DWOT 02/03/2020

Ciao a tutti e bentornati a DWOT che no, non sarà “Debunking Whatever Oba Told”! Avete avuto un DWOT scritto da qualcun altro e su un tema interessante: vi è piaciuto? Appunto la settimana scorsa avete avuto niente popò di meno che un Dalek a insegnarvi cosa sia la paura! Se non è brilliant questo… Io l’unico appunto che ho riguarda quel “hiding behind the sofa”, cioè nascondersi dietro il divano che è come i brits dicono di aver guardato Doctor Who da piccoli: io il divano ce l’ho sempre avuto appoggiato a un muro!

Questa credo sia satira britannica, ma confesso che non ho mai capito le vignette satiriche

Comunque se ci pensate è ovvio, banale e lapalissiano che l’acronimo di DWOT sia “Drafting Writers’ Oldest Tricks”, che credo possa essere un argomento interessante e propedeutico per la megarecensione di stagione che faremo nelle prossime settimane. Sto pensando proprio a un seguito di “One Last Thing about Series 11 and then I Swear to God I’ll Shut up Forever”, una roba tipo “One Complete Look on Series 12 but I Swear to God We’ll Talk again about It”, che mi porta a considerare che i titoli in inglese chiedono la maiuscola a tutte le parole che non siano congiunzioni e articolazioni e quindi devi fare un’analisi grammaticale anche solo per fare il titolo, ma non divaghiamo.

Quello che voglio fare è discutere di alcuni strumenti usati per scrivere le puntate di Doctor Who, che sono anche frequenti in tutto il cinema e la televisione, ma è obbligatorio che voi sappiate che la mia area di studi è la scienza e quindi vi invito ad approfondire quanto sto per scrivere. Per essere chiari: sono categorie, canoni, bozzetti che vedo quando analizzo puntate, non è sbagliato, ma sicuramente c’è chi fa questo lavoro con più cognizione di causa. Ciancio alle bande, apriamo con uno dei più classici, ossia…

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Il viaggio dell’Eroe è il caso più generico di formula, al punto che non saprei dirvi un singolo caso di storia che vi astrae totalmente

Formula
I power rangers sono a farsi gli affari loro, in uno spaccato di vita quotidiana. Il cattivone li osserva e trova un modo per interferire con la loro quotidianità, mandando un mostro che prima crea confusione e tensione nel gruppo in modo indiretto, finché questo non realizza che sia una minaccia sovrannaturale, si trasformano, combattono, lui viene ingrandito e loro combattono nel Megazord, sconfiggendolo. Sì, ok, Doctor Who non è i Power Rangers, ma molte puntate si adattano a una falsariga e quelle che non lo fanno, solitamente, la sovvertono. Ho già parlato in passato dello schema base sotto assedio, ma vale anche per altri tipi di puntata, per esempio quella storica: Dottore e soci arrivano in civiltà passata, la esplorano, trovano qualcosa che non è come dovrebbe essere, risolvono la situazione. Oppure “invasione”: torniamo in un ambiente familiare, ma vediamo personaggi di questa quotidianità messi in pericolo da una minaccia aliena, questa si rivela, il Dottore e soci la combattono. All’interno di un approccio formulario rientra il trope del “mostro della settimana”, che è tanto radicato da aver tristemente debellato gli “storici puri”, posto che tantissime puntate probabilmente funzionerebbero meglio se adottassero quell’approccio. In ogni caso la formula è un template che rende più facile digerire il corso degli eventi: allontanati troppo e rischi di fare qualcosa difficile da comprendere, come Sleep no More, resta troppo inchiodato allo schema e avrai il classico caso di “già visto”

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Non è un caso se Star Wars, una delle storie più amate di sempre, abbia tutti i trope di cui vi parlo

