Il mondo attraverso due occhi blu – di Tardis

“Buona festa, Lady Cassandra.”
“Chip… è bellissima, ti ringrazio. Ma come sapevi che giorno fosse?”
“Mi sono informato un po’… e ho deciso di farvi un regalo.”
Chip sistemò il piccolo rametto di mimosa in un vaso nella stanza di
Cassandra, e fece per andarsene.
“Perché non resti un po’? Sai… sono sempre sola, e tu sei la mia unica
compagnia, anche se ti ho progettato io.”
Chip si sedette di fianco a quel lenzuolo pulsante di terminazione nervose.
E Cassandra iniziò il suo racconto.

“Sai, quando ero piccolo, facevamo spesso regali del genere, ma non
li compravamo. Ci insegnavano a crearli con la carta, o ce li facevano
pitturare, spesso con le dita.
Crescendo, ho iniziato a guadagnare i primi soldi e ogni anno ne regalavo
un mazzo a mia madre. Già all’università avevo ammesso a me stessa
che le avrei desiderate per me. La transizione non è stata facilissima, e
il primo intervento è stato un’esperienza intensa. Era tutto così nuovo,
ero spaventata – sentirmi donna ed essere una donna, nel mondo che mi
circondava, non era la stessa cosa. Leggevo libri, ascoltavo le parole delle
altre ragazze, che avevano vissuto in quella pelle dal primo giorno.

Non mi ero mai reso conto, fino a quel punto, quanto la fisicità potesse fare
la differenza. Stavo tornando a casa da una festa, era buio e alcuni ragazzi
hanno iniziato a fischiarmi e dirmi cose orribili… Mi sono resa conto di
avere paura. Ed era una cosa che mi ha lasciato impietrita. Avrei voluto che
uscisse il lato più forte, quella forza di ribellarmi che Castiel non avrebbe
avuto paura di mostrare, ma mi sentivo piccola.
Tornata a casa, piansi tutte le mie lacrime e decisi che non avrei mai voluto
sentirmi più così.

Ho scavato più a fondo nella storia, e ho capito il vero motivo per cui viene
celebrata questa giornata. Ma allo stesso tempo, ho realizzato quanti
privilegi avevo perso in quel momento. Nonostante chiedessi di farmi
chiamare Cass o Cassie per non tradire la mia essenza, il mio corpo, il corpo
che mi ero scelto e in cui stavo bene, comportava diversi svantaggi con
cui dovevo scendere a patti. Forza fisica, credibilità… spesso se sei un bel
faccino pensano tu sia solo quello, non pensano che tu possa aver studiato
per arrivare dove sei.

Pensano sempre che tu abbia scelto la via più facile, un battito di ciglia e
il mondo cade ai tuoi piedi. Non sanno che hai dovuto affrontare sacrifici e
situazioni pericolose.
Ti giudicano e basta. E allora, perché non combattere con la stessa arma che
ci hanno dato?
Non ero così spietata un tempo… ma quando ho capito il potenziale
dell’apparenza non mi sono fermata.
Credo che a ispirarmi sia stata la prima persona a dirmi quanto fossi bella:
in quel momento ho avuto un tuffo al cuore. Qualcuno mi vedeva. Ho
cercato di aiutarlo, ma alla fine ho scelto di volerlo onorare cercando di
diventare la versione fisicamente migliore di me stessa.

Dopo quel primo intervento di chirurgia, fatto proprio in questo giorno di
molti secoli fa, ne sono diventata completamente dipendente.
Volevo vedermi sempre più bella, sempre splendente e raggiante, come un
fiore appena innaffiato e idratato, in pieno boccio. E perché no, prendermi
una rivincita su quel mondo che non mi ha mai completamente accettata.
Su un mondo così pericoloso e così meschino che è pronto a colpirti a
tradimento non appena ti mostri debole.
E dato che io non volevo più essere debole, a ogni intervento mi sentivo più
sicura di me, più spericolata, e sempre più spietata.
E dopo 708 interventi, eccomi qui: raggrinzita, così fragile da dover essere
costantemente idratata, vecchia e sola.

Diciamocelo, sono decisamente vecchia. Ho vissuto non so più quante
primavere, quante fioriture di mimose, e non so se per tutte ne sia valsa la
pena.
Sento che a breve arriverà il mio momento, perciò ti ringrazio di restarmi
accanto, Chip.
E grazie per aver ascoltato una povera vecchia.”

“Grazie a lei, Lady Cassandra. E siete bellissima anche così, comunque.”
“Adulatore…” fece lei con un risolino.
Finite di preparare le valigie, Chip trasportò Cassandra su una navicella che
avrebbe portato entrambi lontani da lì. La sua padrona aveva bisogno di
cure, lui lo sapeva. Ed entrambi avevano trovato questo pianeta così simile
ma così diverso alla loro casa.

Stavano facendo rotta per una nuova Terra.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: