Una nota da Peter Capaldi

In occasione del rewatch globale di Heaven Sent, Peter Capaldi ha inviato un messaggio a tutti i Whovians… e lo abbiamo tradotto per voi!
In fondo potete trovare anche la versione originale!

Un episodio con il Dottore tutto da solo? Forse è successo perché Jenna aveva i biglietti per il Glastonbury? Qualunque fosse la ragione, ero lì, chiuso in un castello misterioso per 4 miliardi e mezzo di anni. Un buon allenamento, come è poi venuto fuori. Come sempre in Doctor Who, sono state riprese impegnative. Frazer Hines è venuto a trovarci e abbiamo posato nel Tardis per una copertina andata persa di Dr Who Annual.

Al termine della giornata, abbiamo effettuato una lettura del copione per l’episodio successivo. E a metà delle riprese, abbiamo fatto una pausa di una settimana per impegni promozionali: San Diego Comic-Con, Berlino, Londra, e poi di nuovo a Cardiff e nel disco di confessione. Abbiamo girato e girato (e girato), e comunque non sembrava che avessimo tempo a sufficienza.

Fortunatamente per me, ero in ottima compagnia. Rachel, un’autentica cineasta, che ha apportato il suo stupefacente talento a ogni singola scena. La sceneggiatura di Steven: una narrativa meravigliosamente stratificata ed evocativa, così complessa che, non appena pensi di aver risolto l’enigma, c’è sempre qualcosa in più da scoprire. Il design splendido e artistico del compianto Michael Pickwood, creato con davvero pochi soldi e tantissima immaginazione. E la fotografia atmosferica di Stuart Biddlecombe.

È considerato l’unico episodio in solitaria nella storia dello show – ma in realtà non esiste un episodio in solitaria. C’era una vera folla di talenti insieme a me, in quell’episodio in particolare. Mi piacerebbe menzionarli tutti, ma per il momento nominiamo solo il cameraman Mark McQuaid, il cui contributo, non solo per questo episodio, ma per l’intero show, è stato immenso; l’occhio d’aquila di Nikki Coles, la nostra supervisore alla sceneggiatura. Liam Collins – fornitore non solo di prop ma anche di dolci, e sollevatore di morale (per non parlare del fatto che è un cognato fenomenale); e Jami Reid-Quarrell, che mostrava la sua solita grazia nel compito talvolta ingrato di interpretare un mostro. E non dimentichiamo il primo assistente alla regia Scott Bates, James DeHaviland, e la nostra grandiosa squadra di fattorini e assistenti. Loro, e un intero team di altri, hanno reso Heaven Sent ciò che è.

Spero che vi piaccia. E occhio al fantasma di Roger Corman.

Cordiali saluti, dal disco di confessione.

Peter Capaldi.