Victory of the Daleks, dieci anni dopo

Rieccoci trovati alla ricerca del Magnus Gatuss, l’opera magna di Mark Gatiss. Victory of the Daleks occupa una strana posizione in questa ricerca: da un lato può contare su un nemico consolidato e affermato, dall’altra lo schieramento dei Dalek colorati è considerato un tasto dolente per la serie… ma è un giudizio dato con cognizione di causa? Andiamolo a scoprire con questa puntata!

File:Mark Gatiss & Steven Moffat.jpg - Wikipedia
Mark Gatiss, il braccio destro del demonio

Si apre subito nel mezzo di un bombardamento su Londra, in cui Churchill ordina di liberare il kraken… scusate, l’arma finale, mostrata portando avanti la versione Risiko! di un Dalek, poi Humpty Hums e Woohoo ed eccoci nella puntata, con il TARDIS che si materializza direttamente nell’ufficio del primo Ministro. Il Dottore viene accolto con fucili puntati in faccia; ironicamente, questa scena sarà ripresa nella stagione successiva, quando si materializzerà nell’ufficio Ovale, ma qui non sono americani, quindi nessuna preoccupazione. Abbiamo un po’ di convenevoli, in cui Churchill cerca di convincere il Dottore a dargli il TARDIS, ma poi si entra nel vivo della situazione: è passato un mese dalla chiamata di Churchill e il Dottore si scusa per l’errore. Ian McNeice presenta il Ministro come persona decisa e risoluta, ma anche percettiva, come si vede subito nella sua interazione con una ragazza che gli porta documenti, e piena di passione nonostante il momento difficile.

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Come in altri casi, la serie punta più sull’interpretazione che su una stretta somiglianza con il personaggio storico, ma il risultato è apprezzabile

Gold Murray ci ricorda la pesantezza della situazione, su una Londra in ginocchio, ma non sconfitta. Al segnale di Churchill, però, fuoco laser risponde contro ai bombardieri nazisti. L’udito umano è molto, molto più sensibile della vista, non è nemmeno lontanamente paragonabile (per quanto la vista sia in grado di dare un numero di informazioni mostruosamente più elevato). Se voi aveste un’asta di metallo lunga un metro e una lunga un metro e dieci centimetri, senza metterle direttamente a confronto o senza misurarle, sarebbe difficile credere che una sia più lunga dell’altra. Se, però, le faceste rintoccare percuotendole con un altro oggetto metallico, il vostro orecchio percepirebbe subito la differenza nella frequenza sonora emessa. Allo stesso modo, questo suono di laser, per noi, è inconfondibile, ed è così anche per il Dottore, che salta verso le barriere di sacchi di sabbia con uno Smith sbiancato in volto che pretende di vedere l’arma in questione. Al benestare di Churchill, gli Iron Sides avanzano, ma sia per il Dottore che per lo spettatore, non è possibile non riconoscerli subito come Dalek!

Doctor Who' blogging: “Victory of the Daleks” | FlickFilosopher.com
Ironside è un termine storico della tradizione militare britannica: fucilieri pesantemente corazzati. Ottima definizione per i Dalek

Il Dottore affronta subito i Dalek, chiedendo loro cosa ci facciano qui, ma questi mantengono la farsa. Il Dott. Bracewell, presunto creatore degli “automi”, rassicura il Dottore che li aiuteranno a combattere i tedeschi, riprendendo gli slogan à la Keep Calm and Carry On. Poco dopo il Dottore cerca di convincere Churchill, ma questi ha in mano prove schiaccianti. Qui entra in gioco il ritardo di un mese del Dottore, che può sembrare arbitrario, ma è stabilito fin dalla prima puntata che 11 non ha ancora una padronanza completa con il TARDIS, quale che sia la ragione; in questo lasso di tempo, da essere dubbioso, Churchill ha abbracciato il caval donato, invece di guardargli in bocca ed è ora un fermo sostenitore delle “macchine”. Subito dopo stabiliamo un tema che diventerà stabile nella serie: Amy non sa niente dei Dalek, nonostante i fatti di Canary Warf e la terra rubata da Davros. Questo perché, scopriremo, la Crepa sta divorando la storia, convenientemente non lasciando questo vantaggio al Dottore; così questi continua a cercare di convincere Churchill, che però tira in ballo l’idea di poter vincere la guerra e salvare milioni di vite, che ne varrebbe la pena: se Hitler invadesse l’inferno, Churchill stringerebbe un’alleanza con il diavolo, risponde! E come dargli torto?!

