Classic Wednesday – Quarto Dottore

Dodicesima stagione

I piani del Ministero della Difesa per la costruzione di un’arma disintegratrice sono stati rubati, oltre a diversi materiali per produrne il circuito, e il Brigadiere è molto preoccupato. Il Dottore, fresco di rigenerazione, è costretto a letto dal medico della base UNIT, il dottor Harry Sullivan, ma sentendosi meglio vorrebbe partire immediatamente. Cambia idea una volta riconosciuti i suoi amici e incuriosito dai pericolosi furti. Dopo diversi cambi d’abito uno più estroso dell’altro opta per il cappotto, la fedora e la lunga sciarpa colorata che ormai contraddistingue a livello mondiale l’idea stessa di Doctor Who.

Sarah Jane sta visitando un importante centro di ricerca scientifica, chiamato informalmente “Think Tank” e gestito da Hilda Winters. Insieme al suo assistente Jellicoe, le mostra la struttura e Sarah Jane si mostra piuttosto informata; per esempio sa che è stato proprio qui che il disintegratore è stato progettato e poi venduto al governo. Ovviamente dal punto di vista dei due la giornalista è una gran ficcanaso, insistendo per visitare anche zone proibite come l’ex laboratorio del professor Kettlewell, esperto di robotica che ha lasciato la struttura da qualche tempo.

Intanto anche l’ultimo componente per la costruzione dell’arma, un generatore fotonico, viene rubato nonostante gli accorgimenti della UNIT, attraverso un passaggio sotterraneo, e di nuovo vi sono vittime.
Ormai il Dottore è convinto che il ladro sia un gigantesco robot. E lo è anche Sarah Jane, che va a trovare Kettlewell nel suo laboratorio privato e non cavandone un ragno dal buco si intrufola nuovamente al Think Tank, dove si ritrova faccia a faccia con il robot. Arrivano Winters e Jellicoe e le dimostrano che il costrutto è assolutamente innocuo per gli esseri umani, ma utile per svolgere lavori pericolosi. Le consigliano però di non immischiarsi più nella faccenda e di non divulgarla. Ovviamente lei corre alla UNIT ad avvisare il Brigadiere e il Dottore!

Insieme tornano da Kettlewell e lo scienziato ammette di aver costruito il robot, K1, ma che la sua capacità di apprendere l’aveva spaventato e aveva ordinato che venisse distrutto; inoltre conferma che aveva implementato nei suoi circuiti la direttiva primaria di non nuocere agli umani e che essere costretto a violarla lo farebbe “impazzire”.

Intanto Winters dà un nuovo bersaglio a K1, un noto uomo politico impegnato nella sicurezza della nazione. Essere programmato ad uccidere nuovamente, questa volta a sangue freddo, lo spinge a recarsi dal suo creatore in preda alla confusione, come questi aveva predetto.
Infatti il Dottore e il Brigadiere non lo trovano quando ispezionano la sede del Think Tank, e Winters li assicura di averlo distrutto. Lasciano però il dottor Sullivan come infiltrato, nelle vesti di un ispettore ministeriale.

Il Dottore, dopo aver ricevuto una telefonata da Kettlewell, si reca al suo laboratorio, ma… Jellicoe e i suoi lo precedono: quando arriva, trova il robot programmato per uccidere proprio lui! La rocambolesca lotta termina con la fuga della macchina e con un bel bernoccolo per il povero Dottore, mentre Sarah Jane e Benton, accorsi sul posto, trovano il professore legato e imbavagliato in un armadietto. Ripresosi, Kettlewell spiega quanto la sua creazione sia instabile, non solo nei suoi circuiti ma per lo stesso materiale di cui è fatta: un metallo vivente capace di crescere, ma anche di venire distrutto con uno speciale composto chimico. Con il suo spirito indomito, la ragazza convince Kettlewell a partecipare ad una riunione di un’associazione di scienziati fanatici, la SRS, a cui appartengono Winters e Jellicoe. Ma… sorpresa! Il professore si rivela tutto sommato complice dei loro piani, tra cui ricattare il mondo intero, in quanto hanno i codici di tutte le testate nucleari esistenti! Con Sarah Jane e Sullivan come ostaggi, Winters e i suoi sembrano dirigersi verso un misterioso bunker.

La UNIT contrattacca, circondando il luogo, ma proprio mentre stanno per entrare Winters ordina a Kettlewell di preparare i codici per lanciare i primi missili e a Jellicoe di mandar fuori K1, con tanto di arma disintegratrice! Il Brigadiere è un po’ nel panico quando vede svanire un intero carro armato nel nulla, ma il Dottore non si perde d’animo e organizza un piano per riuscire comunque ad entrare. Nel frattempo Kettlewell, a cui è rimasta qualche rotella funzionante, si rende conto che la SRS non vuole solo mettere paura ai governi mondiali, vuole davvero scatenare una guerra nucleare, e non intende permetterlo. Con il suo aiuto la UNIT riesce ad arrestare tutta l’organizzazione, ma K1 nella sua follia confusa disintegra anche lui. Ormai fuori controllo, porta via Sarah Jane, che è sempre stata gentile nei suoi confronti, e ha intenzione di sterminare la razza umana ad eccezione di lei.

Il Dottore, quando Benton menziona la possibilità di distruggere il robot chimicamente, corre con Sullivan al laboratorio di Kettlewell per produrre il composto; nel frattempo K1 ha raggiunto dimensioni enormi e davvero, ormai sembra di vedere King Kong invece che Doctor Who XD

Il piano del Dottore infine funziona e K1 viene distrutto. Sarah Jane è emotivamente provata, e quando il Dottore le propone di viaggiare ancora con lui accetta di buon grado. Li accompagna un Harry Sullivan “sempre più curioso”, come direbbe Alice…

Il Dottore aveva intenzione di portare i suoi amici sulla Luna per un viaggetto veloce, ma Harry ha pasticciato con i comandi e il TARDIS è atterrato su un satellite artificiale, costruito sulla Terra nel trentesimo secolo. Sarah Jane rimane subito intrappolata in una stanza senza ossigeno – sempre per colpa di Harry! – e il Dottore, salvandola appena in tempo, scopre che l’impianto di aerazione è stato sabotato di proposito. Ma per la ragazza non sono ancora finiti i guai: mentre si sta riposando su un lettino, viene teletrasportata altrove; una voce ipnotica la sta accompagnando in ciò che sembra un processo di… morte volontaria?

Usciti vincitori dalla battaglia contro i sistemi di sicurezza della struttura, il Dottore e Harry vanno a cercare Sarah, imbattendosi in una strana creatura simile a una grossa lumaca, e più tardi il cadavere di una mosca ancora più grande.

Sembra che il satellite sia una sorta di magazzino criogenico, in cui sono conservati esemplari di piante, animali e persone in stasi. Non solo, vi è conservato l’intero scibile umano su microfilm! I due ipotizzano che la Terra sia stata distrutta da una catastrofe, ma una parte dell’umanità sia stata selezionata per sopravvivere e tornare a ripopolarla in futuro. Anche Sarah Jane è in una delle capsule.

Un’altra capsula si apre, rivelando una donna che lentamente si risveglia e si presenta come Vira, ufficiale medico. Dapprima sorpresa di trovare sconosciuti a bordo, aiuta comunque Sarah a riprendersi a sua volta, spiega che la Terra è effettivamente stata resa inabitabile da un brillamento solare ma ormai è trascorso abbastanza tempo perché possano tornare tutti a casa. Il Dottore però l’avverte che ci sono stati malfunzionamenti e hanno dormito qualche millennio in più!

Mentre il Dottore cerca di riparare i guasti della struttura, la lumaca continua a sabotarla. Vira ha risvegliato anche Noah, il loro leader, la cui prima preoccupazione è la purezza del patrimonio genetico e considera gli intrusi pericolosi, specialmente dopo aver scoperto che il tecnico Dune è scomparso dalla sua capsula. Infatti accusa Harry di far parte dei “regressivi”, individui geneticamente indesiderabili, e mette KO il Dottore senza ascoltare le sue spiegazioni. Molto male, bisogna sempre dar retta al Dottore! Infatti va dritto nella stanza dei pannelli solari, dove la lumaca ha lasciato una bella scia, e viene a contatto con la sostanza verdastra.

Vira risveglia un altro membro dell’equipaggio, Libri, che vede subito in Noah qualcosa di orribile. In effetti il comandante inizia a comportarsi in modo strano, sostiene di essere Dune e ne dimostra anche la competenza tecnica. Il Dottore fa due più due e capisce che la “lumaca” è in realtà una larva della mosca, che hanno usato Dune come incubatrice e poi infettato Noah: lo vediamo infatti uccidere Libri, ormai in una fase avanzata della sua metamorfosi… tentando di riprendere il controllo di sé prega Vira di assumere il comando e di salvare l’umanità contro la minaccia dei Wyrnn – così si chiamano gli alieni parassiti. In breve tempo la trasformazione è pressoché completa.

Il Dottore prega Vira di non affrettare la procedura di “scongelamento” degli umani, perché l’unico modo di sconfiggere i Wyrnn è trovarne i punti deboli così da distruggerli una volta che raggiungeranno la fase di pupa, in cui sono più vulnerabili. Per farlo, collega la corteccia cerebrale dell’esemplare adulto (la “mosca”) al proprio cervello, perché un macchinario apposito possa leggere i suoi ultimi momenti di vita. Un essere umano verrebbe ucciso da una procedura del genere, ma il Dottore ne esce solo un po’ spaesato e afferma la morte della creatura è stata colpa del sistema d’allarme, quindi i Wyrnn sono sensibili all’elettricità.

Un piano per tenere a bada gli alieni viene quindi messo in atto, anche grazie ad altri due membri dell’equipaggio, e Vira ha un confronto con Noah; i Wyrnn hanno intenzione di assorbire tutti gli umani del satellite insieme alle loro conoscenze e vendicarsi per essere stati cacciati da Andromeda, la loro galassia natale, proprio dagli umani.

Alla fine, comunque, Noah dimostra di essere rimasto se stesso, portando l’intero sciame dal satellite alla navetta di salvataggio e facendola poi esplodere nello spazio. Vira è commossa dal sacrificio del suo comandante, a cui era legata da sentimenti profondi.

Siccome la navetta non c’è più, l’unico modo per trasportare l’equipaggio del satellite sulla Terra è il sistema di teletrasporto, ma le postazioni sul pianeta sembrano essere difettose; il Dottore si offre di ripararle, accompagnato da Harry e Sarah.

Sapete cosa significa, vero? Il prossimo serial sarà… senza TARDIS!

Il Dottore arriva sulla Terra con i suoi companion e inizia subito a riparare i ricevitori del sistema di teletrasporto fra il pianeta e la stazione spaziale Nerva. La Terra dovrebbe essere disabitata da 10000 anni, ma si accorgono presto che c’è qualcuno che li osserva: i superstiti di una spedizione militare giunta da una colonia terrestre dopo aver captato un SOS. E non sono gli unici… Sarah Jane si imbatte infatti in uno di questi coloni, Roth, che le salva la vita da una grossa e minacciosa macchina aliena. Roth le spiega che l’alieno padrone della macchina ha torturato lui e altri suoi compagni, poi uccisi, e che il leader della spedizione Vural è invece uscito indenne dalla prigionia: un collaborazionista?

Per Vural e gli altri, Nerva e i suoi “abitanti” congelati criogenicamente è solo una leggenda; ma anche quando iniziano a credere alla storia del Dottore non si dimostrano interessati né a salire sulla stazione spaziale, né a restare sulla Terra più del necessario – non la considerano la loro patria e l’impero umano ha prosperato benissimo nei millenni.

Nel frattempo Harry arriva nelle vicinanze della “tana” dell’alieno, nascondendosi mentre vede arrivare il robot che porta con sé Sarah e Roth, catturati e legati. La ragazza riconosce immediatamente nell’alieno un Sontaran, scambiandolo addirittura per Linx (da “The Time Warrior”, della scorsa stagione). Questi si presenta invece come il maggiore Styre e quando Roth cerca di fuggire lo uccide seduta stante. Considera Sarah Jane un’anomalia, in quanto non fa parte del gruppo di coloni, e la imprigiona in un campo di forza, così che né Harry né il Dottore riescono subito a soccorrerla. Riporta poi al suo pianeta l’andamento della sua missione: l’SOS era una trappola per testare la resistenza umana, e una volta eliminate le “anomalie” il piano globale dei Sontaran – un’invasione in piena regola –  potrà essere portato a compimento.

Il robot, intanto, cattura il resto degli umani, e Vural ammette di aver aiutato Styre, che però irride i suoi tentativi di mantenere una posizione di favore; anzi, continua su tutti e tre i suoi crudeli esperimenti.

Il Dottore elabora un piano: sfiderà Styre a singolar tenzone, sperando di sfiancare la sua energia (i Sontaran non sono abituati alla nostra gravità) mentre Harry dovrà infiltrarsi nella sua astronave. Durante il duello, Vural si sacrifica per salvare il Dottore. Come previsto Styre torna nell’astronave per ricaricarsi ma il sabotaggio di Harry provoca non solo la sua morte ma una grossa esplosione! Una volta sconsigliato al superiore di Styre di minacciare ancora la galassia, il Dottore e i suoi companion ripartono con il teletrasporto, diretti su Nerva…

Un Signore del Tempo intercetta il raggio di teletrasporto e lo ridirige su Skaro, dove spiega al Dottore che deve svolgere una missione cruciale per il destino della sua razza e di tutto l’universo: impedire la creazione dei Dalek, o almeno imparare più dettagli possibili sulle loro debolezze. Il momento storico scelto è infatti quello fatidico: quando i Kaled, da tempo immemorabile in guerra con i Thal, diventarono le “scatolette di latta” che noi Whovian ben conosciamo. Il Dottore e Harry, prigionieri in un luogo al di fuori della città dei Kaled, apprendono che il comandante nonché capo scienziato Davros sta testando una nuova invenzione per mettere fine al logorante conflitto. Viene confiscato non solo il cacciavite sonico, ma anche l’anello temporale (in realtà un bracciale) che permetterebbe loro di tornare al TARDIS.

Intanto Sarah Jane incontra i mutanti che vivono fuori dalla città, Kaled trasformati dalle radiazioni e scacciati per vivere come animali, in nome della purezza della razza. Alcuni di loro vorrebbero ucciderla in quanto “normale”, ma un altro, Sevrim, insiste per risparmiarla. Sevrim e Sarah vengono catturati da una pattuglia di Thal per essere usati come schiavi: scoprono che i Thal stanno costruendo un razzo caricato con un esplosivo altamente radioattivo, che distruggerà i Kaled…  ma per cui non vogliono perdere ulteriori vite del loro popolo, ecco il perché dell’uso dei mutanti nonché dei prigionieri di guerra.

Sembra che su Skaro la teoria della vita su altri pianeti sia stata liquidata come impossibile, ma i risultati dei test sul Dottore e su Harry parlano chiaro… sono alieni! Lo scienziato Ranson vorrebbe interrogarli ulteriormente, ma l’arrivo di Davros con la sua “macchina da viaggio Mark III” interrompe la conversazione. Naturalmente l’invenzione è il vero e proprio involucro di un Dalek, che viene presentato agli altri scienziati come in grado di funzionare sia in modo dipendente – a comando vocale – che del tutto autonomo. Il Dalek individua immediatamente gli alieni e vorrebbe sterminarli, ma Ranson interrompe l’esperimento.

Più tardi, in prigione, il Dottore ottiene la completa fiducia di Ranson e rivela di essere un viaggiatore del tempo, motivo per il quale conosceva il nome “Dalek” ancor prima che Davros decidesse di chiamarli così. L’uomo spiega che la maggioranza dei suoi colleghi disapprova gli esperimenti di Davros, che ha addirittura spinto artificialmente la mutazione della loro razza all’estremo, producendo la “creatura definitiva” che abiterà la macchina. L’unico modo per fermare questo suo folle progetto è avvertire il governo: lui e gli altri scienziati non possono comunicare con l’esterno, e il luogo in cui si trovano è un bunker super sigillato, circondato da animali mutanti. Il Dottore e Harry promettono che tenteranno comunque di raggiungere la città dei Kaled.

Sarah Jane suggerisce a Sevrim di fuggire, arrampicandosi sulle impalcature intorno al razzo, ma vengono ricatturati e costretti a continuare a caricare il materiale radioattivo. Il Dottore, giunto con Harry davanti al Consiglio, spiega l’assoluta pericolosità dei Dalek nel tempo e nello spazio, e li convince a far sospendere il lavoro di Davros. Questi però non solo è venuto a conoscenza di questa riunione del Consiglio, ma non prende bene il tradimento di Ranson. Non prende bene neanche l’annuncio dell’inchiesta, ovviamente, e decide di avviare subito la fase finale del suo piano: inserire le creature mutate – nonché private di coscienza e sentimenti – in altrettanti Dalek, firmando intanto la condanna a morte dello stesso popolo Kaled: si reca infatti dai Thal e consegna la formula di una sostanza che permetterà al razzo di penetrare la cupola della città. Dopodiché… accusa Ranson dell’accaduto e lo fa sterminare dai Dalek.

Il Dottore, che ha liberato Sarah, viene a sua volta preso prigioniero dai Thal mentre tentava di sabotare il razzo e non riesce ad impedire il genocidio dei Kaled, a cui è costretto ad assistere tramite schermo – tra l’altro convinto che Harry e Sarah si trovassero ormai proprio là per avvisarli dell’attacco. I Thal però non riescono a festeggiare a lungo, i Dalek arrivano a sterminare e lui fugge con una giovane Thal, a cui affida il compito di riorganizzare le forze rimaste. Il Dottore scopre poi che Harry e Sarah sono al sicuro con i mutanti e raccomanda a questi ultimi di unirsi ai Thal sopravvissuti nella resistenza: dovranno chiudere l’entrata del bunker.

Nel bunker, comunque, c’è ancora l’anello temporale senza il quale non possono tornare indietro, e ovviamente tutti e tre finiscono dritti nelle mani di Davros che interroga il Dottore sul futuro dei Dalek. Saputo che otterranno sia vittorie che sconfitte, è proprio lo scienziato a chiedergli quali siano i punti deboli delle proprie creature, in modo da eliminarli prima di mandarle a conquistare l’universo. Davanti a Harry e Sarah sotto tortura, è costretto a narrare ciò che conosce delle battaglie in cui appunto i Dalek sono stati sconfitti, mentre le sue parole vengono registrate per essere inserite nella memoria dei Dalek. Più tardi Davros ha un colloquio più “informale” con il Dottore, e si dimostra folle oltre ogni dubbio. Il Dottore minaccia di spegnere il suo supporto vitale se non darà l’ordine di distruggere le creature, ma il fedele Nyder, capo della sicurezza del bunker, interviene e lo imprigiona con gli altri.

Intanto Harry e Sarah in cella hanno incontrato Gharman, uno scienziato scoperto da Nyder a complottare con altri colleghi contro Davros, e vengono infine liberati dagli altri scienziati. Una volta conquistato il bunker, gli uomini chiedono che il progetto Dalek venga fermato immediatamente e mettono Davros apparentemente con le spalle al muro, ma lui sembra sapere il fatto suo e chiede una riunione plenaria dell’équipe.

Conscio del fatto che Davros non si è davvero arreso, il Dottore si è procurato un potente esplosivo e si accinge a distruggere le creature, ma la sua coscienza non gli permette di compiere un genocidio, seppure della razza che odia in modo assoluto.

La riunione ha inizio e Davros raduna a sé gli scienziati ancora a lui fedeli, facendo sterminare dai Dalek Gharman e tutti gli altri. Il Dottore, che aveva recuperato l’anello temporale e stava per partire con Sarah e Harry, cambia idea e decide di far esplodere l’incubatrice dopo tutto. Nel frattempo Davros scopre che i Dalek hanno mantenuto attiva la linea di produzione nonostante i suoi comandi e non gli obbediscono più: sono infatti stati programmati per distruggere qualsiasi razza diversa da loro stessi! Davros chiede pietà, ma è stato proprio lui a eliminare quel concetto dalla loro mente, perciò viene anche lui sterminato… apparentemente 😉

I Thal e i mutanti sigillano l’entrata del bunker, ma i Dalek dichiarano che sopravviveranno, cresceranno in numero e in forza e un giorno usciranno a conquistare l’universo…

Tornati su Nerva con l’anello temporale, il Dottore spiega ai suoi companion che si trovano in un’epoca di molto precedente a quella della loro partenza, ma che il TARDIS si materializzerà presto. Trovati diversi cadaveri nella parte più esterna della stazione, si fanno strada e giungono nella zona abitata… per ricevere un aggressivo benvenuto dall’equipaggio sopravvissuto: sono infatti accusati di aver diffuso l’epidemia che li sta decimando. Il Dottore e Harry scoprono però che non si tratta di una malattia quanto di un veleno, iniettato da una sorta di “topo metallico”: un Cybermat!

Nerva, infatti, è in questa fase storica della Terra un faro d’avvertimento per le navi in transito nell’orbita di Giove, a causa della recente comparsa di un nuovo satellite – chiamato Voga e studiato a fondo da un membro dell’equipaggio, uno scienziato chiamato Kellman. In realtà questi è in combutta sia con i Guardiani delle miniere di Voga, guidati da Vorus, che con i Cyberman stessi!

Il Dottore spiega al comandante Stevenson che Voga gli è noto come il “pianeta dell’oro” e che i Cybermen sono scomparsi proprio dopo aver attaccato quel luogo. Trova proprio dell’oro nonché una trasmittente segreta nella cabina di Kellman, che cerca di ucciderlo elettrificando il pavimento ma non ha fatto i conti con la furbizia del nostro 😉

Intanto Sarah Jane viene attaccata da un Cybermat e sta per morire, ma il Dottore ha ormai capito che l’atmosfera di Voga la salverà neutralizzando il veleno. Scopre che Kellman ha sabotato l’impianto di teletrasporto rimuovendo un circuito essenziale; riesce a bypassarlo ma Harry e Sarah, arrivati sul satellite, non possono comunque tornare indietro. Vengono così catturati dai Guardiani e ricevono la conferma che sono stati loro ad organizzare lo sterminio su Nerva. Nel frattempo il consigliere Tyrum si mette in contatto con Vorus e lo avverte che la sua milizia si opporrà con la forza ai piani dei Guardiani, che includono un razzo caricato con una testata nucleare e l’attacco che i Cybermen, contattati da Kellman, stanno per sferrare su Nerva.

Ma perché Kellman e Vorus hanno progettato tutto ciò?

Il suo obiettivo viene svelato quando i Cybermen effettivamente sbarcano sul satellite, ma il loro vero intento è di distruggere Voga nell’immediato, prima che il razzo venga lanciato dal pianeta distruggendoli. Insomma, Kellman rischia di non vedere mai più l’oro delle miniere (e visto che ora si trova proprio su Voga e ai Cybermen non importa più nulla di lui, rischia anche la pelle) e Vorus comprende di aver innescato la vendetta dei Cybermen sul loro pianeta, “colpevole” di aver fornito l’oro necessario ad adattare le armi per la guerra vinta dal nostro sistema solare contro di essi – in realtà il Guardiano e i suoi alleati desideravano poter vivere allo scoperto invece che nella città sotterranea per timore dei Cybermen. Harry e Sarah sono terrorizzati al pensiero che il Dottore finisca ucciso insieme agli altri membri dell’equipaggio di Nerva.

Ma il Dottore è stato mandato proprio su Voga dai Cybermen, insieme a Stevenson e all’ufficiale Lester, per posizionare gli ordigni che distruggerebbero il pianeta. Harry lo ritrova in un crollo delle miniere (in cui Kellman resta ucciso) rischiando di far scattare l’imbracatura che lo collega all’ordigno e lo farebbe esplodere all’istante. Lester lo ferma in tempo e insieme i quattro escogitano un piano per attaccare con l’oro i due Cybermen sul pianeta, che nel frattempo hanno decimato l’esercito di Voga. Mancano ormai pochi minuti alla detonazione! Il Dottore e Harry non riescono nell’intento, ed è Lester a sacrificarsi per salvare tutti, facendo esplodere il suo ordigno e portando con sé i nemici. Il Dottore quindi disattiva in tempo il dispositivo che teneva le bombe innescate, anche grazie a Sarah Jane che distrae con una mossa disperata i Cybermen nella sala di comando su Nerva.
Questi però non si arrendono, decidendo di far piombare direttamente il satellite (ovviamente imbottito di bombe) sul pianeta.

Intanto il Dottore riesce a rimandare il lancio del razzo da Voga e raggiunge Sarah Jane: ora devono fermare ben due disastri in pochi minuti! Vorus non vuole aspettare il Dottore e fa partire il razzo, ovviamente Tyrum perde la pazienza e lo uccide. Il Dottore dà le indicazioni per far sterzare il razzo verso la nave dei Cybermen, distruggendola, poi devia il satellite stesso e tutti sono salvi.

Finalmente il TARDIS li raggiunge e i tre scoprono che il Brigadiere ha urgente bisogno di loro… cosa starà succedendo sulla Terra del loro tempo?

La UNIT è alle prese con una serie di tragedie occorse in Scozia: alcune piattaforme petrolifere sono state attaccate e distrutte. Il proprietario della compagnia, Hustle, è disperato; inoltre la morte di tante persone non sembra intenerire il duca di Forgill, signorotto locale e acerrimo nemico della compagnia. Il Dottore riesce ad ottenere un calco di strani buchi nei resti di una piattaforma: sono enormi denti! In effetti, alieni su un’astronave dagli strani comandi “viventi” stanno già monitorando le loro azioni e sono preoccupati che il Dottore sia sulle tracce dei loro piani.

Mentre Sarah raccoglie storie e superstizioni locali sugli spiriti della brughiera, Harry trova un sopravvissuto dell’ultimo disastro, ma un uomo nascosto poco lontano spara ad entrambi. In ospedale, un’inquietante infermiera afferma che si prenderà cura di Harry, e mentre Sarah Jane telefona al Dottore viene aggredita da un mostro. Quando il Dottore arriva, sia lei che Harry sono spariti, ma l’infermiera afferma di non aver visto nulla; lui si insospettisce e trova Sarah in una camera di decompressione, dove il mostro li rinchiude togliendo l’ossigeno alla stanza. Con un trucchetto ipnotico “imparato da un monaco tibetano” (vi ricorda qualcuno? 😉 ) provoca ad entrambi una trance per cui non hanno bisogno di respirare, così da sopravvivere fino all’arrivo di Benton.

Intanto Harry viene portato dagli Zygons, così si chiamano gli alieni responsabili dei disastri, sulla loro astronave. Secoli prima questa si era schiantata sulla Terra, portando con sé l’embrione di una creatura responsabile del loro sostentamento, lo Skarasen, proprio il mostro marino che – ormai cresciuto e diventato una temibile arma – ha distrutto le piattaforme. Gli Zygons vogliono fare della Terra il loro pianeta, perché il loro è andato perduto. Gli mostrano alcune macchine, una delle quali contiene apparentemente l’uomo del villaggio che gli ha sparato: con questa “impronta corporea” loro possono trasformarsi a piacimento negli umani in questione per attuare i loro piani.

Il villaggio intero è stato attaccato con il gas, mettendo ko per un po’ anche gli uomini della UNIT. Hustle trova tra i rottami giunti a riva un dispositivo di richiamo, e il Dottore pensa serva al mostro per sapere dove attaccare. Gli Zygon, che monitorano le mosse dei nostri, mandano uno di loro trasformato in Harry a recuperarlo, ma Sarah Jane dà l’allarme e viene inseguito fino ad un fienile, dove cercando di attaccarla cade dall’alto e muore. Gli alieni riescono a eliminarlo prima che la UNIT ne recuperi il cadavere, e sono più che mai preoccupati, perciò decidono di attaccare di nuovo e di attaccare proprio il Dottore mentre ha in mano il dispositivo, che ricordiamo è un segnale per lo Skarasen.

Proprio quando il nostro sta per essere divorato dall’enorme creatura, Harry si getta contro i comandi dell’astronave e riesce a disattivare il dispositivo, salvandogli la vita a distanza.

Durante una visita al Duca di Forgill, il Dottore e il Brigadiere spiegano che lo Skarasen, un vero e proprio cyborg, viene comandato a distanza e dopo ogni attacco torna nel suo nascondiglio… il lago di Loch Ness, dove si trovano anche gli alieni. Lasciano Sarah Jane a fare ricerche nella biblioteca del nobile, che pare ben fornita sulla storia locale.

