Sane Men in a Box

di Six

Bill Potts

Bill viene presentata come addetta alla mensa universitaria, dove il Dottore è rimasto oltre settant’anni ad insegnare. Questi un giorno le propone di farle da tutor personale, rapporto che la porterà presto a diventare companion a tutti gli effetti, quando la sua presenza spingerà il Dottore a riprendere a viaggiare. In ogni avventura, sommergerà il Dottore di domande, spesso non le più immediate al contesto, al punto da cogliere di sorpresa anche il Dottore.

Si scopre presto che Bill è orfana e vive con una madre adottiva e non ha mai visto nemmeno una foto della madre, di cui si è costruita un’immagine mentale, finché il Dottore non le porta delle vere foto.

Nella prima puntata della stagione, fa conoscenza con Heather, tra le due c’è evidente attrazione, ma questa diviene presto il Pilota di un’entità superiore nota solo come “The Puddle”, capace di manipolare spazio, tempo e materia. Il Dottore, per evitare di mandare in fumo la propria copertura, vuole cancellare i ricordi di Bill, ma la feroce opposizione di questa lo convince a ricredersi.

Nei due episodi successivi viene dato molto spazio al personaggio di mostrare la propria umanità, mentre la troviamo che tenta di andare a vivere insieme a un gruppo di studenti in “Knock Knock”, ma tornerà a convivere con la madre adottiva.

Nonostante in alcune puntate si dimostri vittima degli eventi, in “The Pyramid at the End of the World” la vediamo prendere una grossa decisione attiva, consegnando la Terra in mano ai Monaci in cambio della vista del Dottore, come anche in “The Lie of the Land” quando spara al Dottore durante il test per vedere se sia vittima della manipolazione degli uomini. Proprio in questo episodio abbiamo prova della sua capacità di estremo sacrificio, quando si collega alla rete neutrale degli invasori mettendo a rischio la propria vita. Qui l’immagine mentale della madre sovrasterà il potere dei Monaci, salvando effettivamente la situazione.

Bill mostrerà scetticismo nei confronti del tentativo di redimere Missy, a ragione visto che viene ferita mortalmente nel test che organizza il Dottore, salvata e tenuta in prigionia dai Mondasiani e quindi convertita in cyberman. Nonostante questo, la sua personalità non verrà compromessa, ma resterà a lottare fino alla fine al fianco del Dottore, perdendo la speranza solo dopo aver trovato il suo corpo esanime. Sarà in questo momento che Heather tornerà a salvarla, trasferendo la sua coscienza in un’entità simile a se stessa e, presumibilmente, prendendola con sé a viaggiare, dopo aver riportato il Dottore sul TARDIS. Una copia della coscienza di Bill, se non la sua continuazione, incontra dodicesimo e primo Dottore come coprotagonista degli eventi di “Twice Upon a Time”.

Da quanto è possibile notare, Bill Potts è una sognatrice, avidamente curiosa del mondo, al punto che quello che attrae il Dottore di lei è che, quando non capisce qualcosa, sorride.

Nel test della personalità MTBI, probabilmente, risulterebbe sotto il profilo ENFP, che caratterizza menti frizzanti, elastiche e molto creative, sebbene lei spicchi nel gruppo per la propria empatia. Bill non resta mai focalizzata su un unico problema o domanda, ma spazia quanto più possibile. È leale all’estremo con cui ama, ma sempre pronta a mettere in discussione persino lo stesso Dottore, come quando lo interroga su quante persone abbia ucciso in “Thin Ice” e addirittura al punto da sparargli quando messa di fronte a un evidente tradimento in “The Lie of the Land”.

L’intelligenza di Bill si manifesta soprattutto nelle domande che fa, che spiazzano spesso lo stesso Dottore, come quando gli chiede se il TARDIS sia stato costruito grazie a un kit, dal momento che non sarebbe potuto passare da porte e finestre. Quando guidata dal Dottore mostra grandi capacità di analisi, come quando analizza la pozzanghera e nota che la propria immagine non è riflessa. All’intelligenza, si unisce una profonda empatia, che si traduce in emozioni potentissime quando scopre che l’umanità al di fuori della colonia di Smile è forse estinta, o che il Dottore ha perso il conto di quante persone sono morte attorno a lui.

Quando inserita in un gruppo, Bill dimostra intraprendenza e spirito di coesione, si apre e spinge gli altri ad aprirsi, è cortese e affabile; tuttavia, la serie non mostra mai la presenza di forti legami di amicizia nella sua vita e pochi esempi di rapporti stabili: la madre adottiva, il Dottore e Nardole e, tristemente, Mr Razor, che si rivelerà essere il Maestro. Proprio qui vediamo a che punto si spinge la sua capacità di legare e di aprirsi con gli altri, portandola a fidarsi ciecamente di Razor e a seguirlo in trappola. Il tradimento non la lascia indifferente, ma il rapido evolversi degli eventi non permette di sviluppare; tuttavia non sembra propensa a perdersi d’animo, nemmeno in situazioni meno gravi e nelle delusioni amorose, come dimostra il suo spirito dopo la partenza di Heather e dopo la fuga di Penny, virtuale o reale che sia.

Bill è insicura, probabilmente per la propria infanzia dolorosa, come vediamo quando definisce Penny, un interesse romantico, “sopra la propria portata”, o nello scetticismo che mostra nell’accettare che il Dottore voglia farle da tutor; è tuttavia in grado di ovviare alla propria insicurezza sfruttando il senso dell’umorismo ed è in grado di superarla quando si presenta la necessità, come accade quando affronta la regina degli Ice Warrior. Nonostante questa parvenza insicura, Bill resta decisa nelle proprie azioni, coraggiosa e non si fa problemi a dire no, come anche enfatizzato dai rifiuti verso le avances di un coinquilino e di un soldato romano.

Il tratto più peculiare di Bill è forse il proprio rapporto con la madre, che non ha avuto modo di conoscere e di cui si è costruita un’immagine fittizia con la quale è solita conversare, ma non si tratta che di un meccanismo per affrontare il lutto, lasciandola perfettamente in grado di distinguere tra realtà e immaginazione, fino alla propria conversione in cyberman.

Forzatamente trasformata in cyborg, Bill affronta la condizione a testa alta, reprimendo le emozioni violente che causano attacchi da parte dell’armatura per non causare danno al prossimo. Nonostante la puntata lasci presumere che passino giorni, Bill resta sempre legata a un’immagine di sé che usa come fune di salvezza per la propria umanità. Tuttavia, sebbene si percepisca ancora come umana, è conscia del proprio vero aspetto e occasionalmente riesce persino a sfruttare la cosa per nascondere la propria vulnerabilità, come quando asserisce di non essere infastidita dalle crudeltà gratuite che il Maestro le dice. È però anche decisa a non continuare a vivere come cyberman, cosa che riferisce al Dottore, il quale la rispetta permettendole di combattere l’esercito mondasiano al proprio fianco, nonostante sia una battaglia senza speranza di sopravvivere.

Le sue emozioni sono tanto potenti da continuare fino alla morte del Dottore, sua ultima speranza, ma, dopo essere salvata da Heather e un primo momento di shock, riprenderà a essere protettiva nei confronti del proprio mentore e persino divenire in grado di ostentare le esperienze che ha fatto, infatti chiede che sia Heather a seguire lei, dimostrando di aver acquistato la sicurezza che le mancava.

Bill è un personaggio che si allontana dallo stereotipo femminile perpetrato da Moffat (di cui parleremo con Clara), mostrando che non è necessario essere agguerrite, taglienti e ostentare un senso di superiorità per essere forti, che la rende a mio avviso il personaggio più profondo ad aver accompagnato nelle sue avventure il dottore di Capaldi.

Il companion nasce come espediente espositivo per il Dottore e come riflesso per il pubblico della serie: Bill è al contempo la controprova e la decostruzione di questo concetto. Bill mantiene, infatti, il ruolo di porre domande per conto dello spettatore, ma rappresenta anche quella fetta di fandom che spinge le domande un po’ oltre, al punto in cui gli autori non vogliono rispondere; tutte le domande scomode che lei pone, infatti, vengono ignorate o aggirate dal Dottore.

Come Martha prima di lei, Bill riveste il ruolo difficile di riempire le scarpe di una companion che ha accompagnato il Dottore per molte stagioni, implicando anche coinvolgimento romantico; tuttavia Martha ha esordito come infatuata del Dottore, minacciando di sminuire il rapporto di questi con Rose di fronte a quella parte del pubblico che lo apprezzava, mentre Bill nutre un rapporto puramente platonico con il Dottore, anche in virtù della propria omosessualità. È anche per questo motivo che non sembra porsi come un rimpiazzo a Clara, ma è invece una nuova presenza a sé stante.

Il rapporto che si crea tra lei e il Dottore, come già accaduto in passato, lo spinge a ricominciare a viaggiare, allentando così la guardia che vegliava sul Vault in cui è rinchiusa Missy, che porta Nardole a nutrire diffidenza verso la ragazza. In un secondo momento, però, il ruolo di compagno più esperto di Nardole lo spinge a diventare protettivo nei suoi confronti, come si vede in “Extremis”. Cioè, era una simulazione, ma una realistica, quindi direi che conta.

Nella saga dei Monaci, Bill è strumento attivo nella definizione dell’arco narrativo del dodicesimo dottore: questi comincia infatti come dubbioso della propria bontà, vista la spietatezza con cui è in grado di decidere chi sia necessario sacrificare, arriva a definirsi un idiota di passaggio che dà una mano, viene messo di fronte alle gravi conseguenze che hanno le proprie azioni quando abbandona e poi salva un giovane Davros, decide di prendere responsabilità del tempo creando Ashildr e divenendo, in un certo senso, l’Ibrido e trova un compromesso nell’essere unicamente “gentile”. Questa identità ritrovata, esemplificata nel momento in cui il Dottore fa ritrovare le foto della madre a Bill, viene ripagata quando l’immagine che la ragazza crea in questo modo è quella che sancisce la sconfitta del controllo mnemonico dei Monaci ed è quella che spingerà il Dottore a non volersi rigenerare per non rimettersi in discussione e, alla fine, un importante lascito per la propria rigenerazione successiva.

Com’è comune a molte storie, è il companion a far avviare o proseguire la trama della puntata, mettendo il Dottore in condizione di salvarlo e Bill non è eccezione a questa regola, come vediamo in “Knock Knock” o in “Oxygen”. In molte occasioni questo comporta che diventi spettatrice passiva degli eventi, trasportata da essi invece che esserne motore primo. Ciò è anche frutto della necessità di mettere i companion in una zona grigia, in cui non siano gli eroi che salvano la situazione, se non occasionalmente, ma non siano nemmeno pesi morti portati in giro dal Dottore. Del resto, se la serie si chiama Doctor Who, un motivo c’è!

Questo, però non significa che il personaggio non abbia archi narrativi a sé stanti: oltre alla crescita di personalità di cui ho già parlato, Bill presenta il proprio rapporto con la madre come un’evoluzione che culmina nella trilogia dei monaci, così come una parte della coronazione della “profezia” “senza ricompensa, senza testimoni, senza speranza”, in particolare nell’ultimo pezzo: viene asserito che le lacrime, sintomo dell’umanità residua e delle emozioni di Bill, sono presenti finché c’è speranza; nonostante queste si vedano in diverse occasioni sia nel suo corpo tangibile di cyberman che nella proiezione mentale che si è creata, quando Bill si lascia cadere in ginocchio vicino al Dottore in “The Doctor Falls” non ha alcuna lacrima, finché non arriva Heather. Questo si ricollega al finale dell’ottava stagione, in cui la volontà di proteggere Clara di Danny viene spiegata dal Dottore con la frase “L’amore non è un’emozione, è una PROMESSA” e la comparsa della Pilota viene infatti accompagnata dal flashback “PROMETTI che non te ne andrai?”

Questa potrebbe essere solo una mia lettura, ma la connessione tra finale di decima e di ottava stagione è evidente. Sia quel che sia, il finale della decima stagione non ha deluso quanto quelli passati e ha anzi chiuso alcuni buchi di Death in Heaven e Bill è stata strumento di questo successo, culminando tra l’altro in un lieto fine meritato, invece di uno strappalacrime forzato, un vero e proprio canto del cigno da parte di Steven Moffat, che con lei ha dimostrato di saper fare qualcosa di nuovo e creativo… Paradossale, visto che metà delle puntate ricicla la trama di altre!

Nardole

Nardole incontra il Dottore cercando un chirurgo per il despota Hydroflax, meccanizzato dall’omonima marca di vaporelle. Proprio durante questa prima avventura viene decapitato e passa, per qualche motivo, al servizio di River Song. Ah, no, non muore. È Doctor Who, è successo almeno altre due volte!

Dopo la lunga notte delle Torri cantanti di Darillium -vi lascio un secondo per piangere- il Dottore assembla per lui un corpo biomeccanico. O forse lo fa River, ma è strano perché il Dottore dice di aver usato polmoni umani. Presumibilmente, comunque, reincontra River in questo periodo e riceve l’indicazione di stare accanto al Dottore, per poi recuperare il diario della professoressa nella Biblioteca “La” (è una battuta, ridete).

Si ricongiunge con il Dottore durante l’esecuzione di Missy, spacciandosi per confessore, per poi restare al suo fianco in viaggi futuri, accompagnandolo per prima cosa negli eventi di “Doctor Mysterio”.

Questo presuppone che durante quegli eventi Missy fosse già nel Vault, ma è strano perché proprio Nardole avrebbe protestato, quindi potrebbe anche aver prima viaggiato con il Dottore, essere tornato da River e poi aver assistito alla mancata esecuzione di Missy. Insomma, fin qui gli eventi non sono molto chiari.

Diventano più palesi una volta che Nardole comincia ad assistere alla guardia del Dottore al Vault, impegno che prende con una serietà che apparentemente manca al Signore del Tempo, al punto da essere molto restio, almeno 70 anni dopo, al tutoring che questi intende fare a Bill Potts.

Inizialmente ignaro dei viaggi dei suoi compagni -salvo il primo per sfuggire al Pilota, in cui funge da diversivo contro ai Dalek- Nardole scopre la verità quando, mentre preparava un thé (con un po’ di caffè per insaporirlo), trova il Dottore vestito ad hoc per l’avventura in Thin Ice.

Ostinatamente tenta di richiamare il Dottore ai suoi doveri e giura allo stesso Maestro di non farlo uscire anche se fosse rimasto da solo. Dopo gli eventi di oxygen, in cui è parte attiva e in cui si scopre aver avuto una relazione con un’intelligenza artificiale, è il solo a cui il Dottore confida la propria cecità.