Amy Pond, Victory of the Daleks, Leather Jacket 2 | Doctor who ...
Un’occasione come un’altra per ricordare quanto siano alti i protagonisti: Matt Smith è 182 cm, Karen Gillan 180. O, in altre parole, un Dalek e dieci

Così il Dottore investiga sul Dottor Bracewell, che sputa un po’ di tecnobubbole (tra cui un foreshadowing). 11 continua a sorrisetti, finché un Dalek non gli offre del té, al cui lui scoppia, rovesciandogli il vassoio. C’è questa convinzione che i Dalek siano degli stupidi pezzi di metallo: non è così. I Dalek sono intelligenti, sono astuti, sono infidi e il Dottore lo sa. Sa che, in un qualche modo, il Dalek lo sta provocando, stuzzicando, tronfio nel vedere che nessun altro crede a quella che noi sappiamo essere la verità; ottimo presupposto per asserire nuovamente l’identità dell’Undicesimo, facendogli confrontare il Dalek in un rimando alla leggendaria sfuriata del Nono, prima verbale, quindi con una chiave inglese e per finire…

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I AM THE DOCTOR AND YOU ARE A DALEK!

«Correct» risponde in modo agghiacciante. La nave Dalek dietro alla luna, che mantiene il look disco volante dai tempi del primo Dottore riceve la dichiarazione del Dottore, che servirà come testimonianza al Progenitore. Abbiamo quindi un bel rovesciamento del mito di Frankestein, quando il Dott. Bracewell protesta di aver creato gli “Iron Sides”, ma no, sono i Dalek che hanno creato lui! Il Dottore voleva sapere quale fosse il piano dei Dalek: lui era il piano, fin dall’inizio. Questa è la vittoria dei Dalek! A questo punto, questi sono, ipoteticamente, gli ultimi Dalek nell’universo e se il Dottore riuscisse a impedire che si moltiplicassero, la loro minaccia finirebbe qui (ok, non ci crederemmo, ma facciamo finta per venire incontro alla storia). Il Dottore abbandona Amy con Churchill, lei protesta “nel mezzo del blitz di Londra” “È più sicuro che con me!”, cosa che nuovamente sfrutta la situazione storica per rimarcare la pericolosità dei Dalek: forse un trucco un po’ a buon mercato, ma di effetto. Il TARDIS si smaterializza, mentre Churchill sforna meme before it was cool. Qui si vede il profilo di Londra di notte, ma non mi pare di riuscire a vedere Rose aggrappata a una nave invisibile, forse colpa della risoluzione dell’episodio su Prime.

Meanwhile…

È il turno del Dottore di prendersi gioco dei Dalek, presentandosi con un biscotto che finge essere il pulsante di autodistruzione del TARDIS, che porterebbe con sé l’intera astronave (più la Luna, almeno). Potrebbe tranquillamente usare il cacciavite sonico, ma no, è un biscotto: primo, per identificare il lato burlone dell’undicesimo Dottore, anche quando fa sul serio; secondo, come ripicca all’essere stato preso in giro prima; terzo, per una battuta che farà dopo. Qui scopriamo il senso del raccogliere la testimonianza del Dottore: il Progenitore, in grado di produrre Dalek puri, non riconosce questi Dalek, a quanto pare mutati oltremisura, forse residuo di quelli affrontati nel finale della prima stagione. Un Dalek attiva un dispositivo, che minaccia Londra, ma il Dottore obbietta che quella nave cade a pezzi e non sarebbe in grado di sterminare l’umanità. I Dalek, però sanno che noi siamo perfettamente capaci di sterminarci da soli, grazie lo stesso, e si limitano ad accendere le luci sulla città, rivelandola al bombardamento nazista. Tuttavia Amy ci ricorda quanto siano belligeranti gli scozzesi e ha un’idea…

Simpsons willie - damn Scots! - YouTube
Dannati scozzesi! Hanno distrutto la Scozia!

