THE TSURANGA CONUNDRUM, recensione di Brig

Leggerete pareri piuttosto negativi su questa puntata, mi sa, e riesco anche a capirli. Potrebbe essere usata per descrivere la parola “filler” e il mostriciattolo Pting verrà ricordato insieme all’Absobaloff di “Love and Monsters” come uno dei più infantili di sempre. Tutto vero, non discuto, ma vi devo confessare che io mi sono divertito non poco guardandola.

Prima di tutto bisogna dire che Chibnall è uno scrittore a cui non sembra interessare particolarmente la trama, ma vuole scrivere dei suoi personaggi. Va benissimo in un giallo, “Broadchurch” è ancora la cosa migliore che abbia fatto, ma in questa serie, dopo quattro episodi, stavo iniziando a mostrare insofferenza. Puoi scrivere il personaggio migliore del mondo e sarà interessante vederlo fare persino colazione per un’ora. Ma alla quarta ora deve esserci anche una trama che ti cattura.

Questa puntata mi ha stupito perché è esattamente costruita per scombinare le tue aspettative. Mi ha fatto inarcare un sopracciglio. Pensateci.

Abbiamo il pilota eroe di guerra che, grazie al suo ardimento, salverà la nave, magari morendo in modo epico. Invece il suo ardimento è una malattia che la porta alla morte e non è lei a portare la nave in salvo.

C’è l’ingegnere, preoccupato per la salute della sorella, che va in giro lamentandosi. È lui che compie il gesto eroico.

Il marito clone praticamente viene separato dalla moglie e viene affiancato a Yaz, mancando quasi completamente di quella trama drammatica che sembrava ovvio dovesse avere.

L’infermiera novellina che deve provare di valere e deve meritarsi la fiducia dei suoi pazienti non ha in realtà nessun momento drammatico o di messa alla prova e si limita a fare il proprio lavoro in modo professionale. Sia chiaro, è il modo in cui si fa nella vita vera, non ce ne sono di migliori, ma narrativamente è una rarità!

La classica donna incinta da disaster movie qui è un ragazzo alieno di un’umanità commovente, che costringe i due maschi del gruppo a praticamente non partecipare all’azione.

Il Dottore dovrebbe essere un eroe, ma rischia per ben più di un attimo di essere egoista e di mettere in pericolo la nave e i pazienti. Tanto di cappello per la scena in cui lo realizza e, con un’onestà disarmante, lo ammette. Credo che sia il primo momento in cui vedo il Nuovo Dottore.

E poi c’è un mostro che si aggira nei condotti dell’astronave. Mangia qualsiasi cosa, è indistruttibile e ha la pelle velenosa. Pensate che horror poteva venir fuori. Invece è un mostriciattolo simpaticissimo, di per sé non pericoloso (è un pericolo per l’astronave perché la sta danneggiando facendola esplodere/precipitare/depressurizzare) ma in un ambiente meno ostile la sua pericolosità non sarebbe molta. Persino la sua pelle velenosa viene neutralizzata così facilmente da annullare totalmente le premesse che ci erano state date.

Davvero credete che sia tutto un caso? O Chibnall ci sta dicendo che sa anche decostruire i personaggi, dopo averci provato di saperli costruire? Ora spero solo di vederlo fare di nuovo con i protagonisti. È ora di renderli davvero interessanti!

 

Brig

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