Foreshadowing
Questo è piuttosto elastico nella propria applicazione. Etimologicamente vuol dire “ombra precedente”, dal prefisso fore- che tipo trovate anche in “forecast” per le previsioni meteo o in “before” che chiaramente deriva dal verbo essere. In pratica si tratta di mostrare un elemento che sarà risolutivo per la storia prima che questo sia di aiuto. Un esempio pratico è dedicare del tempo a esplorare la personalità di Mickey Smith prima che sia lui a risolvere la situazione in Age of Steel, o mostrare la storia di Clara Oswald a inizio puntata per dare rilevanza al suo intervento in The Rings of Akhaten. Una storia non deve mai avere elementi superflui, tutto quello che viene mostrato o raccontato deve avere una funzione, ma non necessariamente deve essere foreshadow: alcuni elementi servono per sviluppare i personaggi o fare worldbuilding. In ogni caso quello che deve essere rispettato è il principio della “Chekhov’s gun”, ossia “se hai una pistola appesa al muro nel primo atto, deve sparare nel secondo” e tanta più attenzione metti su un dettaglio, tanto più questo deve essere rilevante nella storia. Naturalmente un singolo elemento può essere usato per più cose e risulta anche più intelligente, nel caso. Ci sono alcune applicazioni atte a sovvertire questo principio, tipo il “red herring”, ossia una finta per mettere sulla cattiva strada lo spettatore -per esempio mostrare un personaggio con una musica minacciosa per far intendere che sia lui il cattivo, tipo Sirius Black per dirne uno- o dei “sideshadow”, mettere intenzionalmente l’accento su un dettaglio che non avrà alcuna rilevanza solo per sviare l’attenzione del pubblico.

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Che vi dicevo?!

McGuffin
Termine di Hitchcock, si tratta di avere un oggetto, tipicamente, relativamente inutile per la trama, ma che guida e rende dinamiche le interazioni dei personaggi. Uno degli esempi più classici è la valigetta di Pulp Fiction. Un esempio possiamo dire che sia il Momento del cinquantesimo: il pulsantone non viene mai usato, quindi non cambierebbe niente se fosse sostituito con una banana, per dire, ma mette in moto la storia.

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Chiaramente quando una serie è letteralmente incentrata su una scatola misteriosa, non si può sviare al prossimo

The Mystery Box
Questo è un termine coniato da J. J. Abrams. Si tratta di introdurre un elemento allo spettatore che nasconde dei segreti o misteri. Tipicamente sia i personaggi che il pubblico tentano di risolvere questi misteri, ma alle volte il mistero è noto ai personaggi e nascosto al pubblico o i personaggi non sono nemmeno al corrente del fatto che un mistero ci sia. Per esempio il Dottore sapeva benissimo che dentro al Vault ci fosse Missy prima di rivelarlo a noi, o, nella stagione 8, noi eravamo al corrente di una certa Missy che accoglieva le persone morte nella puntata, mentre il Dottore non ne sapeva niente. Una Mystery Box è uno strumento potente, perché crea anticipazione e con la serialità permette di essere presentata in un momento e aperta a mesi di distanza, mantenendo la suspance per periodi inimmaginabili in un film, ma è anche un’arma a doppio taglio: molti ne hanno criticato l’uso di Moffat lampantemente atto a creare tensione per gli episodi venturi, quando la rivelazione finale non ha corrisposto alle aspettative. Per esempio il mistero di River Song, che si rivela essere la figlia di Amy è stato definito come “la spiegazione più banale” e criticato anche nell’esecuzione (io disaccordo). La stagione corrente fa ampio uso di Mystery Box con il Maestro, la nuova distruzione di Gallifrey, Ruth e il Timeless Child.

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E ne parleremo nella megarensione, duh

E la chiuderei qua, onestamente. Non è chiaramente una guida comprensiva, ma spero sia stato uno spaccato interessante e propedeutico per termini che andremo a utilizzare. Avrete avuto modo di leggerlo nella mia minirecensione, ma l’episodio scorso mi ha lasciato interdetto e ho bisogno di digerire tutta la stagione prima di poter affrontare la megarecensione finale. Fino ad allora…

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Stay tuned, stay TARDIS, ciao dal vostro Sesto!

~Six

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