THE DOCTOR FALLS, recensione di Brig

Voglio farvi una confessione. Noi tutti, su questa pagina, siamo fan di Doctor Who (rivelazione sconvolgente!). Prima di questa stagione abbiamo avuto, in due anni, solo uno speciale di Natale, bello, ma sicuramente minore. Quindi l’entusiasmo per le nuove puntate era al massimo. Ogni volta che ci fosse stato un episodio ben fatto avreste rischiato di trovare solo entusiasmo e belle parole nelle nostre recensioni. Quindi mi sono fatto carico di un compito ingrato. Nel caso degli episodi migliori avrei fatto il bastian contrario, evidenziandone i difetti. Per rendere più varia la lettura, per stimolare discussioni. E perché, sì, sono un rompiscatole.

Gli ultimi due episodi sono stati molto belli, scritti al meglio e densi di emozioni. Ma basta questo per renderli grandi?
Prima di tutto c’è un lato positivo su cui non voglio soprassedere.
L’espediente di mostrare l’aspetto di Bill attraverso la sua percezione distorta è geniale. Rende le scene stranianti e permette anche alcuni virtuosismi registici niente male. Ci sono telecamere che girano intorno a lei, passando dall’umana al Cyberman senza soluzione di continuità, specchi che cambiano riflesso, lampi di realtà durante i suoi movimenti, ombre che cambiano. D’altronde, come rendere il dramma di Bill, altrimenti? La sua condizione avrebbe reso molto bene in un formato letterario. Esteriormente un Cyberman, interiormente avremmo avuto accesso alle sue emozioni. Nel format televisivo la recitazione di Pearl Mackie, non coperta dall’armatura, ci fa capire il suo tormento. Che è tutto interiore. Bell’espediente davvero, usato al meglio.
Ce ne sarebbero altri, ma credo che li abbiate letti già ovunque. È stato un ottimo finale, profondo e soddisfacente, se vogliamo, ma, a mente fredda, alcune cose le voglio dire.

Dico subito che la puntata soffre di un calo di ritmo nella parte centrale. Tutta la parte in cui la tensione cresce mentre attendiamo l’arrivo dei Cybermen. A livello della puntata singola è un’ottima cosa, sia chiaro. Ma se mi fai finire la puntata precedente al culmine della tensione, poi mi aspetto un finale che deflagri. No, quaranta minuti di esplosioni non sono un bel finale (per quanto le esplosioni non manchino), e la tensione, se si cerca di prolungarla, muore. Ma questa puntata non ha una struttura da episodio finale. Dopo l’episodio passato, prima del finale di stagione, non puoi mettermi una pausa di parecchi mesi nel tempo della storia. Funziona, guardando la puntata, non funziona, guardando la stagione (o almeno i due episodi in sequenza).

John Simm era atteso quanto la fine della scuola dai bambini. Il colpo di scena finale della puntata precedente era stato ben costruito, emozionante. Ma a cosa ha portato? Ha ucciso Bill e non sappiamo perché. Sia chiaro, è il Maestro, è cattivo, mi sta bene che uccida la companion solo per ferire il Dottore. Ma perché dopo dieci anni? Perché trasformarla nel primo Cyberman? Anche accettando che la uccida quando si rende conto di chi sia (per sua stessa ammissione non riconosce subito il Dottore e Missy), il resto ha il sapore di una cosa fine a sé stessa.
E nell’ultimo episodio cosa fa? In realtà ben poco. Non viene imprigionato (perché?), non è un pericolo per nessuno, non aiuta nessuno, non ha un posto nella trama.
Lo so, state tutti urlando: “Il finale!”.
Va bene, la scena tra lui e Missy è di impatto. È bellissima. Tutte le scene in cui sono insieme. Ma sono slegate alla trama. Voglio dire, di cosa parlava la decima stagione? Era la parabola di redenzione negata (da se stessa) di Missy? Ok, allora il suo finale è meraviglioso. Non ha nessun legame con la storia del Dottore. Non l’aveva nei primi episodi (il Dottore si faceva dei giri d’evasione dal suo compito), non l’ha avuto nella trilogia dei Monaci (la liberano perché aiuti e l’unico suggerimento che da non viene seguito).
Non è un vero difetto, è vero. Ma un po’ mi ha deluso, devo ammetterlo.

Il ritorno di Heather è stato definito “la chiusura del cerchio”, “il finale giusto per Bill” e cose del genere. È stato gestito bene, non stucchevole e interessante. Ma non venitemi a dire che è stata conseguenza di una trama orizzontale. Rispunta un personaggio visto dieci episodi prima di cui non si era più parlato. Sono sicuro che ci siano state persone che hanno detto “E questa chi è?” quando è comparsa. Bill scambia con lei sì e no cinque battute, nel primo episodio. Poi, partendo con il Dottore, spera di incontrarla di nuovo. Non la vediamo neanche un poco triste nell’episodio successivo.
È vero, Heather non arriva chiamandola “amore mio” e dicendo che l’ha cercata ovunque, le chiede soltanto di viaggiare con lei e vedere come va. Esattamente come si erano lasciate l’ultima volta che Heather era viva e le aveva promesso di aspettarla. In pratica si piacciono e provano ad uscire insieme. Non è che non torni a livello di trama, ma è un Deus Ex Machina un po’ troppo gratuito. C’era certo il rischio di rendere il suo intervento troppo ovvio, parlando troppo spesso di lei. Non so, non mi è piaciuta come è stata gestita.
Il finale aperto dei bambini e di Nardole è interessante. Non si sa se saranno salvi, ma lo sono per ora ed è già una vittoria.

Il Dottore… lui ha finalmente capito chi è, nel momento in cui dovrebbe morire. È comprensibile che combatta la rigenerazione. Ma la puntata finisce con l’incontro con un’altra persona che non vuole cambiare, il primo che non se ne voleva andare. Vedremo a Natale a cosa porterà questo incontro.
Di sicuro io avrei voluto altri dodici episodi così subito. Non fate caso a questo vecchio brontolone, la stagione è stata bella, la puntata fenomenale (ma quella prima ancora di più, questo concedetemelo) e io non mi divertivo così da tempo.
Grazie di aver seguito questi episodi insieme a noi!

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