DWOT 13/01/2020

Ciao a tutti e bentornati a DWOT, ossia Dank Writers Of Tomorrow, anche se, per quando uscirà l’articolo, “tomorrow” sarà ieri.

I’m back from the future!

Nonostante tutto, questo è un articolo senza spoiler (della stagione 12, torniamo rapidamente sulla 11 e conto che abbiate almeno visto il trailer della 12, ma non altro) e il mio intento principale è parlarvi di chi affiancherà Chibnall nella scrittura delle altre puntate della stagione, ma tanto per rendere le cose divertenti, tenterò di prevedere le trame delle puntate, senza sapere altro.

Feels like

Doctor Who S12E01 e 02 sono a opera dello showrunner Chris Chibnall. C’è molto da dire in merito a come scrive, trovate un interminabile articolo con tutte le mie lamentele nel precedente DWOT e come credo sia migliorato nella recensione della prima e seconda puntata. L’aspetto più interessante è che ha scritto unicamente quattro episodi su dieci, questa stagione, due in meno della scorsa. Salvo sorprese lo ritroveremo ancora nello speciale che non abbiamo idea di cosa o quando sarà, ma Wikipedia lo cita già come in produzione, per quanto non ne sappia dire niente, tiro a indovinare solo perché gli speciali sono solitamente scritti dallo showrunner, escludendo quelli della quarta stagione che sono serviti a riempire un periodo di hyatus. Entrambe le puntate saranno divise in due parti, ma non conosco altri dettagli, né voglio andarli a cercare, sto cercando di avere meno informazioni possibili; già questo, però, è significativo, visto che una parte delle storie di Chibnall soffriva di non riuscire a concludere tutti i punti narrativi all’interno dei già lievitati 50 minuti. Se questo escamotage possa risuonare dandoci qualcosa di interessante, lo analizzeremo a fine stagione.

Jessie, ti va di sceneggiare? – Breaking Chib, season 2

Passiamo quindi a Ed Hime, S12E03, che abbiamo visto nella penna di ieri, ma soprattutto in It Takes You Away¸ la scorsa stagione. La suddetta puntata vede un padre comportarsi come la peggior feccia della Terra e il Dottore pure impedisce agli altri di menarlo. L’episodio si svolge in tre scenari distinti, la casa, la grotta che collega i due universi e una versione specchiata della casa, ossia l’universo esiliato. Mentre i primi due convincono, la grotta (no, non ho voglia di andarmi a cercare i termini usati) viene usata come minaccia fisica, abitata da un mostriciattolo, nonché da frotte di falene che pare mangino carne. In pratica è un corridoio in cui i personaggi corrono e che non fa altro che allungare il brodo della puntata, prima della conclusione, in cui il Dottore confronta l’universo senziente esiliato, che si è trasformato in forma di rana. Il conflitto verbale tra Dottore e rana è il vero punto cruciale dell’episodio e ha punti di forza e di debolezza. Io mi sarei aspettato di sentire 13 decantare una vera e propria ode di amore all’universo, ossia il suo discorso dottoresco. Ciò detto, non posso non capire chi considera l’episodio molto bello, ammetto che si sfocia in una pura e semplice preferenza personale. Per quanto riguarda lavori precedenti, non è facile avere un’opinione su Hime, noto per puntate di Skins, un dramma britannico che ruota attorno a quanto sia difficile crescere al giorno nostro… almeno mi pare di capire. In difesa dell’unico episodio a ora messo in onda, posso dire che It Takes You Away sembrava veramente sotto budget rispetto ad altri, usando unicamente il set della foresta, della casa e della grotta, accanto ad effetti pratici non impegnativi e qualche luce in post produzione, cosa che può aver calcato la mano in fase di scrittura. Comunque abbiamo visto ieri il suo Orphan 55, ma io sto scrivendo tra venerdì e sabato e indovino che sarà una specie di Moby Dick nel vortice del tempo -ho intravisto un tentacolo mentre scappavo dal Next Time e cerco di non fare una previsione banale-, dove un’astronave viene attirata dal TARDIS di passaggio e la sua ciurma si unisce alla fam per cercare di sopravvivere a questa specie di Kraken. Toh, scommettiamo anche un confronto tra Graham e il Dottore, che litigano, ma poi fanno la pace.

