Recensione 1×06, Dalek

Sono nato in Italia negli anni 80, non ho mai saputo davvero cosa fosse Doctor Who fino al 2005. Voglio dire, sapevo che esisteva e che gli inglesi ne andavano pazzi, ma niente più. Questo per dire che non avevo idea di cosa fosse un Dalek.

Ora, la puntata si intitola Dalek, fa pensare che si parli di qualcosa che dovrei conoscere. Ma finora la serie mi aveva introdotto nel suo mondo in modo graduale e perfettamente studiato, quindi avevo buoni presentimenti.

Bisogna dire che l’inizio non è memorabile. Sembra una puntata leggerina, con poca sostanza. C’è un tizio che possiede l’internet. È una battuta tremenda, ma non infastidisce più di tanto visto il tono dell’episodio. Rose ha appena iniziato a viaggiare con il Dottore e se la sta godendo un sacco. Al punto da fare gli occhi dolci al primo ragazzo carino che passa, perchè ci sarà anche Mickey a casa, ma siamo in America e nel futuro (prossimo, ma sempre futuro è), quindi perchè no?

Ecco, Dalek parte proprio come una brutta puntata.

Poi però succede qualcosa. No, non è vero, qualcosa non succede. Il Dottore deve analizzare un alieno e deve cercare di comunicare con lui. Ma non passiamo subito all’incontro. C’è una costruzione. C’è attesa. C’è la sensazione che stia per accadere qualcosa di grosso.

La domanda fondamentale deve essere stata: come reintrodurre i Dalek? Se già li conosci allora la reazione rischia di essere un “ah, i Dalek, che bello!”. Se non li conosci allora vedi un enorme macinapepe.

E quindi la rivelazione. La risposta è stata far vedere un singolo Dalek, sopravvissuto per caso e per fortuna alla Guerra del Tempo, solo nell’universo, danneggiato. Esattamente come il Dottore. Non un’armata, ma un prigioniero impotente. E farcelo vedere attraverso gli occhi del Dottore, come dicevo prima. Io non sapevo cosa fosse un Dalek. Non sapevo se fosse cattivo o buono. Ma è negli occhi di Cristopher Eccleston che capisco tutto. L’odio, il terrore, il pericolo, persino il senso assurdo di fratellanza e la vergogna di averlo provato anche solo per un istante. Ringraziamo ancora una volta Eccleston per essere stato il nono Dottore.

Il Dottore viene imprigionato e torturato. Oggi forse il parallelo tra il Dottore e il Dalek sarebbe ovvio anche con meno, ma vi assicuro che ai tempi non era una cosa così scontata.

Dopo tutto questo il Dalek inganna Rose, si fa toccare e riacquista il suo potere. Da qui in poi assistiamo all’avanzata di un essere spietato e inarrestabile. La parte migliore è che non è indistruttibile. C’è una speranza di salvezza. Ma è davvero troppo forte.

Ed è così che si costrusce una minaccia. Attraverso coloro che la combattono. Dando loro speranza e poi distruggendola.

Perché, parliamoci chiaro, questa puntata non serve solo a creare il mostro della settimana. Deve far conoscere i Dalek al nuovo pubblico e far ricordare al vecchio il terrore che provava da bambino quando sentiva il grido “Exterminate” alla televisione. E serve a presentarci i cattivi del finale di stagione. Un intero esercito privato non riesce a fermare un Dalek. Quando alla fine della stagione compare un’intera armata di Dalek, lo spettatore, ricordandosi questa puntata, prova davvero un terrore sacro che è genuino.

Il finale, con il Dalek contagiato dall’umanità di Rose che muore, è un po’ stucchevole, ma il miracolo è già stato fatto, non lamentiamoci.

In sostanza Dalek è la perfetta presentazione di un antagonista storico. Le cose che funzionano meno non sono importanti. Dalek è una pietra portante della nuova serie. Forse non è così ovvio, ma provate a ripensare a questo episodio la prossima volta che vedrete un Dalek e chiedetevi perché avete paura di un macinapepe!

Ah, c’è anche un personaggio chiamato Adam, il belloccio con cui flirta Rose, ma di lui parlerà il recensore di The Long Game. O forse no, nessuno ne parla mai…

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