Nel frattempo il locandiere del villaggio viene aggredito e ucciso dall’infermiera dell’ospedale, in realtà uno Zygon, dopo aver scoperto una cimice video nell’occhio di una testa di cervo impagliata… dono del Duca stesso, che dev’essere quindi a sua volta uno Zygon!. Benton e i suoi uomini inseguono l’alieno nella foresta e riescono soltanto a ferirlo; il Dottore e il Brigadiere tornano al castello per salvare Sarah.

Intanto la giornalista ha scoperto un passaggio segreto tra gli scaffali e ha trovato la base degli alieni. Libera Harry e i due raggiungono il Dottore, che però viene rapito non appena mette piede nella base. Il Brigadiere allora predispone di far uscire l’astronave dal lago con le “maniere forti” e ci riesce… fin troppo bene, visto che gli Zygon fanno rotta verso il sud della Gran Bretagna e lo Skarasen li segue nuotando. Grazie al Dottore, che manda un segnale attraverso il sistema dell’astronave rischiando seriamente la pelle, la UNIT riesce ad individuare il luogo dell’atterraggio; intanto il capo degli Zygon, Broton, si reca ad un incontro ufficiale nei panni del Duca – ha intenzione di dimostrare il potere della sua razza per sottomettere gli umani e usarli come forza-lavoro per modificare il pianeta così che sia adatto alla loro specie. Molte altre navi Zygon si trovano infatti nel cosmo in attesa di poter popolare un pianeta dopo la distruzione del loro. Per farlo, installerà uno dei suoi dispositivi in un luogo preciso per segnalare allo Skarasen di attaccare.

Il Dottore, lasciato per morto da Broton, libera il vero Duca, il suo servitore e l’infermiera rapiti, e con uno stratagemma intrappola gli Zygon rimasti nell’astronave attivando un sistema di autodistruzione. Ora si tratta di scoprire dove si è recato Broton: una serie di coincidenze li indirizzano verso un’importante conferenza internazionale sull’energia, a cui parteciperà anche il Primo Ministro. Giunti sul luogo, trovano lo Zygon, che viene presto neutralizzato, e il dispositivo, che il Dottore lancia nella bocca dello Skarasen. Il cyborg torna attraverso il Tamigi al suo lago, l’unica casa che ha mai conosciuto.

Tornati in Scozia per recuperare il TARDIS, il Dottore saluta il Duca e offre a Sarah Jane un passaggio. Lei accetta… e voi siete pronti per un’altra stagione di avventure?

I membri della spedizione geologica del professor Sorenson sono stati ormai decimati da un’invisibile forza aliena su un pianeta ostile, ma l’uomo non si dà per vinto avendo trovato una ricca vena del minerale per cui sono giunti sul luogo. Gli ultimi due compagni del professore vengono attaccati e svaniscono nel nulla, ma il più giovane riesce a mandare un segnale d’emergenza prima di soccombere. Intanto una nave sonda dei Morestriani, comandata dal Controllore Salamar, manda tre ufficiali sul pianeta – il cui nome è Zeta Minor, ai confini dell’universo conosciuto – per ritrovare Sorenson e i suoi.

Ricordate che Il Dottore stava accompagnando Sarah Jane a Londra con il TARDIS? Ecco, potrebbe aver sbagliato leggermente i calcoli… di circa 30000 anni! E non ha azzeccato nemmeno il luogo, perché riesce a ricevere la chiamata d’emergenza proveniente da Zeta Minor e atterra, trovando la base della spedizione e i cadaveri mummificati delle due vittime più recenti.

Gli ufficiali requisiscono il TARDIS e lo teletrasportano sulla nave, con Sarah Jane dentro, facendole prendere uno spavento assurdo. Naturalmente accusano lei e il Dottore di aver sterminato la spedizione e vorrebbero metterli a morte. I due fuggono alla prima occasione, trovandosi faccia a faccia con l’entità che ha ucciso i membri della spedizione: un mostro quasi del tutto invisibile, appena delineato di luce rossa. Una guardia Morestriana gli spara, attirando su di sé l’attenzione, e ne resta vittima. Gli ufficiali sono sempre più convinti che i responsabili siano il Dottore e Sarah Jane, che proseguono la loro fuga. Si è ormai fatto giorno e pare che il mostro cacci solo di notte, ma dalla nave i Morestriani mandano un drone che li individua in breve tempo. Sorenson insiste per portare subito a casa il trionfo della sua missione, in quanto il minerale individuato servirà come nuova fonte di energia per il loro pianeta natale, ma Salamar ha deciso di eliminare prima la minaccia aliena.

Una spedizione raggiunge così il Dottore e Sarah presso una stranissima pozza scura, e di nuovo la forza invisibile miete una vittima, questa volta trascinandola in fondo all’abisso…

Sorenson intanto approfitta della situazione per far caricare il minerale sulla nave, ma il Dottore lo avverte che non devono portare via nulla da Zeta Minor, perché è il pianeta stesso che si sta difendendo dagli invasori e non permetterebbe mai loro di partire. Non solo, esso si trova al confine tra il nostro universo e l’antimateria – ecco spiegata la stranissima natura dell’entità. Ovviamente quasi nessuno lo ascolta, tentano di partire lo stesso e non ci riescono… e il mostro riappare, ancora più minaccioso. Dopo un paio di ulteriori perdite tra l’equipaggio, il Dottore viene consultato e un campo di forza riesce a fermare l’entità.

Ripete che l’unico modo per riuscire a lasciare il pianeta è abbandonare i contenitori con il minerale, e si reca alla pozza (che rappresenta il confine tra i due universi) per tentare di comunicare al mostro le nuove intenzioni dell’equipaggio. Salamar lo fa seguire dal drone, e Sarah Jane assiste con orrore alla caduta del Dottore nella pozza…

Sorenson non si arrende e ruba uno dei contenitori, provocando sicuramente un facepalm generale degli spettatori dell’epoca; non solo, si espone al minerale e subisce una peculiare e intermittente trasformazione, di cui potete ammirare in foto gli spettacolari effetti speciali.

Sarah corre alla pozza e ritrova il Dottore, sopravvissuto alla caduta grazie a quel po’ di minerale che aveva portato con sé, ma allo stremo delle forze. L’ufficiale Vishinsky insiste per aiutarlo e ritornano tutti sulla nave, dove il Dottore spiega di aver davvero stretto un patto come Signore del Tempo per la salvezza dell’equipaggio. La nave però non acquista velocità, anzi, presto tornerà indietro per schiantarsi verso il pianeta! Sorenson commette il suo primo omicidio sotto l’effetto dell’antimateria, ma per l’ennesima volta riesce a convincere Salamar… indovinate? che il colpevole sia sempre e comunque il Dottore. Al secondo omicidio i due vengono direttamente condannati all’espulsione nello spazio, e solo l’intervento di Vishinsky li salva all’ultimo secondo, mentre il numero delle vittime continua a salire. Ormai per il Dottore è chiaro che Sorenson è diventato un “anti-uomo”. Lo convince a farsi espellere insieme al contenitore rubato, ma un’ulteriore trasformazione impedisce allo scienziato di sacrificarsi.

Intanto Salamar, fuori di sé per essere stato spodestato da Vishinsky, insegue Sorenson con un’arma nucleare, che provoca la scissione dell’anti-uomo in ulteriori e pericolose creature. Il Dottore decide di catturare il professore e portarlo con il TARDIS fino alla pozza, dove precipita insieme agli ultimi frammenti di minerale. Soddisfatta della promessa mantenuta, l’entità rilascia Sorenson vivo e vegeto e il Dottore lo riporta sulla nave, dove lo converte alle energie rinnovabili prima di ripartire con Sarah. Destinazione Londra? Non ci crediamo neanche per idea!

 

Tredicesima stagione

I membri della spedizione geologica del professor Sorenson sono stati ormai decimati da un’invisibile forza aliena su un pianeta ostile, ma l’uomo non si dà per vinto avendo trovato una ricca vena del minerale per cui sono giunti sul luogo. Gli ultimi due compagni del professore vengono attaccati e svaniscono nel nulla, ma il più giovane riesce a mandare un segnale d’emergenza prima di soccombere. Intanto una nave sonda dei Morestriani, comandata dal Controllore Salamar, manda tre ufficiali sul pianeta – il cui nome è Zeta Minor, ai confini dell’universo conosciuto – per ritrovare Sorenson e i suoi.

Ricordate che Il Dottore stava accompagnando Sarah Jane a Londra con il TARDIS? Ecco, potrebbe aver sbagliato leggermente i calcoli… di circa 30000 anni! E non ha azzeccato nemmeno il luogo, perché riesce a ricevere la chiamata d’emergenza proveniente da Zeta Minor e atterra, trovando la base della spedizione e i cadaveri mummificati delle due vittime più recenti.

Gli ufficiali requisiscono il TARDIS e lo teletrasportano sulla nave, con Sarah Jane dentro, facendole prendere uno spavento assurdo. Naturalmente accusano lei e il Dottore di aver sterminato la spedizione e vorrebbero metterli a morte. I due fuggono alla prima occasione, trovandosi faccia a faccia con l’entità che ha ucciso i membri della spedizione: un mostro quasi del tutto invisibile, appena delineato di luce rossa. Una guardia Morestriana gli spara, attirando su di sé l’attenzione, e ne resta vittima. Gli ufficiali sono sempre più convinti che i responsabili siano il Dottore e Sarah Jane, che proseguono la loro fuga. Si è ormai fatto giorno e pare che il mostro cacci solo di notte, ma dalla nave i Morestriani mandano un drone che li individua in breve tempo. Sorenson insiste per portare subito a casa il trionfo della sua missione, in quanto il minerale individuato servirà come nuova fonte di energia per il loro pianeta natale, ma Salamar ha deciso di eliminare prima la minaccia aliena.

Una spedizione raggiunge così il Dottore e Sarah presso una stranissima pozza scura, e di nuovo la forza invisibile miete una vittima, questa volta trascinandola in fondo all’abisso…

Sorenson intanto approfitta della situazione per far caricare il minerale sulla nave, ma il Dottore lo avverte che non devono portare via nulla da Zeta Minor, perché è il pianeta stesso che si sta difendendo dagli invasori e non permetterebbe mai loro di partire. Non solo, esso si trova al confine tra il nostro universo e l’antimateria – ecco spiegata la stranissima natura dell’entità. Ovviamente quasi nessuno lo ascolta, tentano di partire lo stesso e non ci riescono… e il mostro riappare, ancora più minaccioso. Dopo un paio di ulteriori perdite tra l’equipaggio, il Dottore viene consultato e un campo di forza riesce a fermare l’entità.

Ripete che l’unico modo per riuscire a lasciare il pianeta è abbandonare i contenitori con il minerale, e si reca alla pozza (che rappresenta il confine tra i due universi) per tentare di comunicare al mostro le nuove intenzioni dell’equipaggio. Salamar lo fa seguire dal drone, e Sarah Jane assiste con orrore alla caduta del Dottore nella pozza…

Sorenson non si arrende e ruba uno dei contenitori, provocando sicuramente un facepalm generale degli spettatori dell’epoca; non solo, si espone al minerale e subisce una peculiare e intermittente trasformazione, di cui potete ammirare in foto gli spettacolari effetti speciali.

Sarah corre alla pozza e ritrova il Dottore, sopravvissuto alla caduta grazie a quel po’ di minerale che aveva portato con sé, ma allo stremo delle forze. L’ufficiale Vishinsky insiste per aiutarlo e ritornano tutti sulla nave, dove il Dottore spiega di aver davvero stretto un patto come Signore del Tempo per la salvezza dell’equipaggio. La nave però non acquista velocità, anzi, presto tornerà indietro per schiantarsi verso il pianeta! Sorenson commette il suo primo omicidio sotto l’effetto dell’antimateria, ma per l’ennesima volta riesce a convincere Salamar… indovinate? che il colpevole sia sempre e comunque il Dottore. Al secondo omicidio i due vengono direttamente condannati all’espulsione nello spazio, e solo l’intervento di Vishinsky li salva all’ultimo secondo, mentre il numero delle vittime continua a salire. Ormai per il Dottore è chiaro che Sorenson è diventato un “anti-uomo”. Lo convince a farsi espellere insieme al contenitore rubato, ma un’ulteriore trasformazione impedisce allo scienziato di sacrificarsi.

Intanto Salamar, fuori di sé per essere stato spodestato da Vishinsky, insegue Sorenson con un’arma nucleare, che provoca la scissione dell’anti-uomo in ulteriori e pericolose creature. Il Dottore decide di catturare il professore e portarlo con il TARDIS fino alla pozza, dove precipita insieme agli ultimi frammenti di minerale. Soddisfatta della promessa mantenuta, l’entità rilascia Sorenson vivo e vegeto e il Dottore lo riporta sulla nave, dove lo converte alle energie rinnovabili prima di ripartire con Sarah. Destinazione Londra? Non ci crediamo neanche per idea!

I membri della spedizione geologica del professor Sorenson sono stati ormai decimati da un’invisibile forza aliena su un pianeta ostile, ma l’uomo non si dà per vinto avendo trovato una ricca vena del minerale per cui sono giunti sul luogo. Gli ultimi due compagni del professore vengono attaccati e svaniscono nel nulla, ma il più giovane riesce a mandare un segnale d’emergenza prima di soccombere. Intanto una nave sonda dei Morestriani, comandata dal Controllore Salamar, manda tre ufficiali sul pianeta – il cui nome è Zeta Minor, ai confini dell’universo conosciuto – per ritrovare Sorenson e i suoi.

Ricordate che Il Dottore stava accompagnando Sarah Jane a Londra con il TARDIS? Ecco, potrebbe aver sbagliato leggermente i calcoli… di circa 30000 anni! E non ha azzeccato nemmeno il luogo, perché riesce a ricevere la chiamata d’emergenza proveniente da Zeta Minor e atterra, trovando la base della spedizione e i cadaveri mummificati delle due vittime più recenti.

Gli ufficiali requisiscono il TARDIS e lo teletrasportano sulla nave, con Sarah Jane dentro, facendole prendere uno spavento assurdo. Naturalmente accusano lei e il Dottore di aver sterminato la spedizione e vorrebbero metterli a morte. I due fuggono alla prima occasione, trovandosi faccia a faccia con l’entità che ha ucciso i membri della spedizione: un mostro quasi del tutto invisibile, appena delineato di luce rossa. Una guardia Morestriana gli spara, attirando su di sé l’attenzione, e ne resta vittima. Gli ufficiali sono sempre più convinti che i responsabili siano il Dottore e Sarah Jane, che proseguono la loro fuga. Si è ormai fatto giorno e pare che il mostro cacci solo di notte, ma dalla nave i Morestriani mandano un drone che li individua in breve tempo. Sorenson insiste per portare subito a casa il trionfo della sua missione, in quanto il minerale individuato servirà come nuova fonte di energia per il loro pianeta natale, ma Salamar ha deciso di eliminare prima la minaccia aliena.

Una spedizione raggiunge così il Dottore e Sarah presso una stranissima pozza scura, e di nuovo la forza invisibile miete una vittima, questa volta trascinandola in fondo all’abisso…

Sorenson intanto approfitta della situazione per far caricare il minerale sulla nave, ma il Dottore lo avverte che non devono portare via nulla da Zeta Minor, perché è il pianeta stesso che si sta difendendo dagli invasori e non permetterebbe mai loro di partire. Non solo, esso si trova al confine tra il nostro universo e l’antimateria – ecco spiegata la stranissima natura dell’entità. Ovviamente quasi nessuno lo ascolta, tentano di partire lo stesso e non ci riescono… e il mostro riappare, ancora più minaccioso. Dopo un paio di ulteriori perdite tra l’equipaggio, il Dottore viene consultato e un campo di forza riesce a fermare l’entità.

Ripete che l’unico modo per riuscire a lasciare il pianeta è abbandonare i contenitori con il minerale, e si reca alla pozza (che rappresenta il confine tra i due universi) per tentare di comunicare al mostro le nuove intenzioni dell’equipaggio. Salamar lo fa seguire dal drone, e Sarah Jane assiste con orrore alla caduta del Dottore nella pozza…

Sorenson non si arrende e ruba uno dei contenitori, provocando sicuramente un facepalm generale degli spettatori dell’epoca; non solo, si espone al minerale e subisce una peculiare e intermittente trasformazione, di cui potete ammirare in foto gli spettacolari effetti speciali.

Sarah corre alla pozza e ritrova il Dottore, sopravvissuto alla caduta grazie a quel po’ di minerale che aveva portato con sé, ma allo stremo delle forze. L’ufficiale Vishinsky insiste per aiutarlo e ritornano tutti sulla nave, dove il Dottore spiega di aver davvero stretto un patto come Signore del Tempo per la salvezza dell’equipaggio. La nave però non acquista velocità, anzi, presto tornerà indietro per schiantarsi verso il pianeta! Sorenson commette il suo primo omicidio sotto l’effetto dell’antimateria, ma per l’ennesima volta riesce a convincere Salamar… indovinate? che il colpevole sia sempre e comunque il Dottore. Al secondo omicidio i due vengono direttamente condannati all’espulsione nello spazio, e solo l’intervento di Vishinsky li salva all’ultimo secondo, mentre il numero delle vittime continua a salire. Ormai per il Dottore è chiaro che Sorenson è diventato un “anti-uomo”. Lo convince a farsi espellere insieme al contenitore rubato, ma un’ulteriore trasformazione impedisce allo scienziato di sacrificarsi.

Intanto Salamar, fuori di sé per essere stato spodestato da Vishinsky, insegue Sorenson con un’arma nucleare, che provoca la scissione dell’anti-uomo in ulteriori e pericolose creature. Il Dottore decide di catturare il professore e portarlo con il TARDIS fino alla pozza, dove precipita insieme agli ultimi frammenti di minerale. Soddisfatta della promessa mantenuta, l’entità rilascia Sorenson vivo e vegeto e il Dottore lo riporta sulla nave, dove lo converte alle energie rinnovabili prima di ripartire con Sarah. Destinazione Londra? Non ci crediamo neanche per idea!

All’inizio del ventesimo secolo, l’archeologo Scarman trova l’ingresso di una piramide egizia risalente alla prima dinastia, ma una volta entrato nella camera funebre viene colpito da un nefasto raggio verde.
Secondo Sarah Jane, il Dottore sta attraversando una “crisi di mezz’età”, perché mette in chiaro che non si considera legato alla Terra e preferirebbe tornare a viaggiare come un tempo. Il TARDIS atterra nel palazzo dove un giorno sorgerà la base UNIT, ma molti decenni prima… indovinate? Proprio all’epoca della scoperta archeologica, nel 1911. E indovinate un’altra cosa: a chi appartiene il palazzo? Al professor Scarman, ovvio; ci sono diversi reperti giunti di recente dall’Egitto.

Nel palazzo vive un egiziano di nome Namin, che afferma di essere stato incaricato da Scarman di non far entrare nessuno in casa, nemmeno il fratello del professore, Laurence. Il maggiordomo Collins avverte il Dottore e Sarah che Namin non è chi dice di essere, e viene ucciso da una mummia uscita da un sarcofago nella stanza. I due riescono però a salvare Warlock, un amico di Scarman, portandolo via ferito dal palazzo fino a casa di Laurence, mentre la mummia tenta di seguirli.

Laurence si rivela un inventore in anticipo per la sua epoca e proprio con il suo radiotelegrafo (un “Marconiscopio”) intercetta un segnale da Marte, che recita “attenti a Sutekh”. In effetti, vediamo Namin pregustare la venuta del temibile dio egizio, e il Dottore annuncia che le forze messe in moto sono tremendamente pericolose, tornando al palazzo.

Là, sotto i suoi occhi e quelli di Sarah, un misterioso servo di Sutekh viene in effetti evocato da un altro sarcofago e dichiara di portare “il dono della morte a tutta l’umanità”, mentre uccide Namin, ormai inutile ai suoi scopi, tenendo comunque le sue mummie robot. La creatura non è altri che Marcus Scarman, probabilmente ucciso e rianimato visto l’attuale colorito, che si attiva immediatamente per attivare un campo di forza attorno al palazzo e proseguire il lavoro indisturbato.

Come spiega il Dottore, Sutekh è l’ultimo della civiltà degli Osiriani, un pazzo megalomane che vuole distruggere ogni forma di vita. La guerra tra “divinità” testimoniata dagli antichi Egizi è quindi avvenuta realmente, e il sarcofago non è altro che un tunnel spazio-temporale. Siccome il nostro eroe è anche un incosciente, si becca una blastata assurda proveniente dal tunnel e finisce momentaneamente KO. Il suo piano comunque è di calcolare dove si trovi Sutekh e bloccare il suo collegamento con il corpo di Scarman; trova infatti sul cadavere di Namin un anello con cui veniva controllato, quindi… invertendo la polarità potrà a sua volta risalire alla sua posizione esatta. I tre trovano anche pezzi di un razzo che libererà Sutekh dalla prigionia a cui l’aveva confinato Horus, distruggendo la fonte di energia che si trova su Marte e alimenta la prigione, collegato ad un segnale di avvertimento che si è messo in funzione non appena Scarman ha aperto la camera sigillata della piramide. Fin qui tutto chiaro?

Laurence, dopo che Warlock viene a sua volta ucciso dalle mummie e non volendo credere che suo fratello non esiste più, combina una stupidaggine dietro l’altra, sabotando il piano del Dottore e cercando di far recuperare la memoria a Marcus… ovviamente lui lo strangola con orrore di Sarah, ma il Dottore non ha tempo per le lacrime ed è determinato a fermare Sutekh usando tutta la sua lucidità. Disabilitata la barriera intorno al palazzo, i due fanno esplodere il razzo e il Dottore si reca dritto dritto nella tana di Sutekh attraverso il tunnel spazio-temporale.

I due si fanno una bella chiacchierata – “tu sei cattivo” “taci, scellerato” – alla fine della quale Sutekh ipnotizza il Dottore e lo manda su Marte con il TARDIS per far distruggere a Scarman i congegni, così da essere finalmente libero di uccidere tutto e tutti. Per fortuna, credendo che una mummia l’abbia ucciso, Sutekh rilascia il controllo sul Dottore che insieme a Sarah risolve gli enigmi per raggiungere la zona dei controlli, ma è troppo tardi: Scarman ha già fatto il danno e Sutekh tra poco sarà libero… cioè non appena il segnale che lo trattiene smetterà di giungere da Marte alla Terra. Ed è proprio su quella manciata di minuti che il Dottore conta: corre a piazzare uno dei suoi marchingegni all’imbocco del tunnel appena prima che Sutekh lo attraversi, bloccandolo nel tempo per sempre. Ciò provoca uno sbalzo termico che manda a fuoco il palazzo: dopotutto, la sede della UNIT sorgerà sulle sue ceneri…

Sembra che questa volta il Dottore non sia andato né troppo avanti né troppo indietro nel tempo. Solo il luogo sembra incerto, ma devono essere in territorio inglese di sicuro, visto che c’è… un soldato della UNIT che fugge traballando e si getta da un precipizio? E quattro tizi con casco e tuta bianca che sparano dalle mani nude? Cara, vecchia Inghilterra, davvero!

Si trovano infatti nei pressi della cittadina di Devesham, che appare deserta… come abbandonata in tutta fretta; il Dottore ipotizza una fuga di radiazioni dalla vicina stazione di difesa spaziale. Ma ci sono altri indizi fuorvianti: il denaro nelle tasche del soldato e nella cassa del pub, appena coniato, e una strana capsula tra l’erba che al Dottore ricorda qualcosa… se solo ricordasse “cosa”!

Tre dei tizi bianchi tornano insieme al soldato, ora vivo e vegeto, e un gruppo di abitanti del villaggio scendono da un camioncino, come in trance, e solo dopo essere entrati nel pub e aver sentito i rintocchi dell’orologio… si rianimano e il locale risuona di rumori e discorsi!

Il Dottore è deciso a svelare questo mistero, perciò decide di recarsi alla stazione e contattare la UNIT. Sarah, dopo aver spavaldamente (nel senso di “come farsi uccidere”) tentato di fare conversazione, torna indietro verso il TARDIS, accorgendosi nel frattempo che i tizi bianchi sono in realtà dei robot. Mentre sta per entrare nella cabina, si ferma ad ispezionare la strana capsula scura e un uomo ne esce, cercando di strangolarla… proprio mentre il TARDIS si smaterializza! Sarah Jane fugge verso la stazione, certa di trovarvi il Dottore, che nel frattempo ha i suoi bei guai.

Ha trovato infatti la struttura in perfetta armonia con il resto della zona: soldati nella stessa trance degli abitanti del villaggio (finché non si mettono a sparargli addosso), un ufficio che dovrebbe appartenere al Brigadiere, un ufficiale sospettoso e altri tizi bianchi con “il dito carico”. Sarah Jane assiste al suo arresto e appena può lo libera, mentre vediamo un volto alieno che li spia da dietro una porta. È Styggron, a cui l’ufficiale, Crawford, fa rapporto spiegandogli chi è il Dottore. Dal loro dialogo e da quello della gente nel pub, sembra che la situazione si possa riassumere in un bizzarro esperimento nel mezzo del quale il Dottore e Sarah si sono trovati per errore.

La ragazza spiega al Dottore che Crawford non potrebbe essere là, perchè è morto nello spazio. Ma lui è convinto che sia realmente tornato insieme a Styggron, che ora controlla lui e il villaggio. Fuggendo, si imbattono in Benton – anche lui e Harry sono sul luogo e sembrano sotto l’influsso alieno…

La fuga per Sarah ha però vita breve: viene catturata ed esaminata da Harry, e dai suoi ricordi Styggron e il suo compagno Chedaki (che fanno parte di una razza chiamata Kraal) capiscono quanto possa essere pericoloso il Dottore per i loro piani di conquista. Nondimeno, Styggron non vuole ancora eliminarlo.

Nel frattempo che cosa fa il nostro eroe? Cerca un telefono, ovviamente, e altri indizi nel pub del villaggio. Sarah lo chiama da un negozio lì vicino, sostenendo di essere fuggita nuovamente e che Crawford ha le capacità di copiare le persone dalla loro impronta genetica e mentale. Il Dottore sospetta che la fuga, il telefono che improvvisamente funziona, insomma tutte le coincidenze che li hanno portato a riunirsi siano in realtà un test di intelligenza a cui gli alieni vogliono sottoporli. Ma se posseggono la tecnologia per replicare gli umani, perché non hanno già invaso completamente il pianeta, si chiede… di cosa hanno paura?

Ma il Dottore sospetta anche qualcos’altro. Sarah improvvisamente beve volentieri il ginger, indossa di nuovo il foulard rimasto nella foresta, non sa che fine ha fatto la chiave del TARDIS. Sarah, insomma, non quella vera, è un androide. Viene “smascherata”, letteralmente, nell’unica scena della serie che mi abbia seriamente dato i brividi: i circuiti dietro il suo volto, con solo gli occhi di fuori, sono un’immagine che preferirei dimenticare u.u

La vera Sarah Jane, riprendendo conoscenza, ascolta altri dettagli del piano dei Kraal: dissolvere nel nulla il villaggio, che era servito semplicemente per addestrare gli androidi, e sperimentare su di lei il virus che useranno per sterminare gli umani. Lei però non è d’accordo e va ad avvertire il Dottore, ed entrambi si rifugiano nella base aliena prima di essere cancellati dall’esistenza. Dalla padella alla brace?

Sembrerebbe di sì: Crawford, da vero traditore, ha già contattato la Terra annunciando di essere sopravvissuto e di essere pronto a tornare. I Kraal gli hanno assicurato che non uccideranno gli umani e lui ci ha pure creduto. A Sarah è appunto destinata una morte atroce tramite virus, ma usa l’acqua avvelenata per mandare in corto circuito l’androide che le fa la guardia e salvare il Dottore dagli esperimenti di Styggron. I due ormai capito di non trovarsi affatto sulla Terra, ma è là che è destinato il razzo con gli androidi portatori del virus, così si intrufolano nelle loro capsule che verranno sparate fuori dalla vera base di Devesham. Ah, un piccolo particolare: in un’altra capsula è nascosta una copia androide del Dottore.

A Devesham, i veri Benton, Harry e tutti i militari della stazione sono in fermento per il ritorno di Crawford, mentre le capsule vengono lanciate poco lontano, come innocui meteoriti. Sarah Jane si ritrova vicino al TARDIS – giustamente, la rotta era tracciata per la Terra e lì si è diretto, quando è rimasto con le chiavi appese – ma ad attenderla ci sono il falso Dottore e un’altra copia di se stessa. Scappa, Sarah!

Per farla in breve, gli androidi iniziano a sostituirsi al personale della base, e per fermarli il Dottore modifica il radar, in modo che interferisca con i loro circuiti. Poi riprogramma la sua copia perché raggiunga l’astronave, dove Harry e il colonnello in capo sono stati presi prigionieri. Sarah Jane, che li sta liberando, vede arrivare prima Styggron, poi Crawford che ora sa del virus ed è furioso con il Kraal. I due si uccidono a vicenda, ma nella lotta anche la copia del Dottore fa la stessa fine, con orrore di Sarah.

