rassilon si mostrano per ciò che sono realmente: Signori del Tempo intrappolati in eterno per aver osato la stessa cosa. Borusa viene trasformato a sua volta e Rassilon acconsente a riportare i Dottori e il Maestro ognuno alla sua linea temporale.

Infine arriva il Cancelliere Flavia, scortata dalle sue guardie. Viste le circostanze, chiede al Quinto Dottore di diventare il nuovo Presidente, ma lui le consegna “temporaneamente” i pieni poteri e fugge nel TARDIS seguito da Turlough e Tegan. Proprio come tutto era cominciato…

Ventunesima stagione

In una base sottomarina, su una Terra del futuro divisa in due blocchi contrapposti (dopotutto questo serial è del 1984, quando ancora la Guerra Fredda era in corso!), l’equipaggio ha notato una strana lettura di fenomeni sul fondale oceanico e manda una sonda di ricognizione che viene prontamente distrutta dal Myrka, un’enorme creatura creata dai Siluriani tramite manipolazione generica, nonché al loro servizio. L’avvistamento era infatti una loro navicella e vediamo che hanno intenzione di risvegliare un gruppo di Sea Devil (i “guerrieri”) dall’ibernazione.

Un membro dell’equipaggio, il giovane Maddox, è nervoso perché deve prendere il posto del tenente Michaels, rimasto ucciso in un misterioso incidente; il suo compito sarà sincronizzarsi con il computer della base per autorizzare il lancio di missili sul nemico in caso di un attacco immediato. Intanto l’ufficiale Nilson e la dottoressa Solow, spie del blocco opposto, complottano…  e il povero Maddox sarà parte del loro piano.

Infatti è proprio lei a suggerire al comandante della base, Vorshak, di poter programmare il cervello del giovane per svolgere al meglio il proprio lavoro. In questo modo gli impartiscono comandi tali da trasformarlo in un loro agente, pronto per essere attivato.

Il TARDIS si materializza nell’orbita terrestre, ma viene attaccato da un satellite ed è costretto ad atterrare altrove. Indovinate dove! Turlough, azionando un ascensore, si fa subito notare dalla sicurezza e sono tutti costretti a fuggire, finché il Dottore non cade in una vasca piena d’acqua e sembra essere annegato. Naturalmente è vivo e vegeto, e fugge da una conduttura. Finalmente si presenta dal comandante Vorshak, convinto che i tre siano spie nemiche… fino a quando un’ispezione del TARDIS ne rivela la natura aliena e finalmente l’uomo crede a ciò che dice.

In quel momento, la navicella dei Siluriani (in realtà un vero e proprio incrociatore da battaglia) si stacca dal fondale marino e si dirige verso la base, con l’intenzione di spazzare via ogni forma di vita umana e prenderne il controllo. Al Dottore, però, brucia ancora il ricordo di quando non potè aiutare gli antichi abitanti della Terra nella sua terza incarnazione, ed è convinto che l’equipaggio non debba fare fuoco ma provare a comunicare con quella che considera “una razza nobile”. Ovviamente Vorshak non lo ascolta, e i Siluriani disattivano le difese della base. Intanto il Myrka… bussa alla porta, e mentre sono tutti in assetto di guerra Nilson e Solow ne approfittano per attivare Maddox, che inizia il suo sabotaggio della base e uccide una collega che voleva fermarlo.

Dicevamo, il Myrka sfonda uno degli ingressi della base e non c’è modo di colpirlo, inoltre emana elettricità che uccide chiunque gli si avvicini. Tegan è rimasta intrappolata sotto la porta divelta, e il Dottore resta con lei mentre gli altri fuggono sigillando la paratia più vicina. Turlough, ehm, non è d’accordo su quest’ultima cosa: ruba un fucile e corre al ponte di comando obbligando Nilson a riaprire il passaggio. Il Dottore elabora poi un piano per sconfiggere il Myrka con un convertitore di raggi ultravioletti. La creatura viene infine sconfitta, non prima però di aver fatto fuori la dottoressa Solow, che stava fuggendo dalla base con il disco usato per riprogrammare la mente di Maddox. Questo particolare insospettisce il comandante Vorshak, che scopre il tradimento; Nilson uccide Maddox e porta via con sé Tegan come ostaggio.

Dall’altra parte della nave, Sea Devil e Siluriani hanno fatto una strage e a loro volta catturano l’ufficiale Bulic e Turlough. Si fanno strada verso il ponte di comando, dove incrociano Nilson, Tegan e il Dottore appena arrivato a salvare l’amica: il Dottore aziona nuovamente il convertitore accecando Nilson, che viene fatto fuori dai guerrieri. Poi convince i Siluriani ad ascoltarlo: ha riconosciuto Ichtar, il loro comandante, e spera di avere una chance di mediazione. Ma i Siluriani non vogliono più trattare con gli umani, vogliono la loro fine per poi riappropriarsi del pianeta; useranno la base per scatenare la guerra mondiale in cui gli umani si distruggeranno per loro stessa mano. Vorshak non è preoccupato, credendo che senza un umano che si possa sincronizzare, i missili non potranno essere lanciati… ma il Dottore sa che la tecnologia siluriana può fare questo e altro.

