The Satan Pit – 15 anni dopo

The Impossible Planet e The Satan Pit, consideriamoli pure un episodio unico, sono una delle mie puntate preferite. Penso si sia capito dalla recensione precedente.

Intanto affrontano un orrore cosmico che raramente si è visto nella serie, poi sviluppa benissimo la trama horror più convenzionale della base spaziale sotto attacco.

Gli Ood sono dei mostri fantastici. Intanto il loro design è chiaramente ispirato a Lovecraft, se c’era bisogno di altre prove circa le influenze della puntata. Ma non sono mostri come gli altri. Avrebbero potuto essere come, che so, gli angeli meccanici del Titanic spaziale. Cattivi, minacciosi e nulla più. Invece sono schiavi, vittime prima degli uomini e poi di un’entità malvagia che li usa come arma. La questione della schiavitù degli Ood viene solo affrontata di sbieco in questo episodio, ma è solo il primo tassello di quella che mi piace chiamare “trilogia degli Ood”. Accompagnano la storia del decimo Dottore fino alla fine. Ma è un problema di altre recensioni.

La parte più debole è forse l’archeologo posseduto. Nella storia è abbastanza inutile. Tagliando lui e snellendo un po’ alcune parti forse si sarebbe potuto ottenere un episodio unico. È anche vero che in questo caso non avremmo avuto lo splendido finale di The Impossible Planet, quindi mi sta bene. Potevano affrontare la possessione in modo meno banale, scritte misteriose sulla pelle e occhi da Sith, ma poco male. Diciamo che l’utilità della possessione è chiara solo nella fuga finale con lo shuttle. Ma prima di quella voglio parlare di un’altra cosa.

Satana. Dopo le suggestioni meravigliose del pozzo e dell’oscurità, doveva esserci qualcosa all’altezza delle aspettative laggiù. C’è il diavolo in persona. Sinceramente è un po’ deludente come concetto e gli effetti speciali sono bruttini. Ma cosa fa uno scrittore dotato? Non importa che quello sia un pupazzone in CGI. Non importa che sia il diavolo. Il Dottore ha affrontato ogni tipo di personaggio mitologico (ed erano sempre alieni), che sarà mai uno in più? Ecco, il Dottore trova il SUO diavolo, un essere che sfida la sua concezione dell’universo. Un essere che viene da PRIMA del tempo. Come accettarlo? Come puoi, poi, anche solo pensare di combattere un nemico che mette in crisi la tua visione della realtà? Non sono le corna e le zanne a far paura. Come ho detto la settimana scorsa, grande scrittura.

Ed eccoci ad un momento meraviglioso. Il Dottore capisce che se il pianeta impossibile è la prigione di Satana, il buco nero è il sistema di sicurezza. Se Satana spezza le catene, il buco nero lo lo inghiottirà. L’unico modo per sconfiggere la bestia è liberarla, ma così facendo il Dottore condannerebbe Rose che sta fuggendo con gli ultimi superstiti. Ma è un trucco! Satana sta scappando con lo shuttle, possedendo l’archeologo. È una scelta impossibile.

Ed ecco che il Dottore sceglie. Sceglie la fiducia. In Rose. È un momento cruciale, questo. Il momento in cui il Dottore non deve salvare Rose perché sa che lei non ne ha bisogno. Satana è sconfitto. “Ho fiducia in lei”. Tanto basta.
Ok, Rose che butta fuori il diavolo è un po’ semplicistico, ma era anche ora di arrivare alla fine.

Ecco il Tardis che spunta come per magia (ma il Tardis È magico) dalle profondità del pianeta e quel blu è così bello in mezzo al rosso delle fiamme infernali! È il Dottore che è sceso all’inferno e ora esce a riveder le stelle.

-Brig

P.S. non mi è mai piaciuta la romance Rose-Dottore, non quando diventa esplicita almeno. Ma il mio momento preferito, l’apice del loro rapporto, è qui. Proprio nell’abisso di cui tanto bene ho già parlato.
“Dì a Rose… dille… ah, lei lo sa!”

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