Ma il “suo” Dottore è vivo e vegeto e le offre nuovamente un passaggio sul TARDIS: questa volta la giornalista dovrebbe aver imparato la lezione…

Nel corso delle stagioni, la provenienza del Dottore si è fatta sempre più chiara e definita. Dal generico “i miei simili” si è passato a parlare di “Signori del Tempo”, ne abbiamo conosciuto qualcuno – il Monaco, il Maestro, il Signore della Guerra; per la rigenerazione forzata del Secondo Dottore approdiamo per breve tempo sul loro pianeta natale, e infine ne conosciamo il nome. Con “The Brain of Morbius”, però, scopriamo moltissimi dettagli finora inediti, e soprattutto incontriamo per la prima volta la Sorellanza di Karn!

Antefatto: Sarah alla fine ha davvero accettato l’ennesimo passaggio, e questa volta non è colpa né del Dottore né del TARDIS: secondo lui, i Signori del Tempo hanno manovrato la nave per i loro fini, come ai tempi dei suoi primi viaggi con Jo. Si trovano su Karn, nello stesso sistema solare di Gallifrey, e Sarah Jane scopre un vero e proprio “cimitero di astronavi” non dissimile da quello di “The Doctor’s Wife”, nonché il cadavere decapitato di un alieno.

Inizia a piovere e in pieno stile Rocky Horror Picture Show i due si rifugiano nella casa di tale professor Solon, una sorta di dottor Frankenstein che cerca disperatamente una testa umanoide per il suo grande progetto. Ovviamente è stato il suo servitore Condo, a cui ha promesso un braccio nuovo al posto della protesi-falce che si ritrova, ad uccidere il malcapitato – e probabilmente molti altri schiantatisi nelle vicinanze. Quando si trova davanti il Dottore, Solon capisce che la sua testa è perfetta per i suoi obiettivi e dopo averlo accolto con grande calore gli somministra un sonnifero nel vino, preparandosi alla grande operazione.

Il Dottore nel frattempo l’aveva riconosciuto come cultista di Morbius, un Signore del Tempo folle e crudele. Sarah Jane, fingendo di essere a sua volta incosciente, si aggira per la casa cercando il luogo dove il Dottore è stato portato e trova una creatura mostruosa, acefala, ma a suo modo viva!

Nel frattempo, la Sorellanza di Karn è in una brutta situazione. Le sacerdotesse sono infatti le custodi della Fiamma Sacra, un fuoco che scaturisce da un’apertura nella roccia e da cui si ricava l’Elisir della Vita. Non solo la loro sopravvivenza, ma anche quella dei Signori del Tempo dipende da questo elisir, quindi il fatto che la Fiamma si stia spegnendo non è per nulla un buon segno. Maren, la più anziana della Sorellanza, crede che il Dottore sia sul pianeta per rubare le ultime fiale di elisir, e tutte insieme rubano il TARDIS con i loro fortissimi poteri mentali. Portano via con lo stesso metodo anche il Dottore e cercano di farlo confessare. Lui avverte Maren che ha percepito la presenza mentale di Morbius a casa di Solon, ma lei non gli crede, avendo assistito alla sua esecuzione e distruzione. Il Dottore nega ogni complotto e ricorda l’antica alleanza di Gallifrey e Karn durante la rivolta portata avanti da Morbius, si offre anche di aiutarle a risolvere il problema della Fiamma, anche perché se il gas che la alimenta non ha uno sfogo, il pianeta potrebbe esplodere. Maren è però decisa a sacrificarlo e Solon, che sta spiando insieme a Condo, non può permettere che la preziosa testa venga sprecata. Intercede per il Dottore, offre persino la vita di Condo (che ora è molto, molto arrabbiato con il suo padrone e arriva a minacciarlo), ma non serve a nulla e solo l’intervento di Sarah Jane, travestita da sacerdotessa, permette al Dottore di fuggire. Purtroppo Sarah resta accecata da un lampo di energia proveniente dall’anello di Maren: il Dottore ne approfitta per tornare a casa di Solon, il quale decreta che solo l’elisir può guarirla. Mentre Solon manda Condo a precedere il Dottore con un messaggio per la Sorellanza (“uccidetelo e portatemi la testa”, stile Regina di Cuori), Sarah trova il cervello di Morbius, impaziente di abitare un corpo nuovo per avere la sua vendetta, e lo ascolta parlare con Solon dei loro piani. Fugge per avvertire il Dottore, ma Condo la cattura.

Intanto il Dottore sembra aver conquistato il beneficio del dubbio da parte della Sorellanza, e con un petardo ripulisce dalla fuliggine il camino della Fiamma, così che torni a bruciare vivida. Spiega però a Maren che i Signori del Tempo non sono affatto così bramosi di possedere grandi quantità di elisir, in quanto a loro serve solo in caso di una rigenerazione andata male; la Sorellanza invece è caduta nella “trappola dell’immortalità” senza nessun progresso né crescita nella loro società. Invece di ringraziarlo, le sacerdotesse lo legano come un salame e lo portano ugualmente da Solon.

Quando Solon dice a Morbius chi è e dove si trova il Dottore, lui dispera ormai di poterlo ricatturare, perché convinto che ormai stia complottando con Maren contro di loro, e convince lo scienziato a innestarlo nel corpo in un contenitore più piccolo del suo attuale supporto vitale, con tutti i rischi che comporta. Ha quasi terminato l’operazione, aiutato da una recalcitrante Sarah Jane e malgrado la ribellione di Condo – che ha scoperto che è stato proprio Solon tempo prima a rubare il suo braccio per creare il corpo per Morbius – ma proprio allora riceve il Dottore impacchettato e lascia delle connessioni tra il corpo e il cervello ancora da terminare. Quello che succede è che un Morbius selvaggio, con la testa stile boccia per pesci, inizia a vagare e menare le mani – specialmente dopo essersi guardato allo specchio – uccide Condo e una sacerdotessa della Sorellanza. Dopo averlo stordito e riportato nel laboratorio, il Dottore sembra aver convinto Solon a smantellare il corpo e restituire il cervello di Morbius ai Signori del Tempo. Ma ci crediamo davvero? Ovvio che no, anzi finisce di connettere quello che aveva lasciato in sospeso.

Il Dottore tenta di stanarlo dal laboratorio con il gas, ma a differenza di Solon, Morbius non ne risente gli effetti ed è pronto a sfidare sia la Sorellanza che Gallifrey… figuriamoci se non accetta una gara di “torsione mentale”, in cui le due menti fanno braccio di ferro con i loro poteri. In una scena diventata celebre, vediamo apparire le incarnazioni trascorse dei due, e dirò solo che il Dottore sembra aver avuto molti aspetti precedenti a quello di William Hartnell. Al termine della sfida, Morbius ritorna allo stato selvaggio e viene cacciato e ucciso dalla Sorellanza, ma il Dottore sembra ad un passo dalla morte per lo sforzo mentale. Maren sacrifica sé stessa nella Fiamma donandogli il poco di elisir che nel frattempo si è creato. Ohica, destinata a succederle, saluta con gratitudine i due viaggiatori, anche per la scatola di petardi donatale dal Dottore in caso di altri ingorghi nella canna fumaria!

Durante una spedizione ecologica in Antartide viene trovato un baccello che il Dottore identifica come alieno, consigliando cautela. Ovviamente nessuno prende cautele: cominciando dall’esperto di botanica che lo scongela, per finire con il folle milionario Harrison Chase, che “compra” la posizione del reperto da Dunbar, un membro senza scrupoli dell’organizzazione, e manda i suoi scagnozzi a recuperarlo. Insomma, tutti bravi ragazzi che amano l’ambiente e… le proprie tasche!

Quando il baccello si apre, infetta uno dei membri della spedizione, Charles, che inizia a mutare in una sorta di vegetale antropomorfo. Il Dottore arriva con Sarah Jane e spiega che la situazione è grave, perché tali creature, i Krynoids, sono una specie parassita che potrebbe distruggere tutte le forme di vita del pianeta. Trova anche il baccello gemello non lontano da dove era stato scoperto l’altro e lo mette in un freezer. Si tenta un’operazione chirurgica per rallentare l’infezione, ma l’alieno-Charles è ormai cosciente e uccide uno dei suoi compagni, fuggendo poi all’esterno della base.

Nel frattempo i due scagnozzi di Chase, Scorby e Keeler, sono arrivati spacciandosi per una squadra medica. Scorby ama le maniere forti e ha già deciso di far fuori tutti quanti a fucilate, incluso Keeler, se non collaboreranno. Una volta avuto il prezioso baccello, i due legano il Dottore e il botanico Stevenson, ultimo sopravvissuto della spedizione, e si fanno portare da Sarah Jane al generatore, dove Scorby innesca i presupposti per un’esplosione che cancellerà le prove del fattaccio. Il Dottore riesce a liberarsi e salvare Sarah, ma il Krynoid finisce in pezzi. Anche Stevenson, ma era già stato ucciso dalla creatura…

Chase è felicissimo di ricevere il baccello, ma uno spaventatissimo Keeler cerca di dissuaderlo dagli esperimenti che ha in programma e Dunbar teme che il proprio tradimento verrà a galla, avvertendolo che il Dottore e Sarah sono sopravvissuti. Per dire, le priorità!

Sir Colin Thackeray, a capo dell’organizzazione ecologista, ascolta i nostri eroi e concorda che bisogna scoprire immediatamente dove si trovi il baccello; Dunbar organizza con Chase il loro rapimento ma in questo modo non solo il rapitore viene messo ko, i due trovano un dipinto nella sua auto che appartiene proprio a Chase!

Si intrufolano nei giardini nel palazzo, ma Scorby li trova e li consegna al padrone, che prima di ucciderli decide di far fare loro una visita della sua collezione di piante. Intanto Keeler lo fa chiamare perché il baccello potrebbe aprirsi a breve, e i nostri ne approfittano per fuggire. Mentre il Dottore si fa strada sul tetto, deciso a trovare il laboratorio, Sarah viene riacciuffata e condotta proprio là: Chase, fermamente convinto che i vegetali siano superiori al regno animale, vuole vedere con i suoi occhi come avviene l’infezione. Il Dottore fa la sua entrata maestosa da un lucernario, salvando la sua amica, e il baccello si apre infettando Keeler.

In breve il Dottore finisce di nuovo tra le grinfie dei cattivi ed è Sarah a doverlo salvare, oltre ad avvertire Sir Colin per mezzo dell’anziana autrice del dipinto. Dunbar, pentito dei propri errori, tenta allora di rimediare e far fuori il Keeler-Krynoid, ormai fuori controllo… indovinate un po’ che fine fa XD

Il Dottore, Sarah, Scorby e un paio di guardie si rifugiano in un cottage all’interno della tenuta ed elaborano insieme un piano per distrarre la creatura – sempre più grande e ormai in grado di parlare – e tornare al palazzo. In tutto questo, Chase vuole fare una bella foto al suo alieno. Sono i dettagli che vi faranno amare questo villain!

Il Krynoid inizia a controllare le piante della zona e ad uccidere persone. È solo allora che finalmente la UNIT dà ascolto a Sir Colin e si mobilita. Proprio grazie alla distrazione fornita dai militari, il gruppo del Dottore riesce a tornare al palazzo, ormai sotto assedio dal Krynoid – che è sul punto di lanciare baccelli per tutto il Paese – e dalle piante circostanti. Chase, completamente soggiogato dalla creatura, sta per trasformare Sarah Jane in concime ma il Dottore interviene e… beh, finisce lui nella compostiera! I due riescono a farsi strada nella giungla della tenuta in tempo prima che la UNIT faccia esplodere tutto. E questa volta, bambini, il Dottore non ha da obiettare sui metodi violenti dei suoi alleati terrestri…

Quattordicesima stagione

Un’onda di energia proveniente dall’entità chiamata Mandragora Helix si infiltra nel TARDIS all’insaputa del Dottore, facendola poi atterrare in un ducato dell’Italia rinascimentale, San Martino. Qui il vecchio duca è appena deceduto come predetto dall’astrologo di palazzo, Hyeronimus, ma il suo erede, Giuliano, è assai scettico. E fa bene perché in realtà il pover’uomo è stato avvelenato, vittima dell’avidità del conte Federico, zio di Giuliano – e Hyeronimus non è che un suo infido complice. Dopo aver assistito a diverse morti a causa dell’energia che vaga nei dintorni, Dottore tenta di avvertire il conte del pericolo, ma viene scambiato per una spia e condannato a morte. Intanto anche Sarah Jane è stata rapita per essere sacrificata da una setta che venera tale Demnos. Naturalmente il Dottore riesce a sfuggire al boia con un simpatico trucchetto che coinvolge la sua sciarpona e fuggendo dai soldati si rifugia nel tempio, dove salva Sarah Jane e assiste all’arrivo dell’energia – che questa volta non fa vittime ma si spaccia per Demnos, promettendo infinito potere all’Alto Sacerdote. E non sorprenderà nessuno se ad un certo punto costui si toglie la maschera e si rivela essere… Hyeronimus!

Altri soldati catturano i nostri eroi, ma sono uomini fedeli a Giuliano: il giovane duca spiega ai due viaggiatori la delicata situazione politica di San Martino e la propria fede nella scienza, oltre a mostrare loro il corpo martoriato di una delle vittime dell’energia. Discutendone, il Dottore comprende che proprio la presenza della setta – che esiste dai tempi dell’antica Roma – e il preciso periodo storico a metà tra gli “anni bui” e l’epoca della ragione hanno richiamato la Helix in quanto terreno fertile perché prenda il potere. Afferma che distruggere il tempio è l’unico modo di impedirglielo e si reca sul luogo con Giuliano.

Hyeronimus, intanto, si sente incompreso e umiliato da Federico, ma la Helix gli intima di pazientare. Federico, saputo che i suoi nemici si trovano al tempio, decide di ucciderli sul posto e inscenare un sacrificio rituale da parte dei cultisti.

Fallisce, ovviamente, ma non demorde: con l’arrivo dei più importanti nobili ed artisti italiani per festeggiare Giuliano (sì, a quanto pare c’è anche Leonardo!), per lui è essenziale afferrare subito il titolo di duca, perciò cambia strategia e scredita il nipote affermando che è un cultista di Demnos. Il Dottore, però, lo avverte che il capo dei cultisti è Hyeronimus, e per davvero. Quando Federico torna al tempio a controllare, interrompe il rituale in corso e strappa la maschera dal volto dell’astrologo, che si mostra completamente pervaso di energia e lo uccide.

Il Dottore annuncia la morte di Federico a Giuliano, convincendolo a barricarsi nel palazzo con i suoi preziosi ospiti mentre lui risolve la faccenda dei cultisti e dell’Helix. Con la scarsa strumentazione trovata nello studio di Hyeronimus, calcola l’arrivo dell’eclisse di quella sera, cioè il momento in cui i cultisti colpiranno. Spiega a Sarah che l’energia astrale sprigionata priverà l’umanità di ogni ambizione e desiderio per il futuro.

Mentre il Dottore ha la sua resa dei conti con Hyeronimus, protetto da una speciale armatura che riesce ad assorbire l’energia dei suoi colpi, l’Helix e i cultisti attaccano il palazzo. Ad un certo punto appare Hyeronimus, che conduce tutti nel tempio al momento dell’eclisse: ma l’Helix, invece di pervadere i fedeli, li consuma completamente, svanendo; quando Hyeronimus si toglie la maschera scopriamo che in realtà è… il Dottore! San Martino è salva, e così il progresso della scienza, ma tra 500 anni il potere di Mandragora tornerà a colpire…

Un certo Eldrad viene condannato per aver lasciato il suo pianeta, Kastria, in balìa dei venti solari (distruggendo gli schermi che lui stesso aveva progettato) e decretando così la fine della sua civiltà. Viene condannato a morte, ma la capsula dove è imprigionato esplode in condizioni non ottimali, fallendo nell’intento di “obliterarlo”.

Milioni di anni dopo, il TARDIS si materializza in una cava in Inghilterra… e anche qui una parete di roccia viene fatta detonare, seppellendo il Dottore e Sarah Jane. Mentre il Dottore se la cava con qualche graffio, Sarah viene trovata, incosciente, aggrappata ad una mano di pietra. In ospedale scopriamo che in realtà è sveglia e ha tenuto per sé l’anello che la mano indossava. Intanto, nel laboratorio di patologia, il dottor Carter studia il fossile, chiaramente incompatibile con l’era geologica a cui dovrebbe appartenere. Sarah Jane ruba la mano e con l’anello mette KO Carter, dirigendosi poi verso il più vicino impianto nucleare; si fa strada fino al reattore dove le radiazioni “rinvigoriscono” la mano, che torna alla sua forma organica. Nella mente di Sarah sono impresse le parole “Eldrad deve vivere”.

Intanto il Dottore e Carter hanno notato che anche il campione prelevato dal fossile ed esposto alle radiazioni del microscopio ha subito cambiamenti, e raggiungono Sarah Jane. Purtroppo Carter viene a sua volta suggestionato dall’energia dell’anello e muore tentando di uccidere il Dottore, ma quest’ultimo riesce a sgusciare attraverso un condotto di raffreddamento e portare in salvo Sarah. La ragazza, finalmente libera da Eldrad, è incolume, in quanto la mano ha assorbito tutte le radiazioni. Watson, il responsabile dell’impianto – devo dire che mi sono affezionata a lui, ha una scena commovente al telefono con la famiglia – manda un dipendente a recuperare la mano e metterla al sicuro, ma anche il giovanotto trova l’anello e si lascia suggestionare. La porta direttamente al cuore del reattore, il che dovrebbe scatenare una reazione a catena facendo esplodere tutto l’impianto… invece non succede nulla, a parte qualche pannello saltato via nella stanza di controllo e, beh, il fatto che il povero giovane finisce evaporato. Anche questa volta, la mano di Eldrad ha semplicemente assorbito tutte le radiazioni.

Watson decide di ricorrere alle maniere forti e convoca l’esercito, che lancia i missili più potenti che si ritrova… beh, indovinate, Eldrad assorbe anche quell’energia e si rigenera completamente. Il Dottore opta per una via pacifica e va a parlare con lui… anzi lei – Eldrad è infatti una donna, e come racconta, è stata lei a rendere Kastria un pianeta abitabile e si considera tradita dal suo popolo anziché la sua traditrice. Afferma inoltre di non essere stata lei a distruggere gli schermi ma la guerra tra due fazioni esterne che si è svolta sul loro pianeta; queste forze nemiche hanno convinto i leader di Kastria a scaricare la colpa su Eldrad. Quando scopre che il Dottore è un Signore del Tempo, esprime il desiderio di salvare il suo popolo tornando indietro, ma lui la convince che ciò è impossibile e che può solo portarla sul pianeta nel presente.

Arrivati su Kastria, Eldrad vorrebbe raggiungere le camere termiche sotterranee dove pensa che la sua razza si sia rifugiata, ma viene colpita da un’arma contenente un acido che inizia a disgregarla dall’interno. Chiede al Dottore di portarla in una stanza particolare dove potrà rigenerarsi, ma durante il percorso incontrano diverse trappole messe in atto da una figura incappucciata che li spia da uno schermo. Riescono a raggiungere comunque la stanza ed Eldrad si rigenera in una forma maschile, spiegando che il suo aspetto sulla Terra era basato sulla prima forma di vita con cui era venuto a contatto, cioè Sarah. Finalmente la figura si mette in contatto con Eldrad: è Rokon, re di Kastria. Eldrad ammette finalmente di aver davvero distrutto le barriere perché Rokon non era d’accordo con le sue pretese espansionistiche, e il Dottore comprende che è davvero malvagio.

Eldrad va a confrontarsi con Rokon ma scopre che è morto da tempo (sotto il cappuccio, la figura si sgretola) e che le comunicazioni erano registrate, così come le trappole erano automatiche, predisposte proprio nel caso lui fosse riuscito a tornare. Anche le banche dati genetiche della sua razza sono vuote. In un’altra registrazione, Rokon gli spiega che il popolo di Kastria si è rifiutato di vivere sottoterra, votandosi all’estinzione, e saluta Eldrad come “Re di Nulla”. Eldrad è furioso, ma nella sua follia spera che il Dottore lo porti di nuovo sulla Terra per governare almeno quella… ovviamente lui gli ricorda che non ha più obblighi verso di lui e che gli aveva concesso un biglietto di sola andata. Predispone anzi l’ultima trappola, con la sua sciarpa, così che Eldrad cada in un abisso e gli getta dietro anche l’anello.

Sul TARDIS, mentre viaggiano, il Dottore è costretto ad effettuare diverse riparazioni a causa della bassa temperatura a cui la nave è stata esposta su Kastria. Sarah Jane è ancora sconvolta dall’avventura, e mentre gli passa gli strumenti ha una sfuriata: grida che vuole fare  le valigie e tornare a casa, ma questa volta il Dottore non ha nessuna reazione e non cerca di dissuaderla, magari con la descrizione di qualche bellissimo pianeta, perciò lei va davvero a fare i bagagli. Nel frattempo il Dottore riceve una chiamata telepatica da Gallifrey, che lo richiama ufficialmente sul pianeta. Quando Sarah torna, lui le spiega che deve accompagnarla a casa… e lei ci rimane malissimo, perché il suo era solo un capriccio, e avrebbe voluto continuare a viaggiare con lui! La scena in cui si dicono arrivederci è tra le più commoventi dell’intera serie. Solo che quando il TARDIS svanisce, lei si guarda attorno e… non è affatto a casa. Non è nemmeno a Londra. “Ha sbagliato di nuovo!” dice a un cane, più divertita che indispettita, e anche a noi spunta un sorriso…

Il titolo più ridondante che ci sia per il primo serial ambientato interamente su Gallifrey, in cui scopriamo davvero tantissimo su usi, costumi e struttura politica dei Signori del Tempo.

Il Dottore, ricordiamo, era stato richiamato sul suo pianeta, ma quando atterra nella capitale nessuno sembra felice di accoglierlo: anzi, sono pronti ad arrestarlo! Una sorta di visione premonitrice gli balena davanti agli occhi: l’assassinio del Lord Presidente, nel momento in cui sta per rassegnare le dimissioni e nominare il suo successore. Intenzionato sia a fermare il delitto che a non farsi acciuffare dai tutori dell’ordine, rappresentati dal Castellano Spandrell e dal capitano delle guardie Hilred, il Dottore raggiunge il Panopticon – l’equivalente del nostro Parlamento – dove sta per tenersi la cerimonia, e individua un fucile staser accanto alla telecamera che dovrebbe riprendere l’evento dalla galleria. Raggiunge la balconata e spara; nello stesso momento il Presidente viene colpito e muore. Ora, mettiamoci nei panni dei poveri Spandrell e Hilred… di prove per metterlo agli arresti ne hanno a bizzeffe.

Il Cancelliere Goth, presunto favorito alla Presidenza, insiste che il Dottore sia condannato a morte immediatamente. Spandrell al contrario vuole concedergli un processo, che sta per concludersi a suo sfavore ma… a sorpresa, il Dottore invoca il diritto di candidarsi a Presidente, ricevendo all’istante l’immunità per tutta la durata delle elezioni. In questo modo, potrà convincere Spandrell della sua innocenza.

In tutto questo, due figure hanno continuato a tramare nell’ombra: un individuo completamente sfigurato, che l’altro, incappucciato e dal volto nascosto, chiama “Maestro” (Ma chi sarà mai? È difficile immaginarlo!). Entrambi stanno complottando perché il Dottore muoia il più presto possibile e sono evidentemente i veri assassini.

La prima prova a favore del Dottore è che il fucile nella galleria, che lui ha usato per tentare di colpire l’assassino – che lui sostiene essere un membro dell’Alto Consiglio – ha un mirino fuori fase, con cui sarebbe impossibile prendere alcunché. La seconda prova è da cercare nella telecamera stessa, che dovrebbe aver ripreso tutto: ma qualcuno nel frattempo ruba la registrazione e tutto ciò che vi rimane è… il corpo miniaturizzato dell’operatore! Il Dottore sa bene che il Maestro usa un’arma del genere… e anche noi.

Nella stanza della Matrice, dove vengono conservate le informazioni di tutti i Signori del Tempo viventi e non, scopriamo che le informazioni sul Maestro sono state cancellate; inoltre qualcuno ha avuto accesso anche a quelle sul Dottore. La Matrice consente di formulare previsioni di ogni genere sulla base di tutte queste informazioni: il Dottore ora comprende che il Maestro ha usato proprio questo mezzo per inviargli telepaticamente la scena dell’assassinio. Decide perciò di trovarlo collegando la propria coscienza alla macchina.

All’interno della Matrice, si trova a sfidare ogni sorta di illusione: un coccodrillo, un treno in corsa, un samurai, un intero campo di battaglia… dapprima, appunto, ciò che vede e sente svanisce in fretta, ma il Maestro lo assicura che in questa realtà creata da lui tutto è possibile se lo desidera. Il Dottore accetta la sfida, e inizia la guerra aperta tra lui e un assassino mascherato: un gioco di sopravvivenza in un ambiente ostile, in cui ognuno dà fondo alla propria resistenza e furbizia. L’assassino, come vediamo, non è il Maestro stesso ma il suo alleato, colui che è a sua volta collegato alla Matrice da una diversa postazione, il loro covo insomma.

Sia il Dottore che il misterioso assassino soffrono fisicamente durante tutto questo, e se Spandrell e il Coordinatore della Matrice, Engin, sono preoccupati che possa morire, il Maestro è al massimo contrariato che il Dottore possa sopravvivere più a lungo del suo complice. Ordina così ad una guardia di andare ad uccidere il Dottore, ovviamente ipnotizzandola con la famosa frase “tu mi obbedirai!”. Questa obbedisce, ma Spandrell non è diventato Castellano con i punti del supermercato, e la fa fuori appena si accorge del suo intento.

Il Dottore e l’assassino, che si rivela essere il Cancelliere Goth, lottano in una palude finché, finalmente, il nostro riesce a sfuggirgli ed uscire dalla Matrice, rivelando l’identità del traditore. Quando con Spandrell raggiungono il nascondiglio, però, trovano il Maestro morto e Goth… beh, che non si sente molto bene. Il Cancelliere fa una confessione in piena regola: di come si fosse risentito quando il Presidente gli aveva rivelato di non averlo scelto come successore, di aver trovato il Maestro su Tersurus (un pianeta non lontano da Gallifrey) con ben poco da vivere e di essersi alleato con lui per realizzare insieme un grandioso piano… ma quale? Non lo sappiamo, perché tira le cuoia a sua volta, e come dice il Dottore “tipico dei politici non rispondere alle domande in modo diretto”.

Il Cardinale Borusa, altro politico di spicco ed ex insegnante del Dottore, dichiara che la verità dovrà essere modificata per far apparire Goth come un eroe. Il Dottore è disgustato dall’idea, nondimeno accetta di aiutare il Coordinatore Engin a ricostruire i dati del Maestro per la Matrice. Più ci pensa, più rifiuta di credere che il Maestro abbia accettato di morire, crede invece che il suo piano volesse portarlo ad acquisire nuove rigenerazioni. Come? La risposta si nasconde nella storia stessa dei Signori del Tempo, in particolare del fondatore Rassilon di cui il Presidente in carica porta ancora le “insegne”: una fascia e un bastone (chiamato Grande Chiave) dai poteri sconosciuti. Il Dottore sente i capelli che “gli si arricciano”, il suo cervello si mette in moto…

E… sorpresa! Il Maestro non è davvero morto, si era solo iniettato un inibitore neurale, e quando si risveglia nelle cripte chiede a gran voce i due oggetti che, insieme, gli permetteranno di sopravvivere a spese dell’intero pianeta e di molti altri: la Grande Chiave – che potrà sbloccare l’Occhio dell’Armonia, il nucleo di un buco nero, e la fascia che canalizzerà la sua energia per farlo rigenerare. Il Dottore riesce a fermarlo prima che l’Occhio rilasci il suo pieno potenziale, ma nel frattempo la città è stata parzialmente distrutta e le vittime sono moltissime.

Borusa, pur brontolando, loda il successo del Dottore nel salvare Gallifrey. Mentre la cabina blu si smaterializza, Spandrell ed Engin assistono impotenti ad un’altra partenza: quella del Maestro, nel suo TARDIS camuffato da vecchio orologio a pendolo, pronto a far ancora danni per l’universo…

Su un pianeta non meglio precisato, la tribù dei Sevateem è pronta a sferrare un attacco contro i suoi nemici giurati, i Tesh. La giovane Leela è contraria alla guerra, perciò viene condannata all’esilio e come se non bastasse, tanto per essere sicuri che non torni al villaggio, le mandano dietro un paio di assassini.