Ha un ruolo importante negli eventi virtuali di Extremis, primo a realizzare la vera natura dei proiettori, così come funge da occhi del dottore in The Pyramid at the End of the World. Nonostante l’aperta ostilità che si crea tra i due, è in casi come questo che si denota quanto effettivamente il Dottore confido nel suo aiuto. Purtroppo, prima che possa salvare il Dottore, Nardole viene infettato dal patogeno che avrebbe causato l’estinzione della vita sulla Terra e perde conoscenza nel TARDIS. Qui una combinazione della sua diversa fisiologia e dei meccanismi di difesa del TARDIS -che in realtà ricordo solo da eventi dell’universo esteso- lo mantengono in vita e gli permettono di guarire, ma non si sa quanto tempo richieda la cosa -dirà mesi a Bill, ma sappiamo che in realtà stava già lavorando con il Dottore- e si muove assieme al resto del team per salvare il pianeta.

Questo salvataggio comporta anche interpellare Missy, decisione che non vede un’opposizione da parte di Nardole -sarà importante per la personalità nella seconda parte.

Arrivato su Marte con i suoi compagni, Nardole resterà bloccato sul TARDIS, incapace di portarlo sul pianeta rosso e decide di chiedere aiuto a Missy, che lo convince a farla pilotare, cosa che si sviluppa in The Eaters of Light e che raggiunge il suo climax negli eventi di World Enough and Time.

Nel finale di stagione, Nardole si integra perfettamente nella colonia umana e affronta la conversione di Bill con esemplare comprensione. Sviluppa un software in grado di innescare esplosioni in remoto in qualsiasi punto dell’astronave e viene incaricato dal Dottore di assistere e proteggere gli umani superstiti, nonostante un primo rifiuto.

È presumibile che sia qui che perderà la vita, per cause naturali o per un successivo attacco dei cybermen, ma sono speculazioni. L’unica altra informazione che ci viene fornita è che una proporzione di Nardole è parte della Testimonianza.

Nardole, viste le molteplici eccentricità, potrebbe sembrare una persona decisamente strana, con una personalità fuori dalle righe: non è così, è una persona sana, inquadrata e con la testa sulle spalle -ops-, ma non è, semplicemente, umano. Identifico Nardole con quello che si crede essere il tipo di personalità più diffuso, ISTJ, il logista.

La cosa che più lo definisce come carattere è il preparare un programma, per esempio tenere Missy nel Vault, e cementificarlo al meglio delle proprie capacità. Non è sorprendente, infatti, come Nardole si opponga ai viaggi del Dottore, dato che dal suo punto di vista il loro dovere ultimo e imprescindibile è quello di fare la guardia a Missy.

Questo non significa, però, che sia unicamente una testa quadra: Nardole ha un proprio senso dell’umorismo, almeno credo, ma non è facile capire dove cominci quello e dove finiscono le sue strane usanze aliene.

Infatti, a più riprese, Nardole dimostra di essere più che capace di inserirsi in un gruppo, adottare le sue usanze, o quelle che percepisce essere come tali (o ancora la scimmiottatura ironica con cui vuole al contempo legare e schernire) e diventare parte integrante di esso.

Il suo rapporto con il Dottore parte dalla stessa base di qualsiasi altro companion maschile: una continua competizione a chi sia il maschio dominante. Potrà sembrare strano, vista la millenaria saggezza del protagonista, ma questo rapporto, anche per ragioni comiche, è sempre stato elemento della serie, da Ian a Rory, passando per Harry, Benson e Jack Harkness. Interessante come lo stesso Dottore arrivi a sfruttare la cosa per convincerlo a difendere la colonia del finale di stagione.

Dove Nardole brilla di luce propria, è però nel rapporto con Bill, un istinto protettivo è una fiducia senza compromessi. Sono poche le scene che li vedono attori principali, ma ogni volta che succede è una gioia per gli occhi.

Nardole non odia Missy, per quanto ne sia intimorito. Sa che è una criminale, ma bisogna ricordare che l’oscuro passato di Nardole l’ha portato spesso ad avere a che fare con personaggi del genere. Quando Missy prova a diventare “buona”, Nardole è l’unico a prendere la cosa come viene, neutrale ambo all’apprensione di Missy verso il dottore bloccato su Marte che alla sua ricaduta quando accompagnata dalla propria precedente incarnazione. Del resto va detto che, per quanto fosse il primo a prendere seriamente la sua reclusione, è anche chi la libera quando diviene la scelta più logica, mostrando un’elasticità anche di fronte agli amati piani degli ISTJ.

Onestamente studiare la personalità di Nardole è piuttosto strano: nato come personaggio puramente di supporto, gli sviluppi importanti si hanno solo attraverso interazioni con personaggi più in primo piano. È innegabile, tuttavia, che sia presente una crescita: dal profondo disgusto verso la razza umana, Nardole sviluppa forte affetto verso Bill e, quanto più importante, nonostante il proprio passato torbido, finisce per essere l’ultimo baluardo di difesa per la colonia umana nel filale di stagione, combattendo con tutte le sue forze per dare ai bambini nati lì una parvenza di infanzia.

O forse dopo un mese ha tirato su un mercato nero e gli ha rivenduto la loro stessa astronave: è presente un’evoluzione, è vero, ma quanto questa sia frutto del cambiamento del personaggio non mi è chiaro, in realtà! I presupposti scarni che ci vengono forniti rendono Nardole capace sia del meglio che del peggio fin dall’inizio e forse non è che il limite più ottimista della sua personalità, nascosta forse, ma mastodontica fin dall’inizio.

Nardole è un gran personaggio, molto più di quanto abbia diritto di essere.

Nasce come espediente comico: il Dottore e River affrontano insieme la costante minaccia della decapitazione e l’uragano di eventi di the Husbands of River Song senza quasi battere ciglio, facendo gara a chi deve essere l’eroe della situazione, mentre Nardole piagnucola tutto il tempo. Lacrime agli occhi dal ridere, oh. La cosa particolare è che, per quanto Nardole si sia portato dietro questo quirk mentre entrava in punta di piedi nella serie, con un singolare passaggio da comparsa a secondario a coprotagonista, ha sviluppato un ruolo mostruosamente più importante.

Bill non deve viaggiare con il Dottore. Il Dottore deve fare la guardia al Vault. Missy deve restare nel Vault. Tre imperativi che, per quanto realisticamente logici, porterebbero i loro personaggi alla stagnazione, che è quanto di peggio possa esistere nella narrazione, ed è Nardole che punta i piedi, richiamando tutti al loro dovere.

Nel corso degli eventi può, per questo motivo, risultare antipatico come Danny Pink (che RISULTAVA antipatico, ma è tipo il miglior personaggio della serie nuova sotto molti punti di vista), ma è necessario come ostacolo ai protagonisti, è la linea rossa fornita allo spettatore che i personaggi più in primo piano attraversano per cambiare.

Non potrebbe letteralmente essere più palese di così, salvo un personaggio bucare la quarta parete e dire “ehi, sapete che dovevo fare quello, faccio questo invece e vediamo dove mi porta, interessante, no?” che sarebbe quantomeno atroce, ma non serve, perchè c’é Nardole!

Finita questa prima parte di cambiamento, Nardole è libero da questo ruolo e può concentrarsi sul proprio personaggio: in poche puntate lo vediamo confortare Bill, fare da occhi al Dottore, appoggiare la scelta di interpellare Missy sui Monaci, farle pilotare il TARDIS, dipingersi la faccia da Celtico e avviare una relazione con una colonizzatrice spaziale contadina.

Nardole è stato l’incarnazione degli schemi e, una volta rotti, un personaggio finalmente libero di esprimersi, come se, una volta svolta la propria funzione di marcare la linea di cambiamento degli altri personaggi, potesse seguirli e cambiare a sua volta, portando a compimento un arco narrativo.

Doctor Who non è una serie di blockbuster holliwoodiani. È una piccola serie Britannica, che casualmente vanta il record di longevità nel suo genere. Ci sono storie piatte, mediocri e ripetute, personaggi accennati o incoerenti (come il decimo Dottore che è scritto girando la ruota della fortuna ogni puntata -fight me) e spesso tribola a restare papabile per produzioni future, mettendo i fan immortalmente fedeli alla serie in uno stato di angoscia interiore. Tuttavia, proprio grazie a quei fan che sono diventati parte integrante della sua sceneggiatura, ci sono dei barlumi di puro genio incontaminato. Ci sono gli angeli piangenti e i Vastha Nerada, ci sono Heaven Sent e Nightmare in Silver, ci sono Van Gogh e Madame de Pompadur. E, di sottofondo, senza che qualcuno si renda conto di quanto siano realmente importanti, ci sono personaggi che sollevano tutta la rete narrativa, rendendola tridimensionale. Se la decima stagione spicca rispetto alle altre ultime, non dobbiamo dimenticarci che uno dei contributi più importanti è proprio quello di Matt Lucas e di Nardole.

Clara Oswald

Il Dottore cerca attivamente Clara dopo aver incontrato altre due sue versioni; la troverà grazie all’intervento di Missy dietro le quinte. Comincia a viaggiare con lei, mentre indaga sul suo mistero. Nella tomba del dottore, per combattere la Grande Intelligenza, entra nella cicatrice lasciata dai viaggi del TARDIS (no, non è letteralmente il cadavere del dottore) e si divide in eco per salvarlo dai suoi sabotaggi. Clara convince i Dottori a non distruggere Gallifrey nella Guerra del Tempo e i Signori del Tempo a far rigenerare il Dottore. Robetta.

Accompagna ancora 12 per richiesta della precedente incarnazione, nonostante un primo momento di incertezza, ma continuerà a vivere la propria vita quotidiana, riservando un unico giorno alla settimana ai viaggi. In questo periodo comincia a lavorare alla Coal Hill School e avvia una relazione con Danny Pink. Quando quest’ultimo viene a mancare, chiederà aiuto al dottore, che tenterà di arrivare all’oltretomba, finendo nella trappola di Missy, che pianifica di costringere il Dottore a muovere guerra contro… Contro un po’ tutti, alla guida di un esercito di Cybermen creati dai morti. Non un piano lineare, che fallirà grazie al sacrificio di Danny Pink, una cui versione onirica confermerà essere avvenuto per salvare Clara. Questa e il Dottore si separano mentendosi vicendevolmente su presunte situazioni felici.

Babbo Natale li fa ricongiungere. Già. Clara, però, ancora ferita per la morte del fidanzato, diventa spericolata, cosa che spinge anche il Dottore oltre ai propri limiti, stato rende immortale Ashildr, ragazza vichinga, grazie a tecnologia aliena, che fonderà una società aliena segreta a Londra. Proprio investigando su questa, per salvare un vecchio amico, Clara viene uccisa. Questo porta il Dottore a tornare su Gallifrey senza piegarsi all’interrogatorio di quattro miliardi di anni del disco di confessione e, incaricato di salvare il pianeta dall’Ibrido, richiederà di estrarre Clara dalla linea temporale un secondo prima della sua morte. Procederà quindi a scappare, dopo un ultimo confronto con Ashildr, ma si rende conto che il loro rapporto è diventato malsano, così lo interrompono cancellando la memoria di uno dei due, che casualmente è il Dottore. Questi ricostruisce la presenza di Clara dal buco lasciato negli eventi. Clara tornerà al momento della propria morte, concedendosi però una deviazione viaggiando nel TARDIS rubato assieme ad Ashildr per un tempo indefinito. La Testimonianza porta al Dottore anche il saluto di Clara.

Mi rendo conto che la storia non sia chiara, ma guardate la serie: è peggio.

Clara è una ENTP (secondo alcune fonti è ENTJ, ma direi che è molto più improvvisatrice che pianificatrice e rido in faccia a chi dice che è ENFJ), una personalità che può essere riassunta in tre parole: non sono d’accordo. E Clara direbbe che sono 4, contando la d apostrofo.

Fuoco d’artificio di idee, la sua capacità di brainstorming giova persino a Missy. Gli altri suoi punti a favore sono un immenso coraggio, una grande capacità di analisi e responsabilità ad affrontare le conseguenze delle proprie azioni, ammesso che lo scotto ricada su di lei.

Per contro se dovete pianificare un viaggio, non chiedete a Clara: per quanto sia capace di organizzare una routine, non le riesce naturale aderire agli schemi e conciliare le avventure con la vita quotidiana era per lei enorme fonte di stress.

Ci sono tre rapporti importanti che intraprende:

-Con il Dottore, che passa da romantico a emulazione e “simbiosi”, diventando come già detto estremamente spericolata, cosa che le costerà la vita;

-Con Danny, con cui costruisce una relazione seria e impegnata; il loro rapporto si basa sulla complementarità dei caratteri, in particolare sulla regolarità e affidabilità del professore di ginnastica (fatto apposta);

-Con Missy, per quanto breve, che mostra quanto, pur odiando e attaccando il dottore per averle lasciato il disco di confessione, è disposta a cooperare con lei e a imparare dai suoi metodi.

Questa parte è stata riscritta dopo tanto tempo. Una prima versione si è concentrata sul presupposto accanimento terapeutico, in cui al personaggio vengono assegnate nuove funzioni per portare avanti la storia ed era piuttosto velenosa in merito a questo.

 

Questo ha portato a una discussione con fan che non condividevano i miei punti di vista, che mi hanno spinto a riconsiderare. Sta di fatto che Clara non è sprovvista di continuità tra le fasi del personaggio, ma continuo a credere che il passaggio da una all’altra non sia proprio organico.

 

Tuttavia, per quanto Clara si sia reinventata nelle 3 stagioni cui ha preso parte, ha mantenuto effettivamente una funzione nella storia, ossia essere un punto di riferimento per il Dottore.

 

Clara viene usata per far muovere il Dottore fuori dalla depressione, diventa il modo in cui l’universo ripaga il proprio debito nella tomba del Dottore a Trenzalore e quella che spinge il Dottore a non rassegnarsi su Gallifrey. Dopo la rigenerazione, Clara diventa il legame tra il Dottore e la Terra e in molti casi la sua bussola morale.

 

In vari modi, insomma, la serie usa la seconda parte della settima stagione e l’ottava per stabilire come Clara sia diventata un elemento imprescindibile per il Dottore, un’amica su cui contare, una pari con cui confrontarsi… la vera e propria altra metà dell’Ibrido.

 

Il che ci porta a considerare quella che forse è la parte più interessante, ossia quando Clara smette di essere una bussola morale affidabile, quando smette di puntare verso il “nord etico” e comincia a puntare semplicemente avanti, spingendo il Dottore a tornare mostruosamente vicino al punto più basso in cui l’abbiamo visto, ossia come “Time lord victorious” che si crede padrone del tempo.

 

Questo avviene nella puntata “the Girl Who Died” (la ragazza che morì). Invece che ripetersi, però, la serie non mette il Dottore unicamente di fronte alle conseguenze della propria hybris, ma lo porta a considerare perché sia finito in quello stato e come il proprio rapporto con Clara stia diventando deleterio per se stesso, ma soprattutto per la ragazza. Questo ci porta a considerare che cosa possiamo fare, una volta che ci rendiamo conto che il rapporto che abbiamo con una persona cui vogliamo davvero bene le sta facendo male.

 

Clara comincia con l’essere la cometa da inseguire, diventa la stella polare e quindi una meteora in una rotta di collisione dove l’ha messa il Dottore stesso, al punto che questi decide di pagare il prezzo e lasciarla andare.

 

Questa è una speculazione, ma ha un senso logico il fatto che il Dottore sapesse che la memoria cancellata sarebbe stata la propria: questa avviene tramite un congegno che Clara ha sonicizzato, invertendone la polarità, ma il Dottore avrebbe potuto tranquillamente farne a meno come aveva fatto con Donna.

Addirittura mostra di avere quella capacità nella prima puntata della decima stagione, quando fa per cancellare la memoria di Bill!

 

In ogni caso, che sia scelta consapevole, subconscia o semplice fatalità, Clara diventa il simbolo che prima guida il Dottore e quindi lo porta a essere in grado di guidarsi da solo, tracciando la vera e propria linea dell’arco di 12, dalla prima all’ultima nota del “tema di Clara” di Murray Gold.

Rory Williams

Rory cresce nella cittadina di Leadworth come amico d’infanzia di Amy e Mels, ignaro dell’identità di quest’ultima. Innamorato di Amy fin da piccolo, questa lo crede omosessuale perché non ha mai mostrato interesse per nessun altra ragazza, finché non sarà proprio Mels a far intuire la vera ragione.

La vita di Rory, divenuto infermiere, viene sconvolta con l’arrivo del prigioniero zero e sarà proprio lui ad accorgersi delle incongruenze causate dalla capacità di metamorfosi dell’alieno, la cui minaccia viene sventata dal Dottore anche grazie al suo aiuto. Due anni dopo, Rory sta per sposare Amy quando questa scappa con il Dottore: vista la natura dei viaggi nel tempo, tuttavia, dal punto di vista di Rory passa poco tempo prima che questi sbuchi fuori dalla torta per il suo addio al celibato.

Per rimediare all’infatuazione che Amy prova verso di lui, il Dottore porta la coppia a Venezia, nel Rinascimento, dove sventano l’invasione di pesci che si fingono vampiri che si fingono umani. In questa occasione, cercando di difendere Amy, Rory combatte contro un Saturniano meglio armato e molto più esperto con la spada, venendo salvato dalla ragazza grazie alla luce del sole.

Nella riproduzione onirica del Dream Lord vive una vita tranquilla con Amy, ora incinta e sembra a proprio agio. Sarà la sua morte a spingere la ragazza a scegliere l’altro sogno. Non è invece un sogno quando viene ucciso e inghiottito dalla Crepa in “Cold Blood”.

Il profilo di Rory viene ricostruito dai ricordi di Amelia per uno dei replicanti Nestene che impersonano guerrieri romani, ma è proprio la ragazza a non riconoscerlo più. Quando il suo programma si attiva, Rory è costretto a uccidere Amy con le proprie mani, ma il Dottore la metterà nella Pandorica per duemila anni, finché non sia in grado di toccare se stessa da piccola per ricostituirsi. È complicato. Invece di viaggiare nel tempo con il Dottore per arrivare subito al momento della riapertura della Pandorica, Rory aspetta 2’000 anni facendole la guardia, gonfiando così l’aspettativa di tutto il genere femminile.

Dopo aver stordito un Dalek a mani nude (tecnicalmente) e che il Dottore ha riavviato l’universo, Rory torna a vivere la propria vita serena e finalmente sposa Amelia, diventando così Rory Pond. La loro luna di miele, sponsorizzata dal Dottore, viene interrotta da un incidente, così che i due non concepiranno prima di essere tornati sul TARDIS.

Rory prova una grande compassione per i cloni di Carne, nonostante ancora non sappia che sua moglie è stata rimpiazzata con un loro simile. Dopo la rivelazione riprende il ruolo dell’Ultimo Centurione, arrivando persino a minacciare una legione cyberman per avere informazioni sull’ubicazione di Amy. Partecipa all’assalto di Demon’s Run, a conclusione del quale viene invece rapita la figlia appena nata, Melody Williams, ribattezzata dal Dottore Melody Pond.

Spacca la faccia a Hitler e lo chiude nello sgabuzzino, per poi scoprire che la propria figlia, che aveva fatto capire i sentimenti di Rory alla madre, in quanto amica d’infanzia, è la prof.ssa River Song. Sì, è proprio Doctor Who. Nel complesso Due Flussi, infestato dal chen7, Rory prende un ruolo da protagonista, visto che al Dottore non è permesso muoversi perché vulnerabile alla malattia. Qui Rory mostra di amare Amy anche al di là del tempo che per lei è passato e che quello che lo fa stare male è “non essere invecchiati insieme”.

In The God Complex il Minotauro continua a mostrare a Rory vie d’uscita perché lui, a differenza degli altri, non ha una fede su cui fare leva. In The Wedding of River Song, Rory viene rivisitato come guardia al servizio di Amy nella battaglia contro al Silenzio. Anche in questa realtà è innamorato di Amy e, pur di proteggerla, sopporta la scarica elettrica del dispositivo mnemonico.

Nel gap temporale prima di rivedere il Dottore, i Pond si sono lasciati e Rory mostra una facciata di arroganza verso l’ex moglie; nel corso degli eventi si offrirà di prendere il congegno che immunizza contro la contaminazione dalek al suo posto in quanto “ha più amore da dare”, conversazione che porta alla riconciliazione tra i due. Flirta con Oswin Oswald.

Rory e suo padre governano l’astronave di Dinosaurs on a Spaceship, così come sono vitali per la risoluzione dell’Invasione Lenta. Rory viene ripetutamente attaccato dagli angeli piangenti a Manhattan. Sarà il proprio suicidio, insieme alla moglie, a scatenare un paradosso temporale che li avvelenerà, ma un superstite lo prenderà di sorpresa, portandolo nel passato dove Amy deciderà di seguirlo.

Rory è un ESFJ… aspetta, cosa?! Rifacciamo il test… tre volte… e sì, è un ESFJ! Posto che altre fanalisi lo danno con i più disparati profili MTBI, quasi tutte concordano su che sia introverso, ma io dico che c’è differenza tra essere introversi e essere timidi. Io, un INTP, troverei molto meno difficile di molti estroversi fare qualcosa di imbarazzante, proprio perché, in realtà, la vera definizione è se le proprie energie si concentrano sul “mondo esterno” o sul “mondo interno”. In parole povere, un estroverso tende a preoccuparsi di più di quello che pensano gli altri di un introverso.

Nei pochi momenti che abbiamo dove Rory vive una vita normale, infatti, lo troviamo perfettamente inserito in qualsiasi ambiente di lavoro o sociale, come al proprio addio al celibato dove c’è una vera e propria folla… cosa che potrebbe, però, dipendere dalla modesta realtà cittadina in cui è cresciuto.

Rory non è un genio, ma è decisamente sveglio. È lui ad accorgersi di come persone comatose se ne vadano in giro per la città, fa ricerche sopra le proprie conoscenze scientifiche per comprendere il TARDIS del Dottore e sembra vantare capacità mediche superiori alla propria qualifica di infermiere. Non ha difficoltà di sorta nella vita di tutti i giorni, infatti lo troviamo sempre occupato professionalmente, con la testa sulle spalle e se la cava sorprendentemente bene anche nei viaggi con il TARDIS.

Si instaura presto un rapporto di rivalità con il Dottore, che è una costante con tutti i companion che ne condividono il sesso (sono infatti curioso di vedere come gestiranno il prossimo Dottore da questo punto di vista): il Dottore, nonostante millanti una superiorità morale, vuole sempre essere il maschio alfa a bordo del TARDIS e non perde occasione per sminuire ogni altro maschio a bordo; passa per una battuta e probabilmente la propensione del Dottore a dare il cognome della moglie sia a Rory che alla figlia è del tutto innocente, ma tanti altri indizi portano a rafforzare questa dinamica. Questo non significa che il Dottore sottovaluti realmente le capacità di Rory e che, da perfetto burattinaio, non le sfrutti a vantaggio delle situazioni. Lo stesso Rory è al corrente di questo e dice al Dottore parole che ritroveremo anche in Danny Pink, di come sia in grado di spingere le persone oltre ai propri limiti, fino a farle diventare un pericolo per loro stessi.

Il rapporto con River è qualcosa che va oltre le parole: tanto per cominciare, sappiamo che River ha avuto una relazione con un autone Nestene, e non possiamo ignorare che questo sia complesso di Elettra! Ehi, grazie che hai sogghignato, gli altri non l’hanno fatto. River pone cieca fiducia nel padre, nonostante i loro scambi di battute siano scarni e, soprattutto, spesso inerenti unicamente la situazione corrente. Persino le poche volte in cui li vediamo soli, l’interazione lascia molto a desiderare. Tuttavia, vedendo il volto del padre, solitamente fisso in uno stoicismo ebete, sussultare, spara alle proprie spalle a un Confessore del Silenzio, per dare un esempio. O forse non c’è davvero granché e ci sto leggendo troppo a fondo io.

E poi c’è il rapporto con Amy.

Ci torneremo con la funzione narrativa, ma il senso di fondo è che “essere innamorati” non fa parte della personalità. Posso descrivere Rory senza parlare di Amy, posso fare capire di chi sto parlando giocando a TabWho –che, se ci venite a trovare in fiera, dovete provare-, ma non posso assolutamente trasmettere il suo personaggio senza passare per il rapporto con la compagna. Rory è profondamente legato a Amy e questo si traduce in ogni scelta che fa, ogni parola che pronuncia, ogni pensiero nella sua testa, alle volte Rory sembra quasi un’estensione di Amy… che non vuol dire che non si possa godere del suo personaggio a parte, solo che… come posso spiegare?! Ok, prendete le scene più badass di Rory:

-davanti alla Pandorica, ficca un cazzotto alla mascella del Dottore (cosa che, per la legge di azione e reazione, avrebbe sfracellato il suo pugno, non fosse stato fatto di plastica) perché questi aveva detto “non posso perdere tempo a salvare una sola persona, non è più importante del resto dell’universo” SBAM “Lo è per me!!!” Epico! E poi rilancia decidendo di fare la guardia fuori dalla Pandorica!

-quando si scopre che Amy è stata rapita, la puntata successiva apre con un allarme in un’astronave cyberman e Rory arriva dai comandanti e butta lì una frase da duro, mentre la voce narrante di Amy lo rende ancora più epico

Ce ne sono molte altre, come su Due Flussi, eccetera, ma sono tutte, almeno a mia memoria, sempre in funzione di Amy. Questo non significa che Rory sia completamente eclissato dalla propria metà, solo che è coodipendente, al punto che ho pensato addirittura di fare questa rubrica direttamente su “I Pond” come coppia.

In generale, il suo rapporto con gli altri personaggi, in una sola parola, è “eclissato”. Rory dice una cosa e nessuno sembra ascoltarlo, indica una porta e nessuno lo prende in considerazione, sembra quasi vivere all’ombra degli altri, al punto che nelle poche puntate in cui vediamo unicamente Amy con il Dottore, non si avverte alcuna mancanza, ma di questo parleremo meglio nella terza parte, funzione narrativa.

Ci siamo lasciati su una nota dolente, che però riassume abbastanza fedelmente la funzione del personaggio di Rory, ossia come viva all’ombra del Dottore, di Amy e persino di River. Ora mettiamo tutto questo da parte e facciamo un passo indietro.

Cominciamo con qualcosa già accennato prima: il Dottore, quando c’è un altro uomo nel TARDIS, deve fare il maschio alfa. Questo vale persino nella classica, ma concentrandosi sulla nuova posso fornirvi qualche esempio:

-Quando, in Boom Town, il team TARDIS (9, Rose, Jack e Mickey) devono catturare Margaret, il capitano espone un piano elaborato per tagliarle le vie di fuga e il Dottore lo blocca, chiedendogli chi sia al comando, Jack si scusa e il Dottore invita a fare quello che ha detto lui

-Quando Mickey ha sventato il piano dei cybermen con le sue doti da hacker, il Dottore dice “al giorno d’oggi anche un idiota sa usare un computer”

Sviluppare personaggi è terreno di Russel T. Davies, al punto che questi momenti rivelano in realtà aspetti delle loro personalità in modo organico, e sono spesso momenti umoristici, non volti a sminuire il personaggio in modo gratuito.

Poi è arrivato Moffat. Moffat non è bravo a dipingere personaggi, il suo terreno è creare storie e frasi che suscitano emozioni (e, a mio parere, tessere trame articolatissime in modo geniale).

Uno strumento che userà per tutta la sua era -sebbene spesso sovvertendolo- è che il Dottore spiega chi è e i cattivi scappano. Perché le sue storie si reggano in piedi, è utile che tutti i personaggi parlino del Dottore e di quanto sia intelligente e pericoloso e invincibile, così da non aver bisogno di fargli fare grandi cose sullo schermo e noi ce la beviamo.

Come supporto a questa analisi, invito a guardare i risultati del Bechdel Test su Doctor Who: in pratica, definisce che un’opera, per non essere sessista, debba contenere due personaggi femminili con un nome che parlino tra di loro di qualcosa che non riguarda un uomo e le percentuali degli episodi che superano il test crolla drasticamente dall’era di RTD a quella di Moffat; il problema è che, a mio avviso, non è sessismo, è… 
“nondottorismo”! Nemmeno i personaggi maschili supererebbero il test!

Vorrei però specificare che a me non disturba quest’ottica tanto più incentrata sul Dottore, sebbene questo modo di crearla sia artificioso, anche perché non posso lamentarmi prima di Clara Who e poi del problema opposto; anzi, credo che tutta la storia di Clara Who possa anche essere una risposta a questo problema, ma torniamo a Rory:

Se Rory deve essere screditato sia in quanto maschio beta e sia perché tutti devono raccontare quanto speciale sia l’uomo stropicciato, quanto spazio gli resta?

Rory non è mal sviluppato, ma è generalmente blando, ed è pensato per esserlo. È pensato per essere un tipo ordinario, che vuole una vita tranquilla, ma che ama alla follia sua moglie e non disdegna vivere qualche avventura. La vera dimensione del personaggio presentato finisce qui, non è fatto per sorprenderci costantemente, è fatto per essere presentato al pubblico come una tinta unita. Questo, tuttavia, lo rende estremamente importante, perché, proprio comprendendo immediatamente quello che gli passa per la testa, siamo in grado di usarlo come punto di riferimento per inquadrare al meglio gli altri personaggi.

