The Zygon Invasion – 10 Anni Dopo
Vi svelo un segreto. Che proprio segreto non è, ma insomma, è un retroscena. Questa recensione (e quella che seguirà la prossima settimana) non mi è stata affidata, ho scelto io di scriverla. Perché dieci anni fa, quando fu annunciato il ritorno di Osgood, il mio mondo si tinse di speranza. Mi misi in viaggio per gustarmelo insieme a un’amica Whovian e pubblicammo addirittura una video-reaction. Le emozioni che ricordo sono così vivide ancora adesso, dopo dieci anni!
Innanzitutto, i doppi episodi di questa stagione non sono puntate stiracchiate per raggiungere i 90 minuti: sono storie articolate, con storyline coerenti al pari dei migliori serial della serie classica, e “The Zygon Invasion/The Zygon Inversion” non fa certo eccezione. Il Dottore, Osgood, Bonnie e Kate si muovono in un complesso gioco di guerra e diplomazia, condita di mistero e body horror.
Oggi ci soffermiamo sulla prima parte della storia, in cui il mistero la fa da padrone e l’identità di Bonnie resta segreta fino al colpo di scena finale. Viviamo con i protagonisti una crisi su scala mondiale, rappresentata in tre location: Londra, naturalmente; il Turmezistan, dove Osgood è stata portata come ostaggio, e Truth or Consequences nel New Mexico, con Kate e lo sceriffo Zygon.
La parte del salvataggio di Osgood, con la strage dei soldati da parte degli infidi Zygon, ha una chicca per chi conosce un’altra serie con Peter Capaldi, “The Thick of It”: l’attrice Rebecca Front, nei panni del colonnello Walsh. Nella scorsa stagione era toccato a un altro membro del cast di quest’ultima, Chris Addison, addirittura il ruolo ricorrente di Seb, l’assistente di Missy nell’Inferisfera. In ogni caso questa scena è potente, ci mostra come non basta l’addestramento, la disciplina, non basta sapere razionalmente che la persona davanti a te ti farà del male, il cuore ti porterà a dubitare e a rischiare persino la vita.
Il viaggio di ritorno in aereo però è il momento che preferisco della puntata. Il mio amore per Osgood e quello per il Dodicesimo Dottore si fondono ascoltando il loro dialogo semplice ma profondo. Sappiamo già che i due avevano lavorato insieme per permettere a umani e Zygon di convivere, che c’è fiducia reciproca; eppure il Dottore la mette ulteriormente alla prova, e lei si dimostra una persona ancora migliore di quanto lui pensasse.
E nonostante questa avventura sia principalmente il proseguimento delle passate avventure con la UNIT, da “Day of the Doctor” a “The Magician’s Apprentice”, si collega proprio in questa scena al filo conduttore della stagione: l’Ibrido. Il Dottore riflette sul fatto che Osgood si dichiara sia umana che Zygon, rendendola una possibile candidata per quel ruolo nel suo destino. Fosse così semplice…
Il cliffhanger è dietro l’angolo, ed è a dir poco esplosivo. Clara non sarà la companion preferita dalla maggior parte degli Whovian, ma Jenna Coleman è un’attrice fenomenale e continuerà a stupirci nel ruolo di Bonnie anche nell’episodio successivo. Dispiace per la povera Jac, che avevamo conosciuto a inizio stagione e che non mi sarebbe dispiaciuta in pianta stabile alla Torre. Devo dire comunque che ho apprezzato la maturità con cui questa e altre puntate dello stesso periodo sviluppano temi difficili come la morte, sia nella sceneggiatura che visivamente. Uno dei tantissimi motivi per cui l’era di Capaldi sarà sempre la mia preferita.
– Saki