È proprio mentre che cerca di sfuggire alla morte che incontra il Dottore, scambiandolo per il “Malvagio”, colui che tiene prigioniero il dio della tribù, Xoanon, nel territorio dei Tesh. Il Dottore la assicura che, per quanto non si consideri perfetto, non è per niente cattivo, e le offre una delle sue “jelly babies”…

Ovviamente alla fine i guerrieri della tribù catturano il Dottore, che a questo punto si finge davvero il “Malvagio” facendosi portare dal loro leader. Leela li segue, aspettando l’occasione buona per liberarlo.

Il Dottore nota tanti piccoli dettagli, per cui questi apparenti “selvaggi” discendono dall’equipaggio di un’astronave: i loro gesti scaramantici sono procedure di controllo di una tuta spaziale, posseggono le cosiddette “reliquie di Xoanon”, anche quelle opere di alta tecnologia, e possiamo vedere una parete di lamiera con la scritta “survey team” (squadra di ricognizione) da cui nel tempo è nato il nome della tribù stessa, che ha trasformato la storia in leggenda.

Ma perché su una montagna è scolpito il volto del Dottore, stile Rushmore? Lui si sta già arrovellando da un po’: l’unica conclusione che può trarne è che sia stato già sul pianeta in passato, ma non riesce a ricordarlo. Approfittando del fatto che la tribù è andata a combattere i Tesh, torna al villaggio con Leela e scopre che lo sciamano Neeva è realmente in comunicazione con qualcuno, che crede essere Xoanon: trova infatti un trasmettitore, e la voce che gli risponde dall’altra parte è… la sua stessa voce, minacciosa, che lo riconosce come parte di sé. Questa entità vive dall’altra parte di una barriera temporale proprio come i Tesh (il “muro” di cui gli ha parlato Leela), perciò l’attacco dei guerrieri Sevateem è un vero disastro e tornano scornati e dimezzati.

Tentano di nuovo di uccidere Leela, avvelenandola, e anche il Dottore, sottoponendolo ad una prova finora considerata mortale – darlo in pasto ad una torma di animaletti carnivori – ma superata questa iniziano a fidarsi un pochino di più. Xoanon, intanto, si rivela un’entità duplice: parla sia con la voce del Dottore che con un’altra, rendendolo ancora più inquietante; e decide di sguinzagliare i suoi mostri invisibili nel territorio della tribù.

Il Dottore, grazie ad un’astuta osservazione di Leela, capisce che esiste una breccia nella barriera temporale, proprio attraverso il suo volto scolpito nella montagna. Ora, addentrandosi nel territorio dei Tesh, ricorda che cosa accadde nel suo primo viaggio sul pianeta, in cui aiutò i membri della “spedizione Mordee” riparando un potente computer collegandolo alla sua stessa mente ma dimenticando di cancellare da esso l’impronta della propria personalità.

Le voci di Xoanon ora sono diventate tre e parlano attraverso diversi schermi con il volto del Dottore: è chiaro che nel tempo il computer è diventato una sorta di creatura vivente e per di più folle, proprio perché con più di un’identità nella propria memoria.

I Tesh, che sono semplicemente i “tecnici” rimasti nell’astronave a differenza della squadra esplorativa, ora non considerano più la tecnologia a loro disposizione come tale ma hanno a loro volta sviluppato un culto cieco di Xoanon, sviluppando anche poteri mentali.

Inizialmente il loro capitano aveva riconosciuto il Dottore come figura salvifica della loro Storia, ma quando si accorge che non è d’accordo nell’uccidere Leela – in quanto Sevateem – lo tratta come un nemico e tenta di far fuori anche lui.

In fuga, il Dottore trova una stanza delle comunicazioni che mostra su un monitor l’attacco dei mostri invisibili al villaggio, spiegando a Leela che sono proiezioni energetiche create da Xoanon. Riesce a comunicare con Neeva, ordinandogli di portare gli abitanti del villaggio attraverso lo stesso passaggio preso da lui e Leela, e va ad affrontare il computer.

Ammette di aver commesso un grandissimo errore tempo prima: Xoanon era già diventato un’entità vivente, non era difettoso ma soltanto in shock per la propria nascita, e aggiungendovi la propria personalità l’ha fatto impazzire. Quando gli racconta tutto questo, il computer ha un’ulteriore crisi e si aggiunge una quarta voce che grida “chi sono?”. Nel frattempo, in corridoio, Leela fa strage di Tesh dalla fiera guerriera che è.

Quando i Sevateem arrivano, iniziano a loro volta ad attaccare i Tesh, ma il Dottore è concentrato su una delicata procedura – cancellare finalmente la sua impronta dalla memoria di Xoanon perché sia finalmente se stesso. Purtroppo, potrebbe essere tardi: Xoanon è sempre più fuori controllo e ha mandato in overload delle testate nucleari, è infatti convinto che l’unico modo in cui può essere libero è distruggendo ogni cosa, incluso se stesso. Acquisisce il controllo sia dei Sevateem che dei Tesh, che si dirigono nella stanza dove il Dottore sta effettuando le riparazioni, ma ormai Neeva è deciso a farlo fuori: profondamente deluso dal suo tradimento, lo sciamano spara contro uno degli schermi di Xoanon, finendo disintegrato. Questo risveglia le persone dal controllo e permette al Dottore di finire la sua procedura prima del disastro nucleare.

Nei due giorni successivi il Dottore resta privo di conoscenza, e anche Xoanon rimane silenzioso, mentre Sevateem e Tesh cercano di capire come potranno convivere da quel momento in poi. Al suo risveglio, il Dottore si confronta con Xoanon, chiede scusa per la propria vanità e per ciò che ha provocato tanto tempo prima. Il computer, ormai guarito, accetta le scuse e spiega come abbia ricreato nella realtà la propria identità divisa, separando i due gruppi in un vero e proprio esperimento di eugenetica. Ma adesso donerà la propria intelligenza a tutti i coloni, che decidono di fidarsi di lui.

Leela ormai non si sente più parte di nessuna delle due tribù e vorrebbe viaggiare con il Dottore… lui non è d’accordo, ma lei testardissima entra comunque nel TARDIS e lo fa partire!

Salve! Siamo di nuovo su #ClassicWednesday e vi propongo una cosa: lasciate stare questo riassunto. THE ROBOTS OF DEATH è un piccolo capolavoro, che unisce Asimov e Agatha Christie, fantascienza e mistero, in una storia davvero godibile e con un Tom Baker in splendida forma. Comprate direttamente il DVD e mi ringrazierete!
Se però non vi è possibile, continuate pure a leggere…

Su un pianeta deserto, in un’epoca imprecisata, Uvanov comanda una struttura mobile per l’estrazione di minerali, alla ricerca dei luoghi più redditizi. Il veicolo e le sue sonde sono gestite per lo più da robot, alcuni parlanti (Voc) altri no (Dum). Come in un episodio su 4 da quando Doctor Who va in onda, succede qualcosa di brutto proprio quando atterra il TARDIS: uno scienziato viene ucciso da uno dei robot. Non si tratta di un malfunzionamento, bensì di un preciso piano delle macchine per prendere il controllo della struttura.

Il Dottore e Leela, che avevano cominciato ad esplorare qua e là, si trovano in mezzo ad una tempesta di sabbia e cercano di tornare al TARDIS, ma questo è stato prelevato perché ostruiva una delle sonde. Due robot li trovano e li portano in salvo… beh, diciamo che li prendono prigionieri, e i  membri dell’equipaggio, che già stavano cominciando ad accusarsi a vicenda del delitto, tirano un sospiro di sollievo. Il Dottore però non ci sta e si libera per andare a cercare il TARDIS, finendo dritto dritto in un container in compagnia di un secondo cadavere, mentre si riempie di sabbia. Si salva usando un tubo per respirare, ma ovviamente viene ricatturato e accusato di entrambi gli omicidi.

Anche Leela trova una vittima e incontra un robot Dum, che in realtà è in grado di parlare e sostiene di non essere l’assassino. Come per gli altri due, sul corpo è stato lasciato un oggetto di solito usato per contrassegnare i robot non funzionanti e da riprogrammare. Quando anche lei viene catturata, il robot resta silenzioso come ci si aspetta da lui.

L’equipaggio, mentre i due stranieri vengono interrogati, è diviso sulla loro colpevolezza e Uvanov li fa arrestare ma non li condanna subito a morte. Seguono altri litigi e nuove vittime.

Poul, un membro dell’equipaggio da subito convinto della loro innocenza, libera i nostri eroi e li nasconde nel suo appartamento. Nel frattempo, la vendicativa Zilda scopre dei documenti scottanti su Uvanov (probabilmente riguardanti il fratello di lei, scomparso durante una spedizione passata), e lo accusa di omicidio attraverso la ricetrasmittente; poco dopo viene trovata morta e Poul lo mette agli arresti. Vediamo che i robot stanno eseguendo gli ordini di un misterioso umano…

Il veicolo inizia ad avere seri problemi e ben presto viene scoperto il motivo: anche l’ingegnere responsabile dei motori – ora fuori controllo – è stato assassinato, e l’unica soluzione è spegnerli totalmente, anche rischiando di sprofondare nella sabbia. Il capo ’ingegnere Dask non è d’accordo, ma alla fine è costretto a cedere e con le riparazioni necessarie il veicolo si stabilizza.

Il Dottore non crede che l’ex comandante sia il responsabile degli omicidi, e va a cercare il robot con cui aveva parlato Leela, D87. Questi gli spiega che lui e Poul stanno investigando sulla presenza a bordo del pericoloso Taren Capel, un esperto di robot che si considera uno di loro, e che li sta riprogrammando perché si ribellino agli umani e conquistino il mondo. Non hanno finora trovato prove, ma il Dottore suggerisce che Capel faccia parte dell’equipaggio, ovviamente in incognito. Trovano infatti un laboratorio molto sospetto…

Ma ormai l’equipaggio è ridotto al minimo: Poul, che dopo aver visto del sangue sulla mano di un robot è in stato di shock, Toos, intrappolata nella propria stanza con un robot in procinto di entrare e ucciderla, e Uvanov, che ha seguito il Dottore nel laboratorio: anche loro hanno il loro bel daffare ma riescono a fuggire. Anche Toos si salva, in quanto il robot la lascia andare non appena riceve un messaggio urgente da Voc 7, suo superiore. In quanto a Dask… non pervenuto.

Tutti si riuniscono nella stanza di comando e Uvanov racconta che il fratello di Zilda era nelle stesse condizioni di Poul quando fuggì dal veicolo trovando la morte: un’estrema fobia dei robot. Il Dottore capisce che già allora Capel era nascosto tra l’equipaggio, e dev’essere per forza Dask.

Costruisce un congegno che disattiva gli automi… in modo piuttosto violento, e con Leela raggiunge il laboratorio, elaborando un piano piuttosto astuto. Dask, o meglio Capel, lo cattura e inizia a torturarlo, ma Leela apre una bombola di elio in modo che i robot non riconoscano la sua impronta vocale: Voc 7 si rivolta così verso di lui e lo strangola. Nel frattempo Uvanov e Toos eliminano gli altri robot fedeli a Capel, così come D87 che si sacrifica usando il congegno.

Il Dottore e una Leela che ancora squittisce lasciano il pianeta per nuove avventure…

Nella Londra vittoriana, il celebre prestigiatore e ventriloquo Chang, che lavora nel teatro diretto dal signor Jago, viene accusato di aver rapito una donna che aveva partecipato ad uno dei suoi spettacoli. Alle minacce del marito della donna, il tassista Buller, lo fa seguire dal suo pupazzo Sin, in realtà una creatura senziente e letale, e da un gruppo di malviventi…

Nel frattempo sentiamo il TARDIS atterrare: il Dottore vuole insegnare a Leela qualcosa sulla storia e cultura terrestre. Incappano proprio nella banda di delinquenti che trasportano un cadavere (probabilmente il povero Buller), e Leela riesce a catturarne uno,  mentre gli altri sembrano essere svaniti in un tombino. Al distretto di polizia, però, arriva Chang che di nascosto permette a costui di suicidarsi con un granello di veleno di scorpione. Il Dottore ricollega l’accaduto alla setta criminale dei Tong, seguaci della divinità Weng-Chiang, e con Leela si reca nelle fogne della città… dove un ratto gigante li attacca e li costringere a battere in ritirata. Il Dottore ricorda che Weng-Chiang è considerato il dio dell’abbondanza…

Chang, dopo aver ipnotizzato Jago perché si dimentichi di Buller, raggiunge un nascondiglio sotto il teatro, covo del un misterioso individuo a cui aveva consegnato la moglie del tassista e numerose altre donne. Sembra infatti che costui si cibi dell’essenza distillata delle vittime per mantenersi in vita, in quanto è affetto da una malattia che lo sta debilitando. È inoltre alla disperata ricerca del cosiddetto “Armadio del Tempo”, per cui lui e Chang esplorano nottetempo ogni angolo di Londra muniti di un apposito sensore, ed è stato sempre lui a modificare geneticamente ratti e ragni delle fogne intorno al teatro.

Intanto, il Dottore riceve nuove informazioni sul caso sia dalla polizia che dal medico legale Litefoot, e fa visita al teatro dove si accorge che Jago è stato ipnotizzato e ricollega tra loro gli strani eventi della serata: nei sotterranei i due vengono attaccati da qualcuno che però si dilegua in fretta.

Anche Leela e il dottor Litefoot ricevono una sgradita visita: Sin, armato di un lungo coltello. Il sensore ha infatti rilevato la presenza dell’artefatto proprio in casa del patologo. Leela però ingaggia battaglia e il Dottore arriva proprio in quel momento, perciò Chang e il suo “pupazzo” battono a loro volta in ritirata senza poter uccidere nessuno. Il Dottore esamina l’armadio e comprende che, benché di origine terrestre, sia frutto di una tecnologia molto avanzata, ma non può fermarsi a lungo perché Leela ha fatto di testa sua, seguendo Chang al teatro.
La guerriera si ritrova così testimone del procedimento con cui “Weng-Chiang” estrae il suo nutrimento dalle vittime, ma rischia di finire tra le fauci del ratto gigante. Viene salvata in extremis dal Dottore e dal “fucile per elefanti” di Litefoot, e i tre tornano ad esaminare l’armadio – che secondo il nostro è una macchina del tempo con cui Weng-Chiang è giunto da un tempo futuro e venerato come un dio.

Il Dottore e Leela assistono allo spettacolo successivo di Chang, che ne approfitta per tentare di uccidere il Dottore facendolo partecipare ai suoi numeri e riacquistare così la fiducia di Weng-Chiang, che estremamente deluso dai suoi insuccessi fa di tutto per sabotare lo spettacolo e preferisce operare da solo: ruba l’Armadio del Tempo dalla casa di Litefoot e fugge insieme a Sin.

Chang, rimasto solo e con il peso dei suoi delitti, preferisce lasciarsi sbranare dal ratto gigante che affrontare la prigione, o almeno così ci appare. Il Dottore incrementa le proprie deduzioni, ricordando chi sia in realtà Sin: una sanguinaria creatura chiamata “homunculus di Pechino”, creata trenta secoli più tardi a partire dalla corteccia cerebrale di un maiale e sofisticati circuiti, che scomparve nel nulla dopo aver quasi causato una guerra mondiale. A questo punto sappiamo che Weng-Chiang ha portato con sé nella Cina del passato la creatura per mezzo dell’Armadio; che lui stesso si trova in uno stato di degradazione genetica, e che per stabilizzarsi utilizza il macchinario distilla-fanciulle. Non sappiamo però quale fosse la sua identità.

A questo punto il Dottore deve scoprire il nuovo nascondiglio dei due aberranti individui, prima che utilizzino di nuovo l’Armadio – alimentato dalla pericolosissima “energia zygma”. Non sa che Weng-Chiang non potrebbe comunque farlo, perché uno dei suoi scagnozzi ha dimenticato al teatro una borsa che… contiene la sua chiave!
Seguendo gli indizi, comunque, ritrovano Chang, gravemente ferito e colmo di vendetta, che li indirizza al quartier generale dei Tong e li mette in guardia con parole e gesti sibillini prima di morire.

Jago trova la borsa e va a casa di Litefoot, ma non trovando il Dottore convince il patologo a investigare per conto loro. Vengono ovviamente rapiti dai Tong e portati al cospetto di Weng-Chiang, che va a recuperare la borsa e si trova davanti un agguerrito Dottore in compagnia di un’altrettanto agguerrita Leela, che rifiutano di consegnare la chiave – piuttosto fragile, se lasciata cadere – finché non vengono portati a loro volta al quartier generale.

Il Dottore appare molto sicuro di sé, e apprende finalmente l’identità del nemico: Magnus Greel, ministro di una delle Alleanze in cui la Terra del 51esimo secolo era divisa, nonché criminale di guerra responsabile della morte di circa centomila innocenti (usati per sperimentare con il suo estrattore di forza vitale).

Greel non si nutre ormai da troppo tempo e non ha nessuna voglia di giocare con il Dottore, perciò quando questi libera Jago, Litefoot e due giovani prigioniere, lascia scatenare la furia omicida di Sin – che però rischia di rivoltarglisi contro. Rimasto solo e ormai moribondo, si riprende la chiave e sta per usare l’Armadio, ma il Dottore sa che ciò causerebbe una terribile implosione e lo scaraventa contro l’estrattore, ponendo fine alle sue sofferenze.
Sì, il Dottore uccide delle persone ogni tanto, fatevene una ragione.

Potrei dire un sacco di altre cose su questo serial – la bellissima amicizia che nasce tra Jago e Litefoot, la serie di audio Big Finish che racconta le loro avventure future; la fortissima atmosfera da romanzo di Conan Doyle, berretto deerstalker incluso; la grinta combattiva di Leela, che è un personaggio diverso di ogni altro companion che abbia varcato finora la soglia del TARDIS… ma non vi renderei giustizia. Andrebbe goduta fino in fondo!

– Saki

Quindicesima stagione

Sul’isola di Fang Rock, al largo della costa meridionale dell’Inghilterra, vivono i tre guardiani del faro: l’ingegnere Ben, felice del “suo” generatore a carbone che alimenta la lampada; l’anziano ed esperto Reuben, che rimpiange i tempi in cui i fari funzionavano ad olio, e il giovane Vince. Proprio quest’ultimo assiste alla caduta di un corpo celeste, forse un meteorite, a qualche miglio dalla costa. Poco dopo si alza una nebbia formidabile e improvvisa, e nonostante l’impianto elettrico funzioni normalmente, il faro si spegne ad intervalli. Vediamo anche una misteriosa luce verde…

L’arrivo del Dottore e di Leela, diretti a Brighton (ma quando mai il TARDIS li porta dove vorrebbero?), coincide con la scoperta del cadavere di Ben, proprio nella stanza del generatore. Una morte più che mai misteriosa, anche perché non era il tipo da prendere la scossa, conoscendo la macchina a menadito, e la sua lanterna è stata piegata e schiacciata come se fosse di carta.

Reuben sospetta subito dei nuovi arrivati, ma non ha molto tempo per discuterne: innanzitutto il corpo di Ben svanisce, e subito dopo uno yacht finisce dritto contro gli scogli. Durante le operazioni di soccorso, il Dottore nota un’entità verde luminescente all’interno dell’edificio e Leela addirittura una creatura in mare, simile ad una medusa luminosa o un fungo.

Quattro persone vengono portate in salvo: il nostromo Harker, il finanziere Lord Palmerdale con la sua segretaria Lessage e il deputato Skinsale. Harker ritrova il corpo di Ben, orribilmente mutilato; per quanto Reuben farnetichi della leggendaria “Bestia di Fang Rock”, il Dottore ne trae la conclusione che l’alieno gli abbiano fatto una sorta di autopsia per studiare l’anatomia umana, e che si tratta di una creatura molto scaltra e pericolosa.

Reuben viene ucciso e l’alieno prende la sua forma. Scopriamo inoltre che Skinsale ha venduto delle informazioni a Palmerdale, e che per la fretta di arrivare a Londra e poterle sfruttare in Borsa quest’ultimo ha spinto l’equipaggio dello yacht a quella velocità nella nebbia. Harker è comprensibilmente furioso.

La vittima successiva è proprio Palmerdale, attaccato dall’alieno mentre è in cima al faro. Un’orripilata Lessage accusa Skinsale, che però ammette di avere “soltanto” messo fuori uso il telegrafo per impedire al finanziere di comunicare con i suoi broker: una mossa molto astuta vista la situazione, trovate?

L’alieno usa l’aspetto di Reuben per far fuori anche Harker, Vince e poi Lessage; il Dottore ha ora diversi indizi sul tipo di creatura con cui ha a che fare, anche se non sa darle un nome: attacca con l’elettricità, vive bene nell’acqua e preferisce le basse temperature. Leela, disgustata dall’incapacità di combattere dei terrestri, ripone le sue speranze nel Dottore, incoraggiandolo a formulare un piano.

In cima al faro, Leela e Skinsale hanno accumulato una certa quantità di polvere da sparo, mentre il Dottore sulle scale convince l’alieno a mostrare la sua vera forma: scopre così che si tratta di un esploratore Rutano, membro di una razza da sempre in guerra con i Sontaran, che vuole stabilire una base strategica sulla Terra. Nonostante il Dottore abbia trovato e distrutto il dispositivo con cui comunicava alla sua nave da guerra, l’esploratore sa che il messaggio è stato ricevuto e che presto l’umanità sarà spazzata via.

Mentre Leela fa fuori l’alieno con un mortaio, quindi, il Dottore trasforma il faro in un cannone laser (sic!), usando un diamante trovato sul corpo di Palmerdale. I nostri due eroi fuggono prima che l’astronave venga colpita, ma Leela guarda indietro e viene temporaneamente accecata dal laser. Quando riapre gli occhi, questi sono diventati da castani a blu…

Se vi chiedete che fine ha fatto Skinsale… è morto miseramente quando ha cercato di recuperare gli altri diamanti di Palmerdale. L’avidità porta solo alla rovina, è la lezione di questo #ClassicWednesday!

Un’astronave diretta sulla base di rifornimento di Titano – una luna di Saturno – sta attraversando la cintura di asteroidi tra Marte e Giove quando viene infettata da un’entità sconosciuta, che prende possesso sia del computer di bordo che dell’equipaggio: tre uomini che avrebbero dovuto dare il cambio al personale sulla stazione. Una volta arrivati a destinazione, i tre uccidono i loro colleghi pronti a partire e tentano di far fuori anche il supervisore, Lowe, che lancia un SOS.

“Casualmente”, la TARDIS atterra proprio da quelle parti, e Leela percepisce subito che c’è qualcosa di malvagio nell’aria. Il Dottore infatti viene infettato a sua volta dal “Nucleo”, diciamo il virus principale, che ha trovato la base un ottimo punto di partenza per i suoi “scopi”…

Mentre Leela salva Lowe e si fa raccontare ciò che è accaduto, il Dottore riceve l’ordine di eliminarla, perché la mente della ragazza ha rigettato il Nucleo ed è solo d’intralcio ai loro piani; resiste all’impulso ma deve rimanere concentrato per restare se stesso. Lowe, intanto, viene contagiato (il virus si propaga attraverso una scarica elettrica dagli occhi), come gli altri il suo corpo cambia – le mani sono cosparse di filamenti bianchi e strane placche appaiono intorno agli occhi – ma riesce a mascherarsi con un paio di guanti e degli occhiali protettivi e inizia il suo doppio gioco.

Leela e Lowe portano il Dottore alla Fondazione Bi-Al. Inizialmente il professor Marius, esperto in malattie aliene, nota che il paziente si è auto-indotto il coma e crede che sia un “hippy spaziale”, ma il suo robot K-9 (sì! proprio lui!) rileva il Nucleo nel cervello del Dottore suscitando la curiosità del suo padrone. Sia il Dottore che Marius elaborano una teoria sul perché Leela è immune al virus: siccome esso colpisce l’intelligenza logica, su lei non ha presa in quanto la sua mente è puro istinto. Nel frattempo Lowe diffonde il contagio tra i medici e il nuovo gruppo si coalizza nel riprendersi il Dottore, provocando un’esplosione e ingaggiando battaglia con Leela e K-9.

Il Dottore chiede a Marius di clonare lui e Leela ed iniettare poi i cloni, miniaturizzati con lo stabilizzatore dimensionale del TARDIS e dalla brevissima aspettativa di vita, nel corpo del Dottore per neutralizzare il Nucleo. Abbiamo così delle divertenti scene stile “Siamo fatti così”, in cui i due seguono le tracce del suo passaggio all’interno del cervello, mentre fuori Marius viene contagiato.

Finalmente il Dottore trova il Nucleo, che fa la sua bella spiegazione da cattivo: lo “Sciame” di cui è portavoce e guida, proprio come gli umani nella galassia, vuole prosperare e conquistare lo spazio: ora che si trova all’interno di un Signore del Tempo, anche il tempo stesso, sfruttando la sua intelligenza. Il Dottore non si rende conto che lo scopo di tutta questa pappardella è perdere tempo, così che i cloni si disintegrino. È così il Nucleo a uscire dal corpo e Marius lo porta a dimensioni “umane”: grazie allo stabilizzatore, su Titano verrà creato un “alveare” di mega-virus che ingaggeranno battaglia ovunque.

Il Dottore e Leela si rifugiano nel TARDIS, che senza stabilizzatore è però completamente inutile… urge un nuovo piano! K-9 mette KO Marius e grazie agli anticorpi di Leela (alla fine, pare, non era solo una questione di logica!) il medico guarisce.

È tempo di tornare su Titano, sconfiggere il Nucleo e l’intero Sciame! Leela vorrebbe far esplodere tutto, ma il Dottore preferisce provare a infiltrarsi con una cassa piena di vaccino. Purtroppo il piano non va come sperato ed è costretto a… beh, sì, far esplodere tutto…

È il momento di salutare il professor Marius, che a sua volta deve tornare sulla Terra, e decide di affidare K-9 ai due viaggiatori: che dire, a presto per altre bellissime avventure con il robot più famoso e amato del Whoniverse!

Questo sarà un #ClassicWednesday un po’ speciale, perché a me IMAGE OF THE FENDAHL non è piaciuto per niente. Per farvi capire, la prima volta non l’avevo nemmeno finito di guardare, e questa cosa mi è capitata solo con un altro serial in seguito! Ed è stato davvero strano, perché l’autore è lo stesso di The Face of Evil e The Robots of Death, nella scorsa stagione, insomma è il “papà” di Leela… e ha lavorato come script editor in un’altra serie sci-fi che amo molto, Blake’s 7. Ma in qualche modo ve lo devo riassumere – professionalità innanzitutto!

La storia inizia con un gruppo di scienziati inglesi, guidati dall’archeologo Fendelman, concentrati sullo studio di un teschio rinvenuto in Africa. Fendelman ha un’apparecchiatura sofisiticatissima che dovrebbe non solo datare il reperto con precisione, ma ricostruire virtualmente la creatura a cui il teschio apparteneva. Quando viene attivata, succedono tre cose: la dottoressa Thea Ransome rimane come ipnotizzata dal teschio, che si illumina in modo strano; nel bosco vicino, un escursionista viene attaccato e ucciso dalla creatura; e… anche il TARDIS si comporta in modo strano, atterrando proprio nel villaggio dove si svolgono gli esperimenti.

Quando gli scienziati scoprono il corpo dello sventurato, si accorgono anche che nonostante sia passato poco tempo si sta disintegrando velocemente, come se tutta l’energia in esso fosse stata risucchiata. In breve la creatura uccide anche la guardia che dovrebbe proteggere il team e attacca il Dottore, che però resiste ai suoi poteri.

Thea mostra di essere sempre più soggiogata dall’emanazione del teschio e Fendelman è convinto che la creatura sia aliena, forse il progenitore dell’umanità, mostrandogli una lastra del teschio e spiegandogli che questo sta accumulando l’energia sottratta alle vittime. Il Dottore al suo arrivo precisa che si tratta dei Fendahleen, originari del Quinto Pianeta e ormai parte della leggenda anche per i Signori del Tempo. Stael, un altro degli scienziati, parla con un uomo del villaggio di nome Moss e il Dottore origlia dalla porta: i due fanno parte di un culto locale che si riunirà a breve…
Sempre gironzolando, il nostro eroe senza paura si avvicina al teschio, che torna ad illuminarsi… ovviamente mica lui tiene le mani in tasca, e rischia seriamente di venire ucciso.