Ricordate prima che ho parlato di quando River spara a un Confessore unicamente per l’espressione del padre? Questo non ci dice molto su Rory, ma fa capire la personalità di River. In The Almost People questo è sfruttato per far capire rapidamente la mentalità della ragazza di Carne.

Credo che sia questa la vera forza del personaggio di Rory ed è anche il motivo per cui è uno dei personaggi più amati della serie, anche dal sottoscritto. Inoltre è un comic relief ed è il braccio armato del TARDIS, ma questo vale più o meno per tutti i companion maschili.

Per concludere, Rory è romanticismo. E se sei venuto per vedere la storia di un uomo magico che ti rapisce a girare per le stelle con la sua cabina, il romanticismo non può lasciarti indifferente!

Amy Pond

Amy cresce con un papà e una mamma completamente funzionali, grazie a un’imbeccata dell’amica d’infanzia/futura figlia Mel si fidanza con l’amico/padre dell’amica d’infanzia Rory, al giorno del suo matrimonio RICORDA il Dottore così forte che riprende a esistere e viaggia con lui alternando una carriera da fotomodella, finché non va in pensione negli anni ’60. Per essere Doctor Who, questo è semplice. Il problema è che questo è il terzo giro. Torniamo al primo!

Amy cresce in una casa desolata insieme alla zia. Una notte scrive a Babbo Natale una lettera d’aiuto perché la crepa sopra al suo letto la spaventa a morte e Babbo Nat-, scusate, il Dottore, atterra nel giardino di casa sua, lei lo assiste nella crisi rigenerativa e lui chiude la crepa. Più o meno. Dato che il TARDIS sta per collassare, ci entra dentro e riparte con la promessa di ritornare a prendere la bambina, che si siede su una valigiona preparata apposta per la futura avventura/sequestro di minore. Il TARDIS atterra dieci anni dopo, invece, e Amy è diventata adulta. Per sbancare il lunario consegna lettere vestita da poliziotta e non voglio sapere nient’altro in merito, ma si finge una vera agente quando rivede l’uomo stropicciato di tanti anni prima. Con l’aiuto di Rory e di… mi pare si chiamasse Jeff? Con il loro aiuto riescono a far catturare il Prigioniero Zero agli Atraxi, dopodiché il Dottore ruba dei vestiti, dice agli Atraxi di ritornare indietro e poi di andarsene di nuovo. Uh, la sintesi nuoce un po’ alle storie.

Il Dottore va sulla Luna e torna indietro. Ci mette due anni. Amy protesta, ma parte con lui.

Comunque, dopo aver salvato una Balena spaziale dalle grinfie della Regina d’Inghilterra, aver convinto il roboscienziato di Churchill di essere un bambino vero e aver aiutato la figliamicadinfanzia River Song da statue che parlano nell’interfono, Amelia sbatte il Dottore sul suo letto, così lui decide di infilarsi nella torta di addio al celibato del futuro marito di lei, che trascina nella Venezia del rinascimento a combattere contro pesci che si fingono vampiri che si fingono nobili e poi da un gruppo di minatori in conflitto con dinosauri sapiens, alla fine della quale Rory viene cancellato dal programma. Letteralmente. Ah, dimenticavo che si fanno anche una dormita. Uhm…

Dal momento che tanto sono già tutti tristi che Rory non ci sia più, decidono di incontrare Van Gogh e piangere tantissimo finché non scoprono che i Girasoli sono dedicati ad Amy, poi il Dottore paga l’affitto di un alloggio facendo un infuso con bustine di tè raccolte dall’immondizia e impersona Giulio Cesare per incontrare Cleopatra che è anch’essa la figlia/amica d’infanzia di Amy, così più o meno tutti decidono di rinchiudere il Dottore in una scatola.

Ah, Rory è tornato, ma è di plastica, salva Amy da un Dalek, poi le spara ed è triste, ma non quanto Van Gogh. Il TARDIS esplode facendo divorare tutto l’universo alla crepa, così il Dottore dà a Rory il cacciavite per farsi liberare dalla scatola e potergli dare il cacciavite, mettono Amy nella scatola e entrambi viaggiano 2000 anni nel futuro, solo che Rory prende la panoramica.

Intanto siamo al secondo giro, ma per fortuna questo è veloce da scrivere: Amy cresce con la zia e disegna stelle anche se le stelle non esistono, così decide di nascondersi dopo l’orario di chiusura del museo perché glielo dice un biglietto, qui si apre la scatola e incontra se stessa da grande. E qui diventa complicato.

Arriva il Dottore che incontra se stesso da moribondo che mente per farsi legare dentro la scatola e scaraventare nel sole, che è in realtà il TARDIS, ma prima salva l’amica d’infanzia/figlia di Amy dall’interno del sole/TARDIS e bullizzano un dalek/statua con l’aiuto di Rory/auton e distruggono un fez. Scusate l’abbondanza di trattini/sbarre. A questo punto, il Dottore decide che se l’universo non funziona, tanto vale spegnere e riaccendere.

Uff, che fatica, ma penso di avere finito… a che stagione siamo? ANCORA ALLA CINQUE?! Yowzah! È orribile, non lo dirò mai più.

Amy ricorda in vita il Dottore -non riporta, ricorda- e allora lui li porta in viaggio di nozze sul pianeta che ha ispirato Charles Dickens, ma la ragazza che dovrebbe cantare ai pesci per farli atterrare è congelata, così il Dottore manipola l’infanzia del proprietario del frigo facendolo salire su una slitta trainata da squali volanti. Amy e Rory si trovano quindi a dover consumare il matrimonio a bordo del TARDIS, cosa che rende loro figlia una signora del Tempo, che reincontrano dentro una tuta d’astronauta quando uccide il Dottore vestito da cowboy, così il Dottore non vestito da cowboy indaga sulla questione e scoprono che c’è il Silenzio alle spalle di tutto, ma non mi ricordo bene e nemmeno loro. Così con l’aiuto di Nixon e di Canton Delaware III ipnotizzano tutti gli umani a uccidere a vista il Silenzio dopo aver guardato Neil Armstrong.

A questo punto si scopre che Amy è incinta, ma non lo è, e incontrano una sirena fantasma che fa l’infermiera e Rory spiega come rianimarlo dopo che è morto di nuovo, sconfiggono un pianeta che mangia i TARDIS e il Dottore li porta a conoscere persone artificiali di Carne, per poi svelare che anche Amy è una di loro, così la devono salvare. Il Dottore la salva senza problemi, ma rapiscono la figlia che addestrano per essere un’assassina con la tuta di Neil Armstrong, ma questa sposa il Dottore e convince i suoi genitori a mettersi insieme dopo aver tentato di uccidere Hitler. Una nave mutaforma che viaggia nel tempo non è contenta perché voleva ucciderlo lei e invece è finito nello sgabuzzino, così la insegue, ma la lascia stare quando cura il Dottore dopo averlo quasi ucciso.

Affrontano bambole assassine, ma in realtà è un bambino/cuculo/alieno psichico, il Dottore uccide Amelia nel futuro, ma tanto nessuno se lo ricorda, e affrontano un minotauro che mangia la fede delle persone, così il Dottore insulta Amy che si offende e il minotauro muore. Il Dottore si ricorda che c’era quello che gli aveva affittato la casa, così va ai grandi magazzini, dove sconfigge i cybermen per avere un cappello da cowboy, ma come ho scritto prima il Dottore vestito da cowboy deve morire!

L’assassina del dottore/amica d’infanzia/figlia di Amy non è d’accordo, così distrugge l’universo che si trasforma in una realtà alternativa e per questo è piena di dirigibili. Così Churchill chiacchera con il Dottore, ma c’è il Silenzio e per fortuna ora Amy guida una fazione militare che combatte contro il Silenzio e però il Dottore si sposa con River che fa tornare la realtà come prima, così il Dottore viene ucciso, ma in realtà era piccolo dentro al proprio occhio, così non si fa niente. Per non dover raccontare questa storia, si cancella da tutti i database dell’universo.

Ah, tecnicamente questo è il quarto giro, però non so se il mondo con gli zeppelin conta. Quando il Dottore torna da Amy, lei e Rory hanno divorziato perché si amano troppo, così il Dottore li fa rimettere insieme mentre sconfigge un pianeta popolato da dalek impazziti, per mia fortuna Dinosaur on a Spaceship è autodescrittivo, il Dottore indossa di nuovo un cappello da cowboy, quindi deve morire, ma c’è un altro che si chiama dottore e quindi muore lui, il Dottore gioca alla wii mentre ci sono dei fermacarte che invadono il pianeta e un anno dopo lo salvano e a Manhattan Rory si accorge che non è morto abbastanza volte, così si suicida, ma Amy salta con lui e invece muoiono gli angeli piangenti, tranne uno che li porta negli anni ’60 dove il Dottore non può andare perché –oh, guarda quanto ho scritto, diamoci un taglio!

La storia di Amy è lunga e confusa, perché è anche la Storia del Dottore, di River e di Rory. Ci sono degli sviluppi dietro le quinte, ma sono molto secondari rispetto a quelli di Clara e hanno meno spazio rispetto, per dire, a quelli di Martha che diventa cooprotagonista in uno spinoff.

Per l’amor del cielo, non riesco a capire la personalità di Amelia secondo il test MTBI! Ho provato a fare il test mettendomi nei suoi panni, mi è uscito ENFP, ma non mi convince: su internet ho trovato una spiegazione sul perché sia ESFP e mi piace molto, quindi andrò con quella.

Forse è il caso che spieghi che cosa sono queste sigle che butto lì: c’è un test della personalità molto popolare e affidabile, almeno in apparenza, che potete fare anche voi in dieci minuti liberi su16personalities.com, che suddivide i tipi di personalità in base a quattro categorie distinte. Per Amy queste sono Estroversa, Sensibile, Ricettiva (Feeler) e Percettiva (ossia va con il momento, invece di pianificare attentamente).

La caratteristica più importante per il suo contributo alla storia, è probabilmente il fatto che sia sensibile, mentre il Dottore è permeabile ai sentimenti come un muro di mattoni coperto di piombo. Amy non pianifica a lungo termine, percepisce emozioni e agisce di conseguenza, sistema che funziona spesso adeguatamente. Amy capisce subito che River sia la futura moglie del Dottore, che il Dottore sia gentile nello stesso modo della balena astrale e tenta di guarire la depressione di Van Gogh dandogli speranza per il futuro. Questo la porta anche ad agire d’impulso, afferrando una pistola e sparando all’Astronauta Impossibile, dimenticando la propaganda sulla balena astrale, tentando di sedurre il Dottore e buttandosi con l’auto nel fianco di una casa. Per contro si aspetta che anche le altre persone leggano i suoi sentimenti come lei, irritandosi tutte le volte che Rory pensa che lei sia innamorata del Dottore o quando crede di amarla più di quanto lei non ami lui.

Non è comune che Amy prenda una decisione basata sulla logica, ma quando lo fa perché riguarda qualcuno che ama, è praticamente impossibile farle cambiare idea. Questo lo vediamo sia quando vuole impedire che il Dottore muoia che quando divorzia da Rory per permettergli di avere bambini con un’altra donna.

È più facile vedere Amy come entità distinta da Rory che il contrario, perché è prona all’azione, piuttosto che alla reazione: mediamente, Amy prende una decisione che comporta conseguenze e Rory si muove per sostenerla o riparare ai danni causati. Per quanto possa suonare male, in realtà questo rapporto funziona molto bene in pratica, perché aiuta Amy quando in difficoltà e impedisce a Rory di ristagnare apaticamente.

Tuttavia è la prima caratteristica, l’attenzione alle emozioni, che la rende preziosa per il team TARDIS, capace di guardare le cose da una prospettiva diversa rispetto al signore del Tempo, abilità che si rivela spesso preziosa per la riuscita dei suoi piani. Per contro, vive il proprio rapporto con il Dottore come uno di amicizia, non reagendo bene agli ordini se non in situazioni estreme. A Amy piace dare ordini, non riceverli, anche se mitiga spesso l’autorità con sprazzi di umorismo. Per il Dottore questo non è un grosso problema, tuttavia, perché solitamente manipola i propri companion a fare quello che vuole, invece di dare loro ordini.

Quando Moffat ha preso le redini della serie, l’ha impostata come un soft reboot: nessun personaggio ricorrente delle stagioni passate sarebbe comparso, con l’eccezione di River che era comunque una sua creazione, dottore nuovo, TARDIS nuovo e companion nuovi. Così, dopo una prima comparsa di introduzione, lo status quo mostrato erano lui e Amy a viaggiare nel TARDIS. Questo è stato tradotto nella serie come un vero e proprio imprinting del Dottore rigenerato verso la piccola Amelia: Amy sarebbe diventata la sua migliore amica, la compagnia di viaggio, il braccio destro e la sua confidente.

Però Doctor Who non era veramente ricominciato da capo e, nonostante solo in quel momento la serie fosse cresciuta in popolarità oltreoceano, moltissimi erano i fan dei due dottori che hanno visto la serie riprendere dopo i due decenni di fermo. Le prime due companion, Rose e Martha -sia chiaro che queste analisi le porto avanti solo dal New Who, guardando alla classica solo quando necessario- avevano entrambe avuto un interesse romantico verso il Dottore, cosa che era diventata un espediente comico con Donna, quando qualcuno insinuava una possibile relazione e veniva smentito in coro dai due: serviva una risposta adatta anche per Amy e questa venne fornita prima con il tentativo della ragazza di sedurre il Dottore e poi con l’introduzione del fidanzato, Rory, nel team TARDIS. La serie avrebbe ancora giocato con l’idea, ma solo come espediente comico, rendendo il rapporto tra Amy e il Dottore effettivamente platonico.

L’introduzione di Rory aveva anche creato un Team TARDIS trittico che raramente si era visto prima: sia Jack che Mickey sono rimasti relativamente poco a bordo del TARDIS, mentre Rory era qui per restare. Quando non era morto. Un’altra funzione di Amy era quella di giustificare questa coesione, facendo da ponte tra il marito e il Dottore, creando un team compatto, relazione poi messa nero su bianco proprio alla fine della loro era, con The Power of Three.

