The Girl Who Died – 10 Anni Dopo
Quando nel 2011 era uscito Cowboy contro Alieni, in molti avevano storto il naso per la trama… che sì, è esattamente quella del titolo.
Questo che andiamo a recensire, d’altro canto, è Doctor Who, e per noi quello che Hollywood ritiene azzardato è solo un altro sabato. Solo che il nostro Cowboy contro Alieni si chiama A Town Called Mercy.
In 62 anni abbiamo avuto l’autoesplicativo Dinosauri su un’astronave, e Shakespeare contro gli Alieni, Dickens contro gli Alieni, per non dimenticarci di Churchill contro i Dalek. poi gli abitanti di Pompei contro gli Alieni, i Romani contro i Pitti contro gli Alieni, i Veneziani rinascimentali contro gli Alieni, Alieni contro altri Alieni, e il grande classico: londinesi contemporanei contro gli Alieni.
Arriviamo al 2015 e finalmente troviamo una nuova civiltà storica pronta a battersi contro i fottuti musi verdi: i vichinghi!
Ecco, devo ammettere che non mi ricordavo assolutamente nulla di questo episodio se non giusto le basi. Le basi sarebbero “c’è Arya Stark e alla prima visione ho pianto come un vitello”. È effettivamente uno degli episodi per cui ho versato più lacrime e non, come di consueto capita in Doctor Who, perché il Dottore si rigenera, o dei companion vanno via o robe così. Non era nemmeno un pianto del tutto triste. Probabilmente ero “solo” del tutto sopraffatta dall’emozione del Dottore che finalmente capisce perché ha scelto il suo volto attuale.
La storia di Capaldi nel Whoniverse mi è sempre stata particolarmente a cuore, come sia passato dall’essere un personaggio secondario di un episodio, a un comprimario… però dello spinoff Torchwood, al protagonista assoluto della sua serie preferita. Amo molto come ci sia effettivamente un collegamento tra tutti i personaggi che ha interpretato (è una cosa immaginata da Moffat e Davies, non so quanto sia canonica, per me lo è ma non obbligo nessuno), e che tutto effettivamente parta dalla decisione di 10 che, pregato da Donna, non riesce a salvare tutta Pompei, ma almeno “qualcuno”.
Il volto di 12 diventa quindi un memento per se stesso, la possibilità di avere ancora quel potere terribile di riuscire a salvare qualcuno quando non è proprio possibile salvare tutti. Una responsabilità amara sostenuta dalla sua consapevolezza di avere un “duty of care”, in primo luogo nei confronti di Clara, ma in questo caso anche di Ashildr, giovane conosciuta il giorno prima ma con cui realizza da subito di avere un legame importante. Se, come ci insegna sempre il buon Moffat, le preveggenze sono solo ricordi che vanno nel senso sbagliato, col senno di poi possiamo ben capire il motivo per cui 12 si sentisse così legato alla ragazza vichinga.
In sintesi, la trama dell’episodio è DAVVERO Vichingi contro Alieni, con tanto di trope aggiuntivo super comune del guerriero misterioso che aiuta il villaggio in difficoltà. Però questa storia semplice è arricchita dalla crescita personale del Dottore, che comprende il suo presente grazie alle lenti del suo passato, e sbaglia, e forse nel rendere immortale Ashildr sbaglia di nuovo cercando di rimediare al primo errore, però in ogni caso tenta di salvarla, e di rendere la situazione non perfetta, ma per lo meno migliore. E credo che questa sia una gran cosa.
Ci vediamo tra una settimana, quando Ashildr diventerà Me.
– Oba