Riusciti a fuggire piuttosto facilmente dalla prigionia, Turlough vorrebbe però tornare al TARDIS, ma Tegan e Bulic vanno dritti a recuperare il Dottore. Pur combattendo con la propria coscienza, questi decide di usare un gas mortale per le specie rettiliformi, che aveva notato al suo arrivo sulla base. Inizialmente vorrebbe tenerla come ultima risorsa, solo per farli desistere dal loro intento, e cerca alternative… ma l’equipaggio è ormai ridotto a due soli uomini, e il countdown dei missili è già cominciato. Con i Siluriani e i Sea Devil fuori combattimento, Vorshak istruisce il Dottore su come connettersi al computer per disattivare il lancio, ma Ichtar, il capo dei Siluriani, lo colpisce prima di morire.

La Terra è salva, ma il Dottore, Turlough, Tegan e Bulic sono le uniche creature vive nella base. “Doveva esserci un altro modo…” afferma il Dottore, costernato, e scorrono i titoli di coda.

Anni Ottanta. Nel paesino di Little Hodcombe è in corso la rievocazione storica di una battaglia della guerra civile inglese, fortemente voluta da Sir George, il magistrato locale. Gli abitanti sembrano davvero calati nei loro ruoli, con gran preoccupazione dell’insegnante Jane, che si è rifiutata di partecipare all’evento, e del fattore Ben, nominato per l’occasione “colonnello”.

Il Dottore e i suoi companion, che si sono recati sul luogo perché Tegan vuole andare a trovare suo nonno – lo storico Andrew Verney – parcheggiano il TARDIS all’interno di un’antica chiesa fuori dal villaggio, dove è in corso un crollo. In particolare, il disastro lascia una crepa su una parete… molto simile a quella che ben conosciamo nella serie moderna! Vedono una strana figura in fuga, un uomo sfigurato in abiti seicenteschi, che svanisce però più in fretta di quanto dovrebbe essere possibile. Catturati dagli uomini di Sir George, sono inorriditi dallo strano comportamento dei paesani e tolgono il disturbo, ma sono tormentati da strane apparizioni.

Nella chiesa, il Dottore incontra Will, un giovane contadino del Seicento, e conclude che si tratta di proiezioni psichiche alimentate da una fonte aliena; deduce anche, da un pezzo di metallo trovato in un passaggio segreto, il pianeta di provenienza della navicella giunta sulla Terra: Hakol. Will spiega di aver visto l’alieno, che lui credeva essere il dio della guerra Malus: questa creatura, nel suo tempo, ha spinto le due fazioni a combattere ancora più ferocemente. A questo punto, sotto gli occhi esterrefatti del ragazzo e di Jane, il Dottore decide di allargare la crepa rompendo la parete e vediamo che il Malus è proprio lì, un volto enorme e minaccioso… anche se non del tutto attivo.

 

Intanto Turlough e Tegan hanno scoperto che anche il TARDIS è contaminato da una proiezione. Vengono ricatturati e Turlough si trova prigioniero insieme a Verney, mentre Tegan è costretta ad unirsi alla rievocazione come “regina di Maggio”, pronta per essere sacrificata al termine di una processione. Verney spiega che stava studiando la chiesa, quando scoprì la presenza del Malus e lo riferì a Sir George: pessima idea, perché quest’ultimo decise di riprodurre la battaglia fedelmente, canalizzando un’enorme quantità di energia psichica, per risvegliarlo, così come era successo durante la guerra civile.

Il Dottore arriva alla stessa conclusione e con Jane e Ben elabora un piano per sabotare l’evento, salvando Tegan, dopodiché il gruppo si reca nel TARDIS per separare il Malus dall’energia psichica formatasi nel villaggio. Gli uomini di Sir George li seguono, ma Will, Turlough e Verney riescono a distrarli e metterli KO per la maggior parte. Il Malus evoca altre pericolose apparizioni dal passato e Ben cerca di far ragionare Sir George, ma quando quest’ultimo lo attacca ugualmente, Will getta il magistrato contro il Malus, che lo uccide.