Che poi un po’ di aria fresca fa bene, è rilassante e mette appetito, dai!

Nina Metiever, S12E04, è un’assoluta novità come scrittrice di Doctor Who, ma pare aver già lavorato a Dixi, The A List, Dinopaw e… script editor di Doctor Who. Script editor. SCRIPT EDITOR?! DOCTOR WHO HA GLI EDITOOOOR?! MA COSA FANNO TUTTO IL GIORNO?! PERCHÉ SE HANNO EDITOR TSURANGA’S CONUNDRUM NON… mi calmo, mi calmo, un attimo. Allora, ha lavorato come script editor nella stagione precedente, ma non in episodi che calpestano la più basilare idea di story telling, bensì a The Woman Who Fell to Earth e il già menzionato It Takes You Away. Dinopaw è un programma per bambini, Dixi prende il nome dal social network usato in questo universo ed è un dramma investigativo. È relativamente difficile farsene un’idea senza averlo visto, ma è significativo che IMBD ne dia solo recensioni positive. The A List è senza dubbio l’opera magna dell’autrice, che la crea assieme a Dan Berlinka. Dramma misterioso, stavolta lontano dalla tecnologia, la protagonista è Mia, la classica bella della scuola, che però vede mettersi di fronte Amber, altrettanto ambiziosa e apparentemente dotata di poteri mentali. Mi sembra una sorta di Scream Queens che si prende sul serio, non l’ho retto più di un’ora. C’è però un raggio di luce, date le premesse non esaltanti, The A List mostra comunque una sceneggiatura solida e, posto che riesca ad adattarsi al formato della nostra serie, esiste la possibilità che Nina Metiever dia spessore ai personaggi con una storia solida.

The A List è su Netflix

Dal momento che Nina sceneggerà Nikola Tesla’s Night of Terror che coinvolge una delle figure storiche più affascinanti di tutti i tempi, probabilmente in uno scenario tendente all’horror, io spero che sia eclatante, sia questo in un episodio veramente straordinario o nel trash più assurdo possibile poco mi importa (in Doctor Who, le due cose non si escludono nemmeno a vicenda!). Sarebbe figo se fosse la puntata dei cybermen, ma non ci spero, diciamo che anonimi alieni vogliono impossessarsi della brillante mente dello scienziato, copiandone le connessioni neurali perché percepiscono l’elettricità. Di qui connessioni con le opere dello scienziato, frecciate a caso a Edison, la fam lo aiuta a superare la notte di terrore e via per altre avventure!

Và com’è contenta! Cosa può andare storto?!

Torniamo a una vecchia conoscenza, con Vinay Patel, incaricato di riportare in scena uno dei nemici più amati di tutti i tempi, un guerriero Judoon. Cioè, non sono sicuro sia un guerriero, ma sono restio a mettere un articolo davanti alla parola “Judoon”, perché per quanto la grammatica chieda il/i con il suono (tipo “il giulivo”), una voce nella mia testa continua a ripetermi che chiede lo/gli e quindi eviterò di scegliere. In ogni caso, è una puntata che promette di essere incentrata sull’alieno in questione, Fugitive of the Judoon. Ora, io ho cercato un po’ qualcosa da poter mettere di Patel che non sia Demons of the Punjab dell’anno scorso, ma è piuttosto poco. Non ci sarebbe nulla di strano se Doctor Who fosse proprio il trampolino di lancio per Patel, ma trovo che Demons of the Punjab sia una delle puntate più scialbe mai realizzate e che sia decisamente troppo analogo a Rosa, trovando valore nella riproduzione storica degli eventi, ma accozzandoci contro un elemento fantascientifico con la stessa passione di quando metti un adattatore per il caricabatterie all’estero. È da Black Orchid che aspettiamo un nuovo storico puro e l’episodio ci avrebbe certamente guadagnato. Boh tiro a indovinare che sarà un ragazzino che tenta di aiutare un poliziotto pachidermico a scappare dai suoi simili che lo considerano un disertore e si esplorerà la vita drammatica del ragazzino, al punto che il rinoceronte riconoscente si arrenderà ai suoi simili per aiutarlo. Tipo un mashup di The Millionaire ed E.T.