Intanto Leela, nel villaggio, si trova a casa dell’anziana signora Tyler, che possiede poteri psichici ed è sopravvissuta all’attacco della creatura, rimanendo piuttosto sotto shock. La ragazza, spinta dal suo formidabile istinto, va a cercare il Dottore e riesce a salvarlo in extremis.
Stael ha rapito Thea e l’ha portata nella sede del culto, spiegandole che ora lei ha in sé “il potere degli antichi” e attraverso di lei potranno ottenerlo tramite un rituale che si svolgerà a breve. Poi torna in laboratorio e minaccia Fendelman con una pistola, facendogli spegnere la macchina, e lo prende prigioniero insieme a Adam. Finalmente il professore comprende di essere stato usato dal Fendahl: il suo stesso cognome è la prova che da generazioni l’alieno preparava la sua ascesa, portandolo inconsciamente a costruire la macchina (vi giuro, è imbarazzante cercare di capirci qualcosa). Lo implora di fermarsi, ma Stael gli spara.

Il Dottore, grazie alla signora Tyler, ha capito che il Fendahl è giunto sulla Terra attraverso una frattura temporale, e cerca di risalire al suo pianeta originario ma senza risultato; scopre così che i Signori del Tempo l’hanno messo in loop. 

La signora Tyler e il nipote Jack, armati di un fucile caricato a sale, vengono raggiunti dal Dottore e da Leela e vengono quasi attaccati da un Fendahleen: riescono ad ucciderlo sparandogli e si precipitano nella stanza del rituale dove il Fendahl/Thea ha già trasformato tutti i cultisti in Fendahleen tranne Stael, che preferisce uccidersi.

La scena è piuttosto significativa: Stael, pentito delle sue azioni, è paralizzato dallo sguardo del Fendahl e sta per trasformarsi, perciò chiede al Dottore di portargli la pistola… e lui lo fa. Mi ha colpita molto.

La macchina è spenta, il Fendahl non ha raggiunto il suo massimo potere perché ora gli mancano due dei 12 Fendahleen. Mentre elabora un piano per fermarlo definitivamente, il Dottore spiega a Adam che i Signori del Tempo hanno distrutto il pianeta troppo tardi, perché l’entità aveva già raggiunto la Terra: non è un progenitore dell’uomo ma i suoi campi energetici hanno comunque interferito nella sua evoluzione, plasmandolo perché potesse riportarlo al suo stato originario.

La signora Tyler procura una grande quantità di sale per combattere i Fendahleen rimasti e il Dottore trasforma la macchina settandola per far esplodere l’intero edificio, mentre lui e Leela portano via il teschio con l’intenzione di gettarlo nella più vicina supernova.

Vi do appuntamento al prossimo #ClassicWednesday e sono contenta di non dover più rivedere questo serial XD

– Saki

Quella di oggi è un’avventura estremamente divertente, significativa e brillante, che consiglio a Whovian di ogni età. Il titolo è THE SUN MAKERS e noi siamo su #ClassicWednesday!

Nel lontano futuro, su un Plutone con sei soli artificiali, la cosiddetta Compagnia domina su una società schiavizzata e torturata dalle tasse, divisa in “megropoli” dove si lavora con turni massacranti, bisogna pagare persino per la morte dei parenti, i cittadini non sanno nemmeno che esistono altri pianeti e non possono uscire all’aria aperta. Il Dottore e Leela incontrano Cordo, un operaio della Quarta Megropoli sull’orlo del suicidio proprio per i pressanti debiti verso la Compagnia, che decide di unirsi agli “Altri”, persone che vivono di espedienti e furti sotto la città. Il loro capo però non si fida di loro e manda il Dottore e Cordo a prelevare denaro con una tessera di credito falsificata, tenendo Leela come ostaggio.

Intanto il funzionario Hade e la sua assistente Marn hanno trovato il TARDIS e in principio immaginano di poter estorcere un mucchio di contravvenzioni per il suo atterraggio, poi Hade ipotizza che si tratti di terroristi. Seguono il Dottore tramite telecamere e si preparano a coglierli di sorpresa: la cabina di prelievo si riempie di gas non appena il Dottore usa la tessera, viene preso in custodia e portato al centro di correzione. Qui un altro prigioniero, Bisham, gli spiega che una sostanza dalla sigla PCM viene costantemente diffusa nell’aria; il Dottore capisce che è la sua influenza a causare ansia e sottomissione nel popolo. Grazie alle parole dell’uomo, apprende che i funzionari della Compagnia assumono pillole che contrastano questa sostanza.

Hade nel frattempo si reca dall’Esattore, massima autorità della Compagnia, e gli chiede uomini per dare la caccia al resto dei “terroristi”, mentre Leela si difende dagli Altri quando, siccome il Dottore non torna con il denaro, vogliono ucciderla, e all’arrivo di Condo li incita a liberare il Dottore dal centro; solo il mite operaio ha però il coraggio di seguirla, insieme a K-9.

Il Dottore e Bisham stanno per essere sottoposti ad una sorta di lavaggio del cervello, ma l’addetto riceve una bella scarica elettrica dai controlli che sta manovrando – ovviamente è stato il Dottore a manometterli. Più tardi viene rilasciato con tante scuse da parte di Hade e Marn: i due gli hanno hanno infatti intenzione di seguire ulteriormente le sue tracce per scovare l’intera banda di ribelli. Anche Bisham torna libero grazie a Leela, che però si chiede dove sia ora il Dottore!

Il capo degli Altri, Mandrel, ora crede che il Dottore sia una spia del governo e vorrebbe torturarlo. Intanto Leela e i suoi nuovi amici cercano il Dottore per i corridoi della città, ma la ragazza viene sopraffatta dalle guardie e portata davanti all’Esattore, che apprende così la provenienza e l’identità del Dottore; consapevole del fatto che il Signore del Tempo in questione “non approverebbe il suo stile di governo” e gli metterebbe i bastoni tra le ruote, organizza l’esecuzione pubblica di Leela così da prenderlo in trappola. Dal canto suo, Hade fa di tutto per catturare il Dottore con le sue mani, anche perché l’Esattore gli ha decurtato la paga e vuole fare bella figura.

Il Dottore finalmente convince Mandrel e i suoi ad organizzare una rivolta popolare, che però potrà avvenire solo distruggendo i controlli per la vaporizzazione del PCM. Ma strappare Leela a una morte orribile è un tantino più urgente… e pericoloso: il macchinario con cui vengono compiute le esecuzioni funziona a vapore, con una pressione talmente alta che se esplodesse porterebbe via mezza città. Anche grazie a K-9 il salvataggio va a buon fine e il gruppo ha conquistato nuovi alleati, ma l’Esattore è furioso.

Mentre i livelli di PCM nell’aria scendono, il popolo inizia la rivoluzione: Hade viene scaraventato giù da un tetto, Marn si arrende e il Dottore e Leela si introducono nell’ufficio dell’Esattore. Senza nessun mezzo per chiedere aiuto, questi è costretto a rivelare le sue origini – la sede centrale della Compagnia si trova sul suo pianeta natale, Usurius. Una volta prelevati gli umani superstiti da una Terra non più abitabile, li ha soggiogati e usati come forza-lavoro prima su Marte e poi su Plutone, ma non essendo abbastanza produttivi stava meditando di spegnere i soli e lasciarli morire. Ora, con la rivolta in corso, decide di attivare un congegno per ucciderli tutti all’istante con il gas, ma fallisce. Senza più scampo, rimpicciolisce sulla propria sedia a rotelle, fino a mostrare la sua vera forma (la sedia gli forniva le radiazioni necessarie per apparire umanoide): una sorta di piccola alga, che si nasconde in un buchino subito sigillato da Cordo.

Il popolo è finalmente libero di tornare sulla Terra, ormai rigenerata, e il Dottore… di dimostrare di essere una schiappa agli scacchi rispetto a K-9!

Leela si annoia e inizia a pasticciare con i pulsanti della console, roba da bacchettate sulle dita stile collegio inglese, quando ad un certo punto esclama “K-9, Dottore, ci siamo fermati!”. Coda di paglia… Un’occhiata allo scanner e la scoperta: sono arrivati alla fine dell’universo, ed è per quello che il TARDIS non va avanti. Davanti a loro una nebulosa sta per inglobarli, così si materializzano su una vicina astronave.

Il mezzo appartiene ai Minyan, razza che a suo tempo i Signori del Tempo avevano “svezzato”, aiutandoli nello sviluppo tecnologico (possono persino rigenerarsi!) tanto che ora li ricordano come dèi. Ad un certo punto, però, il progresso degenerò in terribili conflitti e il loro stesso pianeta andò distrutto: da allora su Gallifrey vige la politica di non intervento!

Uno dei membri dell’equipaggio, Orfe, spiega al Dottore che la nave sta tirando le cuoia dopo 100.000 anni di viaggio, e che anche il loro spirito si indebolisce nonostante i loro corpi possano rigenerarsi all’infinito. Stanno cercando qualcosa di preciso – un’altra nave, la P7E, su cui è conservato il materiale genetico della loro razza, così che possano stabilirsi su un altro pianeta e cominciare una nuova vita.

K-9 si collega ai comandi dell’astronave per allontanarsi dalla nebulosa, ma il capitano, Jackson, non vuole rinunciare a raggiungere la P7E, di cui hanno captato il segnale, e dà invece ordine di avvicinarsi. Una quantità di frammenti rocciosi viene attirata verso di loro e ne vengono completamente sommersi; riescono a liberarsi con il cannone laser ma non hanno ormai più energia. Si lasciano trasportare dalla gravità verso un pianeta… ma è proprio da lì che viene il segnale della P7E! Il Dottore capisce che a forza di attirare materiale roccioso è diventata il nucleo di un pianeta vero e proprio: la nave penetra negli strati più fluidi per giungere, rallentata dall’attrito, fino al conglomerato di rocce.

Il loro atterraggio causa un gran macello, seppellendo vivi un certo numero di schiavi (chiamati Trog) che lavorano nel tunnel più vicino alla superficie. Ooooops! Idmon, che ha perso quasi tutta la famiglia sotto le macerie, si ribella alle guardie e viene portato via; il figlio sopravvissuto, Idas, riesce a fuggire e si rifugia nell’astronave. Intanto Jackson e i suoi sono partiti all’esplorazione, lasciando indietro il Dottore e Leela che si prendono volentieri cura del ragazzo e apprendono come il padre stia per essere sacrificato dai “Veggenti” ad un’entità chiamata “Oracolo”…

Entrambi i gruppi si dirigono verso la P7E, rinominata come la Cittadella, dove vivono i Veggenti. Riunitisi nella stanza del sacrificio, che dovrà compiersi con un’antica spada, riescono a salvare Idmon e alcuni altri Trog; purtroppo sono ricacciati indietro dalle guardie e costretti alla fuga, mentre Herrick, uno dei membri dell’equipaggio, viene catturato e torturato. I Trog spiegano al Dottore come nella Cittadella si ricavi cibo dalle rocce, così lui elabora un piano per entrare dalla… porta sul retro, cioè da dove il materiale viene trasportato all’interno. Capisce anche la simbologia dietro i miti perpetrati nelle generazioni: nella Cittadella, la nave, è custodito il prezioso materiale genetico dei Minyan.

Le guardie, però, si rivelano troppe e il Dottore decide di fuggire a cercare questo famoso Oracolo con Leela e Idas, mentre l’equipaggio continua a combattere.
Intanto Herrick, torturato, ha raccontato ai Veggenti la verità sulla loro ricerca, ma questi negano l’esistenza della banca genetica e si rivelano esseri robotici: solo gli schiavi e le guardie sono di sangue Minyan, mentre loro esistono al solo scopo di proteggere l’Oracolo. Siccome gli intrusi si stanno rivelando un osso duro, però, chiedono a Herrick che forma avrebbe l’oggetto per cui sono venuti: lui risponde che si tratta di due cilindri dorati, e i Veggenti acconsentono a consegnarli purché cessino le ostilità, e nel caso esistano davvero, ovviamente. E l’Oracolo, che appare come un gigantesco computer (ma dai, non me lo sarei aspettato), produce in effetti due cilindri, che vengono affidati a un trionfante Herrick. La ricerca sembra finita, e l’equipaggio torna verso la nave che nel frattempo ha recuperato energia ed è quasi pronta per la partenza.

Il Dottore trova l’Oracolo e ci fa una bella chiacchierata: il computer sostiene di essere il custode dei cilindri e lui replica che se davvero lo fosse non li avrebbe consegnati. L’Oracolo inizia a urlare “distruggi qua, distruggi là”, ma il Dottore sa di possedere già la chiave per accedere ai veri cilindri: la spada del sacrificio, che infila in un’apposita fessura in una versione capovolta della Spada nella Roccia. Una volta in mano il bottino, i tre fuggono ma una valanga li intrappola in una caverna; K-9 però era andato a cercarli e li libera. Sulla nave, il Dottore chiede al robot di analizzare gli altri cilindri, quelli consegnati all’equipaggio dai Veggenti: sono potenti ordigni che potrebbero esplodere da un momento all’altro!

Corre così incontro alle guardie, che li riportano all’Oracolo credendo che siano quelli veri. Quando il computer si accorge del trucco è troppo tardi: il pianeta intero esplode, ma l’astronave con l’equipaggio e i Trog a bordo è già in salvo. Anzi, la spinta provocata dall’esplosione consente di risparmiare energia e di raggiungere il pianeta abitabile più vicino, che diventerà la loro nuova patria.

Il Dottore, prima di ripartire con il TARDIS, saluta Jackson chiamandolo “Jason”: alla curiosità di Leela le racconta la storia di Giasone e degli Argonauti, molto simile all’avventura che hanno appena vissuto, e ipotizza che in realtà i gli antichi miti siano profezie…

Qui #ClassicWednesday in diretta da Gallifrey! THE INVASION OF TIME è cominciata e non potrete più tornare indietro! Davvero, il finale della stagione 15 è un capolavoro e sono molto felice di raccontarvelo.

Il Dottore è su un’astronave e sigla un patto con non meglio identificate creature: avrà potere illimitato sui Signori del Tempo. Ma in cambio di cosa? Tutto ciò resta un mistero… per ora. Lo vediamo dirigersi quindi verso Gallifrey, dove è atteso da un numeroso gruppo di guardie pronte ad arrestarlo… dopotutto, il suo TARDIS non è registrato! Sotto gli occhi stupiti del comandante delle guardie, Andred, il Dottore si introduce nell’ufficio del Cancelliere, la seconda più alta carica della Cittadella. Ricordate il Cancelliere Goth, in “The Deadly Assassin”? Avrebbe voluto diventare Presidente, ma era in combutta con il Maestro ed era finito ucciso nella Matrice. Il Dottore aveva a sua volta presentato la sua candidatura, così da ricevere l’immunità. A tutti gli effetti, quindi, il Dottore è l’unico candidato e non essendoci state elezioni, gli manca solo l’effettiva cerimonia per essere investito dei pieni poteri e ricevere l’accesso completo alla Matrice.

Il nuovo Cancelliere, Lord Borusa – ricorderete anche lui in “The Deadly Assassin”: all’epoca era Cardinale ed era stato insegnante del Dottore all’Accademia – è stupito, ma comprende che a livello tecnico la pretesa del Dottore è corretta e non può protestare. Il Dottore prende possesso degli appartamenti presidenziali, in attesa della cerimonia, e chiede che le pareti vengano rivestite interamente di piombo. Dalla sua espressione, Borusa sembra comprendere che c’è un piano molto preciso dietro ciò, e in effetti vediamo le creature seguire passo passo gli accadimenti da uno schermo con la certezza che tutto stia andando secondo il loro volere.

La cerimonia è super affascinante (le musiche sono davvero straordinarie!) e vediamo il Dottore, vestito di bianco, che riceve i simboli di Rassilon e una sorta di corona che lo mette in comunicazione con la Matrice – ma appena la indossa, qualcosa non va. Secondo i Cardinali, la Matrice lo sta “respingendo”, segno che non sarebbe dovuto essere nominato, ma essendo la cerimonia conclusa non è possibile tornare indietro. Leela accorre in suo aiuto togliendogli la corona e il Dottore viene portato via per le cure necessarie; più tardi, questi ordina che Leela sia cacciata dalla Cittadella in quanto aliena… lei, incredula, fugge dalle guardie e si nasconde.

In seguito, il Dottore entra nel TARDIS e progetta insieme a K-9 di bypassare e infine distruggere le misure di sicurezza del pianeta così da permettere un’invasione. Una volta messo in atto ciò, la grossa nave delle creature entra in orbita ed esse si materializzano parzialmente nel Panopticon, alla presenza dell’Alto Consiglio. Il Dottore ordina a tutti di sottomettersi ai nuovi padroni di Gallifrey: i Vardan. Questi sembrano aver usato il Dottore per impossessarsi di uno degli artefatti di Rassilon, perduto però da lungo tempo: la Grande Chiave – come Presidente, il Dottore può iniziare la sua ricerca.

Leela, intanto, ha incontrato Rodan, una Signora del Tempo che gestiva le barriere intorno al pianeta e che si è trovata impotente davanti all’invasione. La convince che il Dottore deve avere le sue buone ragioni per aver permesso tutto questo, incluso il proprio esilio, ed entrambe tentano di fuggire dalla Cittadella. Andred le scopre, ma una volta convinto della loro innocenza le lascia andare: è il Castellano Kelner, responsabile della sicurezza, a preoccuparlo ora; è infatti diventato più che propenso a collaborare con gli invasori.

Il Dottore ha un incontro con Borusa nelle sue stanze appena ridecorate e gli spiega che i Vardan sono telepatici, ecco il perché del piombo sulle pareti: per complottare in tranquillità 😉 C’è tutto questo scambio di sguardi tra loro, per cui il Cancelliere capisce che il Dottore sa benissimo quello che sta facendo ed è per il bene di Gallifrey… la cosa più bella è che è tutto dato alla bravura degli attori più che alle battute della sceneggiatura!

Dopo aver mandato Borusa agli arresti domiciliari (per proteggerlo, ovviamente) il Dottore si fa fare da Kelner una lista dei Signori del Tempo potenzialmente ribelli, facendoli espellere dalla Cittadella. Insomma, fa di tutto perché i Vardan si fidino di lui e si materializzino totalmente: ma questi replicano che lo faranno solo quando farà svanire il campo di forza quantico intorno a Gallifrey, l’unica difesa rimasta.

Andred sta organizzando la ribellione con le sue guardie e tenta di assassinare il Dottore penetrando nel TARDIS… dove si trova presto indifeso e alla mercè del nostro! Anche qui al riparo dai poteri dei Vardan, il Dottore gli spiega i suoi piani e lo convince della sua buona fede: una volta materializzati, potrà risalire al loro pianeta di origine e mandarlo in un loop temporale. Purtroppo i ribelli sono stati fatti fuori da un uomo di Kelner, e il Dottore è costretto a obbedire ai Vardan: riesce ad effettuare un’apertura nel campo di forza, ponendo fine ai loro dubbi nei suoi confronti. Intanto Leela e Rodan hanno incontrato gli abitanti delle terre selvagge, e non ci è voluto molto alla nostra guerriera per convincerli a prendere le armi e penetrare nella Cittadella. Mentre i Vardan si mostrano per ciò che sono, normalissimi soldati dall’aspetto umano, K-9 grazie alla Matrice li rimanda sul loro pianeta e inizia i calcoli per il loop temporale. C’è da festeggiare, Gallifrey è salva! Oppure… no?

Dall’apertura si materializza infatti un plotone di Sontaran, guidati dal comandante Stor; erano loro i veri invasori, e avevano usato i Vardan come un’avanguardia sacrificabile.

Kelner non ha esitazioni nell’inchinarsi immediatamente ai nuovi “padroni”, e questi domandano che l’apertura sia ingrandita per permettere il passaggio della loro intera flotta.

Dal canto suo, al Dottore serve un miracolo per salvare Gallifrey, che è al di là persino dei suoi attuali poteri come Presidente: per farlo serve la Grande Chiave di Rassilon. Non gli ci vuole molto per comprendere che l’artefatto è sempre stato affidato al Cancelliere, e capite che mi commuovo un’altra volta quando vedo Borusa consegnargliela con una musica epicissima di sottofondo.

Il Dottore e Rodan lavorano per chiudere l’apertura nella barriera, bypassando i circuiti della Cittadella dall’interno del TARDIS, ma Kelner ha un asso nella manica: tenta di spedire proprio il TARDIS nel cuore di una stella nera, manovrando gli stabilizzatori dall’esterno. Fallito il piano, ricorda di avere un passe-partout. Se qualcuno ancora si lamenta dei buchi di trama nella serie moderna…

Dicevo, Kelner e i Sontaran entrano tranquillamente nel TARDIS, ma non possono né distruggerlo né attivarlo, solo cercare il Dottore e i suoi alleati nel labirinto di corridoi e stanze. Intanto Rodan e K-9 sono sotto con un altro progetto: un’arma dematerializzatrice, che ha la Grande Chiave come innesco finale. Borusa dichiara che non sarebbe mai dovuta essere costruita e usata (ed è per questo che nessun Presidente dopo Rassilon aveva potuto possedere l’artefatto), ma il Dottore pensa che invece sia il momento giusto.

Mentre Stor è sul punto per distruggere la Matrice e l’intera galassia, lo raggiunge nel Panopticon e lo disintegra – in quell’istante l’arma svanisce e il Dottore perde i sensi. Quando si sveglia, ha dimenticato ogni cosa: i Vardan, i Sontaran, anche essere diventato Presidente. Borusa comprende che l’arma doveva servire esclusivamente per salvare Gallifrey e non per favorire potere o distruzione: insomma, è come la spada di Godric Grifondoro!

Leela decide di restare su Gallifrey, perché si è innamorata di Andred, e anche K-9 rifiuta di lasciare la sua “padrona”. Il Dottore sembra destinato a restare solo ma vediamo una scatola sotto la console… e ha proprio l’aria di contenere il duplicato di un certo cane metallico…

Sedicesima stagione

Il Dottore viene convocato da una potente entità chiamata il Guardiano Bianco, custode dell’ordine e dell’armonia, per rintracciare e riunire le sei parti di un potente artefatto chiamato la Chiave del Tempo. Questi frammenti possono avere qualsiasi forma e grandezza, e potrà rintracciarli attraverso uno speciale sensore (il “nucleo” della Chiave) che non solo dirigerà ogni volta il TARDIS sul pianeta giusto, ma riporterà il frammento ritrovato alla sua forma originaria. Per far ciò, oltre a K-9 gli viene assegnata un’assistente: una giovanissima Signora del Tempo di nome Romanadvoratrelundar, che il Dottore chiamerà Romana, e gli viene raccomandato di fare attenzione al Guardiano Nero, la nemesi del Guardiano Bianco nonché incarnazione del caos.

Atterrano sul pianeta Ribos, dove due furfanti di nome Garron e Unstoffe nascondono un prezioso cristallo di “jethrik”, un minerale rarissimo, tra i gioielli del castello di Shur. Fingendosi agenti di una compagnia mineraria, convincono poi Graff, un tiranno in esilio, ad acquistare il pianeta, in quanto colmo di tale sostanza. Graff lascia una sostanziosa caparra nella stanza dei gioielli, di cui poi i due gaglioffi si impossesseranno.

Il Dottore e Romana hanno la certezza che il primo frammento della Chiave si trovi tra i gioielli e tentano di aprire la teca, ma rischiano di diventare la cena della “bestiola” che sta di guardia, uno shrivenzale. Quindi decidono di aspettare che Garron e Unstoffe si introducano di nuovo nella stanza per prelevare il denaro e riprendersi il cristallo, approfittando dei loro mezzi. Purtroppo il Dottore, impegnato ad ipnotizzare una guardia, non riesce a fermare in tempo il giovane Unstoffe, che fugge non appena recuperato il denaro e il jethrik, lasciandolo rinchiuso nella stanza… ma si rende conto che il frammento era proprio il cristallo! Scappa attraverso la tana dello shrivenzale, ma sul tetto ad attendere lui, Romana e Garron c’è Graff, che ha scoperto della truffa e crede che siano tutti complici. Le guardie ovviamente ascoltano le spiegazioni di Graff e arrestano i nostri insieme a Garron…

Il Dottore chiede aiuto a K-9 con il suo fischietto a ultrasuoni e resta ad ascoltare Garron che si vanta di tutti i pianeti che ha “venduto”, raccontando di come Graff sia un uomo sanguinario che ha bisogno di una base per tirare su un esercito e riconquistare il suo pianeta natale. Intanto, grazie ad una veggente, il capitano delle guardie capisce in quale quartiere si trova Unstoffe, e Graff ha dato ordine ai suoi uomini che quando accadrà non si riprenderanno solo il denaro ma anche il cristallo, per poi uccidere tutti quanti.

Unstoffe è nascosto nel tugurio di Binro, una sorta di Galileo costretto a rinnegare le sue teorie sullo spazio, e gli rivela che queste sono vere: il vecchio gli è profondamente grato. Quando Garron lo avverte via trasmettitore che le guardie sono sulle sue tracce, Binro lo porta nelle Catacombe, un labirinto sotto la città dove si crede risiedano gli Dei del Ghiaccio. Intanto K-9 ha liberato i prigionieri; non sapendo che Unstoffe sta andando altrove, questi vanno a cercarlo nel quartiere dov’era stato avvistato dalla veggente, ma il sensore li dirige sulla pista giusta.

Una volta saputo che Unstoffe si trova nelle Catacombe, le guardie si rifiutano di proseguire, ma Graff e i suoi non temono nulla e nessuno… okay, forse un po’ gli shrivenzale che girano per i corridoi! Infine Graff riesce a uccidere Binro e catturare Garron e Unstoffe: quest’ultimo, amareggiato, consegna il bottino, e i due stanno per fare la stessa fine del vecchio quando… KABOOM! Le guardie di Shur decidono di imprigionare tutti gli intrusi facendo esplodere l’ingresso delle catacombe. Graff perde tutti i suoi uomini insieme al lume della ragione, e il Dottore, travestito da soldato, gli ruba il cristallo e lo manda, beh, a fare kaboom per i fatti suoi.

I nostri salutano i due furfantelli, che comunque ci hanno guadagnato la nave di Graff colma di tesori, e una volta nel TARDIS riportano il jethrik alla sua vera forma. Altri cinque frammenti da trovare, altre cinque avventure in questa ricerca della Chiave del Tempo!

Il secondo frammento della Chiave del Tempo è stato localizzato sul pianeta ghiacciato di Calufrax, ma quando il TARDIS ci arriva… beh, all’inizio non riesce a materializzarsi affatto, poi si ritrova su un pianeta del tutto diverso, chiamato Zanak e governato dal “Capitano”. Questi ha l’aspetto di un pirata interstellare e provvede alla ricchezza dei suoi abitanti purché non facciano domande e restino sottomessi, sfruttando nel frattempo giacimenti di minerali rari. Nel momento in cui il TARDIS ha tentato di atterrare la prima volta, c’è stato uno strappo violento nel tessuto spazio-temporale, distruggendo un circuito molto importante dei motori… ma motori di cosa?

Oltre alle guardie del Capitano, un altro pericolo sul pianeta è costituito dai cosiddetti Mentiad, “zombie” che prelevano dalle loro case persone che manifestano capacità extrasensoriali: è il caso del giovane Pralix, sprofondato in un delirio in cui ripete “La forza vitale sta svanendo”. Il Capitano ordina alle guardie di uccidere Pralix prima che lo facciano i Mentiad, che escono illesi da qualsiasi attacco e, nonostante il Dottore e K-9 cerchino di fermarli, infine riescono a incapacitare il Dottore e portar via il ragazzo sotto gli occhi del nonno, della sorella Mula e dell’amico Kimus.

Quando il Dottore si risveglia, K-9 spiega che i Mentiad utilizzano energia psicocinetica, di cui può seguire la traccia fino al loro covo. Ma quando il gruppo (nonno escluso) è pronto a partire, K-9 informa il Dottore che Romana è stata arrestata dalle guardie e portata in un luogo chiamato “il Ponte”, da cui nessuno è mai tornato. Sono così costretti a dividersi: il robot e Mula andranno al covo dei Mentiad, mentre il Dottore e Kimus andranno a liberare Romana.

Il Dottore quindi ruba un’auto volante che appartiene alle guardie e arrivano sul Ponte, il quartier generale del Capitano sul fianco di una montagna; mentre Kimus resta di guardia fuori, lui si fa strada fino a ritrovare l’amica, costretta a tentare di riparare il circuito danneggiato. Quando sente parlare di viaggi nel tempo da Romana, il Capitano dapprima non le crede, ma consigliato dalla sua infermiera inizia a pensare di poter usare il TARDIS per far funzionare di nuovo i suoi sistemi. Il Dottore ormai si è fatto un’idea di cosa avvenga su Zanak e del perché – come gli aveva raccontato Kimus – ogni volta che le miniere si esauriscono il Capitano annunci una “nuova era di prosperità”… e proprio in quel momento persone come Pralix hanno i loro attacchi… e appaiono nuove luci in cielo… Sì, insomma, due più due fa quattro!