L’alieno ha però compreso di aver perso, e si prepara a distruggere se stesso e tutto ciò che lo circonda. Tutti si rifugiano nel TARDIS, e una volta finito il pericolo Turlough è sorpreso nel notare che Will non è sparito con il resto delle apparizioni. Il Dottore ammette di essersi sbagliato: l’energia che collegava le due epoche era così forte da aver permesso al ragazzo di “scivolare” nel tempo, e si prepara a riportarlo nel 1683. Ma Tegan lo blocca: prima vuole davvero passare un po’ di tempo con suo nonno, e presto il Dottore si trova in minoranza! Dopotutto, un po’ di pace e una buona tazza di té non gli dispiacciono certo…

Il Dottore è impegnato in una scelta cruciale – dove posizionare l’appendiabiti – quando il TARDIS si avvicina ad una colonia umana nel lontanissimo futuro, dopo la distruzione della Terra nella sua collisione con il Sole. Preferirebbe non atterrare, per evitare di causare interferenze con la crescita della colonia, ma il TARDIS viene attratto dal pianeta e si materializza ugualmente.

Gli abitanti di Frontios, così come si chiama il pianeta, non sono in una situazione molto rosea. Il leader della colonia, il Capitano Revere, è da poco scomparso in un tunnel sotterraneo, sotto gli occhi del resto della spedizione mineraria che stava guidando… e dei nostri, ovviamente: sembra che qualcosa scavi da sotto e attiri a sé le vittime ignare. Sono frequenti anche le piogge di meteoriti, che vengono definite dai coloni “bombardamenti”; sono infatti convinti di essere attaccati da qualcuno all’esterno, mentre dovrebbe essere chiaro che il problema sorge dall’interno.

L’arrivo del Dottore e dei suoi amici, che si prodigano immediatamente a curare i feriti dei bombardamenti e a migliorare l’illuminazione dell’infermeria (dove l’ufficiale medico Range e la figlia Norna lavorano in condizioni alquanto primitive) non suscita la minima riconoscenza dai coloni. Plantagenet, il figlio di Revere e nuovo leader degli umani, è certo che facciano parte degli invasori. Il Dottore tenta di convincerlo, dopodiché progetta di andarsene e di lasciare questi ingrati a loro stessi. Ma ciò si rivela impossibile perché, dopo l’ennesimo crollo, scoprono che il TARDIS è distrutto e tutto quel che ne rimane è… l’appendiabiti!

Usandolo come arma improvvisata, siccome ha in sé ancora un poco dell’energia del TARDIS, Turlough convince Plantagenet a far riaprire il laboratorio di ricerca; era stato sigillato perché la versione ufficiale sulla morte di suo padre era proprio che ci fosse stato un incidente in quella stanza. Intende infatti studiare i meteoriti per scoprire da dove vengono. Il giovane leader, però, ha un collasso cardiaco a causa di un colpo alla testa durante il bombardamento, e il Dottore gli salva la vita defibrillandolo. Finalmente Plantagenet e il suo secondo Brazen iniziano a riporre fiducia in lui, ma ben presto il leader viene risucchiato dalla terra come è successo al padre.

Norna racconta a Turlough che un tempo ci si rifugiava sottoterra per evitare le meteoriti, ma ad un certo punto Revere aveva proibito di farlo, senza dare spiegazioni tranne che una frase sibillina: “La terra è affamata”. Aveva però continuato ad esplorare e studiare i tunnel e le rocce che vi trovava. Norna convince il ragazzo a scendere sotto il laboratorio, dove hanno scoperto un passaggio segreto, finché lui non si rende conto della presenza dei Tractator, creature simili a grosse crisalidi nere, e rimane sotto shock. La memoria collettiva del suo popolo si impadronisce di lui, riconoscendo le creature come antichi nemici del suo pianeta natale.

Tegan, dopo aver trovato dei documenti sulle morti sospette e occultate negli anni, finisce nei guai con Brazen, ma presto le priorità slittano: i coloni, convinti della morte di Plantagenet, fanno scoppiare l’anarchia. Brazen vorrebbe arrestare tutti, ma li lascia al loro destino: negli anni, molti altri avevano disertato, iniziando a vivere lontano dalla colonia (e finendo spesso bersaglio dei soldati!). Se la prende invece con Range per aver raccolto le informazioni trovate da Tegan e non averle rese pubbliche: lo scienziato ribatte che era stato lo stesso Revere a tenerle nascoste. Anche grazie alla testimonianza di Turlough riguardo ai Tractator, Brazen ammette di aver assistito alla scomparsa di Revere e di aver sempre saputo di queste sinistre presenze. Finalmente i due uomini concordano sul fatto che Plantagenet (e forse Revere stesso) potrebbero essere ancora vivi e partono alla loro ricerca. In effetti, il giovane è prigioniero dei Tractator, che attendono la morte del loro vecchio “pilota” per usare la sua mente e il suo corpo nel realizzare il loro piano. Quale piano? Ancora non si sa!

Intanto, il Dottore ha realizzato che i Tractator seguono un percorso ben preciso nello scavare i tunnel, e con Tegan si trova di fronte al loro capo, Gravis. Una macchina scavatrice ha incorporato in sé il corpo di Revere, ormai morente: era lui il “pilota”, infatti poco dopo viene sostituito con Plantagenet, anche se alla fine Brazen si sacrifica lasciando fuggire tutti gli altri.