Inoltre Moffat aveva anche un’altra visione da mettere in pratica: una trama orizzontale più pesante e incisiva nella serie, infarcendo le puntate di easter egg che culminassero nei finali di stagione, come già abbozzato con “lupo cattivo” e “saxon” di RTD. Per creare questa storia, invece di limitarsi al Dottore o collegare la companion in chiusura come con Donna e Rose, Moffat ha deciso di rendere tutti i membri del Team TARDIS, più River Song, parte integrante della questione: non solo Amy è la madre di River, ma viene concepita a bordo del TARDIS per ragioni mostrate nella serie, viene rapita e tenuta prigioniera da Madame Kovarian e la ucciderà nell’universo senza tempo, prenderà la decisione di non rivelare al Dottore di averlo visto morire e si prenderà cura di impedirlo, arrivando a sparare all’astronauta. Le sue decisioni hanno un peso a lungo termine sulla serie, in sostanza.

Anche questo, come usanza di Moffat, viene celebrato tra le puntate, quando il Dottore rigenera e ha una visione di Amy che scende le scale del TARDIS e gli accarezza il volto per augurargli la buonanotte, chiudendo il cerchio della vita dell’undicesimo Dottore.

La tendenza a dare più spazio ai companion verrà poi confermata con Clara, da cui la differenza è probabilmente solo una questione di proporzioni. Gli archi narrativi coinvolgono Amy, non collimano su di lei, lasciando il Dottore in una posizione centrale, che mi pare funzionare di più, ma, in ultima istanza, è una questione di gusti.

Amy ha tuttavia un grosso problema: è una donna forte, determinata, sicura di sé, pronta a prendere una decisione attiva e agire d’istinto pur di salvare il Dottore. Anche River è una donna forte, determinata, sicura di sé, pronta a prendere una decisione attiva e agire d’istinto pur di salvare il Dottore. Anche Clara è una donna forte, determinata, sicura di sé, pronta a prendere una decisione attiva e agire d’istinto pur di salvare il Dottore. Se estendessi di poco la definizione, potrei farci anche rientrare Missy, Kate e, dopo la nona stagione, persino Osgood: Amy Pond è stato il primo esempio di donna moffattiana, personaggi femminili dotati di una forza e indipendenza presunta, che in ultima analisi dipendono e vertono sul Dottore. Questo problema si estende all’altra serie contemporanea di Moffat, Sherlock, creando una cattiva reputazione per lo showrunner, che ha a mio avviso in parte risolto nell’era di Capaldi, sia con Bill che con la rivisitazione di Clara.

Mi rendo conto che possa essere troppo pretendere che la storia verta sul Dottore, ma che i personaggi siano liberi di indicare altrove, ma, per quanto preferisca il modo di raccontare le storie di Moffat, devo ammettere che Davies è riuscito tranquillamente in questo obiettivo.

River Song

Concepita sul TARDIS, Mel nasce come una bambina molto speciale, al punto da spappolarsi tra le mani della madre a Demon’s Run. Ok, quello era solo il clone di carne, ma non posso essere l’unico a preoccuparsi quando, dopo un’intera puntata doppia a stabilire che i cloni di carne sono persone, nessuno si preoccupi del destino di quella povera bambina, né di Amy, liquefatta dal Dottore stesso! Comunque Melody Williams, o Pond, come sarà conosciuta per dieci minuti, viene rapita da una fazione estrema della Chiesa del Silenzio che all’epoca forse si chiamava solo la Chiesa, ma quella fazione viene dal futuro e si fa chiamare solo il Silenzio, ma, ehi, è Doctor Who. Come se non bastasse, questa parte della vita di Melody è resa più confusa dalla capacità dei confessori di cancellare i ricordi che li riguardano che a quanto pare non si può disattivare. Non sapete che casino sia per un confessore sistemarsi la cravatta allo specchio: ogni volta che distolgono lo sguardo non si ricordano se l’hanno già fatto. Comunque, sappiamo che viene condizionata per essere un’assassine e a un certo punto è sola e spaventata e decide di chiamare Nixon, il che la rende più sola e spaventata. Grazie all’intervento di Scotland Yard, la bambina viene ritrovata e l’agente Gambe le spara in testa, ma la bambina non muore grazie alla tuta di Neil Armstrong, capace di meravigliosi pezzi Jazz.

La bambina, comunque ferita, va in un vicolo ed esplode. Mel cognome omissis diventa una compagna di classe di Amelia e Rory, crescendo come loro grande amica, da adolescente sarà anche la scintilla che li farà mettere insieme e, da adulta, guiderà in un campo di grano per finire addosso al Dottore, da cui si farà accompagnare nel terzo reich per il bat mitzvah di zingari omosessuali, ma poi decide di uccidere Hitler, già preso a pugni da Capitan America e dall’Ultimo Centurione, ma se lo meritava. Invece uccide il Dottore. Ah, nel frattempo si è fatta bionda. Siccome Amy le dice che uccidere il Dottore è male, gli cede tutti i suoi 1-up (ah, due super Mario reference in una sola rubrica!) e il Dottore sta bene! Urrà!

River finisce in ospedale e poi all’università, dove si laurea in archeologia. Visto che viaggiava anche nel tempo, e nel settore è malvisto, Kovarian la rintraccia e la manda nello Utah per punizione, che secondo me è esagerato. Qui uccide il Dottore, ma lo sposa, così lui non si fa niente. Viene naturalmente messa in prigione, dove nessuno ha mai guardato Batman e Robin e non conoscono l’utilità delle labbra di gomma, così vengono ipnotizzati innumerevoli volte consentendole di andare e venire come le pare e piace.

Qui diventa un casino, perché River viene coinvolta negli eventi che comportano il proprio rapimento e aiuta il Dottore senza essere determinante per non riscrivere la propria storia. Vivrà molte avventure con il Dottore, di solito chiedendogli che lo venga a prendere deturpando manufatti storici. Qui è molto interessante la direzione che hanno preso le sue storie nella Big Finish, che le fanno incontrare diverse incarnazioni passate del Dottore, sebbene siano costretti a far sì che queste non si ricordino di lei perché solo la BBC è autorizzata a incasinare la propria continuity. Quando l’undicesimo si cancella dalla storia, River ritorna in tribunale per riaffrontare la propria condanna a 12’000 ergastoli per omicidio chiedendo semplicemente “di chi?” Dopo una serie di giochi di parole che in italiano non rendono, sono costretti a lasciarla andare. Le verrà una vera e propria passione per gli angeli piangenti, sebbene muoiano tutti attorno a lei ogni volta che indaga su di loro.

Non conoscendo gli eventi di Trenzalore, non sa che il Dottore si è rigenerato ancora e impiega un po’ a riconoscere il dodicesimo, con il quale fa una cena romantica alle torri cantanti di Darillium, dove ti portano gli antipasti subito e passano con il primo a metà serata, così rischiano di morire di fame. Sopravvissuta, va in biblioteca dove incontra il decimo, il Dottore a cui tutte muoiono dietro e gli muore dietro, ma lui la salva. Su un floppy disk. Sì, è morta.

PUNTO INTERROGATIVO???!!?!?

No, cioè, dovrebbe essere morta, ma qui colgo occasione per ribadire che River, pur non essendo Gallifreyana, è una Signora del Tempo e venire salvati in formato digitale è proprio quello che succede a tutti i Signori del Tempo quando muoiono, cioè in Matrix (quella noiosa in cui nessuno schiva proiettili ballando il limbo, non quella dell’omonimo film) e se uno sceneggiatore volesse, potrebbe riportare tranquillamente River in vita nello stesso modo in cui è tornato Rassilon e anche il Maestro (forse… spero di non dover mai fare una di queste rubriche sul Maestro!).

Partiamo dal profilo MTBI: River è, come al solito, sottoposta a una miriade di analisi contrastanti. A me il test viene ENTP, ma concordo con una che la vuole ENTJ, per un semplice motivo: l’ultima lettera sta per Perceiving o Judging e, in sostanza, descrive se una persona tende a reagire impulsivamente agli eventi o ad attenersi al piano metodicamente. Il problema di River, da questo punto di vista, è che “reagire impulsivamente agli eventi” è “il piano a cui si attiene metodicamente”. Vedete il paradosso?!

C’è poi un altro problema generico: gli unici momenti di vita “ordinaria” di River riguardano la sua infanzia con i Pond e sono riassunti in pochi minuti e mai approfonditi nel medium principale. River si vede solo in situazioni di forte azione o comunque particolari e non è facile capire come organizzerebbe la propria vita, altrimenti. L’unico punto sicuro è che la Professoressa odia annoiarsi e ha diversi metodi per impedire che avvenga, mettendosi volentieri in situazioni di rischio o pericolose (che si addice di più agli impulsivi “P”) che tiene però sempre sotto controllo (come una “J”!) sapendo che, se le cose andassero del tutto storte, può sempre incidere una scritta su un manufatto antico e troverebbe il Dottore a prenderla dopo la porta successiva.

Sul serio, l’unico carattere su cui si possa fare affidamento è che River sia profondamente estroversa, sebbene anche qui abbia hobby preferiti dagli introversi, come studio e lettura, ma questa non è una regola generale: quello che importa è che a River piaccia far “festa” e si svaghi e si ricarichi mentalmente passando tempo con gli altri, facendo vedere quanto è in gamba e capace, senza per questo diventare arrogante o disconoscere i meriti altrui. È attenta sia agli schemi logici che alle emozioni delle persone, mettendo a repentaglio la T di “Thinker”, ma sembra comunque analizzare le persone come qualsiasi altro puzzle, affidandosi a un intuizione che potrebbe anche essere una capacità di analisi mostruosamente veloce.

Credo che il problema principale nell’analizzare River sia che il suo tratto più marcato è l’essere non umana. Fa raramente errori e quando succede se ne assume la colpa e ne affronta le conseguenze, salvo poi evadere ogni volta che le gira.

River ha due tipi di rapporto: profonda fiducia e conoscenza che mantiene con il Dottore e i Pond, conoscendo ogni loro caratteristica fin dall’inizio -è cresciuta studiando il Dottore come bersaglio e insieme a Rory e Amy- oppure superiore in tutto, come con le varie figure al proprio servizio, tra cui Nardole e alcuni mariti brevemente introdotti nello speciale di Natale con Capaldi. In genere, capisce molto bene le persone e sa come usarle.

Una grossa caratteristica di River è finalizzare la conoscenza al proprio utilizzo: non si limita alle persone, ma anche al TARDIS, al punto che la prima idea che le viene in testa è usarlo per andare a uccidere Hitler. Vive in un’eterna partita a scacchi giocata alla velocità della luce, al contempo drogata di adrenalina e attenta manipolatrice. L’unica persona in grado di tirare i suoi fili è il Dottore stesso ed è probabilmente questo il motivo per cui si innamora profondamente di lui.

Proprio nel suo rapporto con il Dottore, River che vive un metro sopra la testa di tutti, viene mostrato come si comporta di fronte a una persona che ritiene superiore a sé, nutrendo un’ammirazione reverenziale che nasconde quando interagisce direttamente con lui, insultandolo o dicendo che lo odia molto spesso, tsundere che non è altro. Per quanto non le faccia piacere che il Dottore abbia avuto anche altri interessi romantici, non è gelosa nei suoi confronti e interagisce tranquillamente con Clara quando solo lei può vederla, o almeno così crede, salvo poi rinfacciare ogni tresca del Dottore davanti a lui quando lui le elenca i suoi mariti.

Direi che possa bastare con la personalità. Come detto più volte mi trovo abbastanza in difficoltà ad analizzare River e, se aveste il piacere di aggiungere qualcosa, non fate complimenti, ammetto che questa analisi lascia un po’ a desiderare.

Che come titolo è un po’ fuorviante. Mettiamo i puntini sulle i: da un punto di vista narrativo, River non è una companion. Per niente, nel modo più categorico possibile. Nemmeno lontanamente rappresenta lo spettatore nel modo in cui fanno altri personaggi e non viene mai strumentalizzata per spiegare tutto mumbo-jumbo scientificoso che fa il Dottore, anzi, rilancia con il proprio. Sotto molti punti di vista, avere una puntata con River è come avere un multidottore, dove entrambi viaggiano nel tempo, sono iperintelligenti e in grado di far fronte a ogni situazione e si sospetta che River chieda l’aiuto del Dottore solo quando si annoia o quando non ha spicci per un taxi.

Per contro, è una figura importante nella vita del Dottore, perché è sua moglie. E direi basta: c’è un imprinting reciproco tra i due, dal momento che il Dottore affronta la missione di andare a cercare River da piccola dopo il momento dove era più fragile, essere stato sconfitto a Demon’s Run, subito dopo aver conseguito un’apparente vittoria incredibile, mentre River ha vissuto due infanzie distinte, una vedendo il Dottore temuto come un mostro demoniaco e l’altra attraverso gli occhiali rosati della piccola Amelia che lo considerava un personaggio fiabesco.

La conseguenza è che River, solitamente, non è supporto nelle storie, è la figura che le avvia. Raramente è il Dottore a cercarla e quando questo avviene, viene rifiutato (Sempre Demon’s Run). Potrei quasi dire che River Song non sia nemmeno un personaggio, bensì un’ambientazione, una caratteristica ulteriore che viene data a un racconto per renderlo particolare o addirittura attorno al quale far girare tutto. Il fatto è che River è attrezzata per essere una protagonista assoluta o almeno la figura chiave per risolvere il problema del momento e Moffat era restio a spodestare il Dottore da quel ruolo dove era rimasto per quasi 50 anni. Finiscono, quindi, in una situazione di coprotagonismo… proprio come in un multidottore!

Un motivo per cui River è stata molto criticata, è l’immagine della Donna moffattiana, in apparenza forte e indipendente, che invece finisce per tenere il Dottore su un piedistallo e nominarlo ogni due battute. Questo, però, raddrizzando la storia di River dal proprio punto di vista, come ho scherzosamente fatto nella prima parte, diventa piuttosto plausibile: River è sempre ammaliata dal Dottore, fin dall’infanzia, ma è comunque fermamente intenzionata a ucciderlo, cosa che fa, solo per essere convinta da Amy a guarirlo. La critica che mi sento di fare è che la storia diventa un po’ troppo densa di personaggi che raccontano quanto sia mitico il Dottore e sarebbe stato carino vedere che River si convince di questo tramite qualcosa che il Dottore avesse fatto, invece di aver contratto il morbo “telldontshow” dalla madre e essere cambiata in questo modo, ma, ehi, quella puntata aveva bisogno di spazio per eliminare un personaggio carismatico di colore e mostrare un inglese che picchia Hitler, quindi lo capisco!