Rah ku flu mo du! Scusate le volgarità

Ultimo ritorno, Pete McTighe, che abbiamo già conosciuto per Kerblam! Il suo lavoro parla da solo, era una puntata paragonabile a Mummy on the Orient Express, per dirne una a caso, sa seguire schemi narrativi moderni, introdurre rapidamente scenari complessi e le uniche vere pecche erano il messaggio sociale completamente sbagliato (cioè è la controparte di Amazon a essere la vittima, nulla cambia per le disumane condizioni di lavoro) e un finale anticlimatico, ma decente nel complesso. Non parlerò dei suoi lavori, mi aspetto faccia un episodio solido, qualsiasi cosa sia Praxeus. Il titolo non ha senso, ma Praxeas è stato un monarca asiatico tra II e III secolo, dichiarato eretico dalla Chiesa di Roma. Secondo me sarà una versione whovian di Netflix, una piattaforma che unisce diversi produttori di serie (Praxeas voleva che la triade cristiana non fosse mai considerata distinta), ma inserisce messaggi subliminali che rendono, che ne so, violente le persone o qualcosa del genere. Mi pare poco, aggiungo un dettaglio: si conferma anche una ship a bordo del TARDIS.

Pete McTighe, rilasciato con condizionale. No! Non è vero! Non credete a tutto quello che leggete su intenet!

Ma se fino ad adesso abbiamo rischiato, entra in gioco il vero asso di questa stagione. Se non aveste letto queste righe, probabilmente non potreste sapere che la punta di diamante della stagione sarà Charlene James. Questo nome potrebbe non dirvi molto, sebbene sia già più navigata di Patel, avendo sceneggiato sporadici episodi di The Break, Snatches: Moments from Women’s Lives e Brexit Shorts: Go Home. Questo è un corto che possiamo finalmente vedere, è disponibile qui, ma dovete conoscere la lingua. È bello, ma è un monologo sul Brexit. Ora, lasciando perdere The Break che ha solo recensioni atroci, ma di cui lei scrive solo una puntata e l’altro su momenti di vite di donne (ti tengo d’occhio, Chibnall!), Charlene James ha anche scritto, tenetevi forte, degli episodi, ben due, di A Discovery of Witches! No, no, lo so che non sapete di cosa sto parlando, ma concentratevi sulle implicazioni. A Discovery of Witches girerà una settimana di riprese in un castello, ma non un vero castello, la riproduzione di un castello, una riproduzione fatta nel XVII secolo, che riprende diversi stili, soprattutto dal XV. Ebbene sì, sto parlando del CASTELLO DEL VALENTINOOOOOOOOH!!!

Monsù, quanta poesia! Che poi noi diciamo Castello del Valentino e Borgo Medievale come fossero la stessa cosa, forse loro intendono la residenza Savoja poco distante, che ne so

Boh, è la riproduzione di un borgo medievale nel centro di Torino, se passate venite a vederla e ci prendiamo un caffè, anzi, un bicherìn insieme. Poi vi porto al Mufant e vi faccio vedere il TARDIS del fanclub. Ovviamente non ho idea se Charlene James sarà coinvolta nelle riprese, ma se A Discovery of Witches ha abbastanza buon gusto da venire a girare a Torino, sicuramente potrà garantire per lei. Prossima showrunner o diretta a Hollywood? Solo il tempo ci darà la risposta. Al di là degli scherzi, l’esperienza con elementi fantastici c’è (immagino, magari lo guardo) e, contando il fattore Castello del Valentino (perfettamente conscio che non c’entra niente), predico che -non si sa ancora- Charlene James dovrà scrivere l’episodio sui cybermen e che avrà l’angoscia esistenziale di Age of Steel e World Enough and Time unita alla pura e semplice minaccia fiabesca di Nightmare in Silver, diventando il miglior episodio di cybermen nella nuova era. E già che giochiamo il totoscrittori, mettiamoci pure che torna Mr Clever, via!

Charlene James, 2016

Maxine Alderton è la terza scrittrice donna della stagione: normalmente non farei una distinzione di sesso sugli autori, ma mi è un po’ rimasta qui che, progressista come voleva essere, la stagione 11 ha schierato solo Joy Wilkinson nel mediocre, ma non noioso, The Witchfinders (e Malory Blackman, ma ci scommetto quello che vuoi che ha scritto solo il personaggio del titolo di Rosa. Tranne la Switch, non ci scommetto la Switch). Va bene, vediamo che cos’ha in repertorio… The Worst Witch, tre episodi, questa è una commedia familiare che ricalca il successo di Harry Potter, ma rivolto ai più giovani e Everdale Farm, centoquattordici episodi, che è unaspetta un attimo centoquanti episodi?! Sante vacche! Anche il nome non mi è nuovo, ma non era… sì, è una popolare soap britannica e pare che Alderton si sia fatte le ossa con tredici anni ininterrotti di sceneggiatura e anche da editor. Se non altro, per questi livelli, la lore di Doctor Who è robetta. A una rapida occhiata sono 6852 episodi da mezz’ora l’uno, ossia 143 giorni ininterrotti di visione, ossia tipo quattro volte Doctor Who, ovviamente includendo la classica, gli spinoff e pure i film di Cushing e gli autoprodotti. Allora, è evidente che una soap non è un fantascientifico, ma Everdale Farm è un vero e proprio classico britannico, la pura e semplice mole di lavoro le ha sicuramente dato l’esperienza a scrivere e si è cimentata anche con un pochino di fantastico. Cioè, The Worst Witch si direbbe ai livelli di Sabrina, ma che vita da strega!, cioè la versione animata, ma sto proprio andando a sentimento. Qui ci vedo un po’ di dramma tra personaggi, diciamo che sarà una storia più focalizzata sui companion, tipo una specie di labirinto in cui si ritrovano in momenti passati della loro vita, come pretesto per fare una cosa alla Fragments di Torchwood. Voglio rischiare alto, dai: Graham muore in questa puntata. Tanto per mettere un po’ di problemi esistenziali a Ryan per il finale di stagione.

The Worst Witch. Capite perché i paragoni con Harry Potter e Sabrina (non la versione ultra edgy di Netflix)

Tirando le somme, visto che, come ho detto prima, gli ultimi due episodi tornano a Chibnall; le previsioni dipendono da cose accadute in Spyfall e non voglio fare spoiler, ma diciamo che si riprende l’argomento, ma aggiungiamo i dalek e il padre di Ryan. Ho questa immagine in testa del padre di Ryan con la bandana che guida dei rivoltosi contro alle lattine di Skaro e poi il personaggio deve tornare e mi fa specie che lo faccia nello speciale per due volte di fila.

Aaron Synclaire, eroe della resistenza che sfonda dalek a colpi di microonde

Tiriamo le somme: abbiamo un’insalata di scrittori molto diversi tra loro, ma hanno una cosa in comune, la completa assenza di esperienza in fantascienza e in particolare in Doctor Who. Come nella stagione 11, sigh! Certo, per forza di cose i tre ritorni hanno le puntate scritte in quella, ma non è molto con cui lavorare, ammettiamolo. L’esperienza, però, non è tutto quello che importa. Pete McTighe è stato l’unico a colpirmi davvero la scorsa volta, ma ognuno di loro potrebbe usare il proprio bagaglio per portare in una direzione nuova la storia o il percorso dei personaggi, oppure potrebbe cimentarsi in qualcosa di completamente nuovo che si rivela la sua vocazione. Certo che, se gestissi io la serie, uno Whithouse di straforo ce lo metterei. O un Mathieson. O una Dollard. O, non voglia il cielo, un GAIMAN… vabbé, il punto è, qualcuno di un po’ navigato. Perché io vi ho fatto le scommesse su cosa verterà ogni puntata, ma so benissimo che è difficile ci prenda. Tanto non rischio niente. Chibnall rischia la qualità dello show, invece e non mi pare una scommessa non molto più fondata delle mie. Del resto, chi non risica, non rosica e lo sapremo solo vedendo gli episodi, ma fino ad allora…

Stay tuned, stay TARDIS, ciao dal vostro sesto!

~Six

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