Gravis usa i pianeti come vere e proprie astronavi che funzionano a gravità (appunto), e i tunnel ne formano proprio il motore, perché la loro forma amplifica i raggi gravitazionali dei Tractator. Ecco come l’astronave dei coloni si era schiantata su Frontios in primo luogo (fornendo “piloti” per la macchina), e perché i meteoriti ne sono attratti.

Turlough improvvisamente ricorda il punto debole dei Tractator: se Gravis viene allontanato dai compagni, questi diventano inoffensivi. Il Dottore l’attira quindi nella stanza della console del TARDIS, che ha ritrovato sottoterra a pezzi, e lo sfida a ricostruirla; la creatura usa tutta la sua forza gravitazionale per ripararla e nel fare ciò si disconnette inavvertitamente dagli altri. Il Dottore lo porta su un sistema solare disabitato dove non potrà nuocere a nessuno.

Plantagenet è di nuovo al comando, con Range e Norna al suo fianco, ed è sinceramente determinato a far rifiorire la colonia. Il Dottore e i suoi companion partono subito, ricordando a tutti che la loro presenza deve essere dimenticata – se i Signori del Tempo sapessero della loro interferenza, si arrabbierebbero moltissimo!

Ma che succede? Cosa sta spingendo il TARDIS verso il centro dell’universo?

Bentornati su #ClassicWednesday con RESURRECTION OF THE DALEKS, un tassello davvero molto coinvolgente dell’eterna lotta fra il Dottore e i suoi terribili nemici, ambientato meno di un secolo dopo il loro precedente scontro, “Destiny of the Daleks”.

Il TARDIS è intrappolato in un corridoio temporale, ritrovandosi nella Londra del presente. Il corridoio è manipolato dal Dalek Supremo e dai suoi scagnozzi, sia Dalek che mercenari umani del futuro, tra cui spicca l’astuto Lytton. La nave Dalek attacca una stazione spaziale, dove Davros è tenuto prigioniero in animazione sospesa, riuscendo a liberarlo. Solo quattro membri dell’equipaggio della stazione sopravvivono e combattono come possono.

Intanto il Dottore e i suoi amici incontrano Stien, un sergente del futuro in fuga dai Dalek, che li conduce all’entrata del corridoio in un vecchio magazzino: presto il colonnello Archer e i suoi uomini li raggiungono. Turlough ci entra per sbaglio, finendo nell’astronave dei Dalek, dove fa il possibile per nascondersi. Poco dopo, è un Dalek ad attraversare il passaggio; per fortuna il Dottore dà le istruzioni giuste per sconfiggerlo e il gruppo se la cava con una sola vittima e qualche ferito tra cui Tegan. Il Dottore vorrebbe raggiungere e salvare Turlough con il TARDIS, ma la creatura all’interno del Dalek è sopravvissuta e potrebbe attaccare da un momento all’altro. Solo una volta che viene catturata e distrutta, il Dottore parte con un riluttante Stien, ignaro che il colonnello Archer è stato catturato da due falsi poliziotti che presidiano la zona del magazzino.

Lytton spiega a Davros che la guerra fra i Dalek e i Movellan si è conclusa a favore di questi ultimi, e che i Dalek sopravvissuti stanno cercando la cura ad un virus sviluppato dai loro nemici. Davros comprende che, nuovamente, le sue creature non hanno nessun rispetto per lui ma lo stanno usando per il loro tornaconto. Infatti il Dalek Supremo e i suoi sottoposti vogliono solo che crei l’antidoto e poi si allontani dalla stazione. Fa quasi pena… quasi.

Tra l’altro, il Dalek Supremo sa benissimo della presenza di Turlough sulla nave, ma ordina di non catturarlo proprio perché la sua presenza attirerà il Dottore. Anche Davros, dal canto suo, non vede l’ora di avere il Dottore fra le mani e di risucchiargli tutti i ricordi e duplicarlo prima di ucciderlo e distruggere la Terra. Il suo rancore è enorme, anche perché è stato 90 anni in quella camera criogenica – cosciente! – in mano ai terrestri, che consideravano “umana” una simile condanna.

Comunque, una volta arrivati sulla nave Dalek, Stein si rivela essere un loro agente nonché un duplicato e il Dottore si ritrova alla mercè dei Dalek, che gli spiegano il loro piano: dopo che avranno il suo duplicato, lo manderanno su Gallifrey per assassinare l’Alto Consiglio dei Signori del Tempo. Nel magazzino le cose non vanno molto meglio, perché il colonnello Archer è stato duplicato con alcuni suoi uomini… quindi anche Tegan e la scienziata Laird si trovano nei guai! Tegan quindi si allontana di nascosto per cercare aiuto, ma viene presto ricatturata e portata sulla nave.

