EMPRESS OF MARS, recensione di Six

Doctor Who 10×09 – The Tomb of the Ice Warriors?!

Di una cosa puoi stare sicuro, Mark Gatiss avrà il suo spazietto in una stagione guidata dal grande e saggio Moffat (condire con sarcasmo a piacere) e, infatti, eccoci qui.

In sé la puntata non è niente di speciale, almeno non in apparenza, perché, al pari del precedente lavoro dello sceneggiatore, “Sleep No More”, mancava di qualcosa fondamentale per chi scrive una trama: la trama! Vediamola insieme: Dottore e companions vanno alla Nasa, vedono che c’è un messaggio scritto con le rocce su Marte, vanno su Marte con il TARDIS e, perché no?, in epoca vittoriana e trovano dei soldati dell’Impero Britannico in una missione per colonizzare il pianeta rosso. I nativi si risvegliano, comincia un conflitto, grazie al Dottore e al cambiamento di un personaggio secondario, si risolve. Sette verbi principali in una sinossi che omette davvero poco.

Però una trama non è tutto, per strano che possa essere: la trilogia del Signore degli Anelli ruota attorno a una trama anoressica, a un “viaggio dell’eroe” ridotto all’osso, in cui la bellezza dell’opera sta nelle vicende collaterali e in come collimano nel climax. Questo lo abbiamo… in parte ridotta.

Sceneggiare una puntata di 40 minuti non è semplice, ma chiede impegno, specie se si vuole reintrodurre una specie a rischio come gli Ice Warriors, che nella serie nuova troviamo solo in “Cold War”. Tra l’altro, le due storie contrastano l’una con l’altra nell’importanza dell’armatura per i Guerrieri di Ghiaccio, dato che una vuole che non se la possano togliere e l’altra vede un rettiliano nudo girare per il sottomarino… vabbeh!

Certo, come fan della serie classica apprezzo tutti i riferimenti, squittendo letteralmente quando sento la voce di Alpha Centauri, adorabile vigliacca di “The Curse of Peladon”. Quanto passa più in sordina è la connessione con lo storico episodio “The Tomb of the Cybermen”: abbiamo “mostri” ibernati in un’area a cui si accede da un sarcofago, spedizione umana che vuole appropriarsi di loro risorse e fazioni interne di pacifisti e violenti nella stessa; in più le riprese della puntata sono una vera e propria modernizzazione della perla di Troughton (che ancora mancava nella teoria una puntata per dottore, ultimo dei dottori classici). Persino la parte infamante di “TToTC”, il razzismo, viene ripresa e ribaltata, mostrando un soldato vittoriano di colore (non sono sicuro della plausibilità storica, se volete indagate voi).

Nel complesso la puntata si guarda, ma non lascia molto. Tutte le emozioni restano nella chiamata a cui Alpha Centauri risponde, ma quelle sono riservate a chi ha guardato l’era del Terzo Dottore, cosa che la maggior parte del pubblico non ha fatto. Ciò detto Gatiss riesce a trattare la serie classica come un’opera solidale a quella nuova, riprendendola a piene mani invece di inserire tormentoni a titolo di bieco fanservice (sto parlando con te, The Day of The Doctor!), ma il suo punto debole resta la chiarezza dei fatti:

Dove Sleep No More falliva nel presentare una puntata che fingeva di essere un messaggio creato per propagare la minaccia dei Sandmen, The Empress of Mars ripete il flop nel creare un paradosso temporale (il Dottore arriva perché vede la frase, il Dottore aiuta a scrivere la frase), perché non mette in relazione esplicita gli eventi, ma cerca di lasciarli intendere. Il problema sta nel fatto che, in quel breve lasso di tempo in cui lo spettatore elabora i concetti, la puntata ha già perso di interesse, trasformando un colpo di scena magari eclatante, in un trivia da cercare a fondopagina di Tardiswiki.

Voto: 5 cammelli in cosplay da Gatiss che seguono un Moffat-dromedario.

Stewie: ti restano 3 puntate. Gioca bene le tue carte! Giocale bene al livello di The Night of The Doctor, in cui hai più che elevato all’ennesima il lore dell’Ottavo Dottore in 6 minuti! Dacci un motivo per dire “è valsa la pena di aspettare”. Se no, torna al fanservice, mettici i Pond e River e Jack Harkness e i due Maestri che litigano tutti mentre elogiano il Dottore, ma dacci qualcosa!

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