Nel mentre il Progenitore ha terminato e, con un crescendo misterioso, i Dalek si aprono a schiera per rivelare la sua creazione. Che sono i Dalek colorati. Qui è impossibile non ridere, nonostante Smith sappia mantenere una faccia da poker impressionante: non sono solo colorati, hanno un’estetica plasticosa e proporzioni strane. È impressionante come questa rivelazione sia stata considerata di successo e siano stati usati tutti gli strumenti giusti per farla… per esempio arriva nel baricentro della puntata e quando la tensione è alle stelle e tutto sembra già perduto, rendendola ipoteticamente un cadere dalla padella alla brace, ma la risposta del pubblico è ovviamente stata di scherno! C’è un Dalek arancione! Non sarei, però, un fan del Sesto, se mi fermassi al senso estetico, quindi mettiamo una toppa alla questione e andiamo avanti.

Lost In A FlashForward: DOCTOR WHO - Time Force, Azione!
Però ammettiamo che Rita Repulsa sarebbe scappata!

Amy, Churchill e Bracewell pianificano di mandare qualcosa nello spazio, a sostegno del Dottore, ma non sappiamo ancora cosa sia; sta di fatto che la corsa allo spazio è finita prima di cominciare e il Regno Unito ha vinto senza sacrificare cagnoline. Nel mentre il nuovo Paradigma dice che i Dalek vecchi sono “impuri”. “Sì”, rispondono. “Preparatevi per essere sterminati”. “Siamo pronti”. Ricordiamo che siamo nella seconda Guerra Mondiale e notiamo il braccio fucile dei vecchi Dalek, sollevato quanto più possibile in una parodia del saluto nazista: la mente corre a Hitler, tanto lontano dal modello ariano che blaterava essere la razza pura. In un ritorno alle origini, i Dalek sono più nazisti dei nazisti, tema alleggerito dall’altisonanza dei loro slogan, ma non sfugge a un attento osservatore. Finita questa strana cerimonia, l’attenzione è rivolta al Dottore, che riprende lo stratagemma del biscotto. Intanto Bracewell attiva sia una comunicazione video che l’antigravità per mandare “Danny Boy” nello spazio. Il Dalek giallo chiama il bluff del Dottore, che si difende dicendo “ok, è un biscotto, ma mi avevano promesso il té”. Sotto note gloriose, arrivano i rinforzi umani, che mostrano che non è proprio il caso di sfidare l’umanità quando è nel mezzo del più grande schieramento militare del millennio; lo scudo di protezione, rende però futile l’attacco britannico. Il Dottore, però, può abbassare lo scudo provvisoriamente e Danny Boy riesce a centrare il bersaglio.

Danny Boy (Victory of the Daleks) | Tardis | Fandom
Danny Boy, interpretato da… Orpa! Lo stesso autore della puntata, Mark Gatiss! Incredibile! Ah, non dirò mai più “orpa”, scusatemi…

I Dalek richiedono che il Dottore ritiri l’attacco, o faranno esplodere Bracewell che contiene una bomba. Il Dottore un’altra volta si ritrova a dover scegliere se salvare l’umanità e lasciar scappare i Dalek o essere l’unico sopravvissuto. Sappiamo bene come andrà a finire, ma i Dalek non intendono rispettare la loro parte di accordo. Con un bel richiamo agli anni ’80, i Dalek stanno attivando un corridoio temporale, stranamente meno memorabile dello “spostamento temporale di emergenza”, ma intanto Bracewell continua ad avviare l’autodistruzione. In un disperato tentativo, il Dottore lo spinge a raccontare i propri ricordi, per asserire la sua umanità sopra la natura artificiale… in pratica, a disinnescarlo con il potere dell’amore, cosa in cui riuscirà Amy, richiamando una storia sull’interesse romantico dell’androide, Dorabella. Ok, sarà patetico, ma nel complesso funziona stranamente! Sarà per l’abilità degli attori, sarà per l’accompagnamento musicale, ma funziona. Il Dottore è scosso perché i Dalek sono tornati e, tecnicamente, hanno vinto. Questo, però, richiama al tema principale: Churchill non ha una scappatoia facile come i Dalek o il TARDIS… e nemmeno il Dottore ne ha una. Aspettiamo ancora di chiudere la questione Bracewell, che comprende pienamente che il Dottore debba disattivarlo; Amy e il Dottore, però, fanno uno scambio interessante dove continuano a postporre il momento della sua disattivazione, finché questi non mangia la foglia e comprende che i due non hanno la benché minima intenzione di farlo.

