The Day of the Doctor – 10 anni dopo

Quando fu annunciato che sarebbe andato in onda “The Day of the Doctor” ero una whovian molto diversa da ora. Ricordo che invitai un mucchio di persone a guardarlo a casa del mio ragazzo di allora, ma accettarono solo in due: un cosplayer del Decimo Dottore incontrato a un paio di eventi e la mia vicina di casa che aveva visto un paio di puntate e oltre ad assomigliare vagamente a Martha aveva anche la sua stessa giacca. Io ero vestita da Terzo Dottore, il mio preferito, e ricordo di aver guardato l’intero speciale con occhi innamorati e il cacciavite sonico stretto in mano.
Da quella sera capii che non facevo solo parte di un fandom, ma di una famiglia. Iniziai a cercare altri fan italiani non solo online, ma vicino a me, per poter vivere appieno quella passione in condivisione.

“The Day of the Doctor” è stato definito un capolavoro per un sacco di motivi, ma ciò che personalmente mi ha trasmesso si racchiude in una parola: completezza.
Come nei precedenti episodi multi-Dottore, c’è di mezzo Gallifrey, più precisamente la Guerra del Tempo. Se non ci avete mai fatto caso, è proprio così: lo speciale per il decimo anniversario vedeva i primi tre Dottori contro un Signore del Tempo leggendario, quello per il ventesimo è ambientato interamente su Gallifrey e in “The Two Doctors” il Secondo Dottore e Jamie sono comunque in missione per conto dei Signori del Tempo.

In una continuità semplicemente perfetta, dall’era di Tom Baker ricompaiono gli Zygon, non più solo infidi e pericolosi nemici ma rifugiati la cui natura di mutaforma non è più solo un’arma – è uno strumento a due vie che permette ad ognuno di guardarsi allo specchio.

La UNIT fa il suo ritorno in grande stile, riprendendo la Kate Stewart di “The Power of Three” e affiancandole una vera squadra scientifica. Più che nell’anonimo episodio dei cubi, in effetti, sembra di stare in un altro speciale festivo: “Planet of the Dead”. Osgood, infatti, ci ricorda moltissimo il geniale e incontenibile scienziato Malcolm Taylor, creato da Russel T. Davies e Gareth Roberts. Il suo cognome, d’altra parte (oltre agli occhiali), è senza dubbio un omaggio al super tecnologico sergente al servizio del Brigadiere Lethbridge-Stewart che in “The Daemons” riesce miracolosamente a capire le futuristiche istruzioni del Dottore.
Kate entra nel cuore dei fan e la rivedremo più e più volte, proprio come il Brigadiere nella serie classica, ma Osgood non è un personaggio qualsiasi: rappresenta tutti noi whovians, e noi cosplayer soprattutto!

È comunque il Dottore il vero protagonista, e proprio come in “The Three Doctors” si può giocare sulle diverse fisicità e personalità delle varie incarnazioni: il Primo Dottore aveva definito i suoi successori “un dandy e un clown”, mentre l’Undicesimo chiede di essere portato nella Torre di Londra con “Scarpe di Tela e il Nonno” – a questo punto il Decimo si vendica chiamandolo “Mascellone”.
Questa però riassume soltanto la parte umoristica delle interazioni fra i tre – c’è poi tutto un mondo di emozioni, rimpianti e rimorsi, sentimenti antichi e nuove tecnologie che fluiscono lungo tutta la linea temporale del Dottore, guidata nella sua difficile scelta dall’interfaccia del Momento che ha il volto di Billie Piper.

“The Day of the Doctor” è un’avventura di ampio respiro che intriga, diverte, commuove; un portale che si spalanca ad infinite possibilità, dove si risolvono misteri e se ne propongono di nuovi; tra echi della serie classica, di quella moderna e delle stagioni future, per quel che mi riguarda, anche a distanza di dieci anni rimane la promessa mantenuta di un amico fidato.

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