SEASON 10, recensione di Dalek Oba

A dire la verità, non ho più nulla da scrivere sulla stagione. Credo ormai di aver già detto tutto di settimana in settimana: cosa mi è piaciuto, cosa ho apprezzato meno, i miei momenti preferiti, quando ho riso, quando ho pianto… è tutto già lì. Però ho ancora questo spazio a disposizione, e voglio usarlo nel modo giusto.
Voglio ringraziare un po’ di persone.

Innanzitutto, grazie a voi lettori. Grazie a chi nel corso dei mesi ha messo mi piace, ha commentato, ha letto una recensione sola, qualcuna o tutte quante. Senza di voi, senza il vostro feedback, non ci sarebbe nulla di tutto questo.

Grazie a tutto il Doctor Who Italian Fan Club. Innanzitutto perché esiste, e nello specifico per aver approvato la mia idea di scrivere le nostre recensioni di settimana in settimana, per aver concesso loro ben due giorni di spazio.

Un ENORME grazie a chiunque lavori per Doctor Who in qualsiasi modo possibile, dal direttore della BBC al responsabile del catering, grazie a tutti quelli che rendono possibile l’esistenza di questa serie. In particolare, grazie a chi se ne va, a Steven Moffat e Peter Capaldi. Avrei voluto attendere Natale per il mio commiato… ma in fondo perché aspettare.

Se a Russell T Davies posso dare il merito di avermi fatto amare Doctor Who in quanto serie, Moffat d’altro canto mi ha permesso di scoprirla in senso più… ampio, come una storia, un racconto epico, una mitologia. Grazie di tutto Moff. Sono sette anni circa che ti seguo, e non ho ancora trovato qualcosa scritto da te che non mi sia piaciuto. Grazie per tutti i plot twist, le trame intricate, le battute ormai celebri, grazie perché non mi hai mai annoiata, ed è un grandissimo pregio. Non vedo l’ora di scoprire cosa inventerai di nuovo.

All’inizio con il Dodicesimo Dottore ho avuto una difficoltà puramente personale; c’era la mia immensa ammirazione per Peter Capaldi che si scontrava col fatto che Matt Smith era – e resta – il “mio” Dottore. Poi è andata in onda Deep Breath e… beh, ci ho messo veramente poco a innamorarmi perdutamente di Twelve. Per cui grazie Peter, perché sei stato il Dottore di cui avevo bisogno in quel momento, e sei stato meraviglioso. E… sì, grazie anche per non essere diventato il mio preferito, per esserti classificato secondo. Perché mi sono resa conto di poter apprezzare infinitamente un personaggio senza doverlo per forza ritenere il “numero uno”. Perché mi mancherai in maniera folle, lo so già.

Un grazie collaterale a Chris Chibnall, che sono impaziente di vedere al lavoro. Non posso essere felice di aver visto Broadchurch terminare, ma grazie comunque per averle dato il finale che meritava.

Grazie agli altri recensori, a quelli esterni e a quelli “sporadici”, a chi ci ha regalato la sua opinione per ogni puntata e a chi lo ha fatto solo per qualcuna: ogni settimana abbiamo avuto tante idee e tanti punti di vista diversi, ed è stato incredibilmente interessante.

Resta il grazie finale, che è il più grande di tutti. In ordine rigorosamente alfabetico: Grazie Brig, Grazie Saki e Grazie Six. Siete stati le mie rocce, avete affrontato ogni episodio, ogni scadenza e ogni mia richiesta con determinazione e con bellissime parole. Leggere ogni settimana i vostri scritti in anteprima, e abbinarli a un’immagine (spero vi siano piaciute), è stato un onore. Un immenso grazie perché, senza di voi, la mia proposta delle recensioni sarebbe rimasta un’idea e basta, e invece voi l’avete resa reale.

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