Donna Noble

Donna Noble fa una vita da precaria, rappresentando una donna di… aspetta, quanti anni… oh! OH! Lo sapevate che la sua età non viene mai rivelata?! Beh, dimostra una quarantina, perché era l’età dell’attrice, ma credo che sia intesa per essere una trentenne: saltando da un lavoro di stagista all’altro, Donna non riesce a focalizzarsi su una carriera definita, restando una donna anonima in una folla di gente, costantemente soffocata nell’ordinarietà della propria vita. Figlia di Geoff e Sylvia, una donna che certamente non la spinge in modo costruttivo a definire la propria vita, cresce con l’aiuto del nonno Wilfred.

Incontra il Dottore nel giorno del proprio matrimonio con Lance, che in realtà lavorava con l’Imperatrice dei Racnoss. Quando il Dottore sconfigge la razza aracnide, Donna mostra un aspetto che spesso non consideriamo, ossia come a volte tenda ad andare oltre misura, dal momento che ha deviato l’intero Tamigi per travolgere i propri nemici, sterminandoli. Rifiuta di seguirlo perché spaventata dal suo lato quasi divino, ma, dopo un altro periodo di lavori precari, si metterà a cercarlo attivamente.

Donna e il Dottore vivono innumerevoli avventure e segnerà un importante sviluppo del suo personaggio in Fires of Pompeii, dove lo spinge a cambiare in minima parte il corso della storia. In storie come Midnight abbiamo la dimostrazione di come sia diverso il loro rapporto rispetto a quello avuto con Rose e Martha: sono amici alla pari, che viaggiano insieme nello spaziotempo tenendosi compagnia e spalleggiandosi. Il Dottore resta spesso meravigliato da Donna, che ovviamente ricambia l’ammirazione, senza che ci siano risvolti romantici, nonostante un bacio che lo aiuti a scongiurare un avvelenamento da cianuro in The Unicorn and the Wasp. È in Journey’s End dove trova la propria fine come companion, assimilata parte della mente del Dottore, che il suo corpo umano non può sostenere, spingendolo a sigillare quelle conoscenze, assieme al ricordo dei propri viaggi insieme.

Donna comparirà brevemente in The Last of the Time Lords dove scopriremo che il Dottore ha messo un sistema di sicurezza nella sua mente per impedirle di ripristinare i ricordi e proteggerla da attacchi alieni. Si sposa infine con Shaun Temple, che l’ha aiutata in quell’occasione e diventa ricca grazie a un biglietto della lotteria portatole dal Dottore.

Donna Noble è una ESFP, o almeno credo. La parte “estroversa” mi torna molto poco: sicuramente tende a non avere difficoltà a presentare la propria facciata alle persone, addirittura facendo molte pressioni per metterlo in mostra, ma ha bisogno di passare del tempo da sola, molto spesso. Questo mi spinge a pensare che sia una persona ambiversa, cioè che manifesti i caratteri in modo alterno, facendo l’espansiva con le persone, ma avendo bisogno di “ricaricare le batterie” lontano da tutti.

Non sembra essere un’attitudine naturale: il suo modo di entrare con la delicatezza di un calcio rotante sui denti in mezzo alle persone pare essere parte della palese facciata che si è costruita, un ego mastodontico piantato in cima alla cattedra di un tribunale, sempre pronto a dire quanto torto abbiano le persone e a rimetterle in riga: proprio questo aspetto tende a essere il più affascinante. Donna non è veramente una tosta agguerritissima, si è solo costruita questa specie di Golem da battaglia interiore che la difende automaticamente da chiunque ritenga esserle superiore, ossia praticamente tutti. Sembra dare addosso a tutti, ma il giudizio più severo lo riserva per se stessa, assolutamente convinta di non meritare che una banale monotonia dalla vita.

I fatti le daranno torto, ma, purtroppo, questa crescita le sarà negata per via della cancellazione della memoria.

Inoltre Donna è anche un’amica meravigliosa: ottenuta la fiducia del proprio guardiano interiore, gli amici con cui stringe legami, specificatamente il Dottore, possono contare su una persona che sappia quando sgridarli, quando spronarli e quando saper semplicemente dire “se vuoi parlarne, sono qui”. Ha anche uno spiccato istinto materno, come dimostrato nella realtà artificiale de La Biblioteca, sebbene sia discutibile, dal momento che River è invece materna come uno sgabello e sembra comunque miss mamma 2000, all’interno del software: non solo ha un affetto naturale verso i propri bambini di 1 e 0, ha anche un istinto protettivo nei loro confronti, cosa che il software usa a proprio vantaggio per tenerla intrappolata.

Il suo rapporto con il Dottore è forse il più incisivo con i compagni della serie nuova, perché diverso da ogni altro visto in precedenza: Donna non è una subalterna del Dottore, ma una sua pari, in grado di rimetterlo in riga e impartirgli lezioni morali. Per quanto sia stata importante Rose, è Donna quello che lo ha spinto a cambiare, sebbene questo lo porterà, in un primo momento, a diventare “il Signore del Tempo Vittorioso”. L’impatto è stato tale da influenzare anche la psicologia del 12° Dottore, che sceglie la faccia di Caecilius per ricordarsi quanto imparato con lei… ovviamente sempre la parte sbagliata, ma, ehi, fare il dio è un mestiere difficile.

Donna ha anche un’innata complicità con altre spalle femminili che vediamo nella serie, come Jenny e Martha, meno con Rose e River, basata su frecciatine ai danni del Dottore. Sembra comprendere molto bene la loro posizione, forse identificandosi in quella posizione di inferiorità.

Proprio il complesso di inferiorità è quello che pare affliggere in pieno la donna, che non si dà pace per la propria posizione lavorativa precaria, atteggiamento probabilmente derivato dalla madre. Tristemente vediamo Donna comparire e lasciare la storia proprio nel giorno del suo matrimonio, che entrambe le volte sembra essere “il giorno più importante della sua vita”. Tristemente perché… beh, lo vediamo in Funzione Narrativa.

Cominciamo da dove abbiamo lasciato in personalità: Donna si sta sposando sia quando viene incontrata che salutata dal Dottore. Il matrimonio è un importante topos in molte opere, soprattutto in tante commedie romantiche dove si dimostra il punto di arrivo e la coronazione del viaggio dei protagonisti: qui il senso, a mio avviso, è decisamente critico. Donna ha salvato l’intero multiverso e ogni forma di vita non dalek che possa esistere, con un impatto sul Dottore stesso che porterà a salvare ancora altre vite in futuro, eppure lei finisce per sposarsi, come se non fosse stata altro che la protagonista di una commedia rosa dall’inizio, forse ragione del nome, “Donna”, appunto, la cui etimologia non è oscura agli inglesi.

Questa è una lettura forzata della cosa, ma non stona con il contesto: Donna è una precaria e salta da un lavoro all’altro. Russel T Davies, fin dal suo primo dottore con Eccleston, ha inserito i temi della classe operaia all’interno delle storie e la condizione di Donna è proprio quella tipica delle donne europee che faticano più degli uomini a trovare un lavoro stabile, non certo per differenze di capacità, quanto per il “problema” che una loro gravidanza potrebbe comportare al rendimento sul posto di lavoro. Quali che siano le cause, è comune la disparità di salari, al punto che solo il 12% delle donne lavorava in una situazione di pari salario con controparti maschili ad Aprile 2018 (cioè quasi 10 anni dopo questa critica).

Tornando alla commedia rosa, Donna e il Dottore rimarcano spesso il fatto di non essere una coppia, altro chiodo alla bara della teoria del ribaltamento della commedia rosa. Questo è stata una decisione estremamente calzante anche nei confronti del pubblico: dopo la coppietta in vacanza nel tempo e nello spazio di 10 e Rose, Martha ha avuto difficoltà a inserirsi proprio perché presentata come rimpiazzo romantico (ne parleremo la prossima settimana), mentre Donna mette subito in chiaro che il Dottore non le interessa in modo più che platonico. Questo viene anche enfatizzato nelle riuscite gag di RTD, come il momento in cui il clone del decimo si presenta davanti a Donna completamente nudo e il modo in cui reagisce lei, tra l’imbarazzato e lo schifato: nonostante si dimostri caldamente interessata alle attrazioni di Jack, il quale ironicamente non flirta unicamente con lei nel corso della sua permanenza sullo schermo, il Dottore non le interessa minimamente come partner, tenendo fede a “you’re not mating with me, sunshine” del suo debutto come companion full time.

Un altro elemento interessante di Donna è come lei completi nel proprio ciclo il viaggio dell’eroe in modo quasi letterale, dalla “chiamata all’avventura” e iniziale rifiuto, fino al “ritorno con l’elisir”, dove Donna è diventata uno dei “tre dottori”, con un sadico colpo di scena finale, dove perde tutto e anche la crescita compiuta. È uno schiaffo morale che lascia poche persone indifferenti, perché nega proprio tutto quello che l’eroina ha guadagnato nel corso della propria avventura e che siamo abituati a veder mantenere all’eroe.

Martha Jones

Martha nasce nell’86. Si laurea in medicina e comincia a lavorare al Royal Hope Hospital di Londra, che presto viene trasportato sulla Luna dagli Judoon. Sapete, tanto per potere operare al di fuori della giurisdizione terrestre…

Qui incontra il decimo dottore e comincia a viaggiare con lui, che le offre un viaggio come ricompensa per l’aiuto, finché non si afferma come companion in pianta stabile. Assieme a lei assisterà alla morte di Faccia di Boe che gli suggerirà che non sia l’ultimo Signore del Tempo, mentre la presenza di Saxon si fa sentire sempre di più, con la rivelazione finale del Maestro, in uno dei crescendo più sconvolgenti della serie. Certo, per il pubblico che era al corrente di chi fosse il Maestro, ma possiamo darlo per assodato in UK…
Risolta la questione di Saxon, saluta il Dottore, decidendo di porre fine ai loro viaggi, ma mantiene un modo per contattarlo.

Comincia a lavorare per la UNIT, e, in visita a Torchwood, copre il ruolo di medico di Harper, sospeso per le sue condizioni. Usa il numero del Dottore per chiedergli aiuto in occasione dell’invasione Sontaran, a seguito della quale fa un ulteriore viaggio con lui e Donna Noble. Lo aiuterà, inoltre, a combattere Davros e i dalek quando trasportano la Terra alle Cascate Medusa. In un momento seguente, conoscerà Mickey Smith e lo sposerà, per poi vedere il decimo dottore per l’ultima volta, quando li aiuta contro un sontaran che li avrebbe attaccati di sopresa.

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La personalità di Martha Jones ricade probabilmente nel profilo ESTJ: è onesta, ama socializzare e trascorrere il proprio tempo in compagnia, è sensibile (SOPRATTUTTO IN CONFRONTO A USCITE MOSTRUOSE CHE SI FA IL DOTTORE IN QUESTA STAGIONE!), ma è anche razionale, ed è cauta a giudicare. Un ottimo esempio di come sia capace di adeguarsi alla varie situazioni, è come abbia affrontato dover lavorare come domestica per John Smith in Human Nature e come abbia salvato l’intero pianeta da tutta la situazione con Saxon. La sua capacità di socializzare immediatamente è esemplificata dal rapporto che crea istantaneamente con Jack Harkness e Shakespeare, mentre le puntate di Torchwood sono forse il più alto punto del suo acume.

A differenza di molti altri companion, Martha affronta il proprio rapporto con il Dottore sapendo fin da subito che cosa vuole. È affascinata dall’uomo e vuole intrattenere con lui un rapporto romantico, trovandolo purtroppo in una situazione ermetica, dovuta al doloroso addio con Rose Tyler. Proprio il suo paragone con questa diventa uno spettro che infesta il loro rapporto, quando il Dottore non fa troppi complimenti prima di metterla a paragone con la prima compagna che ha avuto dopo la Guerra del Tempo e con cui ha avuto un innegabile legame empatico, che è un peccato, dal momento che la nuova coppia potrebbe formare un ottimo rapporto di amicizia: Martha è estremamente socievole e infinitamente disponibile, capace di legare con chiunque restando ferma nei propri principi, nonostante sia in grado di comprendere il punto di vista altrui, come evidenziato specialmente negli episodi di Torchwood che la vedono in scena, nella seconda stagione dello spin-off.

L’unico rapporto che la vede realmente in difficoltà è quello che intrattiene con la famiglia: Martha è sicuramente segnata dal divorzio, ma in maniera più pratica che emotiva. È uno stress continuo per lei avere a che fare con i propri familiari, con cui deve costantemente fare da paciere, supportato unicamente dal grande affetto che prova nei loro confronti. Un perfetto esempio lo troviamo nella sorella Tish, che vediamo in primo piano nella puntata The Lazarus Experiment. Proprio la sorella mostra in una qualche misura un complesso di inferiorità nei confronti di Martha: non a caso, come stiamo per vedere!

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Per capire che gran personaggio sia Martha, dovete guardare Torchwood. Può essenzialmente essere uno dei principali motivi per guardare Torchwood, ma questa è un’altra storia. C’è tuttavia una puntata che esemplifica alla perfezione tutta la tenacia di quella che è forse la companion meno amata del new who: The Doctor’s Daughter. La puntata crea in poco tempo una squadra che deve risolvere il problema di turno, composta da Dottore e Donna, team della stagione, Jenny, a cui è dedicato il titolo della puntata e la guest star, Martha Jones. Molto presto, però, la squadra si deve dividere nei due scenari: la colonia umana e quella degli Hath, degli alieni che, era di RTD, sono essenzialmente uomini con la testa di pesce. Una squadra, a discutere con umani che parlano perfettamente la loro lingua, composta da un signore del Tempo, la donna più importante dell’universo e, beh, praticamente un’altra signora del Tempo; l’altra composta esclusivamente da Martha, in mezzo ad alieni con cui non può comunicare. Nell’arco di una dozzina di minuti, Martha non solo se la sta cavando meglio del resto del gruppo, è diventata talmente amata dagli hath che uno di loro si sacrifica per salvarle la vita.

Il Dottore e Martha sono una pessima, pessima, atroce squadra: il Dottore, per funzionare al meglio, ha bisogno di qualcuno che copra i suoi punti deboli, a cui insegnare per potersi mostrare migliore di quello che è. Martha non ha nulla da imparare dal Dottore, è già formata e incredibile di suo, al punto che l’unica differenza che intercorre tra lei e il decimo è il vantaggio dell’ultimo di avere una macchina del tempo e conoscenze provenienti da una civiltà infinitamente più avanzata della loro. Martha porta avanti uno dei piani per fermare Davros, che la porta a confrontarsi con dei maledetti Dalek che gridano in tedesco(!!!) e la sceneggiatura è costretta a risolvere la cosa con un deus ex machina, altrimenti ce l’avrebbe fatta!