Turlough intanto si è unito alla resistenza: vogliono usare il dispositivo di autodistruzione della stazione e fuggire attraverso il corridoio (possibilmente prima del boom!). Ma ha molta paura che il piano non riesca e preferirebbe uccidere Davros; l’intraprendente Mercer si unisce a lui… per fortuna, perché gli altri vengono sterminati proprio mentre stanno per far esplodere la stazione.
Davros sta lentamente portando i Dalek e le loro truppe dalla sua parte, iniettandogli dei microchip per controllarli. Finge sempre di produrre l’antidoto al virus, ma in realtà vorrebbe sterminare i Dalek e crearne di nuovi. Stein manovra il macchinario che raccoglie i ricordi del Dottore, causandogli un dolore terribile. Il Dottore riesce però a sbloccare la sua memoria e di liberarlo dalla programmazione dei Dalek, si riunisce a Turlough, Mercer e Tegan e si rifugia con loro nel TARDIS. Spiega che si pente di aver perduto l’occasione di impedire la nascita dei Dalek (“Genesis of the Daleks”, anyone?) e intende uccidere Davros una volta per tutte.

Il Dalek Supremo comunque non è un idiota e si accorge del tradimento di Davros: avverte Lytton e gli chiede di distruggere i Dalek che vorrebbero impossessarsi del TARDIS e Davros stesso. Ironico, visto che nemmeno Davros si fida di Lytton e ha in progetto di sterminarlo.
Insomma, si scatena una vera e propria guerra civile tra Dalek fedeli al Dalek Supremo (e duplicati annessi) contro Davros e i suoi alleati.

Ognuno cerca di portare a termine il suo piano: Stein teme che il condizionamento dei Dalek ritorni e ha intenzione di far esplodere la nave, mentre Tegan e Turlough tornano sulla Terra a recuperare dei contenitori del virus. Il Dottore, di nuovo, non ha trovato il coraggio di uccidere Davros e si limita a piazzare qualche bomba nel magazzino…

Al termine della battaglia, Davros crede di aver vinto, ma il virus ha effetto anche su di lui e sembra spacciato (sembra!). Anche il Dalek Supremo crede di aver vinto, anche quando la nave esplode, perché ha i suoi agenti duplicati in giro per la Terra che prenderanno il potere: ma il suo controllo su di loro è molto instabile, e Lytton si mette presto al loro comando, per altre più proficue imprese – lo rivedremo, un giorno…

Infine, anche il Dottore crede proprio di aver vinto. La Terra non è più sotto minaccia, giusto? Ma Tegan è stanca di vedere orrori e stermini. Decide di restare nel presente, e con grande tristezza dice addio al Dottore e a Turlough.

Eccoci arrivati al nostro penultimo appuntamento con il Quinto Dottore, e sono molto contenta di presentarvi PLANET OF FIRE perché è uno dei miei serial preferiti di questa incarnazione. I companion hanno bei ruoli nell’avventura, tengono testa ai nemici e alle avversità, insomma si fanno voler bene in più di un modo. Anche il Dottore mostra una varietà di stati d’animo – o mancanza di essi, come abbiamo imparato riguardo alla sua natura particolare.

Il giovane Malkon è stato trovato da piccolo sulle pendici di un vulcano sul pianeta Sarn, con un simbolo sul braccio che fa di lui, secondo la tradizione, il prescelto del dio Logar – che si narra viva proprio nel vulcano – e futuro leader del suo popolo. Ora è cresciuto, ma ha molti dubbi sul ruolo che dovrà ricoprire e soprattutto sulla possibilità di mettere a morte i cosiddetti “miscredenti”: l’eruzione è vicina, segno che Logar non è contento di loro. Due di questi, giustappunto, si sono recati sul vulcano per dimostrare che Logar non esiste.

Lo stesso simbolo si trova su un artefatto ripescato sulla Terra, durante una spedizione archeologica alle Canarie guidata da Howard Foster. La figliastra di Howard, Peri, si annoia e ha in progetto di prendere un aereo per il Marocco, ma lui glielo impedisce lasciandola sulla barca a diverse centinaia di metri dalla riva.

Intanto il Dottore è alle prese con Kamelion, che si è collegato al database del TARDIS e si comporta in modo strano; ricevendo un segnale di soccorso, devia le coordinate proprio verso l’isola dove si trova il team di archeologi. Mentre il Dottore cerca la sorgente del segnale, Turlough dal TARDIS vede Peri che, stanca di aspettare, si è gettata in acqua e sta per annegare; quindi accorre a soccorrerla e trova l’artefatto: scoprendo il braccio, vediamo che ha un marchio identico!

Collegandosi agli incubi di Peri, Kamelion prende le fattezze di Howard, mentre il TARDIS si smaterializza e si reca su Sarn. Non appena rimane solo con Peri, Kamelion cambia di nuovo fattezze e prende quelle del Maestro!

