THE TSURANGA CONUNDRUM, recensione di Saki

Che Chibnall fosse il gemello separato alla nascita di Davies l’ho pensato dalla puntata uno, ma arrivati a metà stagione ne ho la conferma. Considerato quanto sono abituata a sparare a zero sulla sua era non dovrebbe essere un complimento: eppure questa volta, per The Tsuranga Conundrum, lo è.

È basically Davies, sì, ma con una regia e una fotografia migliore – e se penso a quando ho visto per la prima volta quelle prime stagioni, non posso negare che mi avevano affascinato. Se ci sembra già visto, è perché, guardate un po’: l’abbiamo già visto! Per centinaia di ragazzini e non, quello interpretato da Jodie sarà il primo Dottore che conosceranno e da quel punto di vista questo episodio riassume totalmente ciò che lo show rappresenta.

Sarà che amo il format “base/planet/stuff under siege”. Sarà che adoro imparare sempre qualcosa in più sull’universo, la diversità delle specie, la difficile convivenza tra creature in carne e ossa e androidi (questo in particolare è uno dei temi sci-fi che mi interessa di più). Sarà che la Whittaker mi ha convinta definitivamente, questa volta staccandosi di netto dalla “modalità Tennant” e iniziando a mettere in discussione il proprio approccio alle situazioni. L’abbraccio tra pilota e nave che ci aveva commosso alla fine di “The Ghost Monument” si scioglie, il Dottore comprende di poter funzionare anche senza il TARDIS nelle immediate vicinanze, semplicemente perché ci sono altre priorità.

C’è quella punta di trash, la somiglianza tra lo Pting e gli Slitheen non passa inosservata, ma l’episodio a me a ricordato maggiormente un Gridlock che un Aliens of London, con il generale Cicero nella parte della Faccia di Boe, vita e morte in perfetto equilibrio – e come già accennato, la meravigliosa diversità di forme di vita nell’universo.

Per i temi trattati non mi sarebbe dispiaciuto avere questo episodio come primo viaggio nello spazio-tempo per gli attuali companion, così come fu The End of the World per Rose, senza nulla togliere a The Ghost Monument: soltanto, due puntate a poca distanza in cui il team TARDIS si risveglia su un’astronave dopo essere stato tratto in salvo sono ridondanti. Il già visto rispetto a stagioni passate può piacermi, ma situazioni simili così ravvicinate no.

In definitiva, per me The Tsuranga Conundrum è promosso, questa stagione può dare molto di più – trama orizzontale, ti prego! Stenza, dove siete? – ma il Dottore sta andando nella giusta direzione. E il promo del prossimo episodio mi fa pregustare una piacevole lezione di Storia terrestre, oltretutto in un’ambientazione poco inflazionata che immagino difficile da affrontare in una serie britannica. Una vera e propria sfida, insomma! E a noi piacciono le sfide!

– Saki

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