Il punto principale è che, non solo il Dottore rende meglio quando deve essere ad esempio per un compagno meno esperto, ma anche la serie è pensata per mostrare il Dottore al centro delle vicende e protagonista assoluto della storia (non credete a chi dice che siano i companion, tipo Moffat…), stentando a dividere il proprio tempo tra due veri e propri eroi, entrambi in grado di risolvere il problema. È una situazione analoga a quella che si era creata con Liz Shaw, companion -o meglio assistente- del terzo dottore, rimpiazzata molto in fretta con Jo Grant, decisamente meno esperta e con un maggior bisogno degli insegnamenti dell’alieno.

Non credo sia questo, tuttavia, il motivo per cui Martha risulta indigesta a molti fan: è una questione di tempismo. Il decimo dottore si è appena separato da Rose e, immediatamente dopo, un’altra ragazza si trova a prendere il posto di questa, proponendosi anche come nuovo interesse romantico. È una di quelle cose che possono essere difficilmente notate, se non riesci a guardare la situazione nel proprio complesso: il fatto che Martha sia dichiaratamente interessata al Dottore, invece da tenere nascosti i propri sentimenti, la estranea da un cliché fin troppo abusato, che la rende più interessante; al contempo, però, è la peggiore scelta possibile, soprattutto immediatamente dopo il tragico epilogo con Rose, costruito nel corso di due stagioni, apparendo un facile ripiego.

Nonostante questo, non credo che si possa definire un fallimento narrativo: è stato più un modo per ricalcare sopra la storia di Rose con un rapporto che mostrasse un lato diverso del Dottore, di come possa essere un rapporto che lui non ricambia, permettendo di ottenere nuove informazioni sul personaggio con l’usuale sottigliezza di RTD. Se solo non ci fosse rimasta in mezzo la povera Martha…

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Mickey Smith

L’infanzia di Mickey è decisamente difficile: per ragioni che vengono esplicitate unicamente in fonti diverse dalla serie (un romanzo), viene allevato dalla nonna e sembra essere un fiero membro della working class all’età di 22 anni, quando lo incontriamo in Rose. Se questo non bastasse, viene divorato vivo da un cassonetto dei rifiuti e abbandonato dalla ragazza la sera stessa. Per fortuna Rose torna presto… dal punto di vista di lei! Per lui, e per Jackie, passa un intero anno prima di rivedere la ragazza, sana e salva!

Il momento di riscatto per Mickey arriverà molto dopo, quando, sotto indicazione di Sarah-Jane Smith, il Dottore lo prenderà nel team TARDIS in pianta stabile. Qui diventerà l’elemento indispensabile per risolvere l’invasione dei cyberman nell’universo di Pete, dove incontrerà il proprio alter ego, ironicamente chiamato Ricky Smith. Questi perderà la vita e Mickey deciderà di prendere il suo posto nella resistenza, che guiderà a mettere le mani su parecchi aggeggi di Torchwood, essenzialmente diventando un personaggio di Cyberpunk 2077. Con tutta la gloria di un Netrunner/Solo multiclass, ritornerà nell’universo principale per aiutare nella lotta contro i cybermen e i dalek, nella battaglia di Canary Warf prima e persino contro Davros e la sua “megabombona” in Journey’s End.

Poi sposa Martha e vanno in giro a sparare agli alieni. Cosa? È tutto quello che ci dice la serie, in merito!

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Allora, partiamo da un antefatto: Mickey viene cresciuto dalla nonna perché la madre si è suicidata e il padre se l’è filata. Questi sono avvenimenti scritti in un romanzo, quindi discutibilmente canon, ma noi li terremo comunque in considerazione. In seguito nonna Smith muore inciampando sul buco di un tappeto che -quoto Mickey- “non avevo mai riparato”. Poi arriva il Dottore e Rose lo abbandona, eventi parimenti devastanti. Signore e signori, abbiamo un nuovo record tra noi, il coltellino svizzero del disagio psichico, Mickey Smith, che può segnare sulla propria cartella clinica un PTSD per il suicidio della madre, una sindrome dell’abbandono per il padre, sottolineata in grassetto da Rose Tyler, il senso di colpa per la morte della nonna e un complessino di inferiorità che il nostro “eroe”, il Dottore, in entrambe le vite in cui lo incontra, non manca di aggravare ogni volta che interagiscono, ignorandolo, chiamandolo con un altro nome come se fosse intercambiabile e, persino quando sono le sue skill da hacker ad avere in mano il destino dell’intero pianeta, sminuendolo a riguardo! Sul serio, un medico curante di Mickey dovrebbe prescrivergli di prendere a schiaffi il Dottore per 24 ore di fila alla settimana come parte della terapia!

Quali sono gli effetti di tutto questo? Onestamente, visto tutto il bagaglio che si porta dietro, sorprendentemente blandi! Certo, Mickey non parte come la figura più eroica della serie, ma in giovane età resta comunque capace di badare a se stesso e lasciando abbastanza spazio nella propria vita per quell’altro mostro di ego maniacale che è Rose Tyler (ci arriveremo, ammetto che sia un’iperbole). Mickey non solo è cotto di Rose, ma è letteralmente ossessionato dalla ragazza, pronto a mollare tutto quello che sta facendo per andare a trovarla, nonostante sia scappata via con un altro uomo. Certo, possiamo stare a deliberare se ci sia o meno scappato “l’inciucio”, ma, in un’ottica realistica, immaginate di essere un 22enne con una ragazza di 19 anni, un giorno un quarantenne compare dal nulla e le dice “vieni con me in questa cabina, hint hint, nudge nudge” e loro tornano dopo un maledetto anno passato insieme! E Mickey cosa fa?! Corre a prenderla ovunque essa arrivi. Addirittura, in seguito, fa una mossa Milord e compare a salvare la combattente che veste alla primi duemila dai malefici mostri della settimana! Non voglio fare un paragone con l’altro lover boy, Rory, ma sicuramente Mickey saprebbe tenergli testa. Finché non si contano quei duemila anni fuori dalla Pandorica, ma Mickey non era mica fatto di plastica! Non in quel momento, almeno!

Altre interazioni con i personaggi sono generalmente positive: Mickey riesce a usare il proprio superpotere della mediocrità per creare un legame con chiunque lo circondi che si possa almeno in parte rispecchiare in lui, come Jackie Tyler e Jack Harkness, che è tutto fuorché mediocre, ma in paragone al Dottore lo diventa in un attimo, spiegandoci un’amicizia nata fuori scena nel singolo scambio “Captain Cheese!” “Mickey Mouse!!!”, che è tipico del character developing di RTD.

Una vita di soprusi e sfortune, ha spinto Mickey a reprimere tutta la propria aggressività in un angolo del suo animo, sommergendola con una facciata di “voglio vedere la partita” e di “mi sto vedendo con Trisha Delelay”, rendendolo effettivamente come un cibo in scatola, chiuso e sigillato nella sua aura di meccanico londinese (ma con il superpotere di un camion in prestito!!!). Francamente, che altre chance c’erano, per lui?

Diventare Ricky Smith, ovviamente!!! Quando Mickey incontra il proprio alter ego è una secchiata di acqua gelida, un modo per fargli vedere tutto quello che sarebbe potuto essere -nonché una manifestazione del talento di Noel Clarke, sempre avuto un debole per chi interpreta lo stesso personaggio con due personalità diverse, vedi Patrick Troughton e Matt Smith, solo in Doctor Who- in un mondo in cui la scatola di latta è aperta e tutto la grinta e l’aggressività restano allo scoperto. Ricky non è solo un eroe rivoluzionario, è il capo di una squadra e in poco tempo lascia il posto vacante, rendendolo in grado di prendere il comando. Mickey si lascia alle spalle la sua comparsata da Comic Relief per diventare il protagonista della sua avventura, elemento che, francamente, lo mette nella stessa ottica di Martha, dando loro qualcosa in comune e rendendo un po’ meno strano il fatto che vengano arbitrariamente presentati come coppia nella loro ultima apparizione.

Ah, pare essere ISFJ, ma non l’ho ritenuto rilevante.

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Mickey è sicuramente in primis un espediente comico, come evidente, una scena su tutte l’inseguimento di Maggie Slitheen, dove lui ripercorre i passi di Jack inciampando su ogni ostacolo che il capitano aveva schivato e rivelandosi il punto debole della catena che l’aveva accerchiata.

Tuttavia c’è anche un aspetto estremamente serio nel suo personaggio, prima incarnazione della serie moderna dell’antidottore, archetipo poi riutilizzato in Rory e quindi magnificato in Danny “Best Husbando” Pink: Mickey rappresenta tutto quello che il Dottore non è, è la realtà contro la fantasia, l’impegno quotidiano contro l’escapismo, la routine contro l’effervescenza di una vita senza regole. A differenza dei propri eredi, però, Mickey viene usato per esaltare la prospettiva del Dottore, invece che per metterla in dubbio, mostrando come ridicolo e patetico il suo attaccamento alla realtà, fin dal primo momento in cui si avvinghia alle gambe di Rose -comportamento normalissimo dopo essere stato divorato da un cassonetto dei rifiuti!- nella puntata che da lei prende il nome.

C’è poi l’arco di riscatto di Mickey, che lo vede cercare un compromesso tra la propria posizione di uomo medio e l’aspirazione di diventare un eroe come il Dottore stesso o, meglio, come la propria controparte. Mickey diventa veramente di successo e smette di essere ridicolizzato, al punto che il Dottore non fa nessuna battuta o non lo sminuisce in alcun modo, come invece fa con Jackie, quando gli chiede di essere una delle sei persone che pilotano il TARDIS in Journey’s End. Questo può sembrare un dettaglio fuori posto, ma considerate bene il contesto: stiamo parlando di prendere in mano la responsabilità della Terra, dei suoi abitanti e dello stesso TARDIS e chi fa pilotare? Rose, Martha, Sarah Jane, Jack e Mickey, tenendo per sé i comandi principali… e non è che non ci fossero alternative! Voglio dire, due copie identiche del suo cervello, sebbene con diverse personalità, erano lì presenti nella forma di Donna e del Metacrisi! Questo è l’ultimo atto di riconoscimento, il momento in cui RTD dichiara che i suoi personaggi sono diventati dei bambini veri, pronti per uscire dalla storia, non avendo più altro da raccontare. E Sarah Jane, che ha una serie sua da portare avanti.

Questo è l’ultimo momento di riscatto di Mickey, ma un altro estremamente importante è il primo: dopo giorni in cui ha cercato di convincere Rose a lasciar perdere il Dottore e il TARDIS, quando questa prova a forzare l’apertura del cuore del TARDIS, è solo il suo supporto, nella forma di un camion preso in prestito, che riesce nell’opera (per quanto non capisco come una trazione orizzontale lo faccia sollevare), permettendo alla ragazza di salvare la situazione nel futuro.

Tirando le somme, Mickey, per me è l’esemplificazione di come si possa vivere con i piedi ancorati alla realtà, ma si possa trovare il vero successo solo ricordandoci di tenere una porta aperta alla fantasia e all’immaginazione.

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Jack Harkness

Jack nasce nel 5094, primo e, per un pezzo unico, companion a non essere umano del XXI sec, ha un fratello, Gray. Tecnicamente il suo vero nome non era Jack, ma non ci è dato sapere quale fosse solo dalla serie. Un giorno degli ostili non meglio identificati hanno invaso la sua città, costringendolo a scappare e abbandonare il fratellino.

Successivamente si unisce all’Agenzia Temporale, dove gli viene dato il soprannome faccia di Boe, da Boeshane Peninsula, dove viveva. In una missione sotto copertura, nel 1941, ruba l’identità del capitano Jack Harkness. In un’altra resta bloccato con John Hart in un loop di due settimane (roba da Agenzia Temporale), dove intrattengono una vita coniugale. Gli sono stati cancellati due anni della sua memoria e forse questo lo spinge a rubare una nave medica Chula, che intende vendere sul mercato nero, piano sventato dal Dottore. Constatato che l’agente non avesse comunque intenzioni ostili, viene reclutato nel TARDIS e comincia a viaggiare con nove e Rose.

Nella battaglia finale di Satellite 5, Jack Harkness perde la vita difendendo il passaggio per arrivare al Dottore. Non vi faccio nemmeno la battuta di aver finito, tanto lo sapete: il Lupo Cattivo, Rose Tyler, ottenuti fenomenali poteri cosmici in un minuscolo spazio vitale, lo riporta in vita, solo lo riporta in vita troppo: Jack diventa letteralmente immortale, invecchiando a un ritmo lentissimo e ritornando in vita qualsiasi ferita gli venga inferta, insieme a poteri rigenerativi (in senso stretto, niente roba da Signori del Tempo). Il nono decide allora di abbandonarlo lì, che tanto era una scatola di metallo che orbitava nello spazio senza nessuno a bordo, cosa può andare storto. Jack dice “nope” e usa il proprio manipolatore del vortice per tornare sulla Terra del passato. Troppo del passato, finendo nel XIX secolo, con il manipolatore fritto per convenienza della trama.

Viene reclutato da Torchwood e comincia a lavorare per loro, attendendo per oltre un secolo un ritorno del Dottore e diventando fondatore della terza iterazione della compagnia, nota anche come “ora non facciamo casini con cattive intenzioni, siamo praticamente la UNIT 2”. In diversi momenti, recluta la squadra con cui lavora nello spinoff e darà la vita per fermare il terribile (effetto CGI del) demone Abaddon. A questo punto il Dottore, dieci stavolta, passa a fare benzina da Cardiff e Jack dà uno spassionato abbraccio al TARDIS, con cui vorrebbe restare fino alla fine dell’universo. Infatti arrivano alla fine dell’universo, su Utopia. Qui rivela la propria immortalità, divenendo indispensabile per il viaggio finale dell’umanità, ma il bel finale sarà rovinato dal Maestro. È grazie al suo manipolatore che il Dottore, Martha e lui riescono a tornare sulla Terra, durante il governo di Saxon. Qui succedono tante cose, ma poi vengono cancellate come se non fossero mai esistite, come nemmeno saprebbe fare un boss della mafia in un fumetto giapponese (was that a jojo’s reference?!).

Decidendo di tornare dalla sua squadra, alla guida di Torchwood vive nuove fantastiche avventure, finché non viene portato nel passato, nel 27 AC e il fratellino lo seppellisce vivo sotto quella che sarebbe diventata Cardiff. Lì resta per millenni, fino al 1901, dove viene riesumato… vivo e si unisce nuovamente a Torchwood. Si farà congelare fino a quando il suo contemporaneo doppio non viene portato indietro nel tempo, in modo da non incontrarsi incrociando la linea temporale, per poi confrontare il fratello che stava per uccidere Toshiko.