Intanto Turlough rivela al Dottore che il simbolo si chiama “triangolo di Misos” ed è un emblema del suo pianeta natale, Trion; si trovano quindi su una delle sue colonie. Sempre su Sarn, Malkon si rifiuta di mandare a morte i miscredenti, nonostante le pressioni dell’influente e fanatico Timanov, e l’arrivo del TARDIS viene salutato come l’avverarsi di una profezia: è giunto lo “Straniero”.

La forza di volontà di Peri è molto forte e i trucchetti mentali del Maestro con lei non funzionano. Anche Kamelion riesce a riprendere il controllo per qualche minuto e rimuove un circuito del TARDIS, chiedendo a Peri di darlo al Dottore e di avvertirlo. Quando il Maestro si collega di nuovo a Kamelion, questi costringe Peri a seguirlo ma grazie ad una scossa di terremoto finisce KO e lei fugge. Il terremoto, tra l’altro, ha fatto cadere il TARDIS del Maestro sul lato della porta, che è rimasto intrappolato dentro.
Potrei dichiarare che questa è un’enorme stupidaggine, perché non ci vorrebbe nulla a smaterializzarla e farla tornare nella giusta posizione… oppure c’è qualcosa che ancora non sappiamo, e quindi possiamo fidarci dello sceneggiatore?
Inizia un inseguimento e Peri si dimostra un vero osso duro. Alla fine Kamelion incontra Timanov, che lo scambia per lo Straniero e si mette al suo servizio. Il Maestro gongola.

I miscredenti, invece, trovano il Dottore e sono ben contenti di sentirgli confermare che il vulcano è solo un vulcano e non c’è proprio nessun Logar. Una volta arrivati al villaggio, Turlough impallidisce davanti a diversi oggetti che gli abitanti chiamano “doni di Logar”, ma lui ne riconosce la fattura: provengono dall’astronave di suo padre! Mostra a Malkon il proprio marchio e gli chiede di portarlo nel luogo dov’è stato trovato da bambino. Proprio nella nave di suo padre ritrova Peri, e quando lei gli racconta che Kamelion si è trasformato nel Maestro, capisce che il Dottore deve saperlo subito.

Ah, già, il Dottore. Timanov è tornato al villaggio con Kamelion, sempre nella forma del Maestro, e ordina che i miscredenti vengano bruciati. Kamelion chiede al Dottore il circuito del TARDIS, che ovviamente lui non ha, e quando capisce che sta dicendo il vero… beh, fa portare anche lui verso le fiamme, alimentate da una fonte sotterranea di gas naturale.
Per fortuna Malkon torna in tempo per fermare l’esecuzione, ma viene colpito, mentre Turlough ferma il dispositivo che alimenta le fiamme. Timanov improvvisa, dichiarando che il fuoco si è spento perché Logar sta rifiutando il sacrificio a causa della morte del prescelto: ha una gran faccia tosta!

Malkon però non è ancora morto e riesce a dire al Dottore che il Maestro è in realtà Kamelion. Il Dottore tenta di troncare il legame tra il robot e il Maestro, ma l’aspetto brillante di Kamelion in trasformazione convince sempre di più i devoti che si tratti proprio dello Straniero, perciò il gruppo di miscredenti – Dottore incluso – vengono tenuti dietro le sbarre: il Maestro infatti sa che il vulcano sta per eruttare e moriranno in modo atroce. Con Peri come ostaggio, si fa seguire dai fedeli e promette grandi doni a chi rimetterà in piedi il suo TARDIS, ma una volta che gli uomini obbediscono, fugge dentro sempre portandosi dietro la ragazza.

Turlough intanto libera il Dottore e i miscredenti, ma quando vede Malkon in condizioni critiche, è sconvolto. Spiega al Dottore che il giovane è suo fratello, e che l’astronave di suo padre è stata l’ultima ad atterrare… beh, violentemente su Sarn. Convince quindi Timanov di essere il nuovo prescelto e che il falso Straniero li ha ingannati. Il Dottore può quindi recuperare il circuito e atterrare il TARDIS attorno a quello del Maestro, così che non possa fuggire. Peccato che Kamelion gli abbia rubato un /altro/ circuito!

Il Maestro però non ha intenzione di fuggire, o per lo meno di andare lontano. Si trova su Sarn per una ragione specifica, infatti atterra in una sala di controllo nel cuore del vulcano. Da lì può orchestrare un bel terremoto, e Turlough grida a tutti gli abitanti del villaggio ad entrare nel TARDIS del Dottore. Qui, Timanov racconta il suo primo e unico incontro con Logar, sul vulcano, quand’era ragazzo. Costui – e capiamo che non era un dio, ma un uomo in una tuta termica color argento – lo invitò a inalare il gas naturale che lo fece sentire più forte, come rinato. Il Dottore lo riconosce come gas Numismaton. Quindi è per questo che il Maestro si trova sul pianeta? Per guarire da una qualche condizione altrimenti irreversibile?
Ebbene sì! Peri trova il dispositivo con cui il Maestro controlla Kamelion, e dentro… beh, c’è proprio lui, miniaturizzato! Ecco perché non poteva uscire, sono proprio una donna di poca fede nei confronti degli autori!

