Nightmare in Silver – 10 anni dopo!

Ho già avuto modo di dire quanto ami Neil Gaiman nell’occasione della recensione di The Wife of the
Doctor, che è una delle mie puntate preferite. Questa Nightmare in Silver tuttavia è una puntata non
riuscita a pieno. Quelle brutte sono altre, sia chiaro. Il livello è buono e Gaiman non è capace di scrivere
male. Ma questa volta dalla premessa “Gaiman che scrive Doctor Who” abbiamo ottenuto meno di quello che era lecito aspettarsi. E credo di aver capito perchè, ma ve lo dirò alla fine.

Pare chiaro che l’intento fosse quello di rendere i Cybermen di nuovo spaventosi (cosa che Moffat farà
meglio in World Enough and Time, ma questa è un’altra storia).
La prima parte di costruzione è molto bella. Visitiamo un fatiscente e tenebroso parco di divertimenti e
ascoltiamo le leggende sulla guerra contro i Cybermen e sull’Imperatore degli umani. Incontriamo un
grande scrittore getta le basi di colpi di scena successivi. I personaggi vengono presentati molto bene.
Certo, abbiamo due bambini tra i comprimari, al seguito di Clara, ma sono gestiti tutto sommato bene.
I Cybermen tornano e la loro minaccia è terribile. Per sconfiggerli in precedenza un’intera parte di
galassia è stata annichilita. Sono inarrestabili, ne basta uno perché inizino a moltiplicarsi
esponenzialmente. I soldati che dovrebbero fronteggiarli sono impreparati e rammolliti. Il Dottore affida
la battaglia a Clara per andare a salvare i bambini, ma viene assimilato.

E qui inizia la seconda parte davvero interessante della puntata, il Dottore che si confronta con la sua
parte assimilata dai Cybermen che si fa chiamare Mister Clever. Matt Smith dà vita a uno dei momenti
più intensi e divertenti della sua carriera. È un attore straordinario e qui lo dimostra. Si crea una battaglia
di cervelli, una partita a scacchi che il Dottore non può vincere, a meno di non trasformare gli scacchi in
poker e bluffare.
La battaglia viene vinta e il finale alleggerisce molto i toni, grazie alla rivelazione della vera identità di
Porridge e al suo ritorno alla vita di corte e ai doveri che rifuggiva.

Ma qual è il vero problema di questo episodio? Rivedendolo mi sono convinto (senza nessuna conferma
esterna, potrei sbagliarmi, ovviamente) che la storia fosse stata concepita come episodio doppio e poi
forzatamente accorciata e accorpata in quaranta minuti. La prima parte ha un’atmosfera diversa dalla
seconda, monta un mistero che viene risolto a metà puntata cambiando completamente il tipo di tensione.
Mi immagino che la prima parte dovesse finire con il colpo di scena del ritorno dei Cybermen. Un altro
indizio è il personaggio di Webley, il proprietario del parco, che ha un ruolo predominante e molto
interessante, per poi soccombere ai nemici senza un vero climax. Immaginate se invece avessimo passato un intero episodio con lui e fosse morto nel finale. Da come è costruito sembra che potesse essere il caso.

La seconda parte sarebbe stata la battaglia, soldati contro Cybermen e Dottore contro Mister Clever. La
disperazione della situazione si sente, ma tutto sommato non si ha mai la sensazione di battaglia campale perché è tutto troppo breve. E, ripeto, ha un tono completamente diverso dalla prima parte.
Se fosse stato un episodio doppio avremmo avuto una puntata misteriosa e deliziosamente inquietante
ambientata in un mondo post-bellico e fatiscente, senza una trama particolarmente elaborata ma con una costruzione di atmosfera con la quale Gaiman va a nozze. La seconda puntata sarebbe stata il Mister Clever Show, non solo una gradevole parentesi nel finale di una storia che pareva parlare d’altro. Gaiman che scrive Matt Smith che duetta con se stesso in un tripudio di genialità e istrionismo. Che sogno!

Accorpate in un unico segmento invece entrambe le parti soffrono e rimane alla fine solo la sensazione di qualcosa fi mal amalgamato e che manca il punto che si era prefissato.
Che dite, è una teoria che vi convince?

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