WORLD ENOUGH AND TIME, recensione di Brig

Neil Gaiman è uno degli scrittori migliori in circolazione. Andate a leggere tutto quello che ha scritto, tutto, se non lo avete già fatto.
Qualche anno fa si è cimentato con Doctor Who, scrivendo un episodio fantastico, “La Moglie del Dottore”. Quaranta minuti che non dimenticheremo mai. L’anno successivo Moffat lo sfidò a scrivere un altro episodio in cui i Cybermen tornassero a far paura agli spettatori. Nacque “Nightmare in Silver”, episodio che ha diviso. Alcuni lo adorano, altri lo criticano, quel che è certo è che la scommessa venne persa da Gaiman. I suoi Cybermen erano minacciosi, inarrestabili, sicuramente svecchiati, pur non tradendo il concept originale. Ma assolutamente non inquietanti. Se neanche il nostro buon Neil era riuscito nell’impresa, allora la risposta non poteva che essere una. I Cybermen non potevano fare più paura, quasi cinquant’anni dopo la loro creazione. Poco male, i nemici spaventosi erano altri, si poteva sopravvivere.

Ma, evidentemente, Moffat ha continuato a rimuginarci e a chiedersi se fosse davvero così. E ci si è messo in prima persona, scrivendo l’ultimo episodio. Non fa evolvere i Cybermen, non dà loro poteri nuovi o un’aura da leggenda. Torna alle origini. Addirittura prende il loro aspetto originale, ridicolo oggi, e lo rende spaventoso.
L’ospedale, i malati intrappolati in sacche di lattice bianche attillate, i loro silenzi, i movimenti scomposti… si percepisce il dolore costante che provano. I pazienti e l’ospedale sembrano usciti da un incubo alla Silent Hill. Cavoli, in Doctor Who abbiamo un ospedale fatiscente e buio in cui risuonano monotone e terrorizzanti parole di dolore. La città all’esterno sembra quella di una distopia, un mondo sull’orlo della fine.
Tanto di cappello.

Del resto che dire? State aspettando che parli di quello, vero? Non lo farò. Non di Bill, non di Mr. Razor, non di Missy. Moffat ha apparecchiato tavola, ma non ha ancora servito il pranzo. Non lo voglio ancora giudicare. Lo farò la settimana prossima. Posso solo dire che, se le premesse sono queste, prepariamoci!
Mi spiace essere così breve, questa volta, ma l’episodio è stato davvero tosto, emotivamente e visivamente. Vista la seconda parte se ne parlerà in modo approfondito, promesso.

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