Con il pretesto di utilizzare le risorse del TARDIS, si fanno accompagnare fuori dalle guardie, ma Kimus le fa fuori velocemente e il gruppo fugge: destinazione, le miniere! Scesi a tre miglia di profondità, Romana nota che la superficie su cui camminano è umida e gelida – proprio come dovrebbe essere il pianeta Calufrax. Il Dottore spiega che Zanak è un “pianeta pirata”, un guscio vuoto che si materializza intorno agli altri pianeti, li svuota di ogni risorsa e poi passa ad un altro. Il Capitano non si fa scrupoli sul fatto che questi siano abitati o meno, ovviamente, e il popolo di Zanak è completamente all’oscuro della faccenda, credendo che semplicemente il Capitano ogni volta abbia trovato nuove vene di minerale.

Altre guardie seguono i tre e li attaccano, ma sopraggiungono i Mentiad che creano un campo di forza e li portano in salvo. Mula e K-9 sono con loro, così come Pralix: insieme, queste persone formano una “gestalt”, un’entità unica il cui potere psichico cresce man mano che il loro numero aumenta… e il loro numero aumenta man mano che un pianeta viene distrutto, perché l’energia rilasciata dal pianeta stesso alimenta quel potere. Non hanno però le risorse e le conoscenze per opporsi al Capitano e ai suoi uomini.

Nel frattempo, il Capitano è preoccupato del fatto che il Dottore possa coordinare i Mentiad contro di lui, e il suo assistente, il signor Fibuli, suggerisce di intensificare lo sfruttamento del pianeta, perché contiene cristalli che possono bloccare i poteri mentali dei ribelli. Naturalmente, facendo ciò surriscalderebbero i loro macchinari… ma al Capitano ciò importa poco! La mossa successiva sarà un altro salto spaziale per recuperare un diverso minerale, utile a riparare i circuiti dei motori. Indovinate il nome del pianeta scelto… la Terra, certo XD

Il Dottore e Kimus vengono presi prigionieri mentre cercano di rubare un’altra auto e portati davanti al Capitano, che mostra loro la sua collezione: ciò che rimane di ognuno dei pianeti distrutti, compattati al limite dal diventare un buco nero con un sistema ipercomplesso. I cristalli nel frattempo sono stati estratti, Calufrax è entrato a far parte della collezione, e il Capitano è pronto per ridurre i Mentiad all’impotenza. Ordina alle guardie e al suo drone assassino di uccidere i due, ma grazie a K-9 riescono di nuovo a fuggire e si trovano in una speciale stanza che il Dottore definisce “le Dighe Temporali”: sempre grazie all’energia estratta dai pianeti, un’anziana donna vive congelata nei suoi ultimi istanti di vita. È Xanxia, l’ultima regina di Zanak, guerrafondaia e, come dicono le leggende, immortale. Il Dottore manda Kimus e K-9 a sabotare i motori, mentre lui andrà a confrontarsi un’altra volta con il Capitano, portando con sé un marchingegno trovato nella stanza, simile a un proiettore portatile. Così, quando proprio come nelle storie di pirati viene obbligato a camminare su una passerella e gettarsi nel vuoto, in realtà a subire l’esecuzione è stato solo un suo ologramma, creato appunto dal proiettore!

Un ulteriore colpo di scena giunge quando il Dottore usa il proiettore per tentare di “spegnere” un altro ologramma: l’infermiera del Capitano, che si rivela una proiezione di Xanxia. La sua figura però oscilla solo brevemente; è infatti abbastanza solida da tirare un ceffone al Dottore, e la regina lo assicura che grazie all’energia dei vari pianeti vivrà per sempre. Questi non è d’accordo e la avverte che le Dighe Temporali avranno sempre bisogno di una quantità crescente di energia, per cui nemmeno prosciugando interi sistemi solari riuscirà a evitare la morte. Scopriamo inoltre che Xanxia è la vera mente dietro i genocidi mentre il Capitano è solo un suo burattino, comandato attraverso le sue parti meccaniche.

I Mentiad sono temporaneamente senza poteri per colpa dei cristalli, ma K-9 inizia a deflettere l’interferenza psichica; intanto il Dottore e Romana corrono verso il TARDIS per ricreare la situazione di quando hanno tentato di atterrare sul pianeta per la prima volta, così che Zanak fatichi a materializzarsi intorno alla Terra. Ma Xanxia e il Capitano non demordono, così il Dottore comunica con i Mentiad per aiutarli a sabotare la sala di controllo a distanza. Una parte della strumentazione fa effettivamente kaboom, uccidendo tra l’altro il signor Fibuli. Furioso, il Capitano si rivolta contro Xanxia, per cui aveva sempre nutrito un odio feroce (e i pianeti rimpiccioliti nella stanza dei trofei rappresentavano una minaccia contro di lei, in quanto sarebbe stato molto facile destabilizzarli). La regina lo uccide, ma in quel momento i Mentiad riescono ad aprire la porta della sala di controllo e lei è costretta a far sparire il suo ologramma. Il Dottore, quindi, collega un detonatore per far esplodere a distanza il fianco della montagna, Dighe Temporali incluse, ponendo fine alla non-vita di Xanxia e alla schiavitù del popolo di Zanak. Ma dov’è il frammento della Chiave del Tempo? Non è altro che Calufrax rimpicciolito… uh, era per quello che il sensore è rimasto impazzito per tutto il serial!

Il terzo frammento della Chiave del Tempo si trova sulla Terra, in Cornovaglia, e il sensore conduce il Dottore e Romana ad un antico cerchio di pietre, chiamato dai locali “i Nove Viaggiatori” anche se ciò non corrisponde con il loro numero effettivo. Incontrano una studiosa di nome Amelia Rumford e la sua amica Vivien Fay (nome sospetto, così, a buffo) che raccontano loro di una setta druidica guidata da un certo De Vries, che vive poco lontano. Il Dottore è messo in allerta da una strana depressione sul terreno, come se qualcosa di molto pesante fosse stato rimosso, e da tracce di sangue sulle pietre; inoltre non si fida molto delle due donne, per cui lascia indietro Romana a tenerle d’occhio mentre si reca da De Vries.

Costui, dedito a sacrifici rituali sia nel luogo del cerchio che nel suo palazzo, è un fanatico della dea Cailleach, e sembra che l’arrivo del Dottore gli fosse stato predetto. Dopo avergli raccontato diversi aneddoti, lo colpisce in testa per sacrificarlo alla dea. Nel frattempo, Romana sente la voce del Dottore attirarla verso un precipizio, dove scivola e rischia di cadere in mare.

Il rituale viene dapprima rallentato da una dei cultisti, che non è d’accordo con il sacrificio umano, poi il gruppo è messo in fuga dall’arrivo di Amelia, che libera il Dottore e insieme a K-9 vanno a cercare Romana. Dapprima lei non vuole farsi aiutare, perché afferma che è stato proprio il Dottore a spingerla giù dal precipizio. Che sia proprio il frammento della Chiave, nelle mani sbagliate, ad essere trasformato a piacimento? Ma ora dove si trova?

Il Dottore si reca nuovamente nel palazzo, ma De Vries e l’altra cultista sono già stati uccisi da una grande pietra aliena e luminosa, che in seguito distrugge quasi completamente i circuiti di K-9, per cui Romana deve portarlo nel TARDIS per stabilizzarlo. Amelia, intanto, indaga insieme al Dottore cercando i documenti del vecchio convento su cui il palazzo è stato costruito, ma trovano i dipinti a cui De Vries aveva accennato e che raffigurano le sue precedenti proprietarie: tutte hanno lo stesso volto, il volto di Vivien Fay: lei è Cailleach! Rincorsi dalla pietra fino al precipizio, hanno la meglio ed è il masso a sfracellarsi in mare.

Vivien, intanto, tende una trappola a Romana e l’attira nel cerchio di pietre, puntandole contro una sorta di bastone e facendola svanire. Chiama inoltre ad aiutarla gli “Ogri”, le pietre stesse: il Dottore, accorso insieme ad Amelia, è bloccato da un campo di forza originato dal bastone.



Quando Cailleach scompare, il nostro eroe ha già ricostruito parte della verità e ha un piano… beh, almeno parte di esso. Gli Ogri, cioè le pietre svanite dal cerchio (i segni sul terreno, ricordate?), sono originari dal pianeta Ogros e si nutrono di proteine… sì, insomma, i sacrifici di sangue sono più che graditi per la loro sussistenza. Ma dov’è Romana? Mentre costruisce un macchinario alimentato da cristalli trovati nell cottage di Vivien/Cailleach (gli stessi che alimentano il suo bastone), il Dottore spiega ad Amelia che è stata trasportata nell’iperspazio, e con un po’ di fortuna riuscirà a raggiungerla e riportarla indietro. Anche il frammento della Chiave dovrebbe trovarsi nell’altra dimensione, visto che il sensore l’aveva individuato nel cerchio e ora non più.

Tornati nel luogo, Amelia aziona il dispositivo e il Dottore si ritrova su un’astronave posizionata esattamente sopra il cerchio, ma ovviamente nell’iperspazio. Libera Romana e i due esplorano la nave, che sembra essere una prigione; intanto Cailleach li spia di nascosto. Forzando una porta, il Dottore trova due globi luminosi che dicono di chiamarsi “i Megara”, macchine di giustizia che fungono da giudice, avvocato e… boia! Mentre discutono tra loro sulla colpevolezza del Dottore per aver rotto il sigillo sulla loro porta, lui e Romana si allontanano…



Intanto gli Ogri, dissuasi da un campo di forza originato da K-9, erano andati a “nutrirsi” altrove, precisamente del sangue di due campeggiatori. Mentre il robot si ricarica, Amelia riaccende la macchina, ma è Cailleach ad apparire: mentre K-9 è ancora incapace di difendersi, la distrugge così che il Dottore e Romana non possano tornare indietro. Poi richiama i due Ogri e torna sulla nave, trionfante. Giungono i Megara, pronti ad eseguire la sentenza, ma il Dottore con la sua parlantina li convince ad attendere per potersi difendere e chiamare a testimoniare i presenti: è infatti ormai convinto che Cailleach fosse prigioniera sulla nave, anche se i giudici non conoscono il suo aspetto ma solo il suo vero nome e ovviamente i suoi crimini – il furto di un sigillo dai grandi poteri (il frammento della Chiave, naturalmente) e aver rapito e reso schiavi gli Ogri. Intanto K-9 si è ricaricato e ha aiutato Amelia a ricostruire la macchina, così che Romana possa tornare indietro e trovare nel cottage le prove dell’identità della criminale: indizi sul suo metabolismo fanno risalire il robot al pianeta d’origine, che si trova nello stesso sistema di quello dei Megara, e ovviamente si conosce la data di arrivo sulla Terra: quando il cerchio di pietre è stato costruito, ovvero 4000 anni prima!

Ma i Megara sono già molto incuriositi e leggono i pensieri di Cailleach, trovando tutte le conferme necessarie per condannarla all’ergastolo: prima che sia trasformata in una delle pietre del cerchio, il Dottore le sottrae il sigillo. È tempo di salutare la brillante professoressa Rumford e saltare sul TARDIS per un’altra tappa della ricerca!

Ispirato ad un romanzo ottocentesco, il serial si apre con il Dottore e K-9 che giocano a scacchi… ed è anche costruito come una partita a scacchi, con intrighi politici e scambi d’identità!

Sul piccolo e ameno pianeta chiamato Tara, Romana trova da sola il quarto frammento della Chiave del Tempo – camuffato come parte di una statua – mentre il Dottore se ne sta tranquillamente a pescare. La statua si trova però nelle terre del conte Grendel, cugino del futuro re di Tara, il principe Reynart. Il conte porta Romana nel suo castello con una scusa, credendo che si tratti di un’androide, e vorrebbe farla smantellare dall’esperta di robotica Lamia. Questa ovviamente si accorge che si tratta di una persona in carne e ossa, e a quel punto Grendel annuncia che ha un altro progetto per Romana…

Intanto, il Dottore viene a sua volta preso prigioniero dagli uomini del principe, che gli chiedono di rendere funzionante un androide con le fattezze di Reynart stesso. L’indomani è infatti il giorno della sua incoronazione, e il principe teme che Grendel tenterà di giocargli un tiro impedendogli di presentarsi; l’automa servirà da distrazione. Il conte però ha già messo in atto i suoi piani e riesce a rapire Reynart, che ora giace ferito nelle segrete del castello… mentre in un’altra cella si trova la principessa Strella, altra pretendente al trono che inspiegabilmente assomiglia a Romana come una goccia d’acqua. 

Ecco quindi lo stratagemma che Grendel vorrebbe mettere in atto: portare Romana a fingere di essere Strella, sposarla e infine ucciderla in modo da regnare su Tara. Per il momento, la terrà segregata nella cella del principe, ormai febbricitante per le ferite.

Il Dottore apprende che su Tara l’ingegneria robotica è un mestiere del ceto sociale più basso, e in passato una malattia ha decimato letteralmente la popolazione, portando i sopravvissuti a costruire gli androidi per usarli come forza lavoro. L’idea di presentare il facsimile di Reynart all’incoronazione rimane, in attesa di poter liberare quello vero: il Dottore e i due uomini di Reynart conducono l’androide (che ancora non funziona benissimo!) nella sala del trono attraverso un passaggio segreto e l’incoronazione avviene. Vediamo Grendel stupefatto, perché sa benissimo che quello non è il vero principe, e in quel momento entra… Strella, a giurare fedeltà al nuovo re. Il Dottore, anche lui sconvolto dalla somiglianza con Romana, la colpisce con lo scettro e rivela che è una copia robotica, inviata per uccidere il re. Insomma, un piano di riserva di Grendel. Non potendo dimostrare la colpevolezza del conte, ulteriori cerimonie sono rimandate e questi torna al suo castello, furioso.

Sospetta infatti che il Dottore e Romana si conoscano ed elabora un ulteriore piano: Lamia costruirà una copia di Romana e la manderà ad uccidere il Dottore, fingendo lo scambio della prigioniera con un salvacondotto per il conte da parte del re. L’incontro va a rotoli, visto che K-9 si accorge subito dell’inganno e distrugge l’androide, mentre Lamia viene uccisa per sbaglio dagli uomini del conte.

Grendel non demorde e riesce a sua volta a distruggere il falso re Reynart. Ora che non è più possibile usare gli androidi, il conte obbliga Romana a fingersi Strella per sposare prima Reynart e poi lui stesso, che poi era il piano di partenza. La cerimonia è interrotta dal Dottore, riuscito ad infiltrarsi nel castello: Grendel lo sfida a duello e viene sconfitto clamorosamente, dopodiché batte in ritirata.

Reynart sposerà la vera Strella e regneranno insieme felici e contenti… ma dov’è K-9? Potrebbe essere accidentalmente caduto nel fossato… ops!

Su una delle lune della colonia terrestre di Delta Magna, un luogo paludoso e inospitale, il personale di una raffineria è preoccupato perché un gruppo di ambientalisti chiamati Figli della Terra si sta alleando con i nativi (chiamati Swampies) e ha mandato un trafficante, tale Rhom-Dutt, a rifornirli di armi.

Il Dottore e Romana percepiscono la direzione in cui si trova il quinto frammento, ma il segnale sembra coprire un’area piuttosto grande. Mentre Romana viene rapita dagli Swampies, il Dottore viene quasi steso con una fucilata, perché gli uomini della raffineria lo scambiano per il contrabbandiere.

Nonostante in quell’epoca l’impianto sia un progetto sperimentale e super segreto, il Dottore mostra di conoscere come funziona: trasforma l’abbondante metano della palude in proteine grezze, che vengono poi lanciate in orbita, più vicine al pianeta. Non è contento di come il controllore Thawn e gli altri uomini della raffineria parlano dei nativi.

Intanto Romana viene schernita da Rhom-Dutt, che sta facendo affari con gli Swampies; l’uomo la accusa di lavorare per la raffineria. Ricevuti i fucili, i nativi decidono di sacrificare la donna al loro dio Kroll per ingraziarselo e ottenere una sicura vittoria quando assalteranno l’impianto. Da parte sua, il controllore della raffineria Thawn riconosce i preparativi cerimoniali del sacrificio e ne è contento: se gli Swampies attaccheranno, loro potranno “agire per legittima difesa” cioè radere al suolo il villaggio. Il Dottore invece fugge appena può e va a salvare Romana. In un passaggio sotterraneo, i due trovano una sorta di libro sacro che spiega come gli Swampies non siano davvero nativi di quella luna ma sono stati portati con la forza da Delta Magna, e che il loro dio Kroll è una sorta di kraken che dorme sul fondo della palude e si risveglia periodicamente. Un tempo era un normale calamaro gigante, ma dopo aver inghiottito un “simbolo del potere” è diventato… ancora più gigantesco.

Mensch, un nativo che serve nella raffineria, avvisa la tribù dei piani di Thawn, e Rhom-Dutt li consiglia di lasciare il villaggio e disperdersi perché non sono ancora pronti per combattere. Il capotribù, Ranquin, è di diverso avviso e anzi pretende che il contrabbandiere lotti al loro fianco.

Intanto Thawn è certo che il Dottore sia una spia dei Figli della Terra e collega gli strani segnali che vengono dal fondo della palude ad un sabotaggio contro l’impianto. Decide perciò di attaccare subito la tribù, che a sua volta è appostata per un “caldo benvenuto”… senonché i fucili esplodono invece di colpire il bersaglio; Kroll viene in superficie ed uccide Mensch con uno dei suoi tentacoli, mentre Rhom-Dutt grida aiuto a Thawn, invano. Ranquin però lo sente benissimo, e capisce che il trafficante era contro di loro fin dall’inizio, dando loro armi arrugginite e pericolose da maneggiare. 

Intanto anche il Dottore e Romana vengono catturati, nonostante le loro buone intenzioni, e condannati a morte insieme al brutto ceffo che confessa di essere stato pagato da Thawn per screditare i Figli della Terra (che vorrebbero abbandonare le colonie) e sterminare gli Swampies. Grazie ad una provvidenziale tempesta, i tre riescono a fuggire ma Rhom-Dutt non dà ascolto ai consigli del Dottore e viene ucciso da Kroll, ormai fuori controllo.

Alla raffineria si cerca di elaborare un piano per far fuori Kroll, ma un suo tentacolo risale una conduttura fino all’impianto e uccide uno dei dipendenti. Thawn giunge alla conclusione di colpire il mostro con un missile, distruggendo così anche gli Swampies. I due colleghi sopravvissuti tentano di ribellarsi, uno di loro prova anche a fermarlo e Thawn lo uccide a sangue freddo. Per fortuna il Dottore e Romana arrivano in tempo e disattivano il lancio.

Intanto la raffineria si fa affollata: i nativi la prendono d’assalto e infilzano Thawn con un giavellotto, mentre Kroll torreggia minacciandoli. Ognuno cerca di aiutare come può… Ranquin crede ancora che il suo dio avrà pietà di loro (e finisce a fargli da spuntino), il sopravvissuto Fenner aziona tutti i macchinari per fare più rumore possibile, e il Dottore… beh, lui ha una teoria: il simbolo che ha “dato potere” a Kroll non è altro che il frammento della Chiave. Sprezzante del pericolo, si avvicina al mostro abbastanza da trasformare il frammento e catturarlo con il sensore. Kroll sembra svanire, anche se le sue cellule si stanno rigenerando in altrettanti, normalissimi, calamari.
Fenner e i nativi dovranno imparare a convivere e il Dottore riparte con Romana per l’ultima parte della ricerca!

L’ultimo frammento della Chiave del Tempo si trova su Atrios, in guerra con il pianeta gemello Zeos (al momento impossibile da rilevare con qualsiasi dispositivo) e guidato dalla saggia principessa Astra… solo sulla carta, perché il Maresciallo ne detiene il potere effettivo e vuole continuare il conflitto a tutti i costi, senza possibilità di mediazione. Siccome Astra e il suo innamorato, il chirurgo Merak, si oppongono alla sua politica, il Maresciallo fa rapire la principessa. Inoltre quando avvista il TARDIS in avvicinamento, credendo che si tratti di una nave di Zeos, gli manda contro una testata nucleare. Naturalmente il Dottore e Romana arrivano lo stesso sul pianeta, ma vengono arrestati come spie del nemico insieme a Merak. Sfuggiti tutti e tre dalle grinfie del Maresciallo grazie a K-9, tornano sul luogo dell’atterraggio ma… il TARDIS è scomparso! Anche Astra, tenuta prigioniera in una cella altamente radioattiva lì vicino, viene portata via da un individuo mascherato e teletrasportata altrove: il sensore della Chiave a quel punto ha smesso di segnalare la presenza del frammento. Quindi la principessa lo porta con sé?

Il Maresciallo cambia strategia e fa di nuovo catturare il Dottore, ma senza più accusarlo di spionaggio: dichiara invece che il suo arrivo era stato profetizzato e che si affida a lui per la vittoria contro Zeos, al momento impossibile. Il Dottore sostiene che solo la pace può essere la risposta, suggerisce un meccanismo di difesa anziché di attacco e promette di trovare una soluzione. Scoperto che K-9 è sulla via per essere distrutto in una fornace, il nostro eroe si scapicolla per salvarlo: il Maresciallo è allarmato e ripete che il Dottore non deve morire, “non ancora”; Romana si accorge che è controllato a distanza da un dispositivo situato sul suo collo. Più tardi il Dottore ipotizza che Zeos sia invisibile ai radar perché c’è qualcos’altro nascosto tra i due pianeti.

Quando giunge un messaggio in cui Astra chiede la resa in cambio della propria liberazione,  il Maresciallo acconsente a lasciar andare il Dottore su Zeos per salvare la principessa.
Romana ascolta il Maresciallo mettersi d’accordo con il suo “padrone”: farà arrivare il Dottore nel luogo in cui Astra è stata rapita, dove i suoi agenti l’aspetteranno; in questo modo il padrone riceverà i segreti del Tempo e lui avrà la sua vittoria. Il Dottore cade nella trappola e viene teletrasportato via. K-9 sblocca il teletrasporto per consentire a Romana e Merak di raggiungerlo su Zeos, ma quest’ultimo è così impaziente di liberare Astra che ruba il sensore e parte da solo. Romana lo segue, e a breve anche l’assistente del Maresciallo, Shapp.
Intanto il nemico smette di colpire e il Maresciallo parte sulla sua nave per distruggere Zeos in prima persona.

Ormai la misteriosa figura ha in pugno ciò che gli interessa, il Dottore e il suo TARDIS, e presentandosi come “l’Ombra” gli ordina di consegnargli i frammenti ritrovati della Chiave. Al suo rifiuto, lo lascia al suo destino – non può aprire il TARDIS da solo, come sappiamo – e va a interrogare Astra, convinto che la principessa sappia dove si trovi il sesto segmento.

Romana, Merak, Shapp e il Dottore si riuniscono e K-9 annuncia di aver trovato un suo simile, un’intelligenza artificiale chiamata Mentalis che afferma di essere il comandante delle forze armate di Zeos. Ben presto il Dottore si rende conto che Mentalis tiene sotto scacco entrambi i pianeti: quando il Maresciallo colpirà, attiverà un meccanismo di autodistruzione reciproca, il cosiddetto “fattore Armageddon” del titolo! Per impedirlo, usa il potere seppur limitato dei cinque frammenti per creare un loop temporale, ma così facendo non può usare il sensore per rintracciare il sesto. L’Ombra in ogni caso non sta con le mani in mano e controlla Astra come un tempo faceva con il Maresciallo, manovrandola affinché riesca ad entrare nel TARDIS con il Dottore e Romana, mentre lui li attende sul “terzo pianeta”, con K-9 ugualmente sotto il suo controllo…



Il gruppo presto si separa e Astra conduce così la Signora del Tempo in trappola, mentre il Dottore incontra un vecchio compagno di Accademia, Drax: è stato lui a costruire Mentalis, e lavora per l’Ombra contro la sua volontà. Liberato K-9, questi aiuta Drax a riparare lo stabilizzatore del suo TARDIS, mentre il Dottore incontra l’Ombra e apprende che è un alleato del Guardiano Nero; la distruzione di Atrios e Zeos per loro sarà solo un “assaggio” di quella dell’intero universo. Sembra inoltre che l’Ombra possegga già il sesto frammento… ma di cosa si tratta? Astra comprende finalmente qual è il suo destino, con gran dispiacere di Merak: è lei stessa a completare la Chiave!

Drax vede uno degli agenti dell’Ombra scortare il Dottore fino al TARDIS e obbligarlo ad aprirlo, perciò ha la… brillante idea di usare lo stabilizzatore per rimpicciolire il Dottore e se stesso, invece dell’agente. Nessuna sorpresa sul fatto che non si sia mai specializzato all’Accademia, vero? Grazie a K-9, però, che funge da cavallo di Troia, riescono ad intrufolarsi nel covo dell’Ombra proprio quando sta per assemblare la Chiave, tornare di dimensioni  normali, afferrarne i pezzi e fuggire a distruggere Mentalis, così da disattivare il “fattore Armageddon”. Grazie ad un campo di forza momentaneo, anche Zeos è salva dall’attacco del Maresciallo, che deciderà di assumere Drax per la ricostruzione post-bellica di Atrios.

Il Dottore e Romana stanno per consegnare la Chiave completa al Guardiano Bianco, ma qualcosa nel suo atteggiamento fa intuire che non è chi dice di essere. Il Dottore comprende che si tratta del Guardiano Nero, ansioso di mettere le mani sul potente artefatto dopo la sconfitta dell’Ombra, così decide di distruggere il sensore nonché fulcro della Chiave e i sei pezzi tornano dov’erano prima, nelle loro forme… inclusa Astra, che può finalmente avere il suo lieto fine con Merak.

Per evitare che il Guardiano Nero li trovi per vendicarsi, inoltre, imposta un randomizzatore al TARDIS: la speranza di rivedere Gallifrey il più presto possibile, per Romana, è ormai diventata un’utopia…

Diciassettesima stagione

Romana decide di rigenerarsi, prendendo le sembianze della principessa Astra e lasciando di stucco il Dottore. Con K-9 in riparazione, atterrano su un pianeta altamente sismico e dall’alto livello di radiazioni, che al Dottore sembra stranamente familiare. Mentre esplorano un edificio, gli crolla addosso una colonna e Romana vorrebbe raggiungere il TARDIS per riattivare K-9 e farsi aiutare a liberarlo, ma anche la nave è coperta dalle macerie: quando ritorna, il Dottore è già stato portato via da tre individui abbigliati stile discoteca anni ‘70. Spaventata dall’arrivo di un uomo (vestito normalmente) precipita attraverso uno scivolo di metallo e atterra violentemente in un sotterraneo, dove viene minacciata da… indovinate? Dalek! Siamo su Skaro! Dopo un veloce interrogatorio, Romana viene portata in un campo di lavoro dove già si trovano una cinquantina di prigionieri a scavare la roccia.

Intanto il Dottore fa conoscenza con i Bee Gees… insomma, con le persone che l’hanno tirato fuori dalle macerie: si chiamano Movellan e sono su Skaro per contrastare i piani dei Dalek, di qualsiasi cosa si tratti. Arriva l’uomo incontrato da Romana, un prigioniero di nome Tyssan riuscito a fuggire, che racconta al Dottore cosa è successo alla sua amica. Il gruppo parte immediatamente e man mano che procede trova esplosivi e una mappa degli scavi: l’obiettivo dei Dalek è raggiungere la vecchia città dei loro “antenati” Kaled per ritrovare Davros, il loro creatore. Il Dottore decide di prendere un’altra strada, che lui ricorda ma che non è mappata, per raggiungere quel settore della città prima dei Dalek. Nel frattempo Romana ha elaborato un piano per fuggire: ha fermato i suoi cuori così che la credessero morta e la portassero all’esterno per seppellirla… in questo modo, però, il Dottore si prende un bello spavento nel vedere la sua tomba! Una volta di nuovo insieme, raggiungono la stanza dove si trova Davros, che si sta svegliando e inizia a farneticare sulla conquista dell’universo come se non fossero passati secoli…

Mentre Tyssan aiuta Romana a raggiungere la superficie per chiedere aiuto ai Movellan, il Dottore si confronta con lo scienziato e quando i Dalek li raggiungono lo minaccia con un esplosivo, chiamando la situazione “uno stand-off alla messicana”. I Dalek però iniziano a sterminare prigionieri e il Dottore deve cambiare strategia: sostiene che lascerà andare Davros se loro libereranno i prigionieri, e fissa l’esplosivo all’ostaggio per avere il tempo di fuggire indisturbato.