Poi c’è di nuovo tutta la questione di Davros che attacca la Terra. Avanti veloce, Jack aiuta tutti e guida il TARDIS, passiamo alle due ultime stagioni di Torchwood. Beh, qui si scopre che Jack aveva dovuto fare patti atroci con spacciatori alieni che si drogano di bambini e poi ritorna mortale perché tutti diventano immortali, ma poi ritorna immortale perché tutti diventano mortali. Oh, è stato facile.

La stiamo facendo un po’ troppo lunga, quindi andiamo avanti veloce: l’invecchiamento ha alla fine il sopravvento su Jack che diventa una testa in un grosso barattolo. Aspetta, cosa?! Ma quanto ho saltato?! Ah, qualche miliardo di anni. Scusatemi. Come Faccia di Boe, Jack ha una sua razza e, presumibilmente, è capace di portare avanti una gravidanza perché Russel T Davies. Assiste alla distruzione della Terra, si ammala e, con le sue ultime parole, avvisa il Dottore che il Maestro sta per tornare. Cioè, in modo molto, molto sottile, perché… sapete cosa? Personalità!

Tralasceremo faccia di Boe per questa parte. Ci sono due Jack Harkness: uno quello che viaggia con il Dottore e uno che comanda Torchwood; nonostante questo, non è perché il personaggio sia scritto male, anzi, proprio per il proprio spessore. Fatemi spiegare:
quando incontriamo Jack, si sta facendo gli affari suoi fingendosi un soldato britannico e spiando ragazzine che si arrampicano su navi invisibili. Anche quando entra nella ciurma del dottore, l’uomo che vediamo è rilassato, brillante, astuto, dotato di intelligenza tattica e tecnica, nonché di un’umiltà non indifferente. È anche un pervertito, ma quello è un po’ frutto del suo tempo, diciamo. Jack è profondamente tagliato per fare il secondo al comando, gestisce incredibilmente bene il rapporto con una figura superiore come il Dottore e affronta le varie situazioni cercando di essere il più utile possibile al gruppo. Anche da solo funziona egregiamente, affrontando robot futuristici che lo volevano decapitare con nonchalance e tranquillità.

C’è poi il Jack Harkness al comando di Torchwood 3. Questo è un uomo che usa la propria indole scherzosa come una maschera, con cui copre un volto tormentato da tutte le responsabilità del comando. Jack odia profondamente che la vita delle persone dipenda da lui e che sia, in ultima istanza, chi decide se qualcuno vive o muore. Eppure continua a farlo, al punto di ritornare in Torchwood nonostante un’occasione per ricominciare.

C’è una sola parola che riassume tutto questo: responsabilità. Quando Jack riceve ordini, può eseguirli tenendo la coscienza pulita, specie se arrivano da una creatura saggia come il Dottore, senza sentirsi schiacciato dal peso delle loro conseguenze. Quando, invece, deve dare ordini… beh, ritorna a essere quel ragazzo che ha lasciato il fratello a morte certa, in un lontano futuro non molto ben caratterizzato.

Per questo motivo viene visto come figura affidabile quando fa il companion del Dottore, mentre in Torchwood viene spesso tenuto a distanza, al di fuori del proprio lavoro, dagli stessi membri della sua squadra, con la sola eccezione di Ianto Jones, con cui crea un legame stabile che possiamo giustificare con una profonda comprensione reciproca. Voglio dire, siamo un po’ costretti a farlo, la loro relazione salta abbastanza fuori dal nulla…
Questo gioca profondamente bene con la funzione narrativa

Jack serve per far vedere quanto sia figo il Dottore. Viene rappresentato come un essere, al di fuori del punto di vista morale, essenzialmente superiore in tutto rispetto allo spettatore. Ha una vasta conoscenza della storia e della tecnica, è persino capace di riparare alcuni componenti del TARDIS e conosce tutte le creature aliene che invece rappresentano una minaccia incognita contro Rose Tyler.

Tuttavia, obbedisce quasi ciecamente al Dottore e lo asseconda anche in momenti di pura spacconeria, come in Boom Town, quando è il capitano a stabilire un piano per catturare la superstite Slitheen, solo per vedersi ricordare chi sia al comando, nonostante il Dottore non avesse niente da aggiungere al discorso che aveva fatto.
Altro esempio, dopo Mickey e Rory (perché stiamo andando a ritroso) della misantropia del Dottore, Jack viene spesso denigrato, sebbene non al livello degli altri due, ma verrà spesso lasciato a cavarsela con quello che sembra disinteresse da parte del Signore del Tempo. Ci si può leggere molto, ma da un punto di vista narrativo, il personaggio di Jack viene abbandonato in modo repentino, nel finale della prima stagione, lasciandolo unicamente con il cliché di spalancare gli occhi e respirare affannosamente, per assicurarci che è ancora vivo. Questo è probabilmente dovuto alla necessità di stabilire un nuovo status quo per il Dottore successivo, non ancora definito e per non lasciare un personaggio perfettamente conscio di quanto stava accadendo, durante la prima crisi rigenerativa della serie nuova.

Questo è sintomo del problema di avere un companion che non rappresenti per intero il pubblico, ma sia dotato di conoscenze paragonabili a quelle del Dottore: se avessimo una figura del genere, dovremmo chiederci perché non diventi fonte continua di esposizione che, sebbene sia veleno per una sceneggiatura, sarebbe perfettamente logica e di cui dover sempre motivare l’assenza.
Una risposta viene forse data nella run delle quattro stagioni di Torchwood: è vero, Jack sa e non può dire. Troviamo un motivo per cui non possa parlare e rivelare tutti quanti i segreti che conosce al pubblico: quelli diventano anche i suoi segreti. Non è un caso se il punto di vista di Torchwood è stato affidato a Gwen Cooper, come protagonista centrale Jack sarebbe stato estenuante, dovendo giustificare ogni più piccola omissione, ed era necessario avere una diversa prospettiva.
Jack rientra probabilmente nel profilo ESTJ, amando la compagnia, essendo un attento pensatore razionale, ma anche capace di interpretare le emozioni delle persone e rispettare la gerarchia.

Boh, abbiamo finito i companion della nuova. Manca solo Rose Tyler. Non c’è nessun altro. NESSUNO. Perché, sapete qual è la regola, di quello non si parla!

Rose Tyler

Non tutti hanno una vita ordinaria, specie in Doctor Who. Invece Rose Tyler è, semplicemente, la regina dell’ordinario! Nasce a Londra nell’86, perde il padre per un incidente automobilistico, prende una medaglia di bronzo nella ginnastica artistica e, boh, comincia a fare qualche lavoretto dopo il diploma. Durante questo periodo incontra il Dottore e lo aiuta a scongiurare la minaccia degli autoni della coscienza Nestene. Di qui comincia a viaggiare con il Dottore, restando al suo fianco fino alla sua prima rigenerazione nella serie nuova. Il vero punto di svolta in questo arco narrativo sarà quando il Dottore la costringe con l’inganno ad abbandonare Satellite 5 per tornare al suo tempo ed essere al sicuro. Come sicuramente ricorderete, lei non si rassegna a un destino del genere e riesce, con l’aiuto di Mickey e Jackie, sua madre, a forzare la console del TARDIS ad aprirsi per guardare dentro al suo “cuore”. Questo le conferisce poteri che non dovrebbero mai finire nelle mani di un essere umano, rendendola essenzialmente onnipotente, ma consumandola rapidamente e mettendola in serio pericolo, cosa che il Dottore riuscirà a sventare assorbendo il potere con un bacio e rimettendolo nel TARDIS, operazione che gli costerà una vita, portandolo alla prima rigenerazione della serie nuova.

Dopo la sua rigenerazione nel decimo, il Dottore diventerà di un’età apparente molto più vicina a quella di Rose, appena ventenne adesso, trasformandoli in quella che sembra essere una coppietta in perenne vacanza, sebbene entrambi sperimentino diversi flirt lungo il cammino. Potendo scegliere una destinazione di proprio piacere, Rose aveva scelto di visitare il padre per rivederlo prima che morisse e, in seguito, per un incidente il TARDIS viene portato in un mondo in cui l’incidente non è mai avvenuto e il padre è invece diventato estremamente ricco, un universo parallelo comunemente chiamato “mondo di Pete”. Non è tutto Rose e fiori, qui, anzi, Rose non è mai esistita, divenendo invece il nome del cagnolino di Jackie, ma soprattutto uno scienziato umano ricrea in modo reminiscente della creazione dei Dalek i Cyberman, che presto tentano di conquistare il mondo, spingendo il Dottore a fermarli. Nel processo, Mickey si ferma con loro. Dopo qualche altra avventura, i cybermen arriveranno nella dimensione principale, sfruttando il varco dimensionale dell’arca del vuoto, abitata da Dalek, gettando le basi per la battaglia di Canary Warf. Come conseguenza della battaglia, Rose viene creduta morta, ma è in realtà messa in salvo nel mondo di Pete, dopo uno straziante addio con il Signore del Tempo.
La sua avventura non è però finita: Rose collaborerà con il Torchwood dell’universo di Pete in modo da muoversi contro il piano di Davros di distruggere tutti nel multiverso, aiutando il Dottore e i suoi cloni a sventarlo. Come “ricompensa” per le sue gesta e culminazione del proprio arco, Rose viene ricompensata con un’action figure 1:1 di David Tennant con cui passerà presumibilmente il resto della sua vita.

Rose Tyler è estremamente sveglia, a livello empatico. Per quanto non dotata di capacità analitiche mostruose come il Dottore o altri che viaggeranno con lui, è immediatamente in grado di creare una connessione con tutta la sfilza di personaggi che incontreranno nei loro viaggi, sebbene tendendo a vedere la parte migliore di loro in ogni occasione.

Esempio di questo è -vi chiedo scusa- la figura di Adam, con cui Rose proverà un forte legame basato sulla curiosità che percepisce verso le stesse cose che affascinano lei, fallendo però nel riconoscere un’attitudine al guadagno personale a scapito delle regole che il Dottore pone a chi viaggia con esso, cosa che il Dottore non lascerà correre, scacciandolo dal TARDIS. Tiro in ballo questo aspetto perché è lo stesso atteggiamento che il Dottore abbraccerà quando Rose cercherà di salvare il padre dalla morte già avvenuta, ma a lei sarà data una seconda occasione: il motivo è che Rose è bionda con gli occhioni, ma soprattutto che il suo gesto, per quanto sconsiderato, nasceva da profonde ragioni personali, non da mero desiderio di arricchirsi.

Un altro legame che Rose forma in modo estremamente facile è quello con Jack Harkness: in un primo momento il loro rapporto sembra essere analogo a quello con il Dottore, ma, nonostante il capitano fosse dotato di tutti i vantaggi possibili, Rose non si farà abbindolare da lui, comprendendo che, nella doppia puntata del Bambino Vuoto, Jack aveva un’agenda personale da portare avanti, invece di essere un viaggiatore curioso come il suo mentore.

Un altro aspetto prezioso di Rose è come, sebbene non sia dotata di capacità particolari al di fuori della propria intelligenza emotiva, riesca quasi sempre a magnificare i propri talenti, a partire dalla mediocre abilità da ginnasta, fino ad arrivare all’utilizzo di informazioni tattiche come nel suo coraggioso, sebbene infruttuoso, tentativo di negoziazione con i Sycorax.

Rose è una ESFP esemplare, concentrata sul mondo esterno e desiderosa di fare nuove esperienze, aspettando di averle viste con i propri occhi, prima di farsene un’opinione e non fossilizzandosi su quanto le dice il buonsenso. La voglia di imparare e l’entusiasmo con cui sperimenta le molteplici meraviglie dei viaggi con il Dottore sono quello che la caratterizza come tanto importante anche a livello di Funzione Narrativa.

O per meglio dire: LA companion. Rose è ben in fondo alla lista tra i miei companion preferiti, ma è innegabile che sia stata scelta per reincarnare al meglio tutti gli aspetti necessari per un ruolo del genere.

In primo luogo, dotata solo di competenze generiche e alla portata di tutti, Rose richiede che il Dottore le spieghi tutte le cose con cui noi avremmo difficoltà a relazionarci, che le faccia presente sempre la posta in gioco, la scienza vera o inventata e le faccia da guida nel cosmo e in mezzo a tutta la fauna aliena che lo popola.

Questo è un modo già ampiamente sperimentato fin dagli arbori della serie per permettere al pubblico di proiettarsi all’interno delle vicende, dandogli un aggancio per guardare la serie senza doversi immedesimare dentro al Dottore, personaggio che richiede per propria natura di dover mantenere una pletora di segreti, in modo che non risulti forzato l’utilizzo di qualche Deus ex Machina per risolvere una crisi.

Tre momenti in cui possiamo prendere Rose per mostrare come svolga a pieno questa funzione sono:

-contro alla coscienza Nestene, dove riesce a salvare il mondo usando solo il proprio coraggio, come a dirci che chiunque di noi potrebbe farlo;
-nella trattativa Sycorax, prima occasione in cui si trova a dover pedalare da sola senza rotelle, per mostrarci che abbiamo già imparato moltissimo, ma abbiamo ancora bisogno del Dottore per proseguire;
-nel suo ritorno nei fatti di The Stolen Earth, dove la vediamo come completamente cresciuta, armata delle proprie conoscenze ed esperienze, nonché di un fucile più grosso di una sua gamba.

Oltre a essere la parte umana della serie stessa, Rose diventa la parte umana del Dottore, l’ancora che lo lega a provare empatia verso gli esseri umani, cosa che è sempre pronto a fare a livello razionale, ma aggiungendo un contesto emotivo. Non a caso, dalla scomparsa di Rose, il Dottore retrocede nel proprio sviluppo, divenendo alieno alle attenzioni e alle emozioni di Martha, aspetto ampiamente esplorato in Human Nature.

Infine Rose rappresenta un interesse amoroso per il Dottore. La loro relazione è agghiacciante, da un punto di vista esterno, perché lui è un essere millenario (sì, novecento anni sono troppo pochi, se fate il conto), mentre lei è una bambina di 19 anni (oltre al fatto che lui ne dimostra prima 45 e poi 30), ma la cosa viene presentata come un legame che prescinde la fisicità dei due, divenendo prevalentemente platonico. Il Dottore è geloso di Rose, che ricambia fin dalle prime puntate. Ci sono scene che servono per puntualizzare quanto entrambi sarebbero propensi per avviare una relazione, come il modo in cui il Dottore guarda Rose allontanarsi insieme a Mickey in Boom Town. Che lo scenario piaccia oppure no, molte puntate della seconda stagione richiamano una coppietta in vacanza nel tempo e nello spazio, ammiccando pesantemente a cult della serie classica come The Town of Death in cui quel rapporto era esplorato con Romana, unica signora del tempo a viaggiare con il Dottore in pianta stabile.

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