Nel frattempo, Malkon viene curato grazie alle fiamme blu create dal gas Numismaton e Turlough decide di contattare il suo pianeta perché mandi una nave di salvataggio che prelevi i nativi prima dell’eruzione. Ammette che finora aveva rifuggito ogni contatto con Trion (e si era spaventato del segnale emanato dall’artefatto sull’isola) perché la sua famiglia è stata condannata durante una guerra civile, e il loro marchio è quello dei prigionieri politici; Sarn è una colonia penale e gli indigeni avevano scambiato i prigionieri mandati sul pianeta per i “prescelti di Logar”. Logar stesso, probabilmente, era parte di un team di vulcanologi che intendevano sfruttare le proprietà del gas e tenere sotto controllo le eruzioni, ma la guerra civile aveva costretto ad abbandonare ogni progetto.

Anche il Maestro si cura con le fiamme e torna alla grandezza normale. Si era ridotto in quel modo cercando di rendere più potente la sua arma a compressione di tessuti, la stessa che il Dottore ora è costretto ad usare su Kamelion, stanco di venire controllato continuamente.

Ma l’eruzione è imminente e la strumentazione all’interno del vulcano non è più sufficiente a impedirla. Il Maestro viene apparentemente distrutto dalle fiamme… non quelle blu!



Con tutti i circuiti finalmente al loro posto, il Dottore riesce a fuggire con il TARDIS insieme a Peri, e riunirsi agli abitanti del villaggio dove è già atterrata la nave proveniente da Trion. Turlough scopre con sorpresa che c’è stata un’amnistia e può tornare sul suo pianeta insieme al fratello, perciò dice addio al Dottore e a Peri.
La ragazza decide di non tornare subito a casa ma continuare la sua… vacanza avventurosa a bordo del TARDIS!

– Saki

Il primo #ClassicWednesday dell’anno, gente, e l’ultimo appuntamento con Peter Davison! THE CAVES OF ANDROZANI è considerato uno dei migliori serial della serie classica, e non a caso. Personaggi solidi, richiami letterari e teatrali, una regia innovativa fanno di quest’avventura un vero gioiello e un perfetto canto del cigno per il Quinto Dottore.

Androzani Minor: un bel pianeta deserto dove prendere il sole… va bene, non proprio deserto. Seguendo le tracce di un veicolo da carico, il Dottore e Peri si trovano in un complesso di miniere dove vengono a contatto con una strana sostanza pungente. Si imbattono poi in una gran quantità di armi, lasciate incustodite da un gruppo di contrabbandieri… e proprio in quel momento arrivano gli uomini del generale Chellak, convinti che siano loro i malviventi! Tipico equivoco che la carta psichica avrebbe evitato!

Scopriamo che la truppa è stata inviata da Androzani Major per far fronte all’esercito di androidi comandati da un certo Sheraz Jek e che tiene in ostaggio la miniera. A sua volta, il proprietario del pianeta Morgus fa pressioni su Chellak perché metta a morte il Dottore e Peri.

Nelle caverne vive una particolare specie di pipistrelli che produce lo “Spectrox”, una sostanza da cui si ricava un medicinale miracoloso, in grado di far vivere più a lungo. Naturalmente Morgus guadagna moltissimo dalla sua vendita e ancor più da quando la guerra contro Sheraz Jek ne ha fatto alzare il valore; perciò non sembra felice al pensiero che il conflitto possa terminare. Il Presidente di Androzani Major, che non è un imbecille, ha cominciato ad intuire fino a quanto si stia spingendo la sua cupidigia.

L’esecuzione ha luogo, ma il Dottore e Peri non ne sono le vittime. Sheraz Jek, infatti, li ha fatti sostituire in segreto con due dei suoi androidi che riproducono le loro fattezze. Quando Chellak lo scopre, teme che l’accaduto possa costargli il posto e decide di non rivelare la verità.

Sheraz Jek, come lui stesso racconta ai suoi due nuovi prigionieri, era uno scienziato, socio di Morgus, e aveva costruito gli androidi per la raccolta dello Spectrox: la sostanza grezza, infatti, è mortalmente velenosa. Morgus gli aveva però fornito delle apparecchiature difettose, perciò non aveva potuto prevedere un’esplosione di fango bollente, fenomeno naturale frequente sul pianeta, che l’aveva ustionato gravemente. Convinto della malafede di Morgus, ora Sheraz Jek indossa una tuta nera che lo copre interamente, oltre ad una maschera sul volto, e sta mettendo in atto la sua vendetta: ha sostituito Salateen, il secondo di Chellak, con un androide, in modo da anticipare ogni mossa dei suoi uomini e poter vincere ogni scontro; le privazioni dovute alla guerra finiranno per scatenare un’insurrezione su Androzani Major e il Presidente gli concederà l’unica cosa che desidera – la testa di Morgus.