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La puntata si chiude con un dialogo tra i protagonisti volto a collegare la scomparsa dei ricordi di Amy (e del resto dell’umanità) alla Crepa, che vediamo dietro al TARDIS. Una mia personale teoria è che, però, Bracewell sia stato disattivato da uno dei Dalek, in modo da condurre il Dottore alla Pandorica nel finale di stagione, lo dico tanto per, non è rilevante ai fini della recensione. Quindi, meglio o peggio di The Unquiet Dead? Bah, mele e arance, è difficile fare un paragone. Se devo proprio tendere una linea: meglio, semplicemente perché più memorabile, ma manca un po’ di alcune sottilezze che fanno alzare le orecchie a distanza di anni. Mark continua a fare un grande servizio alla trama orizzontale, ma anche a presentare una storia interessante, a definire coerentemente i personaggi e a presentare idee nuove… più o meno. La critica principale all’episodio sarà sempre, non i Dalek colorati, ma come l’impostazione sia simile a Dalek, tolto il Metatron e messi gli Ironside. Quello, però, sarà sempre il capolavoro di riferimento, per la serie nuova, come Genesis of The Daleks lo è stato per la seconda metà della classica.

Genesis of the Daleks (TV story) | Tardis | Fandom
Questa settimana abbiamo parlato del Quarto su DWOT, lo trovate tra le rubriche

Ora, il vero problema, è che la produzione ha fatto dietrofront sui Dalek colorati. Beh, perché le risposte sono state…

The Sturdy Soapbox:
…sottilmente…
10 Clever Dalek Mashups | Sailor moon, Dalek, Anime motivational ...
…critiche!

Però non è lo stesso discorso che si sarebbe potuto fare, anzi, si è fatto, sul design originale dei Dalek? Il punto non era proprio che non bisogna giudicare dalla copertina, perché, negli anni, sono diventati “l’immagine dell’odio”, come li definisce la puntata?! Se lasciamo perdere l’idea di fondo, restiamo con un’idea abortita prima di poter essere sviluppata: cinque Dalek, ognuno con un ruolo diverso. Il Dalek supremo, bianco, eterno, giallo, stratega, blu, scienziato, arancio e drone, rosso. Ognuno di loro avrebbe avuto una propria identità e continuato a costruire sulla falsa riga del Culto di Skaro, introducendo nuove possibilità di storia, invece riprese solo nell’universo espanso. Si sarebbe potuto lavorare sul design, mitigando la palese manovra commerciale per produrre nuovi giocattoli, con qualcosa di più iconico, tipo:

Doctor Who - Hero Collector - Lucie Miller, Eighth Doctor and Time ...
Questo è il Dalek Time Controller, delle audio avventure: iconico e distinto, ma sobrio quanto basta. Beh “sobrio”

Quello che possiamo portare a casa da Victory of the Daleks, come già detto, una bella puntata, nonostante questo, è che fare dietrofront completo è la scelta peggiore: costruisci sui tuoi errori o correggili, non rinnegarli. Questo è quello che, alla fine, per la prima volta mi spinge a dire che la puntata non regge benissimo il test del tempo, perché è impossibile guardarla e non pensare a come i Dalek sarebbero diventati sempre più simili ai Cybermen, generici mostri della settimana con armi laser, o, sempre più spesso, espediente per mostrare quanto sia forte un nuovo nemico, e non chiedersi “dove sarebbe andata a parare, la visione di Gatiss?”
Boh, per un bel po’ niente Gatiss, dovremo aspettare ad avere il risultato dal Markus Gatuss. Ma se c’è una cosa che gli whovian sanno fare, è aspettare, e, fino ad allora…

stay tuned, stay HOME! Ciao, dal vostro Sesto!

~Six

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