Sulla nave dei Movellan, Romana trova il loro comportamento molto sospettoso; sembrano sapere sul piano dei Dalek più di quanto avevano detto in precedenza e sono molto interessati al Dottore. Li vediamo all’esterno, mentre testano un dispositivo che farà esplodere il pianeta noncuranti delle conseguenze. Il Dottore e Tyssan scoprono che sono in realtà esseri robotici. Loro e i Dalek sono in lotta da tempo per la conquista della galassia, a causa della ferrea logica delle loro strategie nessuna delle due parti riesce a prevalere e vorrebbero essere riprogrammati per raggiungere la vittoria, ma il Dottore rifiuta. Anche Davros ha grandi piani per modificare i Dalek per renderli ancora più temibili e non è contento di sapere che in sua assenza hanno nominato un “Dalek Supremo”; a sua volta chiede al Dottore di aiutarlo, ma lui gli fa notare che ha fallito su tutti i fronti, visto che le sue creature non l’hanno liberato per essere guidati da lui, ma perché vogliono essere più “organici” e liberarsi dalla logica che ha portato la guerra ad una impasse.

Intanto gli ex-prigionieri, guidati da Tyssan, hanno disattivato i Movellan, e dopo un duro scontro con i Dalek i superstiti hanno preso il controllo della nave. Porteranno Davros sulla Terra, in una capsula criogenica, e lo processeranno per i suoi crimini; il Dottore può tornare con Romana a liberare il TARDIS e ripartire per una meta completamente casuale…

Il serial si apre sulla Terra preistorica, ancora incapace a sostenere la vita. Una nave di ciclopi alieni chiamati Jagaroth stanno infatti ripartendo per trovare un pianeta migliore in cui stabilirsi, ma la propulsione a curvatura non funziona correttamente e… kaboom.
Nel 1979, a Parigi arrivano due turisti in cerca di relax e divertimento: il Dottore e Romana. Pranzano in un ristorante tipico e visitano il Louvre, ma si imbattono per ben due volte in uno sbalzo temporale, che a loro insaputa coincide con gli esperimenti del professor Kerensky, che lavora per il ricco conte Scarlioni.

Al Louvre, il Dottore sfila dal polso di una signora un dispositivo collegato all’impianto di sorveglianza (troppo sofisticato per l’epoca), e grazie ad un investigatore inglese, Duggan, scopre che c’è un vero e proprio piano per rubare la Monna Lisa. Non solo: molti capolavori creduti persi per sempre sono stati ritrovati, e sembra esserci lo zampino di Scarlioni… ma come dimostrarlo?
Per fortuna, ecco, non ce n’è bisogno, visto che gli scagnozzi del conte li rapiscono e li portano nel palazzo. Nel frattempo scopriamo che il conte in realtà è Scaroth, pilota dell’astronave Jagaroth.

Il Dottore riconosce nella contessa Scarlioni la donna a cui aveva rubato il braccialetto, che torna dalla sua proprietaria, mentre loro finiscono in una cella accanto al laboratorio di Kerensky. Si liberano in fretta, ma invece di fuggire, il Dottore chiede al professore informazioni sui suoi esperimenti temporali e gli dà delle dritte. Duggan, esasperato, colpisce Kerensky alla testa e vorrebbe che se la dessero subito a gambe, ma nel frattempo Romana ha trovato una stanza segreta: dentro ci sono ben sei copie della Monna Lisa, solo che non sono “copie”… sono tutte originali! Il piano di Scarlioni, che arriva in quel momento, è infatti quello di rubare anche quella esposta al Louvre per poi venderle tutte ad altrettanti collezionisti, ognuno convinto di acquistare l’unica esistente.

Ma come fa il conte a possederle? Come sapeva del passaggio segreto, che risale a secoli prima? Non ha intenzione di rispondere a queste domande, ma anche se l’avesse avuta, Duggan dà anche a lui una bella botta e i tre lasciano finalmente l’edificio. Mentre il detective e Romana cercano invano di sventare il furto al Louvre, il Dottore si fa un giretto con il TARDIS a trovare Da Vinci per risolvere il mistero dei dipinti, ma trova invece l’uomo che glieli ha commissionati: il capitano Tancredi, che assomiglia davvero molto a… Scarlioni! Scaroth, infatti, nell’esplosione che ha distrutto la nave si è frammentato in dodici entità connesse tra loro che vivono in epoche diverse e hanno influenzato la civiltà umana permettendo di raggiungere l’attuale livello di tecnologia. Lo scopo è di tornare al momento dell’esplosione e scongiurarla, salvando così gli ultimi membri della sua razza e tornando ad essere se stesso, non più “diviso dai secoli”. Per questo cerca di sapere dal Dottore come viaggia nel tempo, ma lui rifiuta e approfitta del riverbero tra le diverse versioni del Jagaroth e torna nel 1979.

Romana e Duggan tornano al palazzo e Scarlioni, non potendosi più fidare di Kerensky, lo uccide con il suo stesso generatore di campi temporali e minaccia Romana di distruggere Parigi se non costruirà uno stabilizzatore. Non comprendendo le implicazioni del piano, lei obbedisce, ma quando il Dottore ritorna le spiega che se questo dovesse funzionare non solo la razza umana non potrà evolvere, ma non sarà mai esistita… vedremo perché!

Scaroth, uccisa anche la moglie che ormai aveva scoperto la sua vera identità, torna indietro nel tempo e sta per cancellare l’intera Storia del pianeta: è stata proprio l’esplosione della nave Jagaroth, infatti, a instillare la vita nel brodo primordiale. Il Dottore e i suoi arrivano in tempo per fermarlo e con un pugno ben assestato di Duggan l’alieno torna al presente, nella sua vera forma, per cui il suo maggiordomo Hermann gli spara e nell’esplosione che ne consegue l’intero palazzo va in fiamme. Solo una copia della Monna Lisa si salva dall’incendio, ma al Dottore importa poco che non sia quella originale. È ora di salutare Duggan e di continuare la vacanza!

Romana trova nel TARDIS un trasmettitore d’emergenza buttato tra un mucchio di cianfrusaglie e lo collega alla console: la nave raggiunge così la fonte del segnale su un pianeta sconosciuto e il Dottore scopre che si tratta di una sorta di guscio d’uovo, composto da materia vivente; viene anche aggredito da diversi esemplari di “erba-lupo”, sfere di vegetazione piuttosto aggressive controllate dal Cacciatore, un soldato della signora del luogo, Adrasta. Si trovano infatti in un luogo proibito e in teoria dovrebbero essere condannati a morte, per il momento la seconda in comando di Adrasta, Karela, intende portarli al palazzo. Romana viene però rapita da un gruppo di banditi: non si lascia prendere dal panico e riesce a vincerli d’astuzia, anche grazie a K-9. Sembra che per il popolo gli oggetti metallici siano rari e preziosi… figuriamoci la sorpresa davanti ad un cane di metallo parlante!

Adrasta è stupita che il Dottore sostenga di conoscere la natura del “guscio”, anche perché gli ingegneri al suo servizio non avevano mai scoperto nulla di simile: decide così di gettare i poveretti nella Fossa, dove sostiene viva un mostro pronto a divorare i condannati. A questo punto pretende che il Dottore lavori per lei, ma il nostro scavezzacollo non sopporta gli ordini e si cala velocemente nella Fossa!

Il mostro esiste ed è piuttosto spaventoso, ma ha i suoi punti deboli (per esempio ha paura del fuoco) ed è così che il Dottore viene salvato dall’astrologo Organon, gettato nella Fossa per aver profetizzato l’arrivo di “visitatori dalle stelle”. Scopre così che il pianeta in cui si trovano, Chloris, è ricco di vegetazione ma povero di metalli, anzi i tunnel in cui si trovano fanno parte dell’unica miniera ormai esaurita: Adrasta possiede tutto il metallo del luogo ed è così che mantiene il potere – il popolo senza di lei non può forgiare armi né attrezzi per lavorare la terra, e resta sottomesso. Tutti tranne i banditi, ovviamente, che hanno appena deciso di assaltare il palazzo.

Intanto, Adrasta minaccia Romana di distruggere K-9 e viceversa; può così avere preziose informazioni sul TARDIS e progetta di usarlo per procurarsi altro metallo su nuovi pianeti. Ha quindi intenzione di uccidere il mostro e scende con i suoi soldati per affrontarlo… ma la creatura forma una barriera resistentissima restando da solo in una caverna, con il Dottore suo prigioniero. Vediamo come il Dottore lo rassicura, cerca in ogni modo di comunicare con lui e finalmente la creatura disegna una forma familiare: una sorta di scudo che si trova appeso nel salone del palazzo. In quel momento i banditi, uccise le guardie, stanno rubando proprio questo artefatto, che li ipnotizza e li fa scendere nella Fossa.

Nessuno dei tentativi di abbattere la barriera funziona, ma è la creatura stessa che la distrugge lasciando uscire il Dottore, che affronta Adrasta facendole sfuggire parte della verità: conosce molto bene di cosa si tratta – è un Tythonian e non si nutre affatto di carne umana – e ne ha una paura folle. Immaginate quando la creatura esce dalla caverna e si avvicina, mentre i briganti gli portano lo scudo e inizia a parlare attraverso il Dottore! Erato, è questo il suo nome, era giunto su Chloris come ambasciatore di Thytonus per scambiare il loro metallo con grandi quantità di clorofilla di cui si nutre la sua gente, ma Adrasta l’aveva scaraventato nella Fossa per mantenere il suo potere. A questo punto il Cacciatore e gli altri soldati si rivoltano contro di lei: Erato schiaccia a morte la nemica e si fa un ottimo spuntino di erba-lupo.

A questo punto Erato è pronto a ripartire per il suo pianeta, ma ammette che i suoi hanno ricevuto la richiesta d’aiuto dal guscio (che era parte della sua nave) e si preparano a distruggere Chloris facendo collidere una stella a neutroni con il suo sole. È disposto a rimediare, ma nel frattempo i banditi hanno rubato il motore metallico della nave e Karela parte del guscio. Il Dottore e K-9 devono intervenire per recuperare il maltolto e finalmente il piano ha successo: Erato crea una barriera di alluminio intorno alla stella, resa stabile dal TARDIS, e il pianeta è salvo! Sotto la guida del Cacciatore e di Organon, Chloris è pronto ad iniziare un fiorente commercio con Thytonus.

La Empress, una nave di linea comandata dal capitano Rigg, sta per uscire dall’iperspazio ed entrare in orbita al pianeta Azure, ma il navigatore inizia a comportarsi in modo strano e finisce fuori rotta. Si scontra con un altro veicolo più piccolo, la Hecate, guidata da un certo Dymond, e le due navi restano incastrate in modo instabile. Bisognerebbe tornare alle stesse condizioni di materializzazione per tentare di dividerle, ma Rigg non ha più accesso alla fonte di energia della nave…

Il Dottore, Romana e K-9 arrivano in questo difficile momento e cercano di aiutare. Scoprono che il navigatore, Secker, è sotto l’effetto di una potente droga chiamata “vraxoin”, e indagano per scoprire chi sia lo spacciatore.
Sulla Empress lavora uno zoologo di nome Tryst, che ha condensato in un apparecchio chiamato CET cristalli che contengono numerosi habitat di diversi pianeti, ognuno con la sua flora e fauna. Un tempo viaggiava su una nave di nome Volante, e avevano perso un membro dell’equipaggio sul pianeta Eden. Il Dottore esprime la sua perplessità sulla stabilità del CET. Romana, provando la macchina, seleziona il pianeta Eden ed intravede un volto tra il fogliame, venendo però interrotta dall’assistente di Tryst. Intanto, Secker è ucciso da una creatura misteriosa; qualcuno cerca di assassinare il Dottore – in modo molto meno selvaggio – e qualcuno tenta di drogare Romana con la vraxoin… peccato che il capitano Rigg prenda il bicchiere destinato a lei! Sembra infatti piuttosto alterato mentre il Dottore mette in atto il suo piano per separare le navi grazie al TARDIS, oltretutto Dymond teme che la Hecate non possa resistere al processo e si tira indietro.

Il Dottore, inseguendo un misterioso individuo, finisce nella zona instabile tra le navi e per poco non viene ucciso da una delle strane creature. Sarà proprio l’uomo del mistero a mettere in fuga la creatura, lasciandosi dietro un braccialetto anti-radiazioni con il nome… Volante! Tryst confida al Dottore che sospetta la sua assistente Della, che aveva una relazione con il membro dell’equipaggio scomparso, Stott: secondo lui, i due erano complici nel traffico di vraxoin ed è lei a nascondere la droga nel CET. Il Dottore e Romana decidono di fiondarsi nella proiezione di Eden a controllare, anche perché al momento hanno gli agenti della dogana di Azure alle calcagna.

Qui trovano piante carnivore, alcune di quelle creature mostruose (che scopriamo chiamarsi Mandrel) e… l’uomo del mistero, che poi non è altri che Stott. Agente dei Corpi Spaziali, si era infiltrato nell’equipaggio della Volante per investigare sul traffico di vraxoin ed è stato lasciato indietro, finendo però nel campione conservato nel CET. Era sicuro di trovare la materia prima della droga, ma finora non ci è riuscito; ha scoperto però, in seguito all’incidente, come uscire dalla macchina.

I tre si materializzano così dall’altra parte della zona instabile e raggiungono l’unità di energia, da dove riprovano a dividere le navi. Nel frattempo, i Mandrel girano per la nave ad uccidere passeggeri ed equipaggio. Anche i due agenti della dogana cercano il Dottore e Romana ovunque, convinti che siano i colpevoli del traffico… o meglio, che uccidendoli avranno una promozione. Ma a questo punto sappiamo chi sono i veri trafficanti: Tryst e Dymond – l’incidente, dopotutto, non è stato affatto accidentale – e come si produce la vraxoin: il Dottore lo scopre quando un Mandrel viene ridotto in cenere (ossia in droga) sotto i suoi occhi.

Uno degli agenti uccide Rigg, ormai fuori di sé, e arresta Romana, ma in quel momento le navi si separano: il Dottore viene sbalzato sulla Hecate, dove trova le prove della complicità di Dymond.
Un piano viene messo in atto. I Mandrel vengono “accompagnati” all’interno del cristallo di Eden, che Dymond e Tryst poi trasferiscono su un altro congegno situato sulla Hecate. Peccato che, grazie alle modifiche apportate da Romana al CET, siano stati proprio i due furfanti ad essere trasportati nella macchina, pronti per essere arrestati!
Il Dottore e Romana salutano Della e Stott portando via con loro i cristalli, con l’intenzione di liberare tutte le creature che contengono sui loro rispettivi pianeti e sperando che nessun altro nella galassia scopra che i Mandrel sono l’ingrediente della terribile droga…

Una decrepita nave da guerra dell’impero Skonnan sta trasportando l’ultimo carico di giovani sacrifici umani e cristalli radioattivi di hymetusite dal pianeta Aneth, destinati ad una misteriosa creatura di nome Nimon, ma il pilota rimane ucciso nel tentativo del suo incauto assistente di forzare i motori. Il veicolo si trova in una zona con forza di gravità tale da attrarre il TARDIS, momentaneamente fuori uso perché il Dottore vi stava conducendo una serie di esperimenti: senza la possibilità di materializzarsi e con le difese disattivate, la cabina si va a schiantare e i suoi inquilini sono costretti ad entrare nella nave. Il co-pilota li costringe a riparare i motori, e Romana ha l’idea di convertirli, usando i cristalli come combustibile. Ma quando la nave è pronta a partire, quando il Dottore è tornato sul TARDIS, l’imbecille… parte. Il TARDIS continua ad avere problemi con la zona ad alta gravità (sembra che qualcuno stia formando un buco nero artificiale) e sta per andare a schiantarsi di nuovo, questa volta contro un enorme asteroide. Riesce ad evitarlo facendo ruotare la cabina su se stessa (come una palla da cricket, dice, il che anticipa l’abbigliamento della sua prossima incarnazione!) e inizia ad aggiustare la console. Quantomeno ci prova…

Intanto, sul pianeta Skonnos, il leader Soldeed è preoccupato per la scomparsa della nave: Nimon, infatti, ha promesso in cambio dei materiali e dei sacrifici una nuova flotta che riporterà il loro impero alla gloria dei vecchi tempi, prima della guerra civile che ha portato alla sua distruzione. Nimon – che, ora lo vediamo, assomiglia ad una sorta di minotauro e alloggia infatti in un labirinto-complesso energetico, a cui Soldeed accede tramite un portale – è estremamente scontento.

Finalmente la nave arriva, ma Soldeed non crede alle scuse e alle bugie del co-pilota e lo manda nel labirinto, si presume come antipasto per Nimon prima della cerimonia sacrificale. È poi il turno del gruppo dei giovani tributi, con Romana, e l’uomo finge di averli solo accompagnati perché ribelli… finendo fulminato dalle corna della creatura. Vediamo che Nimon usa i tributi come nutrimento, cibandosi dell’energia che lega le cellule tra loro, e che molti degli abitanti di Aneth offerti in passato sono ancora in animazione sospesa… praticamente in frigorifero!

Intanto il Dottore, riuscito finalmente a far ripartire il TARDIS, atterra su Skonnos e dopo una chiacchierata poco piacevole con Soldeed raggiunge Romana nel labirinto.

Riescono a mettere in salvo alcuni dei giovani, mentre gli altri sono costretti a consegnare i cristalli di hymetusite che faranno da combustibile per l’impianto. Ma veramente, come crede Soldeed, tutto ciò servirà ad alimentare la nuova flotta dell’impero Skonnan? Nemmeno per idea! Il Dottore capisce che Nimon sta creando il famoso buco nero. E presto scopre anche a che cosa serve: a trasportare navicelle con altri della sua razza a bordo, provenienti dal morente pianeta Crinoth… è un’invasione in piena regola! Inizia a smanettare con le apparecchiature della centrale per invertire la “rotta” all’interno del tunnel tra i buchi neri, ma così facendo per sbaglio fa svanire la navicella con Romana a bordo, la quale si ritrova a fuggire da Nimon ostili.

In quel momento arriva Soldeed, che distrugge parte delle apparecchiature e sta per uccidere il Dottore; il giovane Seth lo mette KO ma per riparare in fretta il tutto ci sarebbe bisogno di K-9. Purtroppo il robot è stato rapito dagli Skonnan, ma il Dottore alla fine ci riesce lo stesso.

Romana si trova su Crinoth, e viene salvata da un nativo che le racconta che il suo popolo è stato ingannato (e sterminato) dai Nimon proprio come sta succedendo ora su Skonnos. Quando i Nimon si accorgono che la via d’accesso a Skonnos è bloccata, attivano il piano B: useranno l’energia rimasta sul pianeta, facendolo esplodere. Romana vorrebbe ripartire su una navicella per avvisare il Dottore, ma ovviamente non riesce. Proprio in quel momento, due Nimon scoprono cosa sta facendo il Dottore e ri-invertono la rotta. Romana è di nuovo al fianco del Dottore e di Seth, e riescono insieme a sconfiggere gli invasori. Anche K-9 è fuggito e riesce a raggiungerli.

Soldeed, che ha scoperto la verità, impazzisce e trasforma la centrale in una gigantesca bomba. Liberati i ragazzi dalla stasi criogenica, il Dottore guida il gruppo fuori dal labirinto grazie a K-9, proprio prima che la centrale esploda. Anche Crinoth esplode, e il nuovo leader di Skonnos, Sorak, lascia andare i giovani di Aneth, che tornano al loro pianeta da eroi.

Questo serial all’epoca non andò in onda a causa di uno sciopero che ne bloccò parzialmente le riprese. Ne esistono due versioni in DVD: una uscita nel 1992, con Tom Baker che racconta le parti mancanti, e un’altra del 2017  in cui queste scene sono state animate. Questa versione è poi finalmente apparsa su BBC America: un vero record di ritardo! Ne esiste anche un romanzo, scritto da Gareth Roberts (lo trovate anche in italiano), e una versione audio che però ha come protagonista l’Ottavo Dottore.

Il Dottore e Romana sono a Cambridge, in visita ad un Signore del Tempo in pensione di nome Chronotis, che insegna all’università di St. Ludd da trecento anni senza che nessuno si sia accorto di nulla! Per sbaglio il professore presta un potente libro e artefatto di Rassilon, “La venerabile e antica legge di Gallifrey”, ad uno studente di nome Chris Parsons. Il giovane lo trova strano: è scritto in un alfabeto sconosciuto e ha strane proprietà. Quando Chronotis si accorge della scomparsa del libro chiede aiuto al Dottore, che gli fa una ramanzina per averlo sottratto in primo luogo dagli archivi del Panopticon.

Intanto, un misterioso individuo ha lasciato una stazione spaziale dopo aver risucchiato le menti dell’equipaggio di scienziati, tramite un congegno sferico che continua ad usare anche una volta arrivato sulla Terra con la sua nave invisibile. Proprio a Cambridge, ovviamente! Finalmente Chronotis ricorda della visita di Parsons, così il Dottore va nel laboratorio dove il giovane lavora e recupera il libro da Clare, amica di Chris. Intanto, però, l’individuo raggiunge il professore momentaneamente solo, gli intima di consegnargli il libro e finisce con l’usare la sfera su di lui, lasciandolo in stato comatoso. Romana, aiutata da Chris che arriva in quel momento, prova a stabilizzarlo, ma tutto ciò che Chronotis può fare prima di morire è lasciare un messaggio tramite i battiti del cuore in codice Morse gallifreyano: “Attenti alla sfera. Attenti a Skagra. Attenti a Shada. Il segreto è nel…”

E ora sappiamo che il villain di questa avventura si chiama Skagra. Ma cos’è Shada, a parte il titolo del serial? E di che segreto si tratta?

Sulla sua nave, Skagra esamina i ricordi di Chronotis, ma quando arriva all’incontro con Chris… la sua figura è sfumata e irriconoscibile. Tenta allora con il Dottore: è l’inizio di un lungo inseguimento per le strade di Cambridge, durante il quale al Dottore cade il libro dal cestino della bicicletta (prontamente raccolto da Skagra) e alla fine la sfera lo sta per raggiungere, ma Romana materializza il TARDIS sul posto e lo porta in salvo. Ora tocca al gruppo dare la caccia a Skagra; trovano la nave ma cadono in trappola, finendo prigionieri. Skagra cerca di convincere il Dottore a tradurre il libro, invano, e anche questa volta usa la sfera: con un trucchetto mentale, il nostro eroe impedisce che il congegno gli svuoti la mente, ma ne ha creato comunque una copia da utilizzare per loschi fini.

Nello stesso momento, Clare è allarmata dai risultati dei suoi studi sul libro, quindi va a cercare Chris nell’ufficio di Chronotis ma… il corpo del professore è scomparso! Sempre più inquieta, fruga nella stanza finché non si imbatte in una vera e propria console, quasi… non è che lo studio in realtà è un TARDIS? Per sbaglio la mette in funzione e al posto della stanza ora si trova il vuoto cosmico (ovviamente con un effetto speciale bruttino). Ad un certo punto, davanti a Clare ricompare Chronotis, vivo e vegeto, che la ringrazia per averlo salvato: la nave ha elaborato infatti uno speciale paradosso temporale per riportarlo in vita e non sarebbe potuto succedere se lei non l’avesse attivata. Ora però l’anomalia va risolta…

La nave di Skagra ha una sua intelligenza e appena si trova da solo il Dottore la convince a liberare i suoi amici. Peccato che la nave, per una serie di concatenazioni logiche, si convinca anche che il Dottore sia morto, così toglie l’ossigeno per risparmiare! Per fortuna è costretto a riattivarlo per mantenere in vita Chris, mentre Romana viene rapita da Skagra e costretta a portarlo con il TARDIS sulla nave madre dei Krarg, esseri cristallini che rappresentano il suo esercito.

Il Dottore e Chris prendono intanto il controllo della nave invisibile, che dopo essere stata trasformata praticamente in un TARDIS,  li porta sulla stazione spaziale vista ad inizio serial. Qui tentano di ricostruire ciò che è accaduto ai poveri scienziati, che privi delle capacità intellettive sono ridotti in uno stato primitivo e confusionale. Scoprono che Skagra ha messo su la squadra proprio per creare la sfera e rubare la mente di Salyavin, un criminale gallifreyano contemporaneo di Chronotis (idealizzato dal Dottore in gioventù). Nel frattempo sulla nave si è formato un Krarg, che K-9 combatte con tutte le sue forze prima di attirarlo sulla stazione spaziale dove il Dottore e Chris riescono fuggire con molte difficoltà mentre il Krarg innesca involontariamente una mega esplosione. Poveri scienziati, lasciati ad un triste destino…

Skagra non è riuscito a decodificare il libro, ma ha scoperto che anche solo sfogliandolo arriverà su Shada, la prigione per super-criminali dove Salyavin è stato imprigionato moltissimo tempo prima e ormai dimenticata. Quando il Dottore lo raggiunge sulla nave madre, scopre che l’obiettivo di Skagra è proiettare la sua mente in tutti gli esseri viventi dell’universo: per questo ha bisogno dei poteri di Salyavin! Inizia la battaglia tra i nostri amici e i Krarg, e… insomma, deve di nuovo fuggire insieme a Chris. Trovano una porta, la aprono e si trovano nel TARDIS di Chronotis! Il professore intanto ha stabilizzato il paradosso grazie all’aiuto di Clare – segreto: le ha fornito telepaticamente le conoscenze necessarie – e si dirige su Shada, dove Skagra è già arrivato. Chissà come mai lui non ha dimenticato dove si trova?

È presto detto – arrivati nella prigione, Chronotis ammette di essere lui stesso Salyavin: era fuggito moltissimo tempo prima, e grazie ai suoi poteri aveva cancellato il ricordo di Shada dagli altri Signori del Tempo. Skagra usa la sfera su di lui, e quando K-9 prova a distruggerla, questa si divide in molte sfere più piccole, che controllano la mente di altrettanti prigionieri… e purtroppo anche quella di Chris. Il Dottore porta Clare al sicuro e grazie a Romana elabora un piano… Skagra ha assorbito anche la sua mente, perciò cercherà di sfruttare quel particolare a suo vantaggio.

Fra traballanti tunnel temporali e Krarg minacciosi, la battaglia finale è lunga e ricca di colpi di scena. Sarà la nave di Skagra ad avere l’ultima parola – è così grata al Dottore per averla resa capace di viaggiare nello spazio-tempo che ora considera il suo vecchio padrone un nemico, e lo imprigiona per sempre. Chris recupera le sue capacità mentali, anche se gli rimane un gran mal di testa, e Romana chiede al Dottore come possibile che Chronotis sia stato in passato un grande criminale, perché è un vecchietto tanto simpatico, e il Dottore le risponde che forse un giorno diranno la stessa cosa di lui!

Diciottesima stagione

A Romana non piace stare al mare, così si fa elencare da K-9 una serie di pianeti-vacanza con attività più stimolanti e sceglie Argolis. È un luogo pressoché inabitabile, a causa di una guerra tra i nativi Argoliani (creature simili a Morgan, con una pigna in testa) e i Foamasi (rettili umanoidi), che ha lasciato l’atmosfera pregna di radiazioni. L’unica zona sicura è il complesso turistico, appunto, chiamato “Alveare del Divertimento” dove è possibile giocare a squash senza gravità, esplorare territori alieni e altre attrazioni virtuali. L’Alveare, gestito dal vecchio Morix (che morirà nel primo episodio), è però in bancarotta e un uomo d’affari chiamato Brock arriva dalla Terra per convincere Morix a vendere il pianeta ai Foamasi, visto che i loro clienti sono immuni alle radiazioni. Morix, e in seguito la moglie Mena, rifiutano e fanno di tutto perché l’Alveare resti in piedi e la razza Argoliana sopravviva.

L’ultima novità iper-tecnologica dell’Alveare è il Generatore di Ricreazione di Tachioni: purtroppo, la prima dimostrazione al pubblico va malissimo e il volontario muore atrocemente. Il Dottore è allarmato ma anche affascinato da questa tecnologia, che dovrebbe essere in grado di ringiovanire e altre cosucce del genere, ma non è ancora stabile. Dopo qualche equivoco, Mena chiede al Dottore e a Romana, in quanto esperti di tecnologia temporale, di aiutare lo scienziato Hardin a far funzionare il Generatore al meglio.

La donna spiega ai due stranieri che lo scopo dell’Alveare non è solo quello di permettere alla sua razza di sopravvivere – sono rimasti sterili e invecchiano velocemente – ma anche di instillare nei visitatori un messaggio di pacifica convivenza, perché eventi come la guerra che ha distrutto il loro pianeta non si ripetano. Il Generatore, dopotutto, è stato creato principalmente per ringiovanire gli Argoliani.

 

Sembra che sia un Foamasi ad aggirarsi per l’Alveare e causare guasti e interferenze. Scopriamo inoltre che Stimson, socio e finanziatore di Hardin, l’ha spinto a fingere che il Generatore funzionasse, creando dimostrazioni fasulle. Il furbastro tenta di fuggire da Argolis, ma viene ucciso dal Foamasi dopo aver scoperto un costume di gomma… con le sembianze dell’avvocato di Brock?

Qualcuno ha tentato di incastrare il Dottore: sembra infatti che l’arma del delitto sia proprio la sua sciarpa. Il processo nei suoi confronti è però interrotto da Hardin e Romana, che sono riusciti ad ottenere i primi risultati su una clessidra, facendo scorrere la sabbia all’indietro (la clessidra poi è esplosa, ma loro non lo sanno). Mena vorrebbe provare subito su se stessa, ma il figlio Pangol decide che il Dottore, colpevole o meno, sarebbe una cavia perfetta.
Romana mette in moto la macchina ma poi si accorge della clessidra rotta; tenta di interrompere tutto ma il peggio è già accaduto: il Dottore… beh, è invecchiato tantissimo!

Mena fa confinare i due e, quando Pangol le racconta della truffa di Hardin, rimane molto delusa – permette però allo scienziato di continuare a lavorare alla macchina, mentre continua ad invecchiare inesorabilmente.

Pangol invece vorrebbe il Generatore solo per sé… ha un piano segreto che il Dottore inizia ad afferrare: a cosa serve il secondo circuito della macchina? Forse a “ri-creare”… a clonare persone? Mentre i due investigano con Hardin, il giovane confessa la verità a Brock: lui stesso è un clone, creato da cellule di Argolin nel Generatore,  l’unico sopravvissuto dei primi esperimenti per ovviare alla sterilità della razza. Il suo scopo è quindi creare un’armata di cloni per rendere “la nuova Argolis” una potenza bellica.

Romana, intanto, incontra un Foamasi che si dirige arrabbiatissimo nella sala del consiglio e strappa il travestimento di Brock, rivelandolo come un membro della sua stessa razza: spiega di far parte del governo del suo pianeta e di essere arrivato per smascherare i due traditori – membri di una fazione ribelle – oltre che per siglare la pace tra i due popoli. Mena è però ormai in punto di morte e Pangol ne approfitta per prendere il potere. Prima che possa creare la sua armata di cloni, però, il Dottore prende il randomizzatore dal TARDIS e lo inserisce nella macchina, entrando lui stesso nel Generatore e facendo i suoi trucchetti. I cloni di Pangol si rivelano perciò immagini tachioniche del Dottore, che durano pochi minuti… tranne il Dottore stesso che è riuscito a tornare alla sua giusta età. Hardin, tentando disperatamente di salvare Mena, la porta nel Generatore… ma anche Pangol entra di prepotenza nella macchina. Mena, di nuovo una giovane Argoliana, esce tenendo in braccio il piccolo Pangol, tornato bebè, e inizia seriamente le trattative con i Foamasi.

Il Dottore decide di lasciare il randomizzatore dove si trova, così che Argolis possa tornare a prosperare: dopotutto, il Guardiano Nero non gli fa più paura!

Il Dottore e Romana, mentre riparano K-9, si ritrovano nel sistema solare di Prion, i cui pianeti principali sono Zolfa-Thura e Tigella. Di quest’ultimo, ricco di vegetazione, il Dottore ha un buon ricordo: si mette perciò in comunicazione con il leader Zastor. Quest’ultimo è nel frattempo alle prese con le due fazioni che vivono sul… ehm, sotto la superficie del pianeta: i Sapienti e i Deon. I due gruppi sono da sempre in disaccordo sulla natura del Dodecaedro, l’artefatto che dà energia alle loro attività: i Deon sono infatti convinti che sia un dono del dio Ti, mentre i Sapienti lo considerano un meccanismo costruito su un altro mondo e vorrebbero potervi accedere, anche perché ultimamente non funziona benissimo.

Sul desertico Zolfa-Thura, intanto, atterra la malfamata banda dei Gaztak, capitanata dal generale Grugger, portando con sé un terrestre piuttosto spaventato. A convocarli è stato Meglos, uno xenofita (pianta senziente identica ad un grosso cactus) unico sopravvissuto dopo la guerra che ha devastato il pianeta. Aiutato dai Gaztak e dalla sua avanzatissima tecnologia, si fonde con il corpo del terrestre diventando una creatura umanoide, verdina e spinosa. Racconta a Grugger che il Dodecaedro proviene proprio da Zolfa-Thura e che i Tigellian non stanno usando neanche una briciola del suo potenziale; vuole perciò re-impossessarsene. Come prima cosa blocca il TARDIS in un loop temporale e poi si trasforma nel Dottore.

Su Tigella, Meglos è in grado di prendere per il naso sia Zastor che la sacerdotessa Deon, Lexa, e sta per fuggire dalla città sotterranea con il Dodecaedro miniaturizzato. Mentre scatta l’allarme in tutta la città, il vero Dottore e Romana sono appena atterrati. Romana rimane indietro per colpa della giungla e K-9 va a cercarla; intanto i Gaztak la catturano.

Il Dottore viene arrestato e Zastor tende a credere che non sia stato davvero lui a rubare l’artefatto, anche perché era troppo pesante per essere trasportato da una sola persona, ma Lexa prende il potere e fa esiliare tutti i “non credenti” in superficie, in balia della giungla, mentre il Dottore servirà da sacrificio al dio Ti; è infatti convinta che sia stato proprio lui a riprenderselo e che in questo modo lo riporterà indietro.

Meglos, intanto, rapisce la Sapiente Caris e le svela la sua identità, ma il terrestre in lui cerca di liberarsi in ogni modo.

Romana riesce a sfuggire ai briganti e ad entrare nella città; questi a loro volta ingaggiano battaglia con i soldati Tigelliani e i sopravvissuti tornano alla nave con Meglos, vittoriosi. Caris spiega a Romana la situazione e insieme cercano il vero Dottore, fermando appena in tempo il rituale. Finalmente anche Lexa crede alla verità, ma muore salvando Romana da un Gaztak rimasto a terra.


Su Zolfa-Thura, Meglos posiziona il Dodecaedro fra i grandi schermi che amplificheranno il suo potere e lo fa tornare a grandezza naturale. Si prepara a ridurre in cenere Tigella, ma intanto i Gaztak complottano contro di lui. Il Dottore arriva a fermarli, ma sia lui che Meglos sono catturati da Grugger. Il Dottore gli spiega che è riuscito a invertire i comandi, così che sia invece Zolfa-Thura a venire distrutto… e loro con esso, se non riescono a fuggire! Per fortuna Romana, K-9 e i Sapienti vengono in soccorso e, messo alle strette, Meglos lascia il corpo del terrestre, che può fuggire con loro sul TARDIS. Di nuovo su Tigella, Zastor ringrazia il Dottore e si prepara a vivere sulla superficie con il suo popolo, anche se tenere a bada la giungla sarà una gran fatica. E i nostri eroi? Destinazione Terra, prima di tutto, ma poi anche loro dovranno tornare a casa: è giunta una chiamata da Gallifrey!

Il Dottore imposta le coordinate per Gallifrey: è tempo che Romana torni a casa! La giovane Signora del Tempo non è affatto felice di rinunciare alla vita di avventure sul TARDIS… e forse non dovrà farlo: qualcosa non va come previsto e seppure atterrino nel posto giusto, la dimensione è sbagliata! Si trovano su Alzarius, dove vivono i discendenti dell’equipaggio dell’astronave Starliner – guidati da un triumvirato di Arbitri – che vivono secondo regole precise e con l’obiettivo di tornare sul pianeta natale Terradon.

Il giovane e brillante Adric vorrebbe unirsi ad un gruppo ribelle che vive di espedienti in una caverna e di cui fa parte suo fratello. La sua prova di iniziazione coincide con l’arrivo della “stagione delle nebbie”, un mito che si tramanda tra il suo popolo e che renderebbe impossibile la sopravvivenza al di fuori della nave. Tutti tornano a bordo, tranne i ribelli: l’Arbitro Draith cerca di convincere Adric, ma viene trascinato nel fiume dalle strane nebbie…

Il ragazzo fugge e trova il TARDIS. Mentre torna a prendere gli altri nella caverna, il Dottore esce per indagare, scoprendo che dal fiume stanno uscendo dei mutanti. Intanto Login, il padre di una dei ribelli, vorrebbe ritrovare la figlia ma presto si convince a restare sulla nave e diventare Arbitro al posto di Draith.

I mutanti si adattano in fretta alla terraferma e sviluppano una certa intelligenza: trasportano il TARDIS nella caverna, progettando di usarlo come ariete per assaltare la Starliner, decapitano K-9, uscito per indagare, ma fuggono quando arrivano dei grossi ragni. Anche i ribelli rientrano nel TARDIS, mentre Romana resta fuori e viene punta, perdendo i sensi. Adric, cercando di riaprire la porta, avvia invece la smaterializzazione.

Intanto il Dottore è entrato nella Starliner… insieme ad uno dei mutanti, ed entrambi vengono catturati e portati davanti agli Arbitri. Né la docilità del nativo né il modo in cui il Dottore descrive l’esterno coincidono con la concezione che essi hanno dell’evento. Login inizia a credere che ci sia speranza di rivedere la figlia, visto che le nebbie non sono tossiche. In effetti il TARDIS si materializza all’interno della nave e ne escono i ribelli, mentre il Dottore torna a prendere Romana; non sembra avvelenata, ma sicuramente il morso ha avuto un qualche effetto su di lei. Intanto lo scienziato Dexeter effettua degli esperimenti sul mutante, e i due Arbitri anziani si riservano la sua segretezza riguardo a ciò che scoprirà. Il poveretto si rivolta e uccide Dexeter, morendo a sua volta per una scarica elettrica, e il Dottore si arrabbia moltissimo con gli Arbitri: li accusa non solo dell’accaduto, ma di aver mantenuto per generazioni un sistema di governo basato sulle menzogne. Scopriamo che la Starliner sarebbe perfettamente pronta a partire, ma nessuno sa come pilotarla!

Romana ha subito una trasformazione che la induce a far entrare sulla nave i mutanti. Questi causano un grande scompiglio e fanno un po’ di vittime, tra cui uno degli Arbitri anziani, che prima di morire confessa agli altri due la verità: il loro popolo è nativo di Alzarius. Il Dottore sviluppa un siero per curare Romana e confronta il DNA del ragno, del mutante e di Dexeter: si somigliano moltissimo! Sono tutti parte dello stesso ciclo evolutivo (da qui il titolo), per cui l’attuale equipaggio discende dai nativi, non dai Terradoniani che si schiantarono millenni prima con la Starliner. Il Dottore spiega loro come partire, per Terradon o per qualsiasi altro pianeta abitabile, e torna nel TARDIS con Romana a contemplare la situazione in cui si trovano: per uscire dall’Esospazio in cui si trovano hanno bisogno di un evento spazio-temporale uguale a quello che li ha portati lì, ed è qualcosa di estremamente raro…

L’Esospazio non è certo un universo affollato, nondimeno il TARDIS intercetta un pianeta abitabile e a quanto pare con alta tecnologia. Strano, perché appena atterrati il Dottore e Romana si trovano davanti un castello con un’alta torre e un villaggio…

I signori del castello sono tre: il re Zargo, la regina Camilla e il consigliere Aukon. Richiedono periodicamente alcuni tra i più forti abitanti del villaggio per servire il cosiddetto “Grande”, persone che per lo più spariscono senza lasciare traccia. Il Dottore e Romana arrivano in taverna proprio dopo uno di questi raid delle guardie, facendo un sacco di domande, e il capovillaggio Ivo avverte dell’accaduto via trasmittente un certo Kalmar. Eppure aveva detto loro che la tecnologia era vietata…

Sul TARDIS, K-9 sta elaborando dati quando viene sorpreso da una presenza inattesa: è Adric, il giovane Alzariano incontrato durante la precedente avventura, che inizia a vagabondare nel villaggio e finisce sotto la custodia di Marta, moglie di Ivo e madre di uno dei giovani portati via dalle guardie.

Un gruppo di uomini rapisce i nostri e li porta proprio da Kalmar, uno scienziato ribelle che ha raccolto tutto ciò che di tecnologico esisteva sul pianeta prima dell’arrivo dei signori del castello, che risale a molte generazioni prima. Il Dottore consulta un computer terrestre e scopre che… i tre sono in effetti provenienti dalla Terra e probabilmente la loro astronave ha subito gli effetti di un evento simile a quello che ha trasportato il TARDIS in quella dimensione.

Intanto il capitano delle guardie ha avvertito i signori dell’arrivo degli alieni, e Aukon evoca uno sciame di pipistrelli che li attaccano. Infine le guardie li portano al castello, al cospetto dei tre. L’incontro è tutto sommato civile, nonostante il Dottore e Romana critichino aspramente il loro stile di governo. Nel frattempo Aukon ha ordinato un’altra selezione tra i popolani, tra cui viene scelto Adric… per diventare uno di loro e aiutarli nell’imminente “Tempo del Risveglio”.

A questo punto nella storia ci sono già diversi indizi che fanno capire la natura dei tre: il castello non ha finestre, la regina Camilla sembra molto interessata a una piccola ferita di Romana… saranno forse vampiri? Questo spiegherebbe il continuo “prelievo” di giovani dal villaggio!

Non appena soli, i nostri Signori del Tempo preferiti fanno il punto della situazione. Il Dottore capisce che il castello è l’astronave stessa in cui i tre sono arrivati sul pianeta, e Romana trova la stanza della console sotto i due troni. Più avanti, restano inorriditi allo spettacolo di cadaveri completamente prosciugati e grandi quantità di sangue pompato in tubi… come se andasse a nutrire una grande creatura… e poi sentono il possente battito del cuore di questa creatura! Stanno per allontanarsi quando Aukon li raggiunge. Tenta di convincerli ad unirsi a loro, ma quando scopre che sono Signori del Tempo li chiama “nemici” e li imprigiona per usarli come sacrifici al Tempo del Risveglio.

Il Dottore spiega a Romana di una leggenda dell’antica Gallifrey sulla guerra contro i Vampiri: anche se ormai in ogni civiltà esistono miti simili, derivano tutti da questo! I Signori del Tempo sconfissero tutti i Vampiri tranne il loro re, il più malvagio e potente, che scomparve senza lasciare traccia. Ora capiamo dove fosse finito!

Tarak, un alleato di Kalmar, raccoglie il coraggio e si infiltra nel castello per liberarli, ma viene ucciso mentre insieme a Romana cerca di soccorrere anche Adric.
Il Dottore intanto è tornato nel TARDIS per cercare informazioni nella sua memoria su come sconfiggere il Re Vampiro. A quanto pare serve un’enorme barra d’acciaio appuntito (un paletto, insomma) per distruggerne il cuore. Si materializza nel rifugio di Kalmar e lo convince a riunire i suoi uomini per attaccare il castello. Grazie a K-9, l’impresa non è difficile: i tre sono infatti nei sotterranei per sacrificare Romana e vampirizzare Adric, che non sembra molto contrario. Il Dottore ha un piano: programmare una delle navicelle di ricognizione della Hydrax come “paletto”, vista la sua forma. Programma i comandi per farla alzare in volo e poi precipitare dritta sul cuore della creatura. Alla morte del Re Vampiro, anche i tre avvizziscono e si disintegrano. Adric è più che mai felice, adesso, di non essere diventato uno di loro…

Grazie alla conoscenza che il Dottore ha salvato sui loro computer, Kalmar e i suoi potranno sviluppare una società moderna. E un certo ragazzino… dovrà tornare dritto a casa!

Altro che tornare su Alzarius! Il TARDIS non riesce ad atterrare a causa di un imprecisato dissesto temporale, e tra discussioni filosofiche e complicate riparazioni… Adric tira una moneta e schiaccia un bottone. Finalmente si sono materializzati da qualche parte, ma è un luogo – o un non-luogo? – completamente bianco e vuoto. Ipotizzano che si possa trattare del confine dell’Esospazio, la coordinata zero tra universo positivo e negativo. Appare anche un certo Biroc, una creatura umanoide leggermente sfasata (tipo quando non prende un canale in TV), che inizia ad armeggiare con la console come in trance e li avverte di non fidarsi dei tre uomini che stanno per giungere dopo di lui. Poi si allontana ed entra in un misterioso portone…

Ma chi sono questi uomini? Si tratta dell’equipaggio di un’astronave, guidata dal capitano Rorvik, che sta cercando una via d’uscita dalla strana situazione spazio-temporale. Biroc era il loro navigatore, ma è appunto fuggito verso il TARDIS dopo averlo “percepito”. Loro si preparano a svegliare un altro Tharil, così si chiama la razza a cui Biroc appartiene, dalla criogenesi perché prenda il suo posto, poi in tre si dirigono appunto verso la cabina blu. Tutto chiaro? A me no, tutto questo serial è un po’ complicato e timey-wimey!

Il Dottore intanto ha seguito Biroc ed è entrato dal portone… trova un’antica stanza da pranzo con diversi scheletri in armatura che lo attaccano, ma riesce a cavarsela con la sua classica combinazione di destrezza e ingegno. Romana si offre di aiutare Rorvik e i suoi a riparare la nave, ma finisce al posto di Biroc, legata e collegata alla strumentazione di bordo. Adric e K-9 (ancora acciaccato) la seguono di nascosto, ma presto si dividono e il robot raggiunge il Dottore, che sta estrapolando informazioni dalla memoria dei Gundan – così si chiamano le armature. Anche l’equipaggio, una volta che Romana riesce con grandi sofferenze a individuare il portone nel non-spazio circostante, si mette in cammino e può ascoltare la storia dei Gundan: creati dagli schiavi dei Tharils, misero in fuga i padroni attraverso il “passaggio” da cui erano arrivati. Uno dei robot, però, impedisce al Dottore di ascoltare il segreto del passaggio (che sono in realtà tre) e fugge da uno specchio, seguito dal nostro, a sua volta seguito da Rorvik… beh, no, loro dallo specchio non riescono a passare!

Romana viene liberata dal Tharil scongelato, Lazlo, e fuggono in una diversa linea temporale, dove ritrovano il Dottore e Biroc nella grande sala da pranzo, quando si era all’apice dell’impero Tharil. Il Dottore ovviamente spiega di essere contro la schiavitù, i Tharil si arrabbiano e in quel momento arrivano i Gundan ad attaccare. Cambio improvviso di linea temporale… i nostri si ritrovano circondati da Rorvik e dai suoi uomini, non meno bellicosi. Nel frattempo lo spazio intorno a loro si sta riducendo velocemente, come il povero K-9 – sempre più sofferente – sta ripetendo senza che nessuno se lo fili. La causa è nello scafo dell’astronave, composto da una lega di stella nana. Il Dottore finalmente ascolta il suo fido robot e capisce che quel materiale serve a Rorvik per tenere prigionieri gli schiavi come i Tharil, “sensibili al tempo”; è un commercio che frutta loro moltissimo denaro. Rorvik rigetta l’idea della contrazione temporale, anche se è ormai palese che le distanze si stiano riducendo esponenzialmente; torna oltre lo specchio dove ha un confronto con Biroc: i Tharil hanno compiuto atrocità nel passato, gli umani nel presente. Ci sarà un futuro?

La risposta arriva con Adric, che si è fatto strada fino al portone tirando una monetina e ha rubato un’arma laser dalla nave, tenendo sotto scacco l’equipaggio così che i suoi amici possano fuggire con lui fino al TARDIS. Ma non possono ripartire, lasciando morire tutti i Tharil che ancora si trovano sulla nave, giusto? Solo che devono sbrigarsi: Rorvik, preparandosi a usare la vampata posteriore della nave contro gli specchi (non siete stupiti della sua imbecillità, credo), ordina di svegliare tutti gli schiavi velocemente, non importa quanti ne moriranno per la procedura sbrigativa. Lazlo però uccide l’ufficiale incaricato e salva tutti i suoi simili ancora in vita. Come previsto, l’urto rimbalza e distrugge la nave con tutto l’equipaggio, mentre il TARDIS riparte prima che i portali collassino del tutto. E Romana, “la più nobile di tutte” come l’apostrofa il Dottore, accompagnata da K-9 ha scelto di guidare i Tharil nel ricostruire la loro civiltà. “Starà bene?” chiede Adric. “Sarà superba” è la risposta.

Il Custode della pacifica Unione di Traken, una creatura antica e ormai prossima alla fine, chiede aiuto al Dottore perché sente una gran forza malvagia che sta per distruggere l’armonia del pianeta.
Su Traken talvolta arrivano creature di pura malvagità chiamate Melkur, simili a statue di pietra, che però l’atmosfera positiva del pianeta annienta fino a spegnerne l’energia vitale. Il Melkur più recente, però, è sopravvissuto per molti anni e la Console che si è presa cura di lui fino a quel momento – Kassia, moglie del futuro Custode Tremas – lo sente addirittura parlare; c’è anche una morte sospetta…

Il Dottore e Adric giungono dinanzi ai Consoli che però non gli credono, e nemmeno il Custode può confermare la loro buona fede perché viene colpito dal Melkur. La “statua” nel frattempo fa una bella strage e colpisce il TARDIS, che è costretto ad usare il suo dispositivo di fuga. Scopriamo che Kassia è completamente sotto il suo controllo. Tremas, invece, fa di tutto per scoprire la verità insieme al Dottore, per cui si è preso la totale responsabilità: devono impedire che prenda il controllo della Sorgente, la fonte di energia fulcro della civiltà di Traken. Ma chi è la creatura che sembra spiarli da dietro gli occhi della statua, manovrando dei comandi sofisticati?



Kassia, che grazie ad un collare donatole da Melkur ha acquisito alcuni dei suoi poteri, inizia con lo sbarazzarsi di un alleato di Tremas, per poi accusare sia il marito che il Dottore e Adric di essere i traditori e farli rinchiudere in prigione. Sembra che in principio il suo intento fosse semplicemente di impedire a Tremas di diventare Guardiano, così che potesse restare al suo fianco… ma il Melkur ha ben altri progetti per lei che una tranquilla vita matrimoniale.
Una buona notizia? Il TARDIS è tornato!

Mentre Kassia, volente o nolente, è costretta ad accettare di diventare la nuova Guardiana, la figlia di Tremas, Nyssa, libera i prigionieri. Presto si accende una speranza: con i piani di costruzione della Sorgente, potranno impedire che il Melkur ne prenda possesso. Ma il Guardiano muore e Kassia prende il suo posto: viene connessa alla Sorgente… e inizia a soffrire, svanendo. Al suo posto, con il rumore di un TARDIS che si materializza, appare il Melkur. All’interno del Melkur c’è il Maestro, ancora orribilmente sfigurato!

Adric e Nyssa cercano di capire come sconfiggere il nemico, ma la conclusione è che per farlo sarebbero costretti a distruggere la Sorgente. Anche il Dottore e Tremas cercano di sfruttare il fatto che il Guardiano non ha ancora tutto il suo potere. Il Maestro attira il Dottore all’interno del Melk… sì, insomma, del suo TARDIS: ha intenzione di impadronirsi sia della sua mente che del suo corpo, non potendo più rigenerarsi.

Per fortuna, quando i due ragazzi attivano il loro marchingegno, il Maestro smette di ricevere energia… e il Dottore riesce a fuggire in tempo per fermare la distruzione della Sorgente. Il console più giovane, Luvic, diventa il nuovo Guardiano e il Maestro sembra sparito. Tutto è bene quel che finisce bene? In realtà il suo TARDIS si è solo trasformato: lo vediamo uscire da un orologio a pendolo (ricordate il finale di “The Deadly Assassin”?) e impossessarsi del corpo di Tremas.

La lotta fra il Dottore e il Maestro continua ancora per due serial da cardiopalma! Quale sarà il destino di Nyssa? Dove si svolgerà l’avventura finale del Quarto Dottore? Ma soprattutto, chi è quella ragazza insopportabile vestita di lilla?

Il Dottore ha finalmente deciso di riparare il circuito camaleonte, ma per farlo deve effettuare misurazioni molto precise della forma del TARDIS per poi affidarle ai matematici del pianeta Logopolis: decide perciò di materializzarlo proprio su una vera cabina della polizia. Quello che non sa è che anche il Maestro l’aveva appena fatto con il proprio TARDIS, perciò si crea un pericoloso loop ricorsivo… una vera e propria “matrioska”, insomma!

Non sappiamo per ora quali siano i piani del Maestro, ma di sicuro non vuole terrestri fra i piedi: con il suo miniaturizzatore uccide un poliziotto e una signora che stava accompagnando la nipote Tegan all’aeroporto per iniziare il suo lavoro da hostess.
Intanto Tegan si è persa all’interno della matrioska di TARDIS e una strana, inquietante figura bianca osserva il Dottore da lontano.

Il Dottore cerca in ogni modo di dividere le due navi, ma invano. Su un ponte, ha una chiacchierata chiarificatrice con la figura bianca e comprende che la situazione è grave: il destino della stesso tessuto dell’universo è in pericolo!  Per il momento, comunque, il loop ricorsivo sembra esaurito e Tegan, irritata e spaventata, chiede spiegazioni…
Arrivati su Logopolis, il capo dei matematici, chiamato Monitore, inizia i calcoli per riparare il circuito – declamandoli come un mantra – e gli altri abitanti del pianeta li proseguono con i loro pallottolieri, finché non sono terminati. Peccato che il Maestro abbia fatto fuori alcuni di loro mentre stavano lavorando! Il Dottore decide di provare il circuito da solo, lasciando fuori Adric e Tegan. La figura bianca li ha raggiunti in segreto portando con sé Nyssa, che Adric è felicissimo di rivedere.

Di colpo, il TARDIS inizia a rimpicciolire, e il Monitore lo fa portare al Registro Centrale per controllare i calcoli effettuati. Dentro, il Dottore sembra soffrire molto e solo uno specifico apparecchio riesce a stabilizzare la situazione. Il Monitore e Adric scovano gli errori, ovviamente dovuti agli omicidi del Maestro, e con un ricalcolo il TARDIS torna alla normalità. Il Maestro ha però ridotto Nyssa in suo potere, fingendosi Tremas, e fa irruzione nel Registro Centrale, creando artificialmente il silenzio. Logopolis si ferma. Il Monitore dichiara che questa sarà la fine dell’universo…

Il Maestro sdrammatizza: il suo era un bluff, voleva solo dimostrare il suo potere! Ma il silenzio permane: fuori, gli abitanti di Logopolis stanno diventando polvere, tutto ha smesso di funzionare. Il Monitore spiega che erano stati loro a creare gli strani fenomeni (chiamati CVE) che hanno permesso i viaggi nell’Esospazio, tramite la riproduzione di un potente radiotelescopio terrestre (il “Progetto Faro”, creato per inviare messaggi nello spazio) in modo da rallentare l’entropia dell’universo. Ora, tutto è perduto.

Il Dottore decide di… collaborare con il Maestro per risolvere la situazione. Manda Adric, Nyssa e Tegan nel TARDIS con il misterioso “Osservatore”, anche se la giovane hostess torna indietro e lo raggiunge. Il Monitore sta cercando di riaprire uno dei CVE e di renderlo stabile, ma presto scompare anche lui per effetto dell’entropia. Il Dottore raccoglie le schede di memoria del computer e con il Maestro si recano al vero Progetto Faro, sulla Terra.

Il TARDIS intanto porta Adric e Nyssa al di fuori dallo spazio e dal tempo, da dove possono guardare l’intero universo sullo scanner. Diversi pianeti svaniscono davanti ai loro occhi, tra cui Traken. Più tardi, comunque, l’Osservatore spiega ad Adric come raggiungere il Progetto Faro, una struttura sospesa dove il Dottore e il Maestro stanno lavorando per stabilizzare il CVE.

L’impresa riesce, ma il Maestro non si lascia sfuggire l’occasione: da quella posizione, inizia a ricattare i terrestri, minacciando di chiudere il CVE se non si inchineranno a lui. Il Dottore capisce che l’unico modo di fermarlo è disconnettendo il cavo di alimentazione principale. In bilico sulla struttura che regge la gigantesca antenna di trasmissione, ha successo… e poi cade per centinaia di metri, sotto gli occhi atterriti dei tre companion.

“È la fine,” dichiara poi ai suoi amici “ma siamo preparati per questo momento”. L’Osservatore si fonde al corpo del Dottore, e Nyssa comprende che era una sua proiezione, un po’ come Cho Je era una proiezione di K’anpo (ricordate Planet of the Spiders?). La rigenerazione avviene e al posto di Tom Baker vediamo un giovane biondo, di aspetto nobile e sereno.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: