THE LIE OF THE LAND, recensione di Brig

Iniziamo subito chiarendo una cosa: non parlerò delle trollate fatte dagli sceneggiatori circa la rigenerazione del Dottore. Gente migliore di me ne ha parlato in abbondanza. Vi chiedo solo se davvero avete creduto che si sarebbe rigenerato a metà stagione.
La puntata scorre bene, alterna momenti di forte impatto emotivo ad azione incalzante, senza mai strafare in entrambi i casi. Come sempre, per i pregi della puntata leggete le altre recensioni, vi diranno tutto.

L’altro giorno leggevo un articolo su Star Trek. Diceva di come la serie si sia sempre distinta trattando temi in anticipo sui tempi. Di come non si sia mai limitata ad essere una critica fatta al presente attraverso una trama fantascientifica, ma criticasse il mondo futuro stesso creato al suo interno. Credo che Doctor Who in questo le si avvicini molto, ha sempre dato al pubblico qualcosa che le altre serie ancora non avevano fatto.
Perché questa premessa? In questa trilogia mi è mancato proprio il quid necessario a dire “Questo è il Doctor Who che voglio, quello che mi spinge a considerarla una serie di un altro livello”.
Abbiamo degli alieni che vogliono conquistare la Terra. Creano simulazioni dettagliate grazie alle quali studiare il piano migliore. Una simulazione diventa talmente indipendente da interferire con i loro piani e li costringe ad agire. Prendono il controllo della Terra forzando gli umani a dare il loro amorevole consenso. Riscrivono la storia dell’umanità per far credere di essere sempre esistiti, eliminando anche solo l’idea di un’esistenza senza di loro.
Va bene, e quindi?
Perché non esiste una simulazione di cosa sarebbe accaduto dopo la conquista? E, se c’è, perché non avevano previsto quello che succede?
Sembrava importante per loro avere il consenso, ma una volta avuto riscrivono la memoria di tutti. Quando i ricordi vengono ripristinati ci sono prevedibili rivolte verso gli invasori. Quindi il consenso a cosa serviva? A livello pratico, dico. Viene giustificato narrativamente con il legame psichico con Bill, ma è una giustificazione, appunto.
Poi c’è la domanda più importante, la più antica del mondo, nascosta in piena vista. No, non “Doctor Who?”, ma: “Perché vogliono conquistare la Terra?”
Ora salterete tutti su a dire: “Ma dai, sono alieni cattivi, conquistano la Terra, c’è davvero bisogno di spiegare questo?”. Ebbene sì, per due motivi.

Primo. Se sei in grado di creare mondi virtuali talmente verosimili che i loro abitanti acquistano libero arbitrio e autocoscienza, allora puoi crearti un mondo tutto tuo da governare a tuo piacimento. E la sua non-esistenza sarebbe solo accademica, vista la perfezione della creazione. Il succo del primo episodio era appunto che se crei un’entità uguale al Dottore che si comporta come tale, allora essa è il Dottore, indipendentemente dalla sua natura iniziale. Sembra contorto, ma in pratica ciò che non si distingue in alcun modo dal reale è reale. Magari c’è un motivo per cui i Monaci devono dominare un mondo reale non creato da loro, ma non ci è dato saperlo, quindi la domanda è legittima.

Secondo e più importante. Doctor Who è una serie che ha 54 anni, alieni cattivi “perché sì” ne abbiamo già visti a iosa. Se non è in grado di darci qualcosa di nuovo allora è ora di passare ad altro.

Non sto dicendo che la serie debba finire o che si stia ripetendo, o addirittura che smetterò di guardarla. Dico solo che un triplo episodio di fattura ottima (innegabile) non debba accecare i giudizi. La puntata parla del rapporto tra il Dottore e Missy e tra il Dottore e Bill. Sono entrambi scritti benissimo, ma, siamo sinceri, non sono dieci stagioni (contando solo la serie nuova) che si parla appunto del rapporto del protagonista con chi gli sta intorno? Il fatto che sia sempre affrontato benissimo e in modo interessante non cambia il fatto.
A conti fatti? Queste ultime tre puntate sono promosse a tutti gli effetti, ma spero che non fossero le cartucce migliori che Moffat teneva da parte per stupirci. Questo sarebbe deludente.

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