The Woman Who Lived – 10 Anni Dopo
Togliamoci subito il sassolino nella scarpa: a me sto episodio non piace. E, dopo 10 anni, ci terrei a ribadire che la mia opinione non è cambiata di molto.
Ok, arriva in coppia col precedente che invece amo, per cui per recensire quello mi dovevo accollare questo. E ok, nella stagione su 12 episodi non me ne piacciono solamente due, il che è un’ottima media. E ok parte 2, questa è l’ultima recensione che devo scrivere fino a Natale (grande spoiler: i Maritozzi di River Song lo recensisco io! Chi se lo aspettava? Tutti).
Io ora cosa scrivo per rendere questa… cosa decentemente lunga. Non posso solo lamentarmi, perché ci sono un paio di elementi molto apprezzabili, però comincerò lo stesso a elencare le cose negative.
1. Raga io capisco benissimo che la BBC non sia HBO e che quindi il cash sia quello che sia, ma sto alieno-leone sembra uscito paro paro dal Mago di Oz. L’adattamento di 90 anni fa circa, per capirci.
2. Clara assente. Così, a caso. Sì ok doveva essere un confronto alla pari tra Me e il Dottore però, più ci ripenso, più credo che l’esclusione di Clara non fosse così necessaria ai fini della trama.
3. Maisie Williams è BRAVISSIMA e non mi stancherò mai di dirlo. Ma Ashildr/Me è irritante ai massimi livelli. E io ho fatto pure il cosplay, parliamone.
4. Boh gente la trama tutta. C’era bisogno di sto guazzabuglio medievale (Sì lo so, è ambientato nel XVII secolo, ma mi faceva ridere scriverlo) per dire “hey, il Dottore cambia le persone”? Rispondo io, no. Però perlomeno questo punto ci porta ai lati positivi perché hey, a me la riflessione su come si cambia dopo aver conosciuto il Dottore piace sempre.
Già in A Good Man Goes to War il buon Moffat mostrava quanto la sola presenza e influenza del Dottore potesse smuovere eserciti e mettere armi in mano anche alle persone più pacifiche. Qui compie un passo ulteriore, dovuto più che altro al fatto che 12 non ha avuto un impatto unicamente sulla mente di Ashildr, ma LETTERALMENTE sul suo corpo, rendendola immutabile e immortale nel mezzo di un mondo in cui schiattavano tutti di morbillo a 25 anni se non prima.
La soluzione della ragazza per rimanere un minimo lucida di mente è smettere di provare emozioni. E non possiamo esattamente biasimarla a questo punto. Solo che il Dottore, che ha qualche secolo di esperienza in più nel vivere e soffrire da solo, le dice “no zia, è importante provare emozioni!!” (Ok, sto parafrasando). Quindi lei prova di nuovo emozioni. E lui a quel punto dice “bene, il mio l’ho fatto. Capaldi out.” E la molla di nuovo da sola.
Allora lei realizza che nel corso della storia troverà un’infinità di persone che, come lei, sono state toccate e cambiate per sempre dal Dottore, e che qualcuno avrà bisogno di aiuto. Del suo aiuto, nello specifico.
E ok, tutto questo è molto coerente con l’evoluzione del personaggio che poi vedremo in Face the Raven, e in Hell Bent, ma continuo a pensare che la trama del singolo episodio potesse essere gestita meglio.
Un appunto finale ma importantissimo sul doppiaggio italiano: hanno reso il nome Knightmare, gioco di parole tra knight-cavaliere e nightmare-incubo, con PALADINCUBO. Per me resta l’adattamento più geniale della storia della serie. Bellissimo.
-Oba




