TURN LEFT, DIECI ANNI DOPO

Quando abbiamo deciso di dividere tra lo staff gli episodi della quarta stagione, ho subito chiesto di avere “Gira a Sinistra”. In realtà non so nemmeno perché mi sia buttato su questo episodio. Semplicemente è il primo che mi è venuto in mente pensando a quella stagione, più di altri. Non è il migliore, non è il più epico, forse nemmeno il più emozionante (anche se sa come colpire lo spettatore). 
Perché allora mi è rimasto così in mente?
In praticamente ogni serie tv arriva il momento dell’episodio “what if”, in cui vediamo una realtà alternativa. Non parlo solo di serie di fantascienza, è una tematica seriale molto utilizzata. Viene anzi da chiedersi come mai Doctor Who non la utilizzi più spesso. Si presterebbe molto bene. 
Una cosa tipica è basarsi sul cosiddetto “effetto farfalla”, secondo cui minimi cambiamenti iniziali portano a conseguenze completamente diverse. “Gira a Sinistra” pesca a piene mani da questo concetto e cambia un dettaglio minimo nella storia di Donna. Un giorno, che a lei sembra neanche così importante, guidando, gira a destra invece che a sinistra. Vediamo che questo le impedirà di incontrare il Dottore e di salvarlo nell’episodio “La Sposa Perfetta”. Con la morte del Dottore la storia dell’umanità cambia drasticamente. 
Iniziamo a notare alcune cose importanti. Vediamo all’opera quasi tutti i personaggi secondari della serie, ognuno con un suo ruolo. In quel periodo, per esempio, andava in onda la serie satellite Torchwood, che viene sapientemente citata. Le varie minacce aliene vengono affrontate da altri personaggi. Anche quando la minaccia è sventata, questo costa un prezzo enorme. Il tutto porta ad un presente alternativo distopico e senza speranza. Sarebbe facile dirci che la Terra, senza il Dottore, sarebbe perduta. Non è così, sarebbe protetta, almeno parzialmente. Il vero pericolo viene dall’uomo stesso, che reagisce alle situazioni di pericolo con odio e violenza. Il Dottore non serve a salvarci dagli alieni, serve a tirare fuori il meglio di noi. 
Emblematica è la scena dell’ultimo saluto tra Wilfred (quanto amo questo personaggio) e il vicino italiano che sta per essere portato via. In una singola scena vediamo i peggio e il meglio dell’umanità. Vi sfido a guardare quella scena senza sentire un groppo in gola. Emozioni facili? Forse si, ma con che classe sono affrontate. 
I difetti ci sono. I cattivi della puntata sono molto anonimi e piuttosto incidentali. Neanche mi ricordo perché creano la linea temporale nuova. Lo scarafaggio sulla schiena di Donna è visivamente potente, ma è davvero solo uno strumento della trama. Il riepilogo dei vari incidenti visti nelle stagioni precedenti a volte è frettoloso. Il punto è che le cose belle sono Davvero belle. La soluzione finale è telefonata, ma la partecipazione emotiva e gestita benissimo. La morte di Donna fa male perché è una cancellazione di se, che è anche peggio. È un presagio del suo finale, che considero tuttora il più straziante mai visto.
Probabilmente, ripensando a “Gira a Sinistra”, viene in mente quanto esso sia importante per la trama orizzontale della stagione. Riguardandolo mi viene da dire che non lo è poi molto. Veniamo a sapere che Rose è tornata e cerca il Dottore, ma già si sapeva. Tra l’altro, come faceva ad essere nella linea temporale alternativa e a sapere cosa stava succedendo? Vabbè, dettagli. 
Posso dirvi una cosa, però. La prima stagione di Doctor Who mi è piaciuta, ma ho capito che ero innamorato della serie nel momento in cui, nell’ultimo episodio, compare il Lupo Cattivo. La fine di “Gira a Sinistra”, con tutte le scritte aliene che diventano Lupo Cattivo, mi ha fatto rivivere la potenza di quel momento. 
Perché questo episodio mi è rimasto tanto in mente? Probabilmente contiene tutte le mie cose preferite di Doctor Who. Non venitemi a dire che è poco!

Brig

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