Mi correggo. C’è qualcosa che desidera allo stesso modo, ed è avere vicino una persona in carne e ossa e di bell’aspetto, che grazie allo Spectrox potrà avere accanto per sempre… e lui ha scelto Peri. Terrà con sé anche il Dottore, che considera suo pari in quanto ad intelligenza, ma solo se non si ribellerà.

Mentre Sheraz Jek va a trattare con i contrabbandieri, il Dottore e Peri incontrano il vero Salateen. Prigioniero da un mese, l’uomo crede che verrà presto ucciso, ora che il suo carceriere ha “nuova compagnia”, e si accorge che i due sono stati a contatto con lo Spectrox grezzo. Moriranno in poche ore, se non trovano l’antidoto (il latte della “regina” dei pipistrelli) ma sostiene che sia un’impresa impossibile: gli androidi sono programmati per uccidere qualsiasi essere umano, nelle caverne vive una creatura mostruosa e aggressiva e inoltre i pipistrelli vivono nelle caverne più profonde, dove non c’è ossigeno. Viene da chiedersi come respirino loro, ma facciamo finta di niente.

Il Dottore vuole provarci lo stesso, ovviamente. Siccome non è un essere umano, l’androide di guardia non lo attacca e lui riesce facilmente a riprogrammarlo. Purtroppo ne incontrano un altro che riesce a ferirlo prima di venire ucciso da Salateen, che fugge con una Peri recalcitrante. Nel frattempo, i contrabbandieri sono molto contrariati per il fatto di essere stati pagati meno di quanto pattuito, e stanno seguendo Sheraz Jek così da ucciderlo e rubargli tutto lo Spectrox. La creatura però li attacca, uccidendone due e mettendo in fuga il Dottore. Infine si trovano tutti al cospetto di Sheraz Jek, che è furioso sia per essere stato seguito che per la scomparsa di Peri. Per non parlare del fatto che ora Salateen potrà tornare da Chellak e informarlo della sostituzione!

Stotz, il capo dei contrabbandieri, è costretto ad accettare la poca quantità di Spectrox offerta e torna sulla sua nave portando con sé il Dottore, che crede una spia del Presidente. Contatta Morgus, che è a tutti gli effetti il suo datore di lavoro – sapevamo già che aveva interesse a mantenere la guerra attiva! Morgus teme che il Presidente sospetti di lui al punto da aver orchestrato la falsa esecuzione; quando poi Chellak gli annuncia che colpirà la base di Sheraz Jek, sente mancargli la terra sotto i piedi. Uccide il Presidente e si reca in prima persona su Androzani Minor.

Anche il Dottore riesce a liberarsi e a riportare indietro la nave dei contrabbandieri, che non riescono a fermarlo né in volo né una volta riatterrati, anche a causa di un’esplosione di fango che inizia a farsi strada verso la miniera. Deciso a salvare Peri, si fa strada attraverso le caverne.

Intanto Sheraz Jek ha riportato la ragazza nella sua base e cerca in tutti i modi di tenerla in vita, ma le truppe di Chellak si avvicinano. Anche Morgus si fa portare da Stotz nella zona in cui dovrebbe trovarsi la riserva di Spectrox: non è sicuro se il Presidente avesse parlato dei suoi sospetti su di lui, e vuole fuggire su qualche altro pianeta dove intrattiene già degli affari. Quando si mette in comunicazione con la sua assistente Timmin, però, lei lo informa di averlo denunciato non solo per l’assassinio del Presidente, ma per tutti gli altri crimini di cui è colpevole, e di essere la nuova proprietaria delle sue imprese.

Mentre Sheraz Jek si prende cura di Peri, Morgus e Stotz fanno irruzione nella base. Ferito mortalmente dal contrabbandiere, Sheraz Jek uccide comunque Morgus ed esala l’ultimo respiro fra le braccia del Salateen androide. Il Dottore è riuscito a recuperare una piccola quantità di antidoto, ma le esplosioni di fango si fanno sempre più vicine. Con Peri in braccio, corre nel TARDIS, lasciandosi indietro morte e distruzione.

Il Dottore dà a Peri l’antidoto e si prepara a rigenerarsi, anche se non è sicuro che ci riuscirà. Ha una visione in cui i suoi companion più recenti – Turlough, Tegan, Nyssa, Adric – gli ripetono di non morire, di non arrendersi, mentre il Maestro gli dice “Muori, Dottore, muori!” con il suo ghigno malvagio. Forse per questo il Dottore si risveglia con un nuovo volto, quello di Colin Baker, e un’espressione beffarda, una voce sprezzante, un gran brutto carattere che Peri dovrà